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lunedì 15 dicembre 2014

GRIGNANI, PLATINETTE, NEK, LARA FABIAN * SARA' IL SANREMO DELLA SECONDA CHANCE

È un Sanremo da aspettare al varco. Con qualche certezza, e alcune perplessità.
C'è Lorenzo Fragola, che ha appena (meritatamente) vinto «X-Factor», e c'è pure la veneta Chiara Galiazzo, trionfatrice due anni fa sul palco del talent di SkyUno. Tanto per ribadire (qualora fosse necessario) che quel mondo di matrice televisiva ormai spadroneggia. Chiara ha disperatamente bisogno di un pezzo non forte, ma fortissimo. Perché la sua bella voce al momento si è imbattuta in canzoncine incolori, ed è un vero peccato. Il capitolo Amici di Maria De Filippi prosegue con il reclutamento del rapper Moreno, di Annalisa Scarrone (che con la classe di «Scintille» diede una grande lezione a molti) e dei Dear Jack, che fanno scoppiettare l'ormone inferocito delle adolescenti.
Conti ripesca Raf, per dimostrare a lui e a noi che qualcosa degli Anni 80 in fondo è davvero rimasto, ma anche, a sorpresa, Grazia Di Michele, che sale sul palco in coppia con Mauro Coruzzi-Platinette. Definirla una strana coppia, è poco.

La qualità pressoché garantita, col bollino blu, ha il nome di Nina Zilli e Malika Ayane, con un occhio di riguardo al rispolverato Marco Masini (sempre meglio di come tanti l'hanno dipinto) e a Nesli. Ma nel Festival della seconda possibilità, del riscatto, un po' alla Frank Capra, il direttore artistico decide di dare una chance anche a Gianluca Grignani, Nek e soprattutto alla dimenticata Lara Fabian. C'è poi il sempre onesto Alex Britti, che dovrà vedersela anche con Irene Grandi. Alla sempre emergente Bianca Atzei a febbraio si aggiungerà l'ottima trovata di dare spazio ai ragazzi de Il Volo, certezza internazionale in cerca di un'affermazione italiana. Devono solo scrollarsi di dosso l'etichetta da biglietto da visita del Made in Italy canoro. Almeno qui da noi.
E pazienza se nell'elenco finisce anche Anna Tatangelo. Niente, in teoria, è peggio dei Soliti idioti Biggio e Mandelli. Il prezzo da pagare alla regola baudiana di mettere nel menu almeno un po' di chanson-cabaret. A meno che i due non ci stupiscano. Ma a pensarci bene: l'hanno fatto sinora?

domenica 17 febbraio 2013

SANREMO 2013, LA FINALE * MENGONI, ELIO E MODA': IL COMPROMESSO FAZIESCO SBANCA IL FESTIVAL

La vittoria di Marco Mengoni, seguito da Elio e dai Modà, è il perfetto compromesso che sta alla base del Festival faziesco e - se vogliamo - dell'opera omnia del conduttore e della sua squadra, da sempre molto abile (pensiamo ad Anima mia) nel mescolare alto e basso. Solo Arbore sapeva fare meglio. Un Sanremo "sinistramente" alto (canzoni in gara, ospiti di gran pregio), con un podio al 66% commerciale, più vicino all'idea di destra canzonettara. La giuria di qualità non ha voluto/potuto prevaricare sul voto fanciullesco (non dico dei bimbiminkia per utilizzare un termine caro agli elii) e tra Mengoni e i Modà ha fatto emergere solo le virtuosistiche Storie Obese, lasciando indietro pezzi che avrebbero strameritato: dall'eccentrico Daniele Silvestri al romanticismo di Annalisa Scarrone, un'altra figlia dei talent che sta crescendo molto bene. Ma anche Max Gazzè e Malika Ayane, l'Ornella Vanoni 2.0, meritavano di più.
Ben diretti da Duccio Forzano, con la sua regia pulita e tecnicamente ricercata, Fabio Fazio e Luciana Littizzetto hanno vinto, dati alla mano, tutte le sere. Sui buoni ascolti non ho mai dubitato, anche perché - in particolare nei momenti di forte crisi e smarrimento - il Paese si è sempre stretto attorno ai propri rassicuranti totem televisivi. E Sanremo è uno di questi. Forse il più kitsch e rappresentativo. La Littizzetto, tra cadute di stile (la sua cifra) e momenti nobili, ha tenuto botta dignitosamente, coniando la migliore definizione di Fazio di sempre: "Una sfumatura di grigio". Un altro colore che, evidentemente, si porta con tutto.


venerdì 15 febbraio 2013

SANREMO 2013, TERZA SERATA * DILAGA LA NOIA (PER FORTUNA ARRIVA AL BANO)

Sanremo, terza serata. La più noiosa. Miss Littizzetto, come una Wanna Marchi qualsiasi, prima intorta il pubblico con un monologo che inanella luoghi comuni sui difetti maschili, poi non riesce a trattenersi, e riprende il suo stantìo rosario di dirty words piazzate a casaccio durante lo show. E l'arrivo di un redivivo Roberto Baggio nei panni di buon predicatore, non aiuta a tenere il ritmo. In compenso, si riesce a mettere sempre più a fuoco la qualità di alcuni pezzi. Dalle migliori (Annalisa Scarrone con "Scintille" e il Daniele Silvestri di "A bocca chiusa"), passando per Malika Ayane ("Niente") e Max Gazzè ("Sotto casa").
Dopo un paio d'ore di show, attendevo l'arrivo dell'ospite Al Bano come un bimbo aspetta i regali sotto l'albero illuminato la mattina di Natale. Stranamente un po' giù di voce ma sempre in palla, la leggenda di Cellino arriva in scena - come sempre - con l'inconfondibile piglio: e adesso scansatevi, coglionazzi, che vi faccio vedere io come si canta. Sembra quasi di sentire in sottofondo il "uacciuani" di Fantozzi quando vince a biliardo contro il megadirettore. Al stranamente dimentica "Nel sole", ma in compenso confeziona con Laura Chiatti e la Littizzetto un medley di pezzi - prima fra tutte "Felicità" - che cantava negli anni del sodalizio con Romina Power. La quale intanto immaginavo fosse a casa, col coltello in mano, intenta ad allargare gli squarci in alcune tele di Fontana. Che è poi una sorta di macumba della cantante-pittrice.

giovedì 14 febbraio 2013

SANREMO 2013, SECONDA SERATA * SPICCANO ELIO, GAZZE', ANNALISA (E LE TETTE DI LUCIANA)

Sanremo, seconda serata. Persa la curiosità per il debutto, il Festival si aggrappa alla musica (strano) e alle presenze femminili. I migliori in scena sono Max Gazze, la sublime follia di Elio e le storie tese (anche se "La canzone mononota" è tecnicamente alta ma come piacevolezza sta parecchi gradini sotto alcuni passati capolavori eliani) e soprattutto Annalisa Scarrone, che a sorpresa arriva in scena con "Scintille", piccolo gioiello di scrittura e interpretazione. Fra le nuove proposte, spicca Renzo Rubino, con "Il postino (amami uomo)". Pezzo interessante e un po' inquietante.
Viste le critiche, Luciana Littizzetto - intelligentemente - riduce non poco il tasso di volgarità messo in circolo nella prima serata, e piazza un godibile duetto con Carla Bruni ("Lei è la première dame, io la première nane") che le restituisce credibilità. Nella prima parte indossa una specie di premaman, ma sotto finale si lancia anche in un ardito decolleté puntellato per il quale pare sia stata allertata anche la protezione civile ligure. Nulla può contro Bar Refaeli, bella presenza un po' incolore, ma almeno ci ha provato. E se la Refaeli suona la batteria (o almeno ci prova) solo perché la Bruni suona il basso (Sarkozy), dietro le quinte pare ci sia stato un incontro fra le tette di Bar, Carlà e Luciana. Hanno parlato a lungo di Spending Review.

venerdì 1 aprile 2011

ANNALISA SCARRONE * «NON SONO FREDDA, MI MANCA SOLO LA BATTUTA AL MOMENTO GIUSTO»

Entri a casa di Annalisa Scarrone, due piani signorili che accarezzano il Bormida in quel di Carcare, nel Savonese, e due cose ti travolgono: mazzi di rose («Arrivano dai fan di tutta Italia; poi le portiamo in chiesa») e l’esuberanza di papà Elvio, insegnante di matematica entusiasta per il secondo piazzamento di sua figlia alla finale di «Amici». Splendido. Non fosse che: «Una volta, in paese, lei era la figlia del professore; ora io sono il padre della cantante».  Sul tavolo, il cuore-cuscino di un’ammiratrice: «Sei la numero 1». «No, alla fine la numero due» sorride lei «ma con 50 mila euro di premio della critica».

Tolte le tasse diventeranno 25-30 mila, lo sa?
«Sì, d’accordo, ma vogliamo sputarci sopra?».
Come li spenderà?
«Ho promesso una cucina a mia madre e un camper a mio padre. Poi, per me...».
Un bel viaggio...
«Ma quale viaggio? Semmai investo qualcosa per trasferirmi a Roma o Milano, per il mio futuro».
Non è che voi dei talent avete la data di scadenza sulla maglietta?
«Per questo credo che solo chi ha i numeri possa avere reali chances».
Fuori la sua strategia.
«Ma quale strategia? Intanti comincio a promuovere il mio cd, “Nali”, uscito per Warner. Poi si vedrà».
Amici» è l’unico modo per sfondare, oggi?
«Non lo so, ma con me ha funzionato. Tentai anche nel 2009 ma non mi presero: troppo cantautrice».
Non mi dica che non ci aveva provato anche con «X-Factor»...
«Sì, a 22 anni, ma fu inutile. Giusto, non ero pronta».
La accusano di essere troppo fredda.
«Sì, ma è falso. Sono un po’ timida e introversa in tv, ma so aprirmi, eccome».
Qual è allora il suo tallone di Achille?
«Aspetti che penso a cosa mi conviene dire... Mi manca il guizzo, la battuta fulminante quando devo rispondere a qualcuno».
Forza, in 10 secondi il podio di Sanremo.
«Facile: Vecchioni, Emma e i Modà, Al Bano; quello più lontano dai miei gusti».
Il Festival resta un mito o è solo un carrozzone televisivo?
«Un mito, e prima o poi vorrei proprio andarci».
Gioco della torre: Nina Zilli, Emma Marrone, Giusy Ferreri. Chi butta?
«Giusy, quella che tra queste mi piace meno».
E chi le piace?
«Senza dubbio Noemi».

(TV SORRISI E CANZONI - MARZO 2011)

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