lunedì 27 agosto 2012

PAOLO VILLAGGIO * «PER SALVARE I NUOVI FANTOZZI D'ITALIA? RIVOLUZIONE CRUENTA E TORTURA AGLI EVASORI»

Ci sarà tutto: il tragico varo con la Contessa Serbelloni Mazzanti Viendalmare; le imbarazzanti cene dal megadirettore «naturale» col pomodorino, «fuori freddo, dentro palla di fuoco a 18.000 gradi Fahrenheit»; le sveglie all’alba per andare al lavoro («Dentifricio mentolato su sapore caffè»); e, naturalmente, lui.

Paolo Villaggio, lo sa che dal 21 agosto, con «Sorrisi», sarà in edicola una collana di nove dvd del suo mitico ragionier Ugo Fantozzi?
«Maddài, faccia vedere i titoli!».
Eccoli…
«Mi fa piacere: quel che conta, c’è».
Lo ammetta: questo personaggio per lei è stato tutto.
«Non esageriamo. È stata la mia spinta forte, ciò in cui il pubblico mi identifica da sempre. Ma ho lavorato anche con Wertmuller, Olmi e Fellini. Dopo di lui, c’è chi mi chiama “Maestro”, si figuri...».
Prima, invece?
«Ignorato da intellettuali di sinistra con la puzza sotto il naso: ho giocato a pallone con Pasolini per anni senza che mi rivolgesse la parola. “Fantozzi” è stato un discreto personaggio…».
Non faccia il finto modesto: è stato un capolavoro.
«Sì, dai, lo è stato: volevo raccontare l’uomo completamente senza possibilità. Annientato alla partenza. Venivo da un soggiorno a Londra, ho respirato un po’ della loro ironia, e l’ho applicata al mio mondo, da ex dell’Italsider».
Quali sono i titoli imperdibili della saga, i primi quattro?
«I primi tre, quelli che ho scritto con Benvenuti e De Bernardi e la regia di Salce. Lui ebbe l’intuizione di focalizzare gli altri perdenti, dalla Pina alla Silvani, da Calboni alla figlia “babbuina”. E poi, Filini».
L’ha anche spremuto troppo, questo «Fantozzi», diciamolo...
«Sì, dopo i primi ho fatto anche film dei quali mi vergogno profondamente ma che sono stati anche più visti, in questo Paese suddito della tv. L’ho fatto per soldi, essendo un nano e non un playboy. Vivere a Roma, “rich and famous”, quando tutti ti cercano, voleva dire anche mantenere gli standard di un certo ambiente. E poi i produttori sono spietati, lo sa?».
Chi sono oggi i Fantozzi?
«Quelli che mitizzano i calciatori e vestono come Balotelli: orecchini, cresta e jeans strappati. Quelle con le unghie finte, che si ammazzano di lampade, dicono di essere state in ferie a Sharm El Sheik, ma non sanno dove sia. Il mio “Fantozzi” almeno si accontentava del posto fisso. Oggi c’è un barlume di speranza solo per quelli che ce l’hanno. Quasi nessuno».
Monti e il Governo dei tecnici. I nuovi Megadirettori Galattici?
«Mannò, i professori sono stati un’ottima barriera contro ladri e malversatori, di cui è pieno il Parlamento. Bisogna fare tabula rasa».
Paolo Villaggio come Beppe Grillo?
«Grillo fa qualunquismo, ma in questo ha ragione: serve un repulisti, ma la rivoluzione francese e il socialismo ci hanno negato la possibilità di una dittatura, che forse sarebbe la soluzione. O una rivoluzione cruenta».
Meglio l’America?
«Il Paese della finta felicità. Sembra il paradiso, ma ogni tanto si sveglia qualcuno e fa una strage. Però un’idea per l’Italia, ce l’ho».
Sentiamo.
«Prendiamo tutti i grandi evasori, li mettiamo nel caveau della Banca d’Italia, e li facciamo torturare (dai nazisti, che sono sempre i migliori), come Torquemada faceva a Toledo, finché non confessano tutto, conti all’estero e quant’altro. Poi smantelliamo Mafia, Camorra e Ndrangheta e puntiamo solo sull’Italia a vocazione turistica. Per il resto, per i prodotti, mica vorremo metterci in competizione con i cinesi?!».

(TV SORRISI E CANZONI - AGOSTO 2012)

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