lunedì 28 ottobre 2013

MISS ITALIA * CHI IMMAGINAVA CHE POTESSE FARE QUESTA FINE?

Televisivamente, l'idea vincente di Miss Italia 2013 (ah, il concorso l'ha vinto la bionda Giulia Arena, 19 anni, siciliana) è stata quella di affidare la regia a Jimmy il Fenomeno. Che ha regalato al pubblico - 970 mila spettatori, 5,5% di share - rarissimi stacchi di camera azzeccati, una generale approssimazione organizzativa tipica da selezione provinciale, gente inquadrata quando non parlava, e altri snobbati al momento di essere al centro dell'attenzione. Per tacere di altre piccolezze. Insomma, un must dell'inguardabilità catodica.
Dopo i giornali, la ricetta Cairo applicata a «Miss Italia» si conferma quella tanto cara al Conte Mascetti di «Amici miei»: «Pare che c'è tutto, invece 'un c'è nulla». Schierati in giuria tutti i recenti acquisti della rete, da Rita Dalla Chiesa a Salvo Sottile (che in tempo reale su Twitter manifestava la noia e tutto il suo disappunto per essere lì, si immagina costretto), Patrizia Mirigliani ha lasciato a briglia sciolta quei due irresistibili simpaticoni dei conduttori, Massimo Ghini e Cesare Bocci. Che prima di andare in pubblicità imbastivano siparietti attoriali alla «Muppets Show» degni di miglior causa. D'altra parte, forse è meglio così: invece di recitare in un cinepanettone, hanno presentato con piglio all'avanspettacolo il concorso di bellezza italiano per antonomasia. Un brutto film in meno in circolazione.
Scaricato prima dalla Rai e rifiutato da Mediaset, «Miss Italia» è approdato su La7 con gran scorno di Enrico Mentana, il quale pare che ieri sera, visti i risultati imbarazzanti, abbia festeggiato leggendo nudo a voce alta, al Colosseo, decine di lanci d'agenzia uzbeki.
Fra le incursioni di una Nina Zilli in playback (chiamare Nina Zilli e fara cantare in playback è come ingaggiare Rocco Siffredi per fargli mimare un porno), e un Max Gazzè (convocato solo perché anche lui, come le Miss, cura il contorno occhi) la serata scorreva via in tutta la sua pesantezza. Con un carico di break pubblicitari che neanche alle finali dei Mondiali. Il tutto mentre Bocci convocava le ragazze chiamandole prima col cognome e poi col nome (ma poi s'è corretto), e Ghini si vantava di aver lavorato con i più grandi registi italiani. Peccato che io mi ricordi soprattutto di un flop fatto con Neri Parenti...

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