giovedì 31 marzo 2011

GIANNA NANNINI * «I TALENT SHOW? NON SONO SICURA CHE DIANO IL SUCCESSO»

Ospite del programma Vieni avanti Kiss Kiss presentato da Marco Baldini sulle frequenze nazionali di Radio Kiss, Gianna Nannini ha dichiarato"Non ho mai duettato con Vasco. Avremmo dovuto fare un concerto insieme diversi anni fa ma alla fine non si fece più nulla, quindi la proposta è ancora aperta, duetterei con lui". Queste le dichiarazioni della cantautrice senese che il 29 aprile partirà da Milano con il tour Io e te, un successo annunciato che ha visto triplicare le date di Milano, Roma e Firenze. Nel corso della diretta di Radio Kiss Kiss, Gianna Nannini ha lasciato un commento anche sui talent show "Esistono da 4 /5 anni, troppo poco tempo per potere dire se il successo durerà. Al momento non ci sono luoghi dove fare musica, non esiste altro e quindi servono perchè di fatto non ci sono altre possibilità ma continuo comunque a credere che alcune cose si imparino fuori e non dentro i contenitori televisivi”.  E sul suo prossimo tour ha aggiunto: “Continuo ad investire sulla musica. Con me ci sarà l’orchestra in tutte le date e a Milano e a Verona ci sarà Wil Malone, mio grandissimo produttore già produttore del rock internazionale dei Black Sabbath e di altri straordinari musicisti. E ci sarà anche Patrick Woodroffe, già direttore per i concerti degli Stones, che curerà l’allestimento scenico. Penso che sia necessario lavorare seriamente sulla musica e io non ho mai smesso di investire».

IL CASO * MA VASCO HA COPIATO LA COVER DI RUGGERI?

RENZI FA L'INDIANO
Se in questi giorni cercate il sindaco di Firenze, Matteo Renzi (proprio lui, quello simpatico, che tra i suoi peccati giovanili ha una partecipazione a «La ruota della fortuna» e tra quelli dell'età matura una visita ad Arcore) non lo trovate in comune ma a Mumbai, in India, dove il primo cittadino è ad accompagnare Zubin Mehta e l'orchestra del Maggio Fiorentino.

VASCO HA COPIATO LA COVER DI RUGGERI?
Una polemichetta in questo periodo sta infiammando i fan club: Vasco Rossi, per la copertina del suo nuovo album, «Vivere o niente» (il singolo constatativo «Eh già» sta girando da un po'), dove compare al volante di un'auto, secondo i fan del Rrouge si sarebbe ispirato a un concept fotografico-creativo di Enrico Ruggeri di 2 anni fa, per il cd «All in». Vi propongo le cover appaiate, in modo che possiate giudicare. Quanto alla virtuosa spiegazione, ecco il parere di Vasco: «L’artista è sempre in fuga, dai posti di blocco del conservatorismo, dall’omologazione, dai poteri che lo vogliono fare star zitto. Io sono in macchina, in fuga da questo nemico che mi sta inseguendo».
Ed ecco quella che diede Ruggeri nel 2009: «La mia vita immaginata come uno che corre in macchina al massimo della velocità ma sempre con qualcuno che gli punta la pistola alla tempia, che è un po' il destino di chi fa il mio mestiere, di chi ha sempre fatto scelte coraggiose, di quelli che hanno un rapporto così stretto con i fan che ti danno un sacco di affetto ma inevitabilmente anche critiche…la mia vita è stata sinteticamente rappresentata con questa copertina ed abbiamo usato anche questo tipo di rappresentazione, in questo momento attualissima, alla Tarantino, io con il maglioncino a dolce vita, i film polizieschi anni 70».

mercoledì 30 marzo 2011

IERI A «PORTA A PORTA» IL FUNERALE DI «AMICI MIEI - COME TUTTO EBBE INIZIO»

Ieri sera su Raiuno il Cardinale Bruno Vespa in persona ha celebrato i solenni funerali di «Amici miei - Come tutto ebbe inizio», il brutto film di Neri Parenti (l'uomo che con gli anni si è convinto di essere un regista) già tecnicamente morto, ucciso da Facebook e dalla propria inanità dopo la seconda settimana di programmazione nelle sale. Pochissimi l'hanno visto, ancora meno lo piangono, ma in qualche modo bisognava dare degna sepoltura a quest'opera immortale stroncata dalla quasi totalità della critica. Così, in diretta nazionale (beh, nazionale mica tanto: lo speciale l'hanno visto solo 1.170.000 spettatori, con l'8,49% di share: è stato un flop persino il funerale!) il docile prelato dell'etere ha dato inizio alla cerimonia. Non così mesta, e vediamo il perché.


Qualche burlone - gli inquirenti hanno precisi sospetti - aveva fatto credere al sussiegoso Vespa che la salma godesse di buona salute. Accanto al Cardinale sedevano gli smunti corpicini degli attori che avevano dato vita (si fa per dire) all'ignobile pellicola. Si sforzavano di sorridere per far credere a zio Bruno che tutto andasse bene, madama la marchesa. E lui, che in fondo è un semplice e se le beve tutte, invece di celebrare un funerale, è arrivato pronto a dar vita a una lunga messa cantata senza contraddittorio. Durante la quale, mescolando sapientemente immagini del vecchio e del nuovo, profanatorio «Amici miei», si è impegnato a far credere ai presenti che esiste la vita oltre la morte. Tra i convenuti, Christian De Sica, l'uomo che con gli anni si è convinto di essere un attore, che ormai da settimane - ospitata dopo ospitata - ha il lutto nel cuore. Ma anche Massimo Ghini, Giorgio Panariello e Paolo Hendel. Che per far sorridere zio Bruno si è ri-prodotto nel suo più collaudato numero di repertorio: far parlare Mario Monicelli da morto. Un successone. Zio rideva come un matto.


In un giornalistico sussulto di dignità che forse pagherà caro, il Cardinale ha persino fatto notare al produttore Aurelio De Laurentiis, seduto un po' defilato accanto al plastico del film defunto e a quello della villa di Cogne, che l'uscita del cine-floppone (nuova versione del cinepanettone, chi li detesta si iscriva qui) «È stata preceduta da grandi polemiche». De Laurentiis, senza fare una piega, ha continuato freddamente a minimizzare: «In fondo che cosa sono 50 mila persone su Facebook? Abbiamo milioni di spettatori...». Che però stanno vedendo altri film, prima o poi bisognerà farsene una ragione. E poi, Aurè, dai, la prossima volta ricordati: sono più di 100 mila, divisi in due gruppi
E il computer si accende cliccando su On.

martedì 29 marzo 2011

SIMONA VENTURA SI FA NAUFRAGA PER SALVARE SE STESSA (E «L'ISOLA DEI FAMOSI»)

Mentre a Lampedusa si susseguono altri e più penosi sbarchi, Simona Ventura, piccola profuga di Raidue, stasera sbarca in Honduras, a Playa Uva per mettere al riparo se stessa e la propria «Isola dei famosi» da una fine ingloriosa ma prevedibile.
Di norma il naufrago parte nudo da un atollo e cerca di raggiungere la civiltà per salvare la pelle. Supersimo, con quest'atto di estremo tele-coraggio, fa il salvifico percorso inverso: parte vestita da uno sfarzoso studio e raggiunge l'atollo, denudandosi, in cerca di visibilità, audience (e quindi vita, per chi fa tv). Il settimanale Ecco ha subdolamente ipotizzato che la nostra sia lì per sfruttare un ricco giacimento segreto di botulino che ha miracolosamente scovato, ma pare non sia la lettura esatta.
Simona ha un solo desiderio: non vuole che l'ultima (in senso assoluto) edizione del suo reality sia ricordata - visti gli ascolti di quest'anno - come un clamoroso flop. Vuole lasciare un discreto ricordo. E da buona capitana della sua carretta del mare fa di tutto per portare in salvo il programma. E il suo buon nome. Lo fa più per l'immagine che per altro. Perché non dimentichiamoci che «L'isola dei famosi» è stato un grandissimo reality. Sublimazione del trash vipparolo, pianti e dimagrimenti sulla battigia. Roba schifosamente alta per gli amanti del genere. Quest'anno, col format consunto e un cast da dimenticare (ci è finito persino Laerte Pappalardo, serve aggiungere altro?) bisognava avere il coraggio di non andare in onda. Bisognava chiudere in bellezza lo scorso anno o - meglio - due edizioni fa. Ma questa tv ai tempi del colera non ha coraggio. Conosce solo la viltà di ripetersi stancamente.

TERREMOTO A «FORUM» * MA NON SPARATE SUL SOLDATO DALLA CHIESA

Il neorealistico «Forum» è un programma tarocco. Dichiaratamente tarocco, come i conduttori si affrettano a precisare di tanto in tanto nelle interviste. Finto non tanto nella sostanza, ma nella forma, dicono sommessamente. Grazie all'utilizzo di comparse, un serbatoio di attorucoli burini con poca arte e una dubitabile parte, che recitano la loro particina. Un copione che però, stando sempre alle dichiarazioni dei conduttori, sarebbe invece vero, verissimo. Indubitabile. Su una traccia ben precisa, quindi, gli sfig-attori de noantri improvvisano.
La finta terremotata aquilana che in questi giorni ha magnificato la ricostruzione della città ad opera del Governo, ha improvvisato un po' troppo. O - più probabilmente - si è attenuta alle indicazioni di copione di qualche autorello un po' sciocco, più realista del re. Che voleva compiacere il Padrone servendolo invece malamente. Perché puoi barare su qualcosa di personale, ma se lo fai su un fatto di rilevanza nazionale (come in questo caso), la probabilità di essere sbugiardato aumenta più che proporzionalmente. E la figuraccia è lì che ti aspetta. In tutto questo, però, non sparate sulla povera Rita Dalla Chiesa. Al soldato Rita si può imputare solo un po' di enfatizzazione sul lavoro di Bertolaso. Una sottolineatura. Il resto è opera o dell'attrice extra-large o di autori col cervello extra-small.

lunedì 28 marzo 2011

«AMICI MIEI», INCASSI SECONDA SETTIMANA: DA FLOP A MORTO CHE (NON) CAMMINA

Già alla seconda settimana di programmazione (qui sotto i dati ufficiali Cinetel dal 21/3 al 27/3 2001), lo stroncatissimo «Amici miei - Come tutto ebbe inizio» è spacciato: un morto che non cammina più. 842 mila euro di incasso per il kolossal in costume di Neri Parenti prodotto da Aurelio De Laurentiis e costato almeno 15 milioni di euro più una cifra ingentissima e imprecisata in pubblicità. Addirittura meno della metà del già misero incasso del debutto, con la commedia dell'esordiente Massimiliano Bruno, «Nessuno mi può giudicare», che in proporzione aumenta il bruciante divario. La pellicola, fra l'altro, secondo la consolidata tattica distributiva di De Laurentiis, che da sempre aggredisce il mercato, è uscita in centinaia e centinaia di copie.
Sono tempi grami per Christian De Sica, Massimo Ghini, Giorgio Panariello, Paolo Hendel, Michele Placido e Massimo Ceccherini. Gli attori che hanno preso parte al quarto, profanatorio capitolo della saga di Germi-Monicelli, avversato dal gruppo Facebook «Giù le mani da Amici miei», probabilmente si saranno accorti da tempo di aver fatto la più colossale delle bischerate. A nulla sono valse le loro ospitate promozionali in tutti i programmi televisivi italiani a grossa visibilità. Un battage senza precedenti e mai così inutile. Il pubblico non l'ha bevuta e ha deciso di sposare nettamente il partito del boicottaggio, che aveva peraltro illustri sostenitori, tra i quali giornalisti e intellettuali del calibro di Marco Travaglio e Tommaso Labranca. Ora «Giù le mani da Amici miei», in nome del buon cinema, rilancia con un nuovo gruppo che vuole riunire tutti coloro che detestano i cinepanettoni: «DE SICA & PARENTI? NO, GRAZIE! IO NON MANGIO CINEPANETTONI».

DATI UFFICIALI CINETEL DAL 21/3 AL 27/3/2011 (ultimo aggiornamento)

1NESSUNO MI PUO' GIUDICAREITA01 DISTRIBUTION € 2.193.549,89360.798
2AMICI MIEI - COME TUTTO EBBE INIZIOITAFILMAURO S.R.L. € 842.571,55136.673
3AMICI, AMANTI E… (NO STRINGS ATTACHED)USAUNIVERSAL S.R.L. € 699.201,98103.263
4DYLAN DOG - IL FILM (DYLAN DOG...)USAMOVIEMAX S.R.L. € 662.800,82125.511
5RANGOUSAUNIVERSAL S.R.L. € 625.771,42102.397
6IL RITO (THE RITE)USAWARNER BROS ITALIA S.P.A. € 542.902,1886.071
7LIGABUE DAY 2011ITANEXO DIGITAL S.P.A. € 540.159,0042.158
8SUCKER PUNCHUSAWARNER BROS ITALIA S.P.A. € 500.938,4373.611
9GNOMEO & GIULIETTA - 3D USAWALT DISNEY S.M.P. ITALIA € 321.434,9237.084
10IL DISCORSO DEL RE (THE KING'S SPEECH)U.KEAGLE PICTURES S.P.A. € 319.710,1754.746
 

domenica 27 marzo 2011

«AMICI, AMANTI E...(No Strings Attached)» * UN TROMBAMICO E' PER SEMPRE

A 15 anni da quando Adam (Ashton Kutcher), in campeggio, si offrì gentilmente di masturbarla, l'ex bambina Emma (Natalie Portman) non è cresciuta granché. Quantomeno in altezza. Lui invece è uno spilungone dalla vita incasinata e dal retrogusto romantico. Quando scopre che il brizzolato papà (Kevin kline) si porta a letto la sua giovanissima ex fidanzata, si ubriaca più di Richard Burton ai tempi di Liz Taylor. Mandando sms a casaccio per rimediare una tipa qualunque, ritrova Emma. Che gli propone di portare avanti una serena e duratura "trombamicizia". Tutto ok, si comincia, negli orari più strani. Ma riusciremo a non cadere sotto le frecce di Cupido? Lui capitola, ma lei resiste.

La commediola di Ivan Reitman è meno stupida di quanto si possa credere, in quanto va a centrare uno tra i modelli (problemi?) chiave della vita sentimentale contemporanea: l'eterna sindrome di Peter Pan, che colpisce tutti, trasversalmente. Tra blocchi psicologici, litigate e pianti. Purché non ci si impegni. Kutcher non fa stravedere, anche se il ruolo del pennellone gli si addice. In compenso la Portman, che ormai pare sia per contratto in tutti i film di Hollywood, ha sempre il suo minuscolo perché. Se non avete niente di meglio da fare col vostro/a trombamico/a di fiducia... VOTO: 6/7.

venerdì 25 marzo 2011

LAURA PAUSINI * SCATTA LA PROMOZIONE DEL RITORNO A ROMA E MILANO (STILE «THE RING»)

Come si crea un evento? Con un po' di mistero e iniziando a menare il torrone parecchi mesi prima.
È quel che sta succedendo alla brava Laura Pausini, che già sovrasta le stazioni di Milano Centrale e Roma Termini con due enormi colonne che sono promo e memento del suo imminente ritorno dal vivo. Imminente si fa per dire. 11 concerti (6 nella capitale morale, al Mediolanum Forum e 5 in quella vera, al Palalottomatica) in programma a partire dal 22 dicembre 2011 al 6 gennaio 2012, comprendendo sia Natale che il gran finale con uso di Befana.
Pubblico da tutta Italia per una promozione che sembra vagamente precorrere i tempi. Invece non è così, perché le prevendite si animano presto. Laura guarda negli occhi il suo pubblico in una foto (non quella pubblicata qui) che ricorda un po' l'inquietante «The Ring». La Pausini sta tornando. Siete avvertiti.

IL SUCCESSO DI «GIU' LE MANI DA AMICI MIEI» E IL FLOP DEL FILM DI PARENTI SU RADIO 24



giovedì 24 marzo 2011

FRANCESCA CIPRIANI: «SENO E NATICHE, COSTO TOTALE: 26.000 EURO IN CHIRURGIA PLASTICA»

«Ventiseimila euro» è il prezzo della celebrità. Il totale, chiavi in mano, della posa in opera chirurgica di Francesca Cipriani. Che ora confessa a «Sorrisi»: «Ho speso 10.000 euro per rifarmi le natiche; 8.000 la prima volta che mi sono rifatta il seno e altri 8.000 la seconda, perché il primo intervento fu pressoché inutile. Ma l’ho fatto solo per piacermi, e sono proporzionata. Lo sconsiglio alle ragazze. Nessun altro intervento, ma spendo cifre folli in creme: il viso è tutto mio. Non amo nasi rifatti e labbra a pesce palla. Io sono sincera e lo dico, ma tutte le altre negano sempre. E il 99% delle ragazze che si vedono in tv ha almeno qualcosa di rifatto».

(TV SORRISI E CANZONI - MARZO 2011)

FRANCESCA CIPRIANI * «UN PO' SONO OCA, UN PO' CAVALCO L'ONDA...»

Francesca Cipriani è un mix tra Marilyn Monroe, Anne Nicole Smith e Antonella Elia. Le percentuali variano a seconda della giornata. Forse dell’ora. La debordante Enrico Papi girl di «Trasformat», in compenso, ha le idee chiare: «Mi sento più Marilyn, che era sì svampita, ma con quel velo di malinconia in sottofondo, come me».
 
Francesca, gli uomini preferiscono le bombe?
«Preferiscono le bionde e sposano le more, no?».
Su, che ci siamo capiti...
«La prorompenza conta, ovvio, ma noi siamo anima: il corpo che lo riveste può essere qualsiasi cosa. Il corpo prima o poi lo dovremo abbandonare».
Col suo costerà più fatica...
«Guardi, io non ne posso più: sono ossessionata dalla superficialità della gente».
Che non capisce...
«Come sono realmente».
E com’è realmente?
«Mille sfumature diverse. Invece mi prendono solo per l’oca di turno».
Ma che cosa fa per uscire da questo cliché?
«Niente, ma mi chiedono questo. E io sono anche questo, intendiamoci. Ma non solo. Tutti superficiali: è l’era della superficialità. Io l’ho capito, e sa che cosa ho fatto?».
Non me lo dica: la cavalca.
«Esatto! Non si può fare altrimenti, sennò sei fuori. A cominciare da quando ho modificato il mio corpo».
Un lavorone molto chirurgico.
«Iniziato da piccola: a quattro anni ero Barbie, poi un totale maschiaccio trascurato. Infine, questa svolta chirurgica. Della quale non mi pento».
Qual era il problema?
«Non mi piacevo. E a 12 anni subivo traumatizzanti angherie e prese in giro da parte dei compagni di scuola».
Cose del tipo?
«Una volta mi fecero credere che un ragazzo fosse innamorato di me, organizzarono un appuntamento e si presentarono solo loro, a sghignazzare beati. Vergogna infinita e pianti».
S’è visto di peggio...
«Come buttarmi gli occhiali nuovi nella spazzatura? Oppure arrivarmi alle spalle a tradimento per tagliarmi i lunghi capelli? Un inferno».
Un vero accanimento.
«Fra l’altro inspiegabile. Se non col fatto che delle persone buone, la gente s’approfitta. Le deride. Ora ho sviluppato una sana cattiveria».
E una settima di reggiseno. Ma per curiosità: come si gestisce? Serve la protezione civile?
«Mannò, faccio tutto da sola».
È fidanzata?
«No, ne ho passate talmente tante, che per adesso non credo all’amore».
Sfortunata anche lì.
«C’è gente così meschina in giro, al grado zero dell’educazione... Nascondono mogli, amanti, tutto. Per fortuna sono un’ottima investigatrice».
Ho capito: legge gli sms...
«Leggo sms, arrivo a far seguire una persona... Non escludo niente».
Non c’è pace per la Cipriani.
«Bisogna difendersi. Anche da quelli che credono che se tu ridi e fai ridere in tv, poi tu debba essere sempre oca anche per strada. Superficialità».
Forse fa l’oca troppo bene, se l’è mai chiesto?
«Gliel’ho detto, non recito. Sono anche così. Ma so fare di tutto. Sognavo lo spettacolo sin da piccola: qualche finto spot a quattro anni per vendere libri; a sei volevo entrare nel cast di “Parenti serpenti” di Monicelli, ma non riuscii; a 13-14 andavo nella redazione di Onda Tv a Sulmona a imparare a fare la giornalista. A 18 mi assunsero: conducevo un’edizione di tg. Non sarò proprio così cretina...».
Ma quella ribalta non le bastava.
«Mi presero per il G.F. sesta edizione. Mai fatto un casting prima».
E ora che cosa sogna?
«Continuare con Papi, “Striscia”, “Love Bugs”. E prima o poi un film drammatico, qualcosa che si discosti completamente da questa immagine».
Vada a «Porta a porta» a parlare della legge Finanziaria...
«Ma magari! “Matrix” o “Porta a porta”. Faccio un appello. Non ne posso più di tutta questa superficialità!».

(TV SORRISI E CANZONI - MARZO 2011)

martedì 22 marzo 2011

GEPPI CUCCIARI, «G' DAY» E IL SUO TRAINO AL CONTRARIO

Il "G' Day" di Geppi Cucciari, Maria Giuseppina per gli isolani, è il primo caso televisivo di traino al contrario, ovvero di telegiornale che dà ascolto e visibilità al programma che lo precede. Ti sintonizzi su La7 per vedere il notiziario del bravo Enrico Mentana, e ti becchi la ruvida sarda da cabaret che gli dà la linea mordendo e senza fare neppure troppo ridere. In un programma che non è né carne, né pesce né verdura di stagione. Bisogna lavorarci su, insomma.
L'essere un po', cordialmente respingente (a qualcuno sta apertamente sulle palle), è un tratto distintivo di Geppi, che in alcuni casi si è rivelato un punto di forza, ma non qui. Dove serviva un altro appeal.
Fortunatamente la nostra, negli spot, ha scoperto intanto il piacere di andare di corpo regolarmente insieme con Alessia Marcuzzi e il suo bifidus actiregularis. Perché proprio lei per una bella defecatio in simultanea? Vuoi vedere che le accomuna lo stesso agente, ovvero il bolognese Beppe Caschetto?
Com'è, come non è, dietro le quinte i soliti maligni sussurrano che si sia convinta di essere persino gnocca (vedi foto). Ecco, va bene tutto, anche "G' Day" e il bifidus. Però adesso non esageriamo. 

LA GUERRA IN LIBIA, IL MINISTRO LA RUSSA E IL «GENERALE LOACKER»

Porta a porta, ieri sera. Il responsabile del comando interforze della missione in Libia, Ammiraglio Locklear viene chiamato tre volte "Generale Loacker" dal mitico Ignazio La Russa, nostro Ministro della Difesa. Sta a vedere che un wafer ci salverà.

lunedì 21 marzo 2011

«AMICI MIEI», GLI INCASSI DELLA PRIMA SETTIMANA: TRA IL FLOP E L'ATROCE AGONIA

Morire disciolti nell'acido, forse faceva meno male.
Inizia con un vistoso flop la lenta agonia di «Amici miei - Come tutto ebbe inizio», stra-battuto nella prima settimana di programmazione (dati ufficiali Cinetel dal 14 al 20 marzo, li pubblichiamo qui sotto) addirittura dalla commediola «Nessuno mi può giudicare», dell'esordiente Massimiliano Bruno, con Paola Cortellesi e Raoul Bova, costata quattro euro e uscita praticamente senza promozione. Tre milioni di euro di incasso per Bruno, due milioni e cento mila per il film di Neri Parenti. Costato (a detta di Aurelio De Laurentiis) «15 milioni di euro» e presentato alla stampa come un «Kolossal» di portata epocale. Senza contare le spese immani e difficilmente quantificabili - ma si parla di altri milioni di euro - per un battage promozionale senza precedenti su tutti i mezzi di comunicazione; e le ospitate televisive disperate delle ultime due settimane di tutti i protagonisti, che si sono mostrati ovunque (tranne che alle previsioni del tempo) per tentare di sbolognare la loro mercanzia. Al terzo posto, di un'incollatura (2 milioni di euro, altra umiliazione) il cartoon «Rango», uscito fra l'altro il venerdì precedente. Dati precisi che non lasciano scampo a Christian De Sica, Giorgio Panariello, Massimo Ghini, Michele Placido, Paolo Hendel e Massimo Ceccherini.
Ha vinto insomma il partito del boicottaggio. Il pubblico ha sposato la causa di «Giù le mani da Amici Miei», il gruppo Facebook nato due anni fa per tutelare la memoria di una saga capolavoro della commedia all'italiana ideata da Germi e Monicelli e interpretata da attori come Tognazzi, Moschin, Celi, Noiret e Montagnani.
La sconfitta è ancora più bruciante se si pensa che il film di Parenti è stato strategicamente piazzato dalla Filmauro a cavallo del ponte «protetto» del 17 marzo, quindi con più giorni di esposizione; e contava su una debole concorrenza. Nonostante tutto, ha incassato 990 mila euro fra mercoledì e giovedì. Il restante milione e 100 mila nel normale week-end. Un risultato imbarazzante per un prodotto del genere, costato una fortuna e pubblicizzato più dei cornetti («Che cell'ha i cornetti oggi, sor Christian? Come nun cell'ho?! Freschi freschi, fatti ora...») alla vigilia dell'estate.
Ma quel che è peggio (per loro) è che da oggi la strada è tutta in salita: una terribile agonia. Il tam tam di chi ha visto il film non rimanda nulla di buono (per loro) e la spinta propulsiva del cinepanettone pre-pasquale che non fa ridere è destinata a spegnersi in breve tempo. Viste le sale mezze vuote, molti gestori potrebbero decidere di ritirarlo prestissimo. Una minuscola boccata d'ossigeno rischia di arrivare dai cinema dei paesini di provincia, con una sola sala. Dove o vedi quel film, o fai harakiri. Pare che molti spettatori stiano seriamente valutando la seconda ipotesi.

DATI UFFICIALI CINETEL dal 14/03/2011 al 20/03/2011

1NESSUNO MI PUO' GIUDICAREITA01 DISTRIBUTION € 3.089.561,84471.297
2AMICI MIEI - COME TUTTO EBBE INIZIOITAFILMAURO S.R.L. € 2.139.713,47322.270
3RANGOUSAUNIVERSAL S.R.L. € 2.011.019,40319.035
4DYLAN DOG - IL FILM (DYLAN DOG: DEAD...) USAMOVIEMAX S.R.L. € 1.395.466,09237.009
5IL RITO (THE RITE)USAWARNER BROS ITALIA S.P.A. € 1.390.519,31209.290
6GNOMEO & GIULIETTA - 3D USAWALT DISNEY S.M.P. ITALIA € 738.477,4380.944
7STREET DANCE 3D - 3D (STREET DANCE 3D)U.KEAGLE PICTURES S.P.A. € 722.426,1076.418
8IL DISCORSO DEL RE (THE KING'S SPEECH)U.KEAGLE PICTURES S.P.A. € 595.278,4092.436
9IL CIGNO NERO (BLACK SWAN)USA20TH CENTURY FOX ITALIA € 518.787,0686.434
10LA VITA FACILEITAMEDUSA FILM S.P.A. € 496.021,1191.788

domenica 20 marzo 2011

FIRENZE E LA FIORENTINA SCARICANO L'«AMICI MIEI» TAROCCATO

Nel resto d'Italia le sale sono mezze vuote. In compenso la "calorosa" accoglienza che Firenze ha tributato ad «Amici miei - Come tutto ebbe inizio», il film di Neri Parenti che stando a molti è riuscito a mettere d'accordo critica e pubblico sul concetto di bruttezza, ha avuto anche qualche riverbero calcistico. Ecco lo striscione simpaticamente inneggiante a Christian De Sica apparso oggi allo stadio Artemio Franchi e piazzato dalla Curva Fiesole della Fiorentina all'inizio del secondo tempo di Fiorentina-Roma, finita con un 2-2: «De Sica con l'ultimo "Amici Miei" hai offeso Firenze, ora io con degli amici miei offendo Roma». Cose che fanno bene al calcio. E forse anche al cinema.


NERI PARENTI, DOPO «AMICI MIEI» ORA FORSE SOGNA IL SEQUEL DI «TITANIC»...

Per la serie idee geniali, mentre il prequel tarocco di «Amici miei» si avvia sulla strada di quei flop memorabili, siamo in attesa che Neri Parenti si svegli una mattina con l’idea di girare anche il prequel di “Shining” (tutto il tragitto in auto con la famigliola che viaggia verso l'Overlook Hotel, vuoi buttarlo via? Fra l'altro Jack Nicholson è ancora vivo... Approfittiamone) o il sequel di “Titanic”: avremo quindi “Titanic a Miami”, “Titanic a Rio”, “Titanic sul Nilo”.
Potrebbe funzionare. Basta prendere ogni volta una nave di qualche flotta da crociera (e lì scatta anche il product placement) e farla affondare in un diverso luogo di villeggiatura. Christian De Sica potrebbe resuscitare per il capitolo successivo.
Certo, il format non funziona in montagna, ma sono sicuro che sapranno ovviare al problema.

sabato 19 marzo 2011

«L'INSUCCESSO DEL PREQUEL DI 'AMICI MIEI' POTRA' FARE DEL BENE AL CINEMA» (RADIO POPOLARE)



«NESSUNO MI PUO' GIUDICARE» * T'AMO PIO BOVA (RAOUL), TRA EQUIVOCI E RISATE

La viziatissima Alice (Paola Cortellesi) è una ricca donna romana con villa, tre domestici filippini e un figlio di nove anni. Quando suo marito, imprenditore genialoide ma fallito, muore in un incidente stradale lasciandole una caterva di debiti, a lei non resta che trasferirsi in un quartiere (mioddìo) povero e imparare a guadagnarsi la pagnotta. L'unico modo per racimolare una grossa somma di denaro in breve tempo pare sia quello di mettersi a fare la escort. Un tempo nota come mignotta. Tra un cliente sado-maso e un altro amante del travestitismo, nel tempo libero, conosce il gestore di un internet point di borgata (Raoul Bova) con variopinta clientela internazionale. Mi piace assai, ma gli confesso che faccio la puttana? Pardon, la escort... Intanto mento, dicendo che sono commessa da Decathlon. Poi, si vedrà.

Garbata commediola dell'esordiente Massimiliano Bruno, che può contare su un cast in buona forma, impreziosito da Rocco Papaleo sempre perfetto nel ruolo dell'italico, rozzo qualunquista. La Cortellesi riesce a sciogliersi più al cinema che in tv, a «Zelig», dove trasmette una perfezione che rasenta la freddezza. Bova è il Raoul di sempre: gran bello da vedere, ma lui e la recitazione sono come le convergenze parallele: destinate e non incontrarsi mai. Il soggetto è esile e già visto, ma non mancano battute, trovate, situazioni esilaranti. Insomma, non è certo un capolavoro, ma sempre meglio che ridursi ad andare a vedere il finto «Amici miei» di Christian De Sica e Neri Parenti.  VOTO: 6/7

giovedì 17 marzo 2011

«AMICI MIEI» * A MILANO E IN LOMBARDIA DEBUTTO FLOP: ECCO I DATI DEL CINEMA ORFEO

«Il debutto di 'Amici miei - Come tutto ebbe inizio' qui da noi? Roba da spararsi».
Completo grigio, sorriso e aria rassicuranti, non usa mezzi termini Felice De Santis, da 42 anni titolare del multisala Orfeo di Viale Coni Zugna, uno tra i cinema storici di Milano. «Vuole sapere lo sbigliettamento di ieri, mercoledì, per il debutto di Amici Miei? Solo 100 biglietti in un giorno, con quattro spettacoli, in una sala, quella verde, che ha 290 posti. Non so se rendo l'idea. Un tonfo. Ma so che sta andando male in tutta la Lombardia. Noi esercenti abbiamo un canale interno per verificare le tendenze già il giorno dopo, prima che escano i dati ufficiali».
Oggi, giovedì, giorno di festa per i 150 anni dell'Unità Italia, non è andata meglio a Christian De Sica, Neri Parenti, Giorgio Panariello, Massimo Ghini, Michele Placido e Paolo Hendel. «I dati di oggi - continua il gestore - glieli do al dettaglio: allo spettacolo delle ore 15 c'erano 69 spettatori; alle 17,30 avevamo 109 spettatori e alle ore 20 appena 49 paganti. Tenga conto che la sala è sempre da 290 posti. Quest'ultimo dato delle 20 è molto indicativo perché - essendo domani giornata lavorativa - il primo spettacolo in genere è più frequentato del secondo. Insomma, per ora qui da noi possiamo parlare di flop». La pellicola è in programmazione in altri tre cinema cittadini.

Nelle altre due sale dell'Orfeo, invece, la rossa e la blu, «Il cigno nero» con Natalie Portman vince a mani basse, e si piazza molto bene il cartoon «Rango». «'Il cigno nero' è un film splendido, sta incontrando tantissimo. Lo proiettiamo nella sala grande, 720 posti, che per grandezza di schermo e soprattutto per acustica è forse la migliore di Milano. E secondo me può anche togliere il forse. 'Rango' invece è stata una sorpresa: un'animazione western che piace sia ai bambini che ai genitori. A parte le eccezioni, questo è stato l'anno del cinema italiano, che sta vivendo una nuova primavera e ci ha salvato. Dall'America è arrivato poco: ora aspettiamo con ansia I pirati dei Caraibi, a maggio».
 E il pubblico di «Amici miei - Come tutto ebbe inizio», qual è? «Soprattutto - dice De Santis - 40-50enni che entrano per nostalgia, attratti dal titolo del vecchio film con Ugo Tognazzi. Senza sapere che poi dell'originale in questo film non c'è niente: gag poco divertenti, straviste. So che c'è stata una protesta su internet, ne hanno parlato i giornali. Ma guardi: secondo me più che altro è questo genere di film e sono questi personaggi che non tirano più. Basti vedere com'è andato l'ultimo cinepanettone...».
Quel che preoccupa di più l'esercente milanese è piuttosto il rincaro di un euro sul prezzo del biglietto, che scatterà dal primo luglio. «Lo fanno partire nella stagione di minore affluenza proprio per abituare lentamente il pubblico all'idea. Fosse stato settembre, sarebbe stato uno choc. Per noi però sarà un guaio, un vero guaio - conclude - ed è ora che iniziamo a protestare, a farci sentire. Di quell'euro niente entrerà nelle nostre tasche. In compenso per una famiglia di quattro persone venire al cinema inizierà a costare un po' troppo...».

DA TAMARA DONA' SIAMO IN 100 MILA CONTRO «AMICI MIEI - COME TUTTO EBBE INIZIO»



mercoledì 16 marzo 2011

DE SICA, DE LAURENTIIS E IL NUOVO «AMICI MIEI» * COSI' PARLO (DAVVERO) MONICELLI

UN DOCUMENTO INTERESSANTE. IN UNA VECCHIA INTERVISTA DEL QUOTIDIANO "IL GIORNALE", MARIO MONICELLI PARLA DI CHRISTIAN DE SICA E AURELIO DE LAURENTIIS E TORNA SUL NO AL PREQUEL DI "AMICI MIEI". ECCO A SEGUIRE LA PARTE DELL'INTERVISTA CHE CI E LI RIGUARDA DIRETTAMENTE:

Per Christian De Sica «Pane, amore e fantasia» di suo padre Vittorio era il «Natale a Beverly Hills» dell'epoca. È d'accordo?
«Sono d'obbligo i distinguo: Pane, amore e fantasia era un film delizioso e gentile, di grande qualità. Un film, che non presentava volgarità. Magari, una mezza parola, o un gesto... Perché Christian De Sica si ostina a mettersi in bocca sempre suo padre? Lo lasci stare. Chi fa spettacolo dev'essere responsabile».

Come vede il remake del suo «Amici miei», annunciato da De Laurentiis?

«Sarà difficile renderne lo spirito, tutto toscano, dell'epoca. I rifacimenti sono fatti per far quattrini: si cerca d'approfittare del successo del primo film e, con lo stesso titolo, arriva il remake. De Laurentiis ha un cognome illustre, ma bisogna vedere se riesce a mantenersi all'altezza di suo zio Dino e di suo padre Luigi, grandi produttori e grandi registi. Cosa che lui non è».

«AMICI MIEI - COME TUTTO EBBE INIZIO» * STRONCATO (ANCHE) DALLA CRITICA

Film Tv: «Ma quale omaggio a Monicelli, ma quale atto d'amore. Solo un progettino piccino piccino, sfarzoso alla voce costumi e comparse, che lo farà entrare nella Storia come il primo film italiano stroncato preventivamente e boicottato vie internet dalla protesta popolare». (Andrea Giorgi)

Corriere della sera: «Cast da cinepanettone e ambientazione senza forza ... Ma (purtroppo) questi scherzi non fanno ridere ... I loro scherzi sono troppo innocui per graffiare e troppo poco inventivi per colpire la fantasia ... Qui di colpi di genio simili, non c'è nemmeno l'ombra» (Paolo Mereghetti)

La Repubblica (Firenze): «Che cos'è il genio? È fantasia, intuizione, colpo d'occhio e velocità di esecuzione" recitava il vecchio Amici miei. Ecco, nel nuovo non c'è traccia di tutto questo ... Il fatto è che "Come tutto ebbe inizio" non funziona proprio. Non fa ridere. Gli scherzi descritti sono arzigogolati e poco credibili, il ritmo spezzettato, le invenzioni sanno di cose già viste in tanti titoli più o meno gloriosi della commedia italica in costume»(Simone Fortuna)

Il Giornale: «Altro che prequel di una delle saghe più innovative, ciniche, intelligenti ed aggressive mai prodotte sul nostro grande schermo. “Amici miei... come tutto ebbe inizio” è un cinepanettone fatto e finito, con pregi (pochissimi) e difetti (tanti) ... Si ride poco, quasi per nulla». (Maurizio Acerbi) VOTO 4,5.


City: «Qui non si tratta di voler fare gli integralisti della ’supercazzola prematurata’, o i vedovi dell’immortale gag del vedovo; qui il punto è che non si ride punto: ovvero mai, detto alla toscana. Un’operuccia indegna come prequel, sciatta come commediola, volgare proprio perché incapace persino di inventarsela, una parolaccia. Noiosa senza ritegno, ma così boriosa da iniziare dichiarandosi un antidoto alla noia. Il (sigh) fiorentino Hendel ha osato dire: “Anche i primi Amici miei – (sottinteso: come noi) – non erano capolavori, ma facevano ridere”. Mai sentite tante bischerate in così poche parole». (Alessio Guzzano)


Il Fatto quotidiano: «Il vero problema del sequel-prequel Filmauro è l'opposto: gli mancano le gambe per reggersi in piedi e provare a camminare da solo». (Federico Pontiggia)

La Repubblica: «Si sente la marca del cinepanettone; e non solo per la presenza del suo team abituale di attori più o meno comici, ma per una tendenza a volare basso che è tutta contemporanea». (Roberto Nepoti)

Libero: «Il nuovo Amici miei si boicotta da solo. Delude il rifacimento del capolavoro di Monicelli. proteste sul web, ma più che sacrilegio è un filmetto» (Maria Pezzi)

Mymovies.it: «Amici miei – Come tutto ebbe inizio, pretenzioso fin dal titolo, è un film inconsistente e impietosamente triste, realizzato come un cinepanettone, che è da sempre la (sola) cifra stilistica di Parenti. Perfezionando e provando a ‘raffinare' il suo cinema (s)finito con la scrittura ‘liquida' di Brizzi barra Martani (sceneggiatori del film), il regista fiorentino confeziona una commedia “a immaginario zero” che si fa beffa del cinico e lugubre vitalismo dell'originale e di cinque amici mai rassegnati all'amarezza della vita ... Non c'è nel film un fotogramma che sia in grado di sostenere la scelta di produrre un prequel, semmai c'è un gioco costante di (in)volontaria distruzione dell'idea originale». (Marzia Gandolfi) Giudizio sintetico: assolutamente sconsigliato.

Movieplayer.it: «Dopo un'attenta visione, scevra da ogni pregiudizio, la domanda che ci si pone non è tanto perchè si è voluto a tutti i costi andare a rivisitare un classico come Amici Miei, quanto più perchè lo si sia fatto senza avere alla base non solo un'idea, ma anche una sceneggiatura ben scritta e gli attori adatti per affrontare senza patemi d'animo un confronto difficile ... Un film che fallisce il bersaglio in maniera grossolana». (Luciana Morelli)

Filmscoop.it: «Il roboante titolo è "Amici miei – Come tutto ebbe inizio", ed è – senza mezzi termini – un film di cui vergognarsi. Profondamente ... Neri Parenti ha dichiarato di aver covato per anni questo progetto, proprio per omaggiare l'originale "Amici miei". Viene allora da dubitare non solo della competenza registica di Neri Parenti, che con questo filmaccio perde ogni alibi residuo, ma anche della sua capacità di analisi. Perché delle due l'una: o non ha mai compreso la reale portata di "Amici miei", o l'ha fatto e ritiene sul serio che "Amici miei – Come tutto ebbe inizio" ne sia un fedele omaggio. In entrambi i casi, non ne esce particolarmente bene». (Andrea Mezzetti)

Pianetanfatasy.it: «Guazzabugli da avanspettacolo di terza categoria per la banda De Laurentiis, guidata da un Christian De Sica volgare e burino, che questa volta scherza col fuoco e si ustiona. La caciara coatta e parolacciara si ripete in fotocopia in questo finto prequel di cui non si sentiva il bisogno. Più che un film sembra la sagra della peperonata fredda. Per questo è anche indigesto». (Giuseppe Lamanna) 

Screenweek.it: «Amici miei - Come tutto ebbe inizio è esattamente quel che ci si aspetta, un cinepanettone mascherato da commedia in costume nel quale non si ride quasi mai e che ricalca film, situazioni e personaggi di Germi/Minicelli ... Tutto il succo della mancanza di idee sta nell’ultima sequenza in cui in maniera posticcia viene inserita la supercazzola. Una cosa fatta tanto per farla». (Gabriele Niola)

Badtaste.it: «Alla fine, tutto risulta un notevole spreco di denaro incapace di far ridere, a meno che i risultati al botteghino non smentiscano le mie convinzioni. Al momento, non punterei grandi cifre su questa possibilità...». (Colin Mckenzie)

Avvenire: «Convince davvero poco l’operazione revival di Neri Parenti che in “Amici miei… come tutto ebbe inizio” (costato - secondo il regista – “oltre 15 milioni di euro”) mette in scena gli antenati dei protagonisti del film di Monicelli». (Alessandra De Luca)


Europa: «Poiché questa settimana siamo in vena di profanazione delle icone pop italiane, ecco il prequel di Amici miei: al fine di non sentirsi torcere le budella bisogna dimenticare il capolavoro di Monicelli e fare finta che quello girato da Neri Parenti sia un film ex novo ... ma l’aggiunta della coppia cinepanettonica Fausto Brizzi e Marco Martani e il tocco letale di Neri Parenti rendono questa storia ambientata a fine ’400 un pateracchio colossale ricco solo di occasioni mancate». (Paola Casella)



ECCO IL LINK DEL GRUPPO DI FACEBOOK CHE INVITA A NON VEDERE «AMICI MIEI - COME TUTTO EBBE INIZIO» NEL RISPETTO DI MONICELLI E DEI VERI «AMICI MIEI».

martedì 15 marzo 2011

«AMICI MIEI» E LE «INUTILI STRONZATE» DI GIORGIO PANARIELLO

Giorgio Panariello non mi ha mai fatto ridere. Non so se sia un mio limite, o un suo pregio. Di certo in un film come «Amici miei - Come tutto ebbe inizio», uno che non fa ridere è perfetto. Cade come il cacio sui maccheroni. Devono averlo scelto per questo motivo, per stare ton-sur-ton col resto del cast.
Conosco Giorgio da poco più di un anno e mezzo. Da quando ci incontrammo a Sharm El Sheik sul set di una commediola, e mi scoccia un po' parlarne male perché è una brava persona. Pur non stimandolo granché professionalmente (l'ho scritto e gliel'ho sempre detto, con estrema sincertà, che non mi faceva ridere), per istinto e contadina bontà ho sempre avuto rispetto per le «brave persone».
Mi fa un po' specie leggere sulla bacheca Facebook di Giorgio - me lo segnala un iscritto al gruppo che ho fondato e che caldeggia il boicottaggio nelle sale del film di Neri Parenti e Christian De Sica - il post che vedete qui al centro, scritto immagino per rabbia o per galvanizzare i fans.
Vedi Giorgio, questa campagna non è usare internet per «inutili stronzate mentre in tutto il mondo si fanno rivoluzioni», come dici tu con demagogia degna di miglior causa e un senso un po' sfalsato del tempo. Come il nonno che si accorge del pc secoli dopo che l'hanno inventato.
Questa è una battaglia di civiltà cinematografica portata avanti attraverso il media più moderno. Il tentativo, in vitro, di provare a cambiare qualche regola del gioco, a tutela di un nome e a beneficio del buon cinema. E visto che non ci occupiamo di ricerca oncologica ma di spettacolo, nel nostro piccolo, con queste «stronzate» su internet forse possiamo provare a modificare un sistema che - lo ammetterai - è un po' marcio. Invece di chiedere a noi di vergognarci (tu non ti sei mai vergognato quando andavi in onda con l'esilarante personaggio del pr, quello de «Il marsupio sìsìsì»? Già, roba da sganasciarsi), prova a chiederti invece perché tanta gente ama in modo incommensurabile "Amici miei" (quelli veri) e detesta con tanto calore chi sfrutta un titolo storico e nobile del cinema italiano per farne carne da macello, una brutta marchetta che alla fine ha scontentato tutti. 
Nella foga, hai tirato in ballo le nostre povere, incolpevoli sorelle; hai sostenuto che non abbiamo niente di meglio da fare nella vita. Forse. Siamo tutti qui a girarci i pollici aspettando di vedere le tue magistrali prove artistiche. Che purtroppo risultano - al momento - non pervenute.
Ciao Giorgio, preferisco ricordarti quando non mi facevi ridere. Ora che fai decisamente piangere, mi sa che quando ti vedo cambio canale.

MONICELLI, MORTO CHE PARLA (DEL NUOVO «AMICI MIEI»), MA FORSE CONTROVOGLIA

Ieri, in occasione della presentazione alla stampa di «Amici miei - Come tutto ebbe inizio» (già stroncato o accolto come si accoglie un eczema dai critici che hanno avuto la sfortuna di vederlo), i nostri eroi, ovvero De Sica, Ghini, Panariello, Hendel, Placido, e le guest-star Neri Parenti (regista) e Aurelio De Laurentiis (produttore) hanno sparato tutte le ultime cartucce. Venghino, siòri, venghino. Tenetevi forte perché qui, con questa brutta aria di flop che si respira nel 400, balliamo sull'ottovolante. Allacciare le cinture.

1) Questo film - attenzione - sarebbe «Un atto d'amore nei confronti di Mario Monicelli». Lo stesso Monicelli che non ha mai voluto saperne, che ne respingeva anche solo l'idea, che ha rifiutato di essere coinvolto nella lavorazione, e che si è espresso esattamente così: «Avevano tentato di farmi collaborare al film, ma ho deciso di rimanerne fuori, hanno ragione quelli di Facebook». Ovvero, modestamente, chi vi scrive, che due anni fa fondò il gruppo: «Giù le mani da Amici Miei: fermiamo De Sica e il suo annunciato prequel». Ora, se questo film è «Un atto d'amore nei confronti di Monicelli», riesco a immaginarne di migliori.

2) Dopo le critiche ricevute in Toscana per aver preso parte al taroccone, Paolo Hendel, per difendersi, non trova di meglio che far parlare il morto. Ebbene sì, Hendel fa parlare il defunto Monicelli con i virgolettati! Non ci credete? Ecco qua: «Una volta il grande Mario mi disse a proposito di questo film: "Cosa ne penso io? Ne penso bene, basta che faccia ridere e che la storia funzioni". Si metteva a ridere sentendo parlare di 'capolavori' in riferimento ai primi due capitoli della serie da lui diretti e mi disse "I miei primi due film non erano niente di che ma funzionavano alla perfezione e soprattutto facevano molto ridere"».
Siamo al triplo carpiato perché qui il nostro, oltre a scagionare se stesso, vuole avvalorare, grazie alle parole postume del Maestro, la tesi già ampiamente esposta da De Sica: gli "Amici miei" (quelli veri) non sarebbero capolavori ma solo discreti film. Quindi profanabili con questa ciofeca. Complimenti sinceri.
Ho sempre provato particolare stima per coloro che fanno parlare un morto usando le virgolette. Ma il morto non dice, chessò: "Mi piace il cardamomo". No, entra a difesa di colui che parla in una forte polemica in atto. Il medium è il messaggio. Roba che neanche Rosemary Altea.

3) Aurelio De Laurentiis, contestando il fatto che Monicelli avesse detto «Hanno ragione quelli di Facebook», sostiene: «Non è vero che Mario Monicelli abbia criticato il film: aveva una grandissima dignità e non si sarebbe mai permesso di sparare a favore o a sfavore di una cosa che non conosceva. Ho parlato a Mario fino a pochi giorni prima che morisse. E' solo che lui non ci vedeva più: ed è impossibile far leggere una sceneggiatura o far vedere un film a un uomo che non vede».
Peccato che nel 2009 il Maestro, a proposito del prequel, dichiarasse a CineBlog.it: «[...]non voglio giudicare, ma mi dispiace che ci sia la tendenza [...] a ripetere film già fatti, trasportandoli in contesti che non c’entrano per niente con quelli in cui è nato il film...[...]...Questi registi conoscono molto bene il mestiere, però si facciano venire delle idee per conto loro senza riprendere quelle degli altri». Quindi un giudizio negativo molto preciso. Inoltre, dopo aver aperto il gruppo, da giornalista, intervistai personalmente Mario Monicelli, che si disse sempre contrario al progetto di Neri Parenti. In particolare, mi disse: «Non amo né sequel, né prequel. Per me i film devono finire col primo. Accettai già controvoglia di fare il secondo Amici miei, ma alla fine mi sembrò che ci fossero i presupposti. Mi rifiutai categoricamente di fare il terzo, figurati se vado a fa 'sta roba». Apprendiamo ora che con l'espressione «figurati se vado a fa 'sta roba» probabilmente Monicelli intendeva dare un giudizio positivo su «Amici miei - Come tutto ebbe inizio».

4) Neri Parenti su questa nostra protesta on-line che ha fatto parlare l'Italia: «E' una manifestazione localistica, soprattutto integralisti fiorentini che prendono subito d'aceto. E comunque 50 mila persone, che non sono mai aumentate col tempo, non sono tante, rispetto ai venti milioni di utenti Facebook». Che è come dire: se sto affogando nel Mar Tirreno, non mi devo preoccupare; in fondo esistono le profondità dell'Oceano. Potrei sprofondare lì, quindi mi rincuoro.
Caro Neri, le rivelo due piccoli segreti: nel momento in cui le scrivo, siamo 58 mila persone sul gruppo principale e 37 mila sull'evento d'appoggio, quello del boicottaggio. In costante aumento. Ci perdonerà se trova qualche doppione, ma non sono poi così tanti. Inoltre, per disgrazia, sono le stesse persone che volevate prendere in giro intitolando così questo film. Quindi non un campione indistinto come la totalità della popolazione Facebook in Italia.
«Manifestazione localistica?». Amici miei (quello vero, non il suo) è trasversale. C'è un campionario vasto di tutta l'Italia in questo gruppo. Le piaccia o no. Io, per esempio, sono pavese e vivo a Milano. A Firenze ci sono stato in gita con la scuola, da piccolo.
In compenso, però, ho una tonnellata di amici sparsi ovunque nel Paese che il suo film non lo vedranno mai. E mi creda: comunque vada, questo già mi rincuora. Cordialità.
Franco Bagnasco

lunedì 14 marzo 2011

GOSSIP * FABRIZIO CORONA: IL SOCIEVOLE MOLTO ASOCIALE

Tra le allegre manie del taciturno Fabrizio Corona, fidanzato un giorno sì e l'altro no della statuaria Belen Rodriguez (che debutta stasera come guest-star in un episodio della nuova serie de «Il Commissario Montalbano», accanto a Luca Zingaretti) pare ci sia l'ossessione di non restare solo a tavola. Sarebbe infastidito a tal punto dalla cosa, da pretendere - in occasione di cene e incontri conviviali - di far unire più tavoli per mettere tutti i commensali assieme. Ti aspetti che si trasformi di punto in bianco in un allegrone. Peccato che invece spesso poi si isoli non dicendo più una parola e restando a malapena ad ascoltare. Il che sembra a molti amici un'aperta contraddizione.

sabato 12 marzo 2011

E' MORTA LA GRANDE NILLA PIZZI: VOLA COLOMBA

E' morta Nilla Pizzi, che ha avuto Lele Mora come ultimo agente. Non "Grazie dei fiori", ma opere di bene.

venerdì 11 marzo 2011

«AMICI MIEI», L'ULTIMA PRESA IN GIRO: «GUARDATELO, POI GIUDICATE»

Arroccati a (estrema) difesa del tarocco che profuma di flop.
Si susseguono in questi giorni, frenetiche e disperate, le ospitate radiofoniche e televisive di Christian De Sica, Massimo Ghini, Neri Parenti & soci per promuovere l'indifendibile «Amici miei - Come tutto ebbe inizio».
Tre le strategie di comunicazione: 1) toni bassi; 2) minimizzazione del problema («Sì, c'è stata questa protesta sul web, ma che cosa saranno mai 40 mila persone...»; peccato che siano 56 mila in costante crescita, con riverbero su quasi tutti i media nazionali, ma non importa Christian, continua pure a dormire tranquillo) e soprattutto (3) spostare l'attenzione su quello che vorrebbero far passare come il punto debole di tutta la mobilitazione: «Prima guardate il film, poi giudicate».
Eh, certo, mica scemi: tu inizia a darmi i tuoi 8 euro, poi ne riparliamo. Troppo comodo. Sarebbe meraviglioso se poi potessimo riparlarne veramente. Se alla fine della proiezione qualcuno ce li rimborsasse sul serio, quegli 8 euro. Invece, come sempre, non accadrà. E siccome nella vita servono prove di tutto, tranne che della comprovata qualità del lavoro di Christian De Sica e Neri Parenti (e vogliamo parlare dell'imbarazzante trailer che circola, ovvero il biglietto da visita del film?) se permettete io i miei 8 euro - nel dubbio - me li tengo. In barba alle loro strategie di comunicazione. Parole che entrano dalle orecchie, ma si avvertono (ormai da anni) solo a posteriori.

venerdì 4 marzo 2011

LUCA BIZZARRI (FOTO RICORDO CON BELEN), RIPENSANDO A SANREMO

La iena Luca Bizzarri, dopo Sanremo, non riesce a smettere di pensare a Belen Rodriguez. E un po' c'è da capirlo. Tanto che pubblica sul suo profilo di Facebook questa foto ricordo personale così (significativamente) didascalizzata: «Che poi io, di quel posto lì, c'ho dei bei ricordi...». Pare che Luca, ai margini del Festival, abbia fatto alla fidanzata di Fabrizio Corona uno tra i più grandi pressing sentimentali della storia. Come sarà finita?

«AMICI MIEI - COME TUTTO EBBE INIZIO» * UN TRAILER ORRENDO È IL MIGLIOR BIGLIETTO DA VISITA

Se il buon cinema si vede dal mattino, cioè in questo caso dal trailer, che è il più importante biglietto da visita di un film, siamo di fronte a una tra le cose più imbarazzanti e meno divertenti viste in natura. E questo ci rincuora sul magico alone di flop che già circonda «Amici miei - Come tutto ebbe inizio», l'irrispettoso e assurdo prequel di «Amici miei» firmato da Neri Parenti e interpretato, fra gli altri, da Christian De Sica (nella foto). I nomi dei profanatori della saga immortale firmata da Mario Monicelli vanno tenuti sempre bene a mente. Così come quelli dei fiancheggiatori.

Il deprimente trailer, dicevamo. Chi ha visto qualcosa di più sforzato e pretenzioso, alzi la mano. Chi ha sorriso almeno una volta di fronte a quelle sequenze, alzi la mano. Niente? Beh, non c'è poi da stupirsi. Tutta questa tristezza nasce da un progetto nel quale nessuno ha mai creduto. E si vede.
L'unica scaltrezza del produttore, Aurelio De Laurentiis, che si trova fra le mani ormai una brutta gatta da pelare, visto che il film non sarà visto da almeno 56 mila fans del vero «Amici miei» (a tanti iscritti corrisponde ormai il gruppo di Facebook che ho creato), sta nel piazzarlo in uscita mercoledì 16 marzo, a cavallo del ponte per la festa dei 150 anni dell'Unità Italia. Mezzucci, insomma. Che potrebbero anche essere vanificati dall'intelligenza degli spettatori e da un provvidenziale esordio di primavera. E affidarsi al meteo e a Garibaldi per provare a non far floppare un brutto film, vuol dire proprio aggrapparsi alla disperazione.

«L'ISOLA DEI FAMOSI» CHIUDERA' PER ESAURIMENTO FIGLI DEI POOH

Mi sa che questa è l'ultima edizione de «L'Isola dei famosi». Non tanto per i magri ascolti che Simona Ventura sta collezionando quest'anno. È che con Daniele Battaglia hanno finito i figli dei Pooh da mandare in Honduras come inviati.

giovedì 3 marzo 2011

IL CORPO DELLE DONNE * RICCI MANDA LA DOMANDA PROVOCATORIA A TUTTE LE GIORNALISTE

Sul corpo delle donne (e le relative ipocrisie legate al suo utilizzo mediatico), c'è battaglia. Da quando qualcuno ha attaccato il "Drive in" di Antonio Ricci, indicandolo come origine di tutto il velinismo moderno, il papà di "Striscia la notizia" è partito lancia in resta per difendere se stesso e la propria creatura. Prima con un documentario trasmesso a "Matrix" (video che ha fatto infuriare Natalia Aspesi), nel quale attaccava le testate e i siti del Gruppo Espresso, ree di fare lo stesso sfruttamento delle forme femminili. Ora, con una domanda inviata via mail a tutte le 1217 giornaliste dei gruppi editoriali: Mondadori, Espresso, Rcs e Condè Nast. Lo potete leggere qui sotto, con relativo termine perentorio per l'invio della risposta. Lo firmano i cinque addetti stampa di "Striscia": Soldati, Lanzarotto, Parere, Pasqualini e Testori. Quante risponderanno? Quante faranno orecchie da mercante? "Striscia" dopo la Festa della donna darà i risultati del questionario.

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DOMANDA RIVOLTA A TUTTE LE GIORNALISTE DEL GRUPPO MONDADORI,
L’ESPRESSO, RCS E CONDÉ NAST

DOCUMENTARIO “IL CORPO DELLE DONNE 2”
 
http://www.striscialanotizia.mediaset.it/video/videoextra.shtml?12761
 
DIGNITÀ DELLE DONNE. DOPO LA PROTESTA LA PROPOSTA:
È DISPOSTA A METTERE LA SUA FACCIA NELLA BATTAGLIA PER CAMBIARE L’UTILIZZO CHE ANCHE IL SUO GIORNALE FA DEL CORPO DELLE DONNE?

o SÌ
o NO

È possibile votare fino alle ore 20.00 dell’8 marzo 2011, festa della donna.

*LA MANCATA RISPOSTA VERRÀ VALULATA COME UN NO.

«BIG» (ODEON TV) * ECCONE ALTRI CHE PROVANO A RIFARE IL «DRIVE IN»

Ogni tanto qualcuno si mette in testa di rifare il «Drive in». O quantomeno prova a spacciare un nuovo tele-prodotto comico come una sorta di filiazione del must firmato da Antonio Ricci. Programma finito di recente nel tritacarne mediatico come origine del velinismo attuale. Pronto il contrattacco del papà di «Striscia la notizia» alle armate di Repubblica; replica stizzita di Natalia Aspesi. Insomma, guerra infinita e storia ormai nota.

Stavolta i temerari che citano «Drive in» vengono dalla meno esposta Odeon Tv, che lancia stasera alle 23 le prime due puntate di «Big». Per le altre, si vedrà la risposta del pubblico. Auditel vede e provvede. La regia è di Riccardo Recchia, nipote dell'immenso Beppe, che di «Drive in» fu tra i padri, e il capo-comico conduttore (occhio che questo è un elemento discordante rispetto al modello di riferimento) è Mimmo Pesce. Due autori e comici vengono purtroppo direttamente dal «Colorado Cafè» di Italia 1 (il programma comico che non fa ridere), ovvero Nando Timoteo e Francesco Rizzuto. E ciò non fa ben sperare. Poteva mancare la sventagliata di gnocca? Certo che no. A emulare la bombastica sensualità della cassiera Tinì Cansino pensa la “Zuccherina” Reina Moncada (nella foto), nel cast di «Quelli che... il calcio» e tra le protagoniste dell'imminente “Pipìroom» con Jerry Calà. Poi, sulla scia delle altre ragazze Fast Food ecco una bambolona bionda venuta dalla Russia (Maria Gousseva) e le altre zuccherine: Morena Putzu, Erminia Moscato, Melania Costa.
Se se son rose, fioriranno. Ma è ancora tutto da vedere.

mercoledì 2 marzo 2011

MTV MUSIC PARTY * E' QUI LA FESTA (MA OCCHIO ALLA PIPI')

Seratona d'alcool e musica (il primo in leggera prevalenza sulla seconda) ieri notte al Lime Light di Milano, per l'Mtv Music Party. Sul palco del locale - dove fra l'altro si festeggiava Mtv Music, nuovo canale del digitale terrestre nato sotto il brand della rete canzonettara per eccellenza, una band eterogenea composta fra gli altri da Andrea Mariano (tastierista dei Negramaro) e Federico Poggipollini, storico chitarrista di Ligabue.
Ad alternarsi al microfono, un pugno d'artisti decisi a ripercorrere con un pezzo a testa la storia del rock. Da Cristina Scabbia, voce dei Lacuna Coil, a una Dolcenera dal look sempre più "cattiva ragazza". Anche perché forse a provarle con le buone, non sempre ci si riesce. Non mancava neppure Giuliano Palma, e a sorpresa un efficace e ieratico Morgan dal capello grigio cotonato e con la solita marsina ricavata da un divano della residenza di campagna di Luigi XVI.
Nel parterre, la crème della discografia italiana: dall'addetta stampa di Mtv, Claudia Loda, passando per le vezzose Valentina Spada, Rossella Falcone e Martà Donà di Sony; con l'innesto di Marianeve Capitale di Warner e di Giulia e Camilla Salerno, le due figlie di Mara Maionchi. La discografica che visse due volte. Giulia aspetta un bambino e mamma, felice, in ossequio alla privacy, l'ha detto all'Italia intera su Canale 5.
La mai troppo lodata istituzione dell'open bar al Lime Light favoriva anche la socializzazione. Un po' meno la mira in zona toilette uomini. Ma non si può avere tutto dalla vita.

JOHN GALLIANO * ERA MEGLIO MORIRE DA PICCOLI, PER DIOR!

La maison Dior ha licenziato lo stilista John Galliano per aver detto «Io amo Hitler» e per alcune offese filonaziste all'indirizzo di una coppia in un bar di Parigi. E arrivò l'ora della sarta inquisizione.

martedì 1 marzo 2011

GRANDE FRATELLO 11 * «MIO FIGLIO DAVIDE BARONCINI NON È COME SEMBRA»

Mamma Carmela è come Bud Spencer quando perde la pazienza. E parla, lenta e implacabile, come solo una madre sicula sa essere. L’immagine del suo amato Davide (Baroncini) sta uscendo a pezzi da questo «Grande Fratello 11». L’Italia lo vede, elegantino, pieno di sé, mentre sfarfaleggia marpionescamente volando di fiore in fiore: prima Rosa, poi la scappatella con Olivia; il goffo tentativo di recuperare Rosa, e sul più bello ecco Erinela. Che ha spazzato via tutte le altre. Ma sarà vero amore? Bastava molto meno per finire davanti al plotone d’esecuzione della prima serata di Canale 5. «Finiamola» sbotta Carmela Zurria, 65 anni, casalinga. «Mio figlio è un ragazzo semplice, un sognatore, e si trova a fare un gioco che non premia i buoni, gli intelligenti, i più educati. Quando sembra sgradevole, la colpa è del gioco, che tira fuori il peggio da lui. Davide è uno sincero e spontaneo che qui in Sicilia vede solo cinque amici veri. Non come quelli che si ritrova attorno là dentro… Lui il “G.F.” prima non sapeva neanche che cosa fosse. Come noi, del resto. Ora abbiamo comprato persino la tessera del digitale terrestre, per poterlo vedere giorno e notte. E non immagina che paura, quella sera…».
Il ricordo di mamma Carmela va a quando Angelica mise al corrente («A modo suo») Ferdinando di uno screzio con Davide, e Ferdinando si presentò minaccioso al cospetto del figlio. «Arrivò da lui» continua «sferrando un pugno. In quel preciso istante, il “Grande Fratello” spense due telecamere, rendendo impossibile vedere che cosa stesse succedendo là dentro, chi o cosa quel pugno avesse colpito. Non le dico qui in casa in quale stato di agitazione siamo piombati. Quest’odio di Ferdinando nei confronti di mio figlio, proprio non lo capisco. Si proclama uomo e tratta così un ragazzino di 22 anni? Se sapesse che Davide l’ultima volta non l’ha neppure nominato, sprofonderebbe nella vergogna. Invece temo che vincerà».
La maniacale fissazione di Davidino per l’eleganza, viene da lontano. «Pensi» dice mamma «che già alle elementari dalle Orsoline, a sei anni, cucciolo della classe, si presentava in giacca, cravatta e con la brillantina in testa. Lui non concepisce di uscire di casa sciatto. Una volta una maestra gli diede una nota sostenendo che si vestiva come per andare in discoteca. Le proposi provocatoriamente di tenerlo qualche giorno a casa vietandogli di lavarsi, per poi rimandarlo a scuola. Forse non conveniva».
Nel passato del piccolo di casa, il sacro fuoco per il calcio («Fino a 18 anni nelle squadrette catanesi, non che fosse un ragazzo prodigio, ma il Sud dà poche opportunità»), e «dopo il diploma come perito industriale, due lavori: centralinista per Sky e rappresentante di luci e lampadari».
Ma tutta questa disinvoltura da aspirante playboy, che recita più o meno lo stesso copione (la tv non dà scampo) con le sue prede? «Figuriamoci» conclude mamma Carmela. «A parte che a quell’età sarebbe anche normale un po’ di movimento, tengo a dire che mio figlio ha avuto la prima ragazza a 18 anni, si è innamorato ma non ne ha mai portata a casa nessuna. Rosa non l’ha mai presa in giro: non le ha mai detto: “Ti amo”. Le ha sempre detto: “Per ora non ti amo come mi ami tu, ma dammi il tempo, ci proverò”. E poi lei è sguaiata, gli diceva ogni cinque minuti vaff... Se vuoi bene a qualcuno, non cerchi sempre di allontanarlo da te. Ora mi sembra che sia più sereno. Fra lei, Olivia ed Erinela, per me non c’è nessuna differenza. Sono una madre siciliana, e quindi gelosa di qualsiasi possibile fidanzata di mio figlio».

(TV SORRISI E CANZONI - FEBBRAIO 2011)

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