giovedì 5 luglio 2012

FORMENTERA ESTATE 2012 * ISTRUZIONI PER L'USO (EVITANDO I VIP)

Formentera, se la conosci, non ti uccide. Tronisti, veline, calciatori e quant'altro (categorie peraltro in netto ribasso anche come trend modaiolo nazionale), sono tranquillamente evitabili. Basta andare nei posti giusti, nei periodi giusti - come giugno e settembre - e seguire qualche piccolo accorgimento.
La novità di quest'anno per chi - come me - è un aficionado dell'isola, è un intelligente circonvallazione creata per raggiungere le cristalline spiagge di Levante e Illetes (attenzione, il prezzo per entrare nella riserva naturale è aumentato ancora, ma gli esattori sono presenti sino alle 18, poi si accede liberamente) evitando di passare nel centro di Es Pujols. Un buon modo per decongestionarlo e per creare anche, lungo la bretella stradale, decine e decine di preziosi posti auto. Che a luglio e agosto, periodo durante il quale anche i motorini superano abbondatemente il livello di guardia, non basteranno comunque.
Le agenzie che affittano case lamentano quest'anno una certa crisi, ma nei due mesi caldi il tutto esaurito dovrebbe essere garantito.
Per ciò che riguarda le spiagge, molti spagnoli piantano telo e ombrellone a Cala Saona (sulla strada che va da San Francesc al faro di Cap de Barbaria), angolo suggestivo, in genere privo di inutile vippume ma troppo piccolo per ospitare tutti.
Una buona soluzione alternativa è la lunga spiaggia di Es Arenals, al chilometro 11, dove si trova anche il chiringuito più easy e in genere apprezzato da chi vive l'isola in maniera semplice: il PirataBus. Due San Miguel e un piatto di alici marinate, poco più di 10 euro. Aspettando il tramonto, commercialmente cadenzato (purtroppo) da «Con te partirò» di Bocelli. Un rito.
A Sant Ferrand ci si va di solito solo per la paella da «Fonda pepe» (un po' salata, strategicamente, ma niente male), vicino alla chiesa. Eppure un bicchiere disimpegnato vale la pena farselo con qualche indigeno e ben pochi turisti anche al bar Sa Garaffa.
La spiaggia di Es Pujols oggettivamente non sarebbe male, ma lì, fra bancarelle e localini, si pratica la sistematica spremitura del turista, ed è il posto adatto soprattutto per chi ama mettersi in mostra avvistando le presunte starlette di cui sopra. Sul lungomare si affacciano anche tutti i ristoranti del ramo, dallo Chez Gerdi di Carlo Sama ai vari Porca vacca, Rigatoni (nei dintorni ogni tanto staziona ancora Costantino Vitagliano), e via dicendo. Per bere qualcosa, puntare sul Bananas oppure sul nuovo Risci, che propone cocktails ma anche validi centrifugati. A ballare, si va al Pineta o al Tipic. Non esistono altre strade da percorrere. Il primo è più lussioso/milaneseggiante, il secondo più pischelloso. Va a gusti.
Per la colazione, ci sono un paio di alternative, entrambe a Sant Francesc: il Canapepa, che personalmente per qualità di materia prima, ambiente e cordialità del personale di servizio,  preferisco decisamente, e il classico Matinal. Che propone pacchetti breakfast più articolati, ma a volte un po' più carenti su alcuni fronti. Sono validi entrambi, comunque, e in entrambi c'è un buon wi-fi.
Il mercato artigianale del Pilar de la Mola, ben diverso dalle bancarelle del contro, con cineserie fatte in serie, è ogni domenica e mercoledì (dalle 15,30 sino a tardi), e prima di arrivare lassù una paella da El Mirador, con magnifica vista sull'isola, non è un plus da trascurare. Qualità e prezzo ragionevole anche da Can toni, il successo dello scorso anno. Anche questo ristorante di tapas e dintorni è vip free, o quasi. In leggero ribasso, invece, La peque Per spendere di più bisogna puntare sul classico Can Carlos a Sant Francesc, oppure sull'Aigua, al porto della Savina.
Nel capitolo ristorantini sulle spiagge meno note, ne segnalo due: il Pelayo (decisamente scrauso ma molto a buon mercato) e Sa Platgeta (pescato fresco e di valore, ma si paga), che si raggiungono seguendo alcuni micro cartelli sorpassato lo stadio di Sant Francesc. Qualità e prezzo ripagano delle notevoli difficoltà per raggiungerli, soprattutto il secondo. Che è un po' oltre il classico «in culo ai lupi».
A Es Calò c'è una spiaggia un po' fighetta, ma senza esagerare: quella dove si trova l'Amore iodio. Un chiringuito frequentato quasi esclusivamente da italiani. Quelli che secondo alcune teorie hanno fatto la fortuna di Formentera e al contempo l'hanno rovinata.

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