sabato 25 ottobre 2014

«TALE E QUALE SHOW» * IL PASTICCIACCIO BRUTTO DEI VOTI DI SCAMBIO

La cosa più meschina, inutile e controproducente che si possa fare (in tutti i campi) è negare e non valorizzare il talento.
Succede tutte le settimane a «Tale e quale show», condotto su Raiuno dall'ottimo Carlo Conti.
Se la giuria ufficiale (Loretta Goggi, Christian De Sica e Claudio Lippi) si comporta come si deve, con giudizi a volte discutibili ma improntati a una certa serietà, nel serraglio dei concorrenti vige - costante - la pratica del voto di scambio. Nel senso letterale del termine. Il compagno di duetto vota la compagna (e viceversa), l'amico premia l'amica, un sodale appoggia l'altro, e si finisce per dimenticare il talento, la bravura. Che invece dovrebbero essere i punti di riferimento di un programma del genere. Pur essendo in cima alla classifica e molto amati dal pubblico, ne fanno le spese spesso i migliori. Ieri (e anche la settimana scorsa) è toccato a Serena Rossi, che ha proposto una Mariah Carey da leggenda. Ma la stessa sorte tocca spesso anche al favorito: il sorprendente Valerio Scanu.

Ieri sera il pezzo della Rossi era sicuramente il numero migliore della serata, a detta anche dei tre giudici. Ma dal parterre degli (invidiosi?) compagnucci della parrocchietta solo un voto, quello di Michela Andreozzi, è finito a lei. Che poi l'ha ricambiata, adeguandosi dopo qualche puntata all'andazzo amicale. Tutti gli altri a premiarsi tra loro come sempre fra un sorrisetto e un'ammiccatina. Luca Barbareschi ha addirittura detto sfacciatamente che aveva amato molto il pezzo della Rossi, ma che il suo voto andava d'ufficio alla compagna di duetto, Rita Forte. Complimenti. D'accordo che lavorare una settimana su un'imitazione, fra voce, trucco e parrucco è un bell'impegno, e rischiare di finire in ultima posizione (come Matteo Becucci, con un onesto ma non superlativo clone di Umberto Tozzi) può dare noia al punto di convincersi che sia utile forzare la mano, ma non credo che lo spirito della trasmissione sia il voto clientelare. La scorsa settimana la stessa Raffaella Fico, che ha proposto una convincente Gianna Nannini, ci è rimasta (giustamente) malissimo ritrovandosi sotto la metà della classifica. Penalizzata dai soliti giochetti.
Essere bravi scatena l'invidia di tanta gente, si sa, e scatta l'emarginazione. Peccato che questo andazzo faccia male alla credibilità del programma (San Carlo fa qualcosa), al talento dei penalizzati, e ai votatori stessi, che agli occhi del pubblico fanno una figura meschina. Per non parlare di quelli - alla canna del gas - che votano se stessi.

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