sabato 23 ottobre 2010

NEW YORK (MANHATTAN) - SHOPPING MALL - OUTLET - CENTRI COMMERCIALI - DISCOUNT - LOW PRICE

Se si eccettua il famosissimo Macy's, con ingresso anche fra la 34th strada e la 7 Av. (si compra abbastanza bene, eliminando il fastidio delle tasse applicate sul prezzo esposto: basta procurarsi alla reception una discont card turistica del 10% e valida un mese), Manhattan non offre moltissimo per chi ama lo shopping compulsivo senza spendere molto. I prezzi nei negozi sono generalmente piuttosto cari, e le fregature in agguato. Un buon posto, forse migliore di Macy's, è il grande magazzino Century 21, esattamente accanto al cratere di Ground Zero, nella zona di Wall Street (downtown). Molto frequentato, è inaspettatamente cheap e una soluzione valida per chi non ha la possibilità di muoversi dal centro.
L'outlet per eccellenza dei newyorkesi e dei turisti che vogliono bruciare la loro carta di credito ottimizzando le spese, si chiama Woodbury Common Premium Outlet (come tipologia ricorda i nostri outket di Serravalle Scrivia e Fidenza Village), ma è più grande e leggermente fuori mano. Dista un'ora, un'ora e un quarto di bus dalla centralissima stazione degli autobus di Port Authority, sull'Ottava avenue, di fronte alla sede del New York Times. Il biglietto andata e ritorno (round trip) per Woodbury costa 42 dollari, quindi non pochissimo, ma dà diritto, una volta arrivati, a ricevere un coupon con buoni sconto in genere del 10% su quasi tutti gli store monomarca dell'outlet. C'è di tutto, in cinque-sei blocchi di negozi: da Nike a Calvin Klein, da Timberland a Banana Republic, passando per Adidas, Ralph Lauren, i jeans Levi's (che qui si comprano molto bene), e ovviamente tutte le griffe italiane: Versace, Armani, Gucci, Ferragamo, Dolce e Gabbana. Che però convengono molto meno che in Italia. L'ideale è acquistare brand statunitensi e soprattutto acquistare molto. Più si acquista, più si risparmia. Regola consumistica non solo americana, ma da Woodbury - per fare affari veri anche grazie al cambio favorevole - è la regola.

martedì 19 ottobre 2010

LA MOVIDA MILANESE RISPETTO A MANHATTAN E' IL BRUFOLO SUL CULO DI UN ELEFANTE

Dopo aver visto New York, penso con una punta di compassionevole tenerezza a coloro che bazzicano la moviduccia milanese (spesso tirandosela), convinti di essere al centro del mondo. Rispetto a Manhattan, Milano è il foruncolo sul culo di un elefante.

lunedì 18 ottobre 2010

FABRIZIO CORONA * IL SUO NUOVO GIORNALE MUORE PRIMA DI NASCERE

"Famosi", il nuovo giornale di gossip by Fabrizio Corona, rischia di morire ancora prima di nascere. Le avvisaglie delle scorse settimane non lasciavano presagire il meglio per questo mensile destinato a entrare in un mercato già saturo e pieno di illustri concorrenti, dal mondadoriano Chi a Novella 2000. Chiuso il rapporto con la direttrice annunciata, l'ironica tele-opinionista Selvaggia Lucarelli ("Sono stata io ad andarmene", ha precisato lei), ora pare che mister Corona abbia rinunciato all'idea di diventare editore in proprio di una testata in qualche modo erede di Star+Tv, il giornale lanciato dal padre. La pensata di mister mutanda lanciata dal balcone - almeno in questo caso - potrebbe non essere sbagliata: la cadenza di un mensile renderebbe difficile non tanto o non solo il reperimento delle notizie, ma la loro uscita in edicola prima dei concorrenti. E quand'anche i paparazzi al soldo dell'ex signor Belen Rodriguez fossero in grado di scovare, o creare ad arte, scoop e scooppettini nuovi di zecca, risulterebbe forse più conveniente piazzarli ad altri giornali che non tenerli per sé. Staremo a vedere. Al momento, comunque, dal Corona world viene un pollice verso. Il giornale non si dovrebbe più fare. Con il sollievo di molti lettori.

venerdì 15 ottobre 2010

SELVAGGIA LUCARELLI HA GIA' CHIUSO COL GIORNALE DI CORONA

A volte le storie più brevi, sono le migliori. Spesso è addirittura meglio se non cominciano. Ne sa qualcosa la sexy opinionista Selvaggia Lucarelli, che dopo il flirt con Morgan, per non farsi mancare niente, si era messa (professionalmente parlando) con Fabrizio Corona. L'ironica blogger avrebbe dovuto dirigere "Famosi", il nuovo giornale di gossip del furbacchione per eccellenza nel brodetto primordiale e dunque un po' stantio dello spettacolo nazionale. Invece, improvvisamente, è tutto finito. Da ambienti vicini a Corona emerge una versione dei fatti molto lapidaria: la Lucarelli non sarebbe stata "all'altezza del compito" richiesto. Si lascia intendere che sia stata spesata al volo, insomma. Lei risponde seccamente: "Esiste una sola versione dei fatti: mi sono tirata fuori, voglio vivere tranquilla e se le coronate mi divertono quando si parla di folklore, il lavoro è una cosa seria. Mi sono arrivate altre proposte e ho mollato, vado a dirigere un altro giornale a breve".
Ferruccio De Bortoli ed Ezio Mauro sono avvertiti.

mercoledì 13 ottobre 2010

MEGLIO L'IPHONE O IL BLACKBERRY? IN AMERICA LA PENSANO COSI'

Meglio l'iPhone o il Blackberry? Sull'ormai vexata quaestio ognuno ha la propria idea, frutto di esperienze personali, informazioni più o meno accurate raccolte in giro, e via elencando. A New York il mercato è suppergiù diviso tra i due contendenti, con il cellulare di Apple venduto a prezzi anche interessanti nel mitico Apple store sulla quinta strada, a un passo da Central Park. Se vai in giro e interpelli un po' di gente, come ho fatto io, la percezione è questa: il Blackberry viene vissuto come uno strumemento "professional" per chi lavora, mentre l'iPhone viene considerato un bel giocattolino per chi ama soprattutto il cazzeggio. Ma mentre per il Blackberry non risulta ci sia un grosso mercato nero, dell'iPhone ogni vetrina di negozio propone versioni crakkate. Un losco commerciante turco sulla 34esima mi ha chiesto prima 499 dollari per il modello di quarta generazione, poi - quando ha capito che non ero intenzionato a comperare - ha chiesto: "Quanto vuoi spendere?". Per poi calare un istante dopo l'ultima offerta 379 dollari per il 4G sbloccato per l'Europa. Ovviamente giurava e spergiurava che in Italia funzionasse alla perfezione, ma su questo purtroppo i pareri sono discordanti. Ho salutato senza troppo affetto il turco napoletano, e me ne sono andato.

martedì 12 ottobre 2010

A NEW YORK IL CONDUCENTE DI BUS SEMBRA FIORELLO

Ho visto un autista di pullman sulla Broadway, direzione Wall Street, che sembrava venuto da un altro pianeta. 120 chili di omone nero impeccabile nei modi e nella gestione del mezzo. Diceva "Thank You" al passeggero al trillo di ogni timbratura di biglietto (trovane uno così in Italia), e annunciava personalmente al microfono il nome e le vie di riferimento di ogni fermata, dando un breve cenno sulla successiva. Il tutto guidando, mangiando patatine e vivendo il proprio autobus con una professionalità inaudita. E con un piglio quasi cabarettistico. Roba che neanche Fiorello. Commentava a voce alta, ridendo, incazzandosi e parlando rigorosamente da solo, le manovre degli altri automobilisti, ma di fatto era impeccabile. Mai vista tanta passione in un servitore del servizio pubblico. Da noi, uno così non esiste. Se esistesse, lo farebbero santo prima di arrivare al capolinea.

domenica 10 ottobre 2010

GOSSIP * ARISA E' STATA LASCIATA DAL FIDANZATO?

Pare ci sia aria di crisi tra la brava Rosalba Pippa, in arte Arisa, e lo storico fidanzato Giuseppe Anastasi, che è anche autore di quasi tutte le sue canzoni. L'interprete di "Sincerità" e "Ma l'amore no", consacrata a Sanremo, si sarebbe sottoposta negli ultimi mesi a un tour massacrante, con decine e decine di date in giro per l'Italia, trascurando il suo ragazzo. Che pare insistesse negli ultimi tempi anche per far fare ad Arisa una dieta o comunque a farle frequentare regolarmente una palestra. Cosa che lei non ha mai amato molto. Da una parte il successo, dall'altra le rinunce nella vita privata, quindi. Ma Arisa può contare comunque sul grande affetto dei propri fans.

venerdì 8 ottobre 2010

A NEW YORK LE MAGHE SONO IN VETRINA * E' IL CLASSICO TAROCCO

Oltre che di negozietti per signora dove rimodellarsi, costruirsi, impiantarsi (e non so cos'altro) le unghie delle mani, Manhattan è piena di botteghe a una sola luce dedicate a tarocchi e cartomanzia. Spuntano ovunque come funghi, credo velenosissimi, e quando e dove meno te l'aspetti. Si chiamano "Psychic", e in vetrina c'è quasi sempre una signora di mezza età - non sempre bardata come la madonna pellegrina - che ti invita caldamente a entrare per leggerti la mano. Come facciano a sopravvivere, non so, anche perché sono quasi sempre vuoti, ma evidentemente un mercato dev'esserci. Basterebbe riempire le vetrine d'acqua e aggiungere un po' di finta neve per ottenere un doppio effetto: annegare le fattucchiere e trasformare la bottega nelle classiche sfere vendute sui mercatini, con tanto di Colosseo e piramidi egizie imbiancate.
Tanto sempre di palle si tratta.

PERCHE' STUPIRSI DELLA SCIARELLI? "CHI L'HA VISTO?" E' (DA SEMPRE) PORNOGRAFIA

Sono sinceramente stupito per tutto il costernato stupore che circonda il triste caso Scazzi-Sciarelli, ovvero l'annuncio della morte della piccola Sara dato in diretta alla madre durante "Chi l'ha visto?". Quel programma di Raitre, che - di fatto - campa con superba ipocrisia sulle disgrazie della gente spacciando il voyeurismo a buon mercato per volontà di fare del bene, è da sempre uno tra i migliori motivi per non pagare il canone. Pornografia del buonismo allo stato puro, roba da lapidazione senza passare dal via. Sarebbe molto più educativo mandare in onda Rocco Siffredi in prima serata.
Passata l'idea che "Chi l'ha visto?" si può tranquillamente trasmettere, perché scandalizzarsi se Federica Sciarelli (che è più cronista che intelligente, per dirla parafrasando Sgarbi su Rosi Bindi) fa il suo dovere di sciacallo fino in fondo inchiodando una povera madre alla potrona per mostrare all'Italia intera che faccia ha una che apprende in diretta la notizia della morte (certa) della figlia? Da animale televisivo attento all'audience, ha fatto soltanto il suo sporco lavoro. Sono forse meglio i colleghi dei Tg, costretti ad andare dai familiari delle vittime a domandare loro: "Ma che cosa prova in questo momento?".
Prova la voglia di mandarti affanculo, ecco che cosa prova.

mercoledì 6 ottobre 2010

CARO LINUS, SU FABIO VOLO HO RIPORTATO ESATTAMENTE IL TUO PENSIERO

Caro Linus,
dal momento che sul tuo blog la mia civile risposta al post che mi hai dedicato è da ieri "in fase di moderazione" (in pratica non viene pubblicata), mentre altre successive sono passate regolarmente, la pubblico sul mio, dove la libertà d'espressione non manca, e non si attuano censure. La trovi qui sotto.
Un saluto.
Franco Bagnasco

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Caro Linus,
ti ringrazio per quell’“anche una brava persona” con cui mi gratifichi.


Sì, ritengo proprio di essere una brava persona, e ti dirò di più: è un punto d’orgoglio per me essere anche riconosciuto nell’ambiente giornalistico per riportare fedelmente le frasi di chi intervisto.


Per questo motivo, sommerso dai gratuiti insulti dei tuoi fans (non è un problema, ma tant’è), ribadisco che il senso delle tue parole su Fabio Volo era esattamente quello riportato. Così come il resto dell’intervista, peraltro registrata. Fra l’altro non smentisci nulla perché nulla c’è da smentire. Nessun tranello, né trucco né inganni. Condivido la tua riflessione sulla deriva dell’editoria, ma questo è un altro discorso. Mi vanto di aver sempre giocato in modo pulito.


Mi piace pensare che tu non avessi altro modo per riempire un post del tuo blog.


Con affetto.


Franco Bagnasco

IN AMERICA IL PIZZAIOLO ITALIANO E' UN ANIMALE AMMAESTRATO

I newyorkesi vanno nelle pizzerie italiane come si va allo zoo, a vedere i pizzaioli ammaestrati. Fanno fotografie mentre il pizzettaro, che non è più italiano da almeno 7 generazioni ma simula italianità, fa acrobazie con l'impasto. E loro ridono, ridono in continuazione. Manca soltanto che gli tirino le noccioline. Qualcuno vuole essere immortalato con lui con in testa il cappello da vero pizzaiolo italiano. Alla cassa fanno 34 dollari per una quattro stagioni piccola e un bicchiere di merlot.
Ieri ho visto le vetrine di "Nino's - Pizza bellissima" - chissà poi perché bellissima e non buonissima -, tra i ristoranti più apprezzati qui a Manhattan. Lui, il leggendario Nino, è vestito come gli americani credono si debbano vestire gli italiani (cioè con gessato alla Al Capone), e ha piazzato ovunque foto con tutti i personaggi che sono stati a cena da lui. Ci sono persino Clint Eastwood con la giovane moglie e James Gandolfini. Ma in tutte le foto il sorridente Nino è vestito allo stesso modo. E' come uno scintillante costume di scena, il suo.

martedì 5 ottobre 2010

BRUCE WILLIS * UN PO' PIU' DI CORDIALITA', NON GUASTEREBBE

Un po' scontroso, quattro autografi a brutto muso, e via. Così è (se vi pare) Bruce Willis, che ho beccato stamattina a New York all'uscita dai Times Square Studios, nel rutilante e variopinto cuore di Manhattan. Il protagonista di Die Hard non ride mai. Sulla faccia ha - da contratto - quella perenne smorfietta di presa per il culo che tanta fortuna gli ha portato. Pallido, completo scuro e body-guard d'ordinanza, è salito su un auto blu facendo il minimo sindacale per accontentare i fans assiepati.

domenica 3 ottobre 2010

INTER CONTRO JUVENTUS (MA MORATTI E' A MANHATTAN)

Che cosa ci faceva Massimo Moratti oggi, poco dopo mezzogiorno, fra la cinquantacinquesima e la quinta strada, a New York, nel cuore di Manhattan, a due passi da Central Park, mentre la sua Inter stava per impegnarsi in una delicata sfida con la Juventus? Forse bisognerebbe domandarlo alla ragazza elegante ma poco appariscente che chiacchierava e passeggiava con lui. Trattavasi della figlia Celeste, che si è sposata di recente e fa l'attrice (anche) nei teatri off-Broadway.

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