È istituzionalmente sola. Ma col tempo si è fatta anche un (bel) po’ sòla. Dentro e fuori. E infatti sbarca al villaggio turistico in perfetta solitudine, con coordinato così composto: valigia enorme, valigia media, trolley e sfizioso beauty. Si ferma solo da sabato a sabato, ma quel che conta è far volume. Non si è piazzata una trousse fra i denti tipo cane da riporto solo perché ciò le impedirebbe di parlare. E di questo proprio non può fare a meno. Una volta aggiudicatasi «la camera migliore del villaggio» (la prima che le assegnano alla reception la fa sostituire di dafault, ma in casi estremi è sufficiente anche solo vantarsi di averla fatta sostituire), è pronta per il debutto.
Le tipe così, in presunta carriera, asciutte, generosamente sarcastiche, che svolazzano sulla quarantina, sono il glorioso modello Irina Palmare. Irina si riconosce a colpo d’occhio da due particolari: arriva in vacanza - al mare, meglio se destinazione esotica - già più abbronzata di un mandingo, con top bianco dal vertiginoso scollo. E soprattutto ha sempre fra le mani (anche in canoa) il suo Blackberry o l'iPhone d'ordinanza. Da lì il soprannome. L’oggetto in sé, in spiaggia, non sarebbe indispensabile, ma Irina giura di non poterne fare a meno. «Non me ne parlare, è un inferno: ogni tanto devo ceckkare la mail. E poi, sai, chiamano di continuo. Oh, ma sarò mica indispensabile? Che nervi: non potete lasciarmi andare via tranquilla una settimana?». È la frase di rito. Ovviamente non la caga nessuno per tutto il soggiorno, ma sarai mica così stronzo da farglielo notare?
Irina ostenta (spesso simula) snobismo fino al midollo. Anzi, al midollino della poltrona del bar dove prende posto - inamovibile - con la sigaretta fra le dita dall’«ape time» sino a notte fonda. In piscina ha conosciuto e blindato due androgine «amiche» un po’ bruttarelle che non vedrebbero l’ora di farla saltare in aria col Semtex. Ma non fa fine «e poi - dai - in fondo la vediamo solo una settimana...». Così si sciroppano per 18 ore al giorno i suoi racconti. In genere Irina sparge quintali di letame sui club che hanno già avuto la fortuna di ospitarla. Ti spiega quanto sia «infrequentabile» la Taverna di Skrotoulos a Santorini; quanti «cafoni» popolino il villaggio «Baia delle sirene gaudenti» di Simeri; quanto siano sopravvalutate certe strutture francesi; quanto siano «da rivalutare» certi villaggi turchi nei quali, d’istinto, non avresti mai messo piede. Il sospetto è che il ricordo si faccia più roseo in presenza di animazione trombante italiano. Irina verso le 23 non è più snob e te la darebbe anche a rate, TAN 0%, TAEG 0%.
Se non vai in camera sua, nel prossimo villaggio distribuirà la tua foto dicendo a tutti che sei irrimediabilmente «frocio».
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