lunedì 18 aprile 2016

REFERENDUM * RENZI CHE SFOTTE E UN QUORUM DA RIVEDERE AL RIBASSO


Non credo che molti tra quelli che sono andati a votare per questo referendum (compresi alcuni promotori, cioè le Regioni) abbiano mai creduto che si potesse raggiungere il sospirato quorum.
Troppo silenzio da parte dei media mainstream; alcune ragioni del no effettivamente non trascurabili; l'aumento crescente del disinteresse nei confronti della politica, e alcune cariche dello Stato, guidate dallo stesso Renzi, capo del Governo, che hanno soffiato sulla propaganda astensionista, come fece Craxi nel '91. Convincendo per esempio me, che non sarei andato a votare, a farlo, perché considero eticamente inaccettabile (e lo dico senza retorica ma con un po' di indignazione sì) che rappresentanti delle Istituzioni, a prescindere dal credo politico, invitino la gente a non esercitare un diritto garantito dalla Costituzione. È come se un prete ti consigliasse di non pregare. Come minimo lo guardi con diffidenza. È vero che a volte si abusa dello strumento referendario, ma a giocare per affossarlo non devono essere gli arbitri della partita. 

Ciò detto, nonostante questo risultato abbastanza scontato, a urne non ancora chiuse, gli esponenti del Pd - col solito Twitter - hanno deciso di sfottere chi aveva fatto la scelta di andare ai seggi. #Ciaone ha hashtaggato il renziano Carbone quando era ormai chiaro che il quesito non avrebbe raggiunto il quorum. E lo stesso Premier, dopo la forte propaganda astensionistica, ieri ha ironizzato sul fatto che avrebbe rispettato «il silenzio elettorale» sino alla conferenza stampa delle 23, a urne chiuse. A Matteo (che ora sta facendo la ruota come un pavone) piace sfottere gli avversari. In condizioni normali ci può anche stare. Ma tu sei capo del Governo, non un pischello al Bar dello sport.

Infine, una domanda: visto che l'astensione e il distacco dalla politica sono fenomeni crescenti a prescindere dai quesiti referendari, più o meno tecnici, non sarebbe il caso di rivedere al ribasso il quorum, portandolo, per fare un esempio, al 40%? Lo stato di salute della democrazia partecipativa mi pare sempre meno confortante. Forse è il caso che se ne tenga conto, mettendo mano a una riforma. Certo se si facesse un referendum sull'abolizione degli smartphone, in Italia avremmo il 99% degli aventi diritto al voto davanti ai seggi già dalla notte precedente. Ma in tutti gli altri casi, la vedo ormai durissima.

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