venerdì 19 maggio 2017

«FACCIAMO CHE IO ERO» * VIRGINIA RAFFAELE, CAVIALE TV DA TUTELARE COME I PANDA

Virginia Raffaele
Dopo essere stata per anni il dolce (o il contorno di pregio) di tanti programmi, Festival di Sanremo compreso, la deliziosa Virginia Raffaele ha provato ieri sera a essere anche antipasto, primo, secondo, caffè e limoncello. L'occasione era «Facciamo che io ero», concentrato di virtuosismi in onda su Raidue e cucito su misura sulla pelle di una tra le performer più complete della nostra scena.

Il rischio (paradossale ma concreto) di trasmissioni come queste è proprio l'overdose di caviale. La bravura assoluta che dopo un po' rischia di stancare. Si è cercato di ovviare contrappuntando i picchi di Virginia con il low profile della spalla Fabio De Luigi, utile per amalgamare un impasto difficile da cucinare televisivamente, fra tagli e giochi di montaggio che rendono tutto inevitabilmente più freddo.

Tanti, davvero tanti i piccoli preziosismi autorali e i colpi di genio: dal Late Show di Donatella Versace (forse un po' troppo lungo), con ospite Gabriel Garko, sino ai neuro-deliri della poetessa Saveria Foschi Volante. Piacevole il duetto con la vera Malika Ayane e anche l'invidioso scambio tra Virginia (nei panni di Fiorella Mannoia) e Francesco Gabbani. C'era poi l'immancabile Sabrina Ferilli (tra le maschere meglio riuscite della Raffaele) usata più che altro per stacchi, tagli e cambi di scena, con l'aiuto di Lino Guanciale e di qualche volto di Raiudue in vena di promo. Tra gli altri ospiti, Roberto Bolle e Lillo e Greg, che sono anche bravini ma non si sa come - beati loro - finiscono in tutti gli show evento Rai sin dalla notte dei tempi.

Il tutto in uno studio, stupendo, che richiamava le origini circensi della protagonista, fasciata in abiti uno più azzeccato dell'altro. 
Con la tv con cui si pasteggia ogni giorno, mettersi col lanternino a trovare difetti a uno show come questo è un esercizio più folle che pedante.

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