giovedì 4 ottobre 2012

AL BANO * «MA SECONDO LEI, HO MAI CANTATO AL KARAOKE?»

La canzone che mi ricorda il primo bacio.
«“Concerto in Do Maggiore” di Tchaikovsky. Ero a Milano, di notte, in via Santa Maria Fulcorina, al 13, sotto un portone, e lei si chiamava Adriana. Due ore indimenticabili, grande atmosfera. E io, appena arrivato in quella grande città che non conoscevo, ero impacciato e intimidito. Temevo uno schiaffone, che forse al Sud sarebbe arrivato. Invece prese lei l’iniziativa».
La canzone che mi hanno cantato come ninna nanna.
«“Ninna nanna de lu lupu”, in dialetto salentino: me la cantava mia madre. Un misto di dolcezza e protezione, persino dal lupo cattivo, che spaventava tutti i bambini. Il lupo è il simbolo di Lecce, ma quando ne ho visto uno vero, spelacchiato e in gabbia, è stata una delusione».
La canzone che mi ricorda casa.
«Domenico Modugno e la sua “Nel blu dipinto di blu”. Mimmo ha cambiato la musica, e fu il simbolo della rivalsa del Sud. Fu un faro e uno sprone per tutti noi: se ce l’ha fatta, posso provarci anch’io, ripetevamo: dal cantante, all’ingegnere».
La canzone che mi fa pensare alla mia famiglia.
«I brani lirici, da Puccini, a Mascagni, spesso trascritti per corpo bandistico da un grande da troppi dimenticato: il maestro Ernesto Abate, di Squinzano, a 8 chilometri da casa mia. Ha fatto cose straordinarie, lo conoscono per tanti versi in tutto il mondo, ma al suo paese non si sono ancora decisi a dedicargli qualcosa».
La prima canzone che mi ha ossessionato.
«“Only You” dei Platters, coi loro falsetti. Una rivoluzione. Ogni anno arrivava una giostra dalle mie parti, e io tornavo spesso, solo per risentirla».
La canzone che mi ricorda la scuola.
«“Piove (Ciao ciao bambina)” di Modugno. L’insegnante di musica me la faceva cantare in direzione, davanti al preside. Ma era anche idealmente il mio saluto a una ragazza che fu per due anni il mio vero obiettivo: ero innamoratissimo, ma non le ho mai detto nulla. Non ci siamo più visti finché non ho inciso il mio primo disco, “La strada”».
La canzone che riesce sempre a farmi piangere.
«“Nessun dorma”, dalla Turandot di Puccini. Mi tocca l’anima, e non solo quando la canto io. Ci sento la disperazione di un uomo che sta per lasciare questa vita per raggiungere l’altra».
La canzone del mio primo amore.
«“Prima di dormire”. La scrissi alle magistrali, per la ragazza di cui sopra».
La canzone che avrei voluto cantare.
«L’elenco sarebbe lungo, ma dico “Perdere l’amore” di Ranieri. Per colmare qualche lacuna ho inciso da poco un disco intitolato “Fratelli d’Italia”, nel quale interpreto pezzi come “Margherita” di Cocciante, “E tu” di Baglioni, e tante altre».
Il mio pezzo forte al karaoke.
«Non ho niente contro questa forma d’espressione musicale, ma secondo lei, ho mai cantato una canzone al karaoke?».

(TV SORRISI E CANZONI - SETTEMBRE 2012)

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