martedì 4 agosto 2015

ARISA CON QUELLA TESTA (PER ME) PUO' DIRE CIO' CHE VUOLE

Premetto che a me Arisa è (molto) simpatica. Mi suscita irrefrenabile simpatia perché spesso non risponde alle regole codificate e ingessate del mondo dello spettacolo. Se vuol dire alla Ventura, in quel di «X-Factor», «Simona sei falsa, cazzo!», lo fa. Senza pensarci troppo. Senza preoccuparsi delle conseguenze del suo gesto. Con quei moti di innata e sempre più rara spontaneità che fanno (secondo me) la salvezza di un personaggio. E di una vita, a volte. Salvo poi siglare la pace con quella stessa Simona, perché le regole codificate dello spettacolo alla lunga vogliono che…, ecc. ecc.
Arisa per me è questo: una discola della quale non sono mai riuscito a capire (ed è un bene, pur avendola incontrata più volte) quanto ci faccia e quanto ci sia. Ho il sospetto che si viaggi attorno al 50%. L’ultima deriva di Rosalba, ovvero i selfie sul water, i tagli di capelli alla Ultimo dei Mohicani, e i rap allucinati in autostrada, mi piaccono fino a un certo punto. Ma non li giudico. Perché credo rientrino (al 50%) in quella lucida, artistica follia della nostra. Nel bagaglio di stranezze che ogni vero personaggio si concede. A patto poi di non prendersela per gli sfottò sul web. Un posto popolato di haters, ma anche di persone che commentano, con tutto il sacrosanto diritto di farlo, le esternazioni delle celebrities. Gente che, col lavoro che fa, si espone continuamente alle critiche, e in un certo senso ne vive.

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