venerdì 24 gennaio 2014

FERRADINI CANTA PAGANI: QUANDO LE CANZONI TI PARLANO

Ieri al teatro Pime di Milano Marco Ferradini (quello di "Teorema") confezionava una serata dedicata ad Herbert Pagani. Per chi non lo conoscesse, un dannato talentone. Poliedrico, eccentrico, sensibilità non comune, nato a Tripoli e morto di leucemia in America ad appena 44 anni. Non prima di averci lasciato un pugno di pezzi indubitabilmente evocativi che Ferradini ha riunito in un doppio cd, "La mia generazione", che mi sono subito accaparrato perché è una di quelle cosette di gran pregio che è un peccato lasciare a prendere polvere su una bancarella.

Pagani ha scritto alcune canzoni di cui manco conoscevo o ricordavo l'esistenza ("Lombardia", per esempio, o "Cin cin con gli occhiali"), eppure erano tutte vive, palpitanti, semplici ma di quella semplicità che non si trasforma mai in banalità (il confine, spesso, è sottilissimo e facile da oltrepassare). E il gruppo in scena, che annoverava anche Marta Charlotte, figlia di Ferradini, voce e tastiere, le ha fatte riaffiorare tutte. In una serata tributo onesta, vera, senza retorica. Dove erano soprattutto le belle canzoni a parlare. Perché le belle canzoni - quando sono veramente belle - hanno uno strano pregio: invece di cantare, ti parlano.

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