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sabato 4 dicembre 2021

C'E' CHI STRUMENTALIZZA LA FRUSTRAZIONE DI NO-VAX E NO GREEN PASS

Pandemia e covid hanno generato tanta frustrazione nella gente.

Obbligo vaccinale
in Austria, fra pochissimo in Germania, e da gennaio in Grecia. Cosa che (come ho sempre detto) andava fatta subito anche da noi. Per fortuna in Italia stavolta nella maggioranza ha prevalso il buonsenso e non le cialtronate no-vax e no greenpass, che sui media hanno (per stupidità dei media e ingordigia d'audience) più spazio del riscontro effettivo che hanno nel Paese reale, che è veramente minimo.
A cavalcare la linea, annusata l'aria, s'è sfilato persino Matteo Salvini. A strumentalizzare il popolo degli scontenti è rimasta Giorgia Meloni, che cavalca biecamente qualsiasi cosa possa fare opposizione. Perché non possiamo far finta di non accorgerci che dietro le proteste di piazza e chi le alimenta c'è soprattutto frustrazione e malcontento personale per lavori e opportunità perse e vita asfittica. Per il tanto che tutti noi (tutti, nessuno escluso) abbiamo dovuto sacrificare nello scenario della pandemia. Ma la colpa è del virus, non certo di chi cerca coscienziosamente di combatterlo con tutti i mezzi possibili. 


martedì 2 febbraio 2021

CORONAVIRUS * OCCHIO, COMINCIA L'ERA DELLA TENTATA RACCOMANDAZIONE VACCINALE

SarsCov2, il vaccino. Pfizer, Moderna o AstraZeneca?

Già mi figuro i prossimi mesi: dal momento che il vaccino di Pfizer copre al 95%, Moderna al 94,1% e l’Astra Zeneca solo al 60% (e sarà somministrato a quei cittadini sotto i 55 anni teoricamente a minor rischio Covid-19, tra l'altro ci sono dentro in pieno) scatterà la gara ad accaparrarsi (immagino con scarso successo) il primo e il secondo invece del terzo. Oltre alla challenge, credo già avviata, per chi riuscirà a vaccinarsi prima degli altri, partiranno telefonate su telefonate agli amici, e agli amici degli amici (persino all'amico Alessandro, che fa Amici solo di cognome e si lamenta perché da anni Maria De Filippi non gli paghi almeno qualche euro di diritti), per la raccomandazione vaccinale. 

Ecco, lo sento: sta per partire l’era della tentata raccomandazione vaccinale. Della serie: voglio a tutti i costi lo Pfizer o il Moderna, e ai poveracci diano l’altro. Oppure: aspetto finché non potrò avere il preparato migliore. Cosa che ritarderà o renderà estremamente difficile il raggiungimento dell’immunità di gregge. Mi auguro di sbagliarmi, ma la vedo complicata. A meno che non arrivi anche il primo registrato, lo Sputnik (per il quale i russi hanno dichiarato il 91%, ma vatti a fidare), e lì poi ci sarà da ridere. Per modo di dire.

mercoledì 18 maggio 2016

IO, CICCIONA, VI RACCONTO COME LAVORA IL DIETOLOGO DEI VIP DELLA TV


Ricevo da un'amica (e volentieri condivido con voi, perché può avere anche un'utilità sociale) il resoconto dell'esperienza che ha avuto sottoponendosi a un ciclo di trattamenti con un noto dietologo visto in tv.

«Faccio diete da quando avevo 10 anni e mi davano amfetamina, e oggi ho perso molti chili. E anche se non ho problemi a farmi definire cicciona, voglio affermare che a tutto c'è un limite.

Ho avuto una breve esperienza con questo personaggio (non è un medico, è un farmacista). Vi racconto come è andata. All'inizio di settembre parlando con una mia amica sulle difficoltà a dimagrire (la scorsa estate per diversi motivi sono arrivata a pesare 95 kg), mi viene suggerito questo nome. Mi dice che è in grado di far perdere anche 10 kg in un mese solo che bisogna essere preparati ad essere maltrattati e mangiare cose strane. Mi faccio dare il nome. Cerco sul sito e compilo il modulo, una sorta di primo test. Così più per gioco che per convinzione. Passa credo forse un'ora che vengo chiamata da lui. Fa lo spiritoso. Mi chiede se sono pronta ad essere maltrattata. Figurati... come se non avessi mai conosciuto presuntuosi o gente maleducata. Mi fissa il primo appuntamento. 
Il suo studio, nonchè laboratorio e ristorante si trova nel centro di Desio. Appena entro vedo uno schermo dove passa una sua intervista credo rai...forse da Vespa...e una solerte segretaria, oltre a farmi compilare un modulo, mi offre un caffé e un biscotto... va beh... dopo una decina di minuti arriva lui. Vengo fatta accomodare nel suo studio e mi chiede subito quanto voglio dimagrire... per scherzo dico 30 kg... lui (eravamo a settembre) mi garantisce che per Natale li avrò persi... gli dico se vuole vedere gli esami del sangue che mi ero appena fatta...mi risponde che non gliene importa niente. Poi mi fa salire su una pedana/bilancia per prendermi il peso, ma soprattutto per fotografarmi. 
E qui rido un po' dentro di me... mi fa vedere la foto e inizia a dirmi che sono cicciona, che ho le cosce grosse e il doppio mento....che è vero, ma la foto mi è stata scattata con lui seduto ed io in piedi a 30 cm di distanza dal basso all'alto...credo che anche un'anoressica abbia le cosce grosse se ripresa così... ma ci sta... Mi dice che devo pesarmi e misurarmi tutti i giorni (collo, seno, vita, fianchi, coscia, ginocchio, polpaccio e caviglia), riportare tutto in un opuscolo che mi consegna dove ci sono scritti anche i principi fondamentali della dieta, tra cui togliere ovunque sale e zucchero, prendere te e mangiare un limone tra un pasto e l'altro, a colazione e a pranzo bere una tazza di caffé amaro entro i tre minuti dalla fine del pasto. 
Poi proibisce qualsiasi forma di allenamento fisico... Mi dice anche che dobbiamo sentirci ogni due giorni per riferire l'andamento della dieta, i progressi o i problemi e mi fissa una fascia orario che a quel punto diventa obbligatoria. Se chiamo quindi in altro momento è libero di chiudermi l telefono in faccia. Poi mi dice cosa devo iniziare a mangiare nei due giorni successivi. Lo fermo e gli dico che preferirei acquistare settimanalmente i suoi menù proprio per non sbagliare (oltre al fatto che a me non piace cucinare...). In pratica lui ti prepara una settimana di pasti completi, colazione pranzo e cena, tutti surgelati, e siglati. Ti consegna poi un foglio sul quale vengono riportate le sigle delle singole confezioni e il giorno e il momento in cui consumarle... 21 pasti per la cifra di 150 euro. 
L'incontro finisce qui. vado a pagare... 250 euro e poi l'obbligo di acquistare il suo libro. A quel punto non mi posso tirare indietro. Pago tutto e vado a prendere il primo scatolone (pagando quindi altri 150 euro). Mi viene fissato un incontro per il mese successivo. Sempre a 250 euro (lui lo giustifica perchè dice che mette a mia disposizione il suo tempo...) Inizio questo cammino mangiando cose particolari, ma non cattive, anzi. La storia degli spaghetti a colazione è vera ma credo mi siano capitati un paio di volte. La sua teoria è tutta basata sulla chimica molecolare. Lui dice che di quello che ti impone di mangiare ne puoi mangiare quanto ne vuoi. Tipo...petto di pollo? da 1 fetta a 10 kg basta che mangi solo quello...e il guaio di questa dieta è proprio quello. 
Se sgarri anche di una caramella l'equilibrio di spezza e non perdi una cippa. Vado avanti così per un mese...ma a malapena perdo 5 kg. Mi sento molto ingabbiata tra il pesarmi tutti i giorni (era diventato un incubo) ed essere costretta a consumare solo i suoi pasti anche fuori casa (non è agevole e non hai alternativa..anzi lui dice in malo modo che devi portarti dietro la vaschetta congelata anhe al ristorante altrimenti sono cazzi tuoi...) Dopo un mese e mezzo (ovviamente anche di telefonate per far sapere i progressi...) di suoi menù decido di cambiare e alla visita di controllo glielo dico. Mi dice quindi frettolosamente cosa mangiare i due giorni successivi (i suoi menù vanno di due giorni in due giorni...praticamente per due giorni mangi le stesse cose a colazione, pranzo e cena). 
E' quasi tutto proteico e verdure...carne pesce e verdure..., ma sempre tutto piuttosto vario. E sempre senza sale e senza zucchero...effettivamente più che il peso perdo cm...soprattutto collo e giro coscia quasi immediatamente. Dopo due giorni ...il disastro....dal momento che non amo molto chiamare e non mi entusiasmava doverlo sentire ogni due giorni (anche perchè spesso parla talmente a bassa voce al telefono quando ti indica le pietanze che fai fatica a sentire e a capire...e non hai tempo di chiedere di nuovo perchè interrompe la comunicazione), gli domando se non può darmi uno schema settimanale. Lui si incazza come una iena e davvero in malo modo, furente, di dice LEI NON HA CAPITO UN CAZZO DI QUESTO PERCORSO! e cosette del genere. A quel punto ho urlato più di lui e gli ho gridato IO NON AVRO' CAPITO UN CAZZO MA LEI E' UN GRAN MALEDUCATO CAFONE. VADA A FARE...E SI DIMENTICHI CHE ESISTO!" e gli ho chiuso il telefono in faccia. 
Avevo capito che lui gioca molto sulla dipendenza mentale, vuole soggiogare le persone. Da quel momento non l'ho più sentito. (ma nel frattempo avro speso in tutto più di mille euro tra le due visite e i pacchi settimanali). Avevo però capito che non poteva funzionare quella dieta. O meglio, che nel momento in cui smetti e mangi che so, un piatto di pasta, li rimetti quasi tutti. Diventa quindi una dipendenza, non un'educazione alimentare. Non ti educa a nulla...Ho cambiato metodo. O meglio, sono andata da una dietologa vera... a metà novembre. con lei ho perso fino ad ora quasi 11 kg (16 quindi in totale). con un metodo diverso, ma soprattutto molto libero (e molto molto meno costoso)...
Del suo metodo ho solo mantenuto l'assenza di sale, zucchero e la questione del caffé... Il mio giro coscia è diminuito di quasi 10 cm...
Lui? In definitiva credo si sia incazzato perché ho deciso di non comprare più i suoi prodotti. Perché in definitiva il business è quello. Credo li venda in tutta Italia».

Carla


lunedì 4 marzo 2013

NUOTARE FA SEMPRE BENE? DIPENDE (E I BAMBINI DOVREBBERO...)

Nuoto, sempre nuoto, fortissimamente nuoto. Quattro bracciate al mare o in piscina come panacea di (quasi) tutti i mali, pensano in molti da sempre. «Attenzione, non è proprio così: nuotare fa certamente bene in molti casi, ma non è lo sport più completo, come vuole un abusato luogo comune» avverte il dottor Sergio Lupo, specialista in Medicina dello sport. «Anzi, talvolta può essere addirittura sconsigliato».
Perché non è lo sport più completo? «Il nuotatore» dice Lupo «sviluppa la parte superiore del corpo, il tronco e le braccia, ed è generalmente magro sulle gambe, dove la muscolatura non lavora molto in quanto gli arti inferiori servono soprattutto da timone. Fanno eccezione in parte i 50 metri, nei quali le gambe lavorano senza dubbio di più – così come nel nuoto pinnato, ma questo è un altro discorso - per garantire la propulsione, ma manca la componente della resistenza. In realtà non esiste uno sport totalmente completo. Esistono piuttosto più sport da praticare insieme per migliorare l’efficienza fisica, e tutte le attività che comportino – come fa il nuoto, del resto – benefici muscolari, cardio-circolatori e respiratori, sono adatte, per tempi medio-lunghi, purché non ci si sottoponga ad eccessi di carico». Gli stessi ai quali vanno incontro gli atleti durante la loro normale attività. «Infatti» prosegue Lupo «se devo essere realista sino in fondo, lo sport agonistico non fa bene, perché è come guidare una Ferrari o un’altra auto da corsa sempre al massimo della velocità. Prima o poi, con i sovraccarichi, qualche guasto - leggi, problema - si manifesta. A maggior ragione, chi fa sport a livello non professionale, deve cominciare da un’attività graduale, con un’intensità sotto massimali».
Per i bambini, il nuoto è davvero adatto? «Dipende» osserva lo specialista. «Se si vuole far fare sport a un bambino di otto anni, e si hanno a disposizione, come accade spesso, in media solo tre ore di attività fisica alla settimana, può essere la scelta più comoda o facile per i genitori, ma non la migliore per il bambino, proprio per via della non totale completezza di cui si parlava poc’anzi. Il nuoto lavora in galleggiamento, quindi l’impegno fisico è più basso. È come se si utilizzassero di fatto 40 dei 60 minuti a disposizione».
Per il dottor Lupo, la «dose» settimanale giusta di nuoto è di «almeno un’ora, tre volte alla settimana, meglio se integrata con altre attività a terra. L’importante è non esagerare, come fanno coloro che vanno a giocare a calcetto due volte alla settimana o in palestra quattro ore un solo giorno e non fanno nessun altro movimento. È un grosso errore: si sottopone il corpo a uno stress eccessivo. I ridotti tempi della vita di oggi, fanno sì che si faccia attività fisica, eliminando l’allenamento. A questo punto, molto meglio mezz’ora di camminata al giorno».
Chi ha problemi alla schiena, «che in genere sono genetici o posturali non corretti», deve prestare molta attenzione. «In presenza di scoliosi, gli sport che possono farla peggiorare, sono proprio il nuoto e la ginnastica artistica. È utile farsi vedere da uno specialista e fare prima ginnastica posturale per eliminare o ridurre l’incidenza di problemi congeniti».
Per il resto, il nuoto è uno sport che, giocando appunto sul galleggiamento, consente anche di calibrare meglio il proprio sforzo (fa lavorare cuore e apparato respiratorio con carichi non elevati), ed è una sorta di primo scalino dell’approccio all’attività fisica. Non a caso gli specialisti consigliano prima il nuoto, poi la bicicletta, e solo in una terza fase la corsa, decisamente più impegnativa. «Per gli anziani con problemi osteo-articolari» dice Lupo «più che di nuoto, in genere parliamo di idrochinesiterapia, cioè di un’attività muscolare fatta in acqua». «In ogni caso» conclude Lupo «prima di fare qualsiasi sport, è bene sentire uno specialista. Il semplice certificato che può rilasciare il medico di base, a volte può essere inutile, o addirittura rischioso. Anche perché in genere è subordinato a una visita generica, senza ulteriori accertamenti. Sarebbe bene fare almeno un elettrocardiogramma, verificare che non ci siano problemi di ipertensione, ed effettuare l’esame del fondo oculare, per verificare che non ci siano malattie dell’apparato circolatorio».

SUGGERIMENTI E PRECAUZIONI PER I BAMBINI
«Se un bambino non ha problematiche particolari, è giusto che scelga la disciplina sportiva che lo diverte di più, non necessariamente il nuoto» dice il dottor Lupo. «Oppure nuotare e svolgere un’altra attività fisica aerobica. Quando lo si porta in piscina, per prima cosa è opportuno verificare se presenta fenomeni allergici con congiuntivite; presupponiamo che i dosaggi di cloro nell’acqua siano adeguati, altrimenti, se possibile, verificarli. Controllare se abbia piede piatto o ginocchio valgo. Se il bambino ha patologie o infezioni otorinolaringoiatriche, problemi alla bocca o al naso, il nuoto può essere una strada da non suggerire, anche per la maggiore facilità di prendere freddo. Ai piccoli nuotatori non suggerirei l’uso di antifunghi o di altri prodotti. Non prima che un problema sia insorto. Piuttosto, le normali precauzioni del caso: asciugarsi per bene subito dopo essere usciti dall’acqua, indossare le proprie ciabatte, non sedersi su panche comuni. Si parte dal presupposto che l’ambiente dove vanno a nuotare sia già adeguatamente igienizzato, ma essendo posti umidi e riscaldati, è sempre meglio essere prudenti, visto che è più facile siano presenti funghi. Altro accorgimento può essere il passaggio attraverso stanze, definiamole di “decompressione”, con una temperatura intermedia, prima di uscire al freddo».

STILI: CONSIGLI E CONTROINDICAZIONI
I quattro stili singoli del nuoto sono: libero, rana, dorso, delfino. «Dal punto di vista del consumo calorico per ciascuno, è impossibile fare una distinzione: dipende dal tempo impiegato e dall’intensità dell’attività svolta» dice il dottor Lupo. «Nulla da dire per lo stile libero. Esistono però alcune controindicazioni o utilizzi preferenziali negli altri casi. Per esempio, chi ha problemi di cifosi, troverà giovamento nel nuoto a dorso, decisamente più appropriato. Chi invece ne ha altri alla colonna vertebrale, dovrebbe evitare il delfino. Chi soffre di artrosi o problemi alle ginocchia, si tenga lontano dal nuoto a rana».

(TV SORRISI E CANZONI - SALUTE!)

mercoledì 22 agosto 2012

SESSO * ANDARE IN BIANCO: QUANDO LUI - LEI NON VUOLE FARLO

Diciamocelo: rimediare un «no», può capitare a tutti. In famiglia, sul lavoro, tra amici. In genere non ci facciamo troppo caso, riusciamo a relativizzare, non diventa un (grosso) problema col quale dover fare i conti. Ma se il «fattaccio» succede tra le lenzuola, a volte, per qualcuno, può essere diverso. C’è chi tende a caricare la cosa di troppi significati. Una piccola frustrazione per un atto di sessualità negata, al di là dell’aspetto puramente fisico, a volte fa sì che ci mettiamo ingiustamente in discussione sul piano psicologico. Oppure ci fa spazientire, come se quel tipo di fisica complicità da parte del partner, fosse qualcosa di dovuto. Sempre e comunque. Ovviamente non è così. Per saperne di più, e individuare 10 semplici regole per passare bene «‘a nuttata» (come direbbero a Napoli) e i giorni successivi, abbiamo interpellato un esperto. L’obiettivo è far sì che un rifiuto di fatto, normale, non diventi ai nostri occhi un rifiuto speciale. Che, come tutti sanno, è molto più difficile da smaltire.

Ecco infine, in 10 punti, i consigli del dottor CIRO BASILE FASOLO, andrologo e sessuologo del Dipartimento di Medicina interna dell'Università di Pisa:

1) NON PRENDERTELA TROPPO
Non te la prendere: anche se in questo momento vorresti avere un rapporto sessuale, è giusto capire che non sempre ad un bisogno fisico può e deve corrispondere un appagamento. Rispetta i momenti-NO dell’altro.

2) MANTIENI LA CALMA
Sai perfettamente che più ti sforzi di rimuovere un pensiero, più quel pensiero inevitabilmente riemergerà, con conseguenze negative per te e per il tuo partner: essere e restare sereno gioverà sia alla salute psichica tua che di chi ti sta accanto.

3) STUDIA UN PIANO PER COMBATTERE LO STRESS    
Considera che gli impegni e lo stress gravano sul desiderio sessuale, fino a bloccarlo. A volte anche la stanchezza può provocare effetti analoghi e pensieri e preoccupazioni passano inevitabilmente in primo piano a dispetto delle necessità psicofisiologiche. Prova a organizzare meglio la tua giornata e valuta con il tuo partner come possa essere meglio impostata la vostra vita sociale e la vostra relazione, in modo da ridurre lo stress e liberare energie per il tempo libero: la vostra relazione ne gioverà.

4) METTITI NEI PANNI DELL'ALTRA/O
Nel rapporto di coppia, cercare di mettersi nei panni dell’altro può aiutarti non solo a capirlo, ma anche soprattutto a capire te stesso; prova a ricordarti come potrebbe essersi sentito il tuo partner quando tu lo hai rifiutato. Prova a concentrare le tue energie nella cura del partner.

5) LAVORA DI PIU' SULLA COPPIA

L’identità sessuale si rafforza  anche attraverso momenti di gratificazione, come quelli derivanti da un rapporto intimo, vissuto con soddisfazione di entrambi i partners. Ma tale identità è fatta anche di altri aspetti: cura dei figli, affetti, presenza all’interno della coppia, volontà di avere un ruolo all’interno della coppia, ruoli sociali, condivisione di decisioni, passioni, speranze...

6) HAI SBAGLIATO APPROCCIO?
È possibile che il tuo approccio non sia stato opportuno. È un buon momento per chiederti se sia giusto cambiare atteggiamento e magari, dopo essersi chiariti col partner, ascoltare qualche consiglio su come soddisfare in modo migliore i suoi desideri.

7) CONTROLLA LA TUA AGGRESSIVITA'
Talvolta, essere rifiutati in ambito sessuale può portare a un forte risentimento e a sentimenti di aggressività: è piuttosto normale, tali sentimenti sono propri della natura umana. Controlla e mitiga la tua aggressività e utilizza le stesse energie per creare un clima di condivisione, socievolezza e accoglienza dei bisogni altrui.

8) NON ESSERE TROPPO EGOISTA
Per quanto una sana dose di egoismo sia fondamentale nello sviluppo dell’identità di ognuno di noi, esso non deve prevaricare quelli che sono i limiti che l’altro ci chiede più o meno inconsciamente di rispettare. È quindi importante non solo ascoltare se stessi e i propri bisogni fisici o psichici, ma anche e soprattutto all’interno di una coppia, i bisogni, i quesiti e le richieste che il nostro partner ci pone. Il compromesso bilaterale all’interno di un rapporto di coppia ne migliora la stabilità.

9) REGALA UN SORRISO AL PARTNER
Molto probabilmente il fatto di averti rifiutato ha suscitato nel tuo partner un certo senso di colpa e ciò contribuisce a creare un clima teso. Cerca di prendere le redini della situazione, ricordandoti che la sessualità ha anche una componente ludica, stempera questo momento giocando col tuo partner, regalagli “un sorriso che non sia di rancore, ma di comprensione”. 

10) PARLARSI È FONDAMENTALE
Alla base di un rapporto di coppia, sfera intima e sfera sessuale si integrano grazie alla comunicazione fra i partners. Questo processo di «dialogo» non si sviluppa unicamente durante il rapporto sessuale: è importante confrontarsi col partner, cercare di comprendere le motivazioni di tale rifiuto. L’abitudine a parlarsi, aspetto che dovrebbe essere caratterizzante di un rapporto di coppia, rafforza il legame. Punta la tua attenzione sugli aspetti positivi della vostra relazione  e non te la prendere se, una volta tanto, le cose non vanno come ti aspettavi.

(SALUTE di TV SORRISI E CANZONI - LUGLIO 2012)

martedì 31 luglio 2012

VACANZE * 10 REGOLE PER LE FERIE SENZA STRESS

Ferie senza stress. Ecco 10 regole scritte da Roberto Re, esperto di sviluppo personale, self help, di leadership personale, di autorealizzazione e di autostima   

1.           MAI ANTICIPARE UN PROBLEMA. Non preoccuparti per le piccole cose che normalmente devi organizzare per la partenza e non agitarti al pensiero di ciò che potrebbe accadere sul posto, anticipando un eventuale problema.

2.           LE PICCOLE COSE, RESTINO PICCOLE. Non pensare a cose negative del tipo: «E se dimentico questo?», «E se faccio tardi e perdo l’aereo?». Focalizzarsi su cose di piccole entità le rende grandi e ce le fa apparire come difficilmente risolvibili. Evita quindi di proiettare la tua mente su quello che potenzialmente può accadere di negativo.

3.           PARTI PERCHÉ LO VUOI. Vivi la vacanza per quella che è. Non è lavoro! Non è un «devo». Pensa che se stai andando in vacanza, è perché ci vuoi andare.

4.           NON È UNA COSA SCONTATA. Ricorda la fortuna che hai e non dare per scontato che andare in vacanza sia una cosa che fanno tutti.

5.           IL CONTROLLO & LA VALIGIA. Spesso la preparazione della valigia rappresenta una forte fonte di ansia. Questo atteggiamento è tipico della mania di controllo che molte persone hanno costantemente. Una persona che tende a fare il bagaglio portandosi appresso 100 mila cose, lo fa perché crede in questo modo di gestire il controllo e quindi dimostra mancanza di sicurezza. Spesso quello che hai qui puoi comprarlo anche nel posto dove vai.

6.           TIENI PRONTO IL PIANO B. È utile essere organizzati e gestire una sorta di tabella di marcia per evitare il traffico ed evitare ritardi scaturiti dal periodo di affollamento delle partenze. Il terrore di perdere il treno è diverso dal prevedere un imprevisto di qualsiasi natura che ce lo faccia perdere. Se proprio non riesci a vincere questa paura, allora pensa già al piano b, qualora dovesse sopraggiungere un inconveniente del genere.

7.           EVITA IL CONDIZIONAMENTO. Non ti far condizionare da quello che dicono gli altri. Come l’amico che è andato dove stai per andare tu, e ti dice che cosa devi fare esattamente per evitare problemi, creando in te ulteriore ansia. Mai sentire le personali opinioni, perchè corrispondono al modo in cui gli altri vivono le proprie esperienze. D’accordo informarsi bene sul posto in cui si va, ma mai assorbire inutili preoccupazioni altrui. Esempio: «Ma sei matto, vai in Brasile e ti porti il rolex?».

8.           NON PORTARTI GLI SPAGHETTI. Impara a sperimentare e a conoscere totalmente le caratteristiche del posto in cui vai. Il cibo non sarà lo stesso, ok, ma abituati a scoprire anche gli usi di un altro Paese. Non occorre portare con sé gli spaghetti e l’olio extravergine di oliva! Vivi il viaggio da viaggiatore. Parti con il minimo indispensabile. Il tuo atteggiamento deve essere quello di chi sa e ha voglia di scoprire. Esci dalla tua zona di comfort, dai tuoi schemi e non cercare a tutti i costi di voler portare le tue abitudini dovunque tu vada. Non portare casa tua da un’altra parte significa anche crescere come individuo.

9.           LO STRAPPO È LECITO. Per le fanatiche della linea: continua pure a seguire anche in vacanza le sane abitudini che hai durante l’anno, ma rilassati. Se anche ti concedi qualche sfizio gastronomico, grazie ai benefici effetti di sole e mare, difficilmente prenderai peso e potrai addirittura rientrare più in forma.

10.      CIBO PER LA MENTE. Allena la tua mente anche in vacanza o durante il viaggio: porta con te il tuo libro e le tue letture preferite in modo da rilassarti in modo costruttivo.

(«SALUTE» di TV SORRISI E CANZONI)

lunedì 30 luglio 2012

BRUXISMO (DIGRIGNARE I DENTI) * CHE COS'E' E COME SI CURA

Se digrignate i denti, avrete senz’altro i vostri buoni motivi. Il problema è che non si fa. Non tanto per questioni di etichetta, quanto per motivi di salute. Perché a rischio – nei casi più gravi - c’è persino la vostra possibilità di aprire la bocca in futuro. E non è poca cosa.
Il cosiddetto bruxismo, ovvero quel serramento del muscolo masticatore (della mascella, in buona sostanza) che provoca digrignamento dei denti superiori e inferiori con sfregamento, si manifesta soprattutto di notte, durante la seconda fase del sonno. Piccole e ripetute “crisi”, di qualche secondo, che nei casi più rumorosi disturbano anche chi riposa accanto a noi. Il risultato è che ci si sveglia con un indolenzimento della muscolatura facciale, e a volte del collo stesso, e si mette a rischio l’integrità dello smalto dei propri denti, che progressivamente si assottigliano e sono più esposti a fratture. Quando si bruxa (così, nel linguaggio degli esperti) durante il giorno, si parla invece di «serramento» della mandibola. Anche durante questa azione si sviluppa inconsapevolamente una pressione di svariati chilogrammi sui nostri incolpevoli denti.
«Più che una patologia vera e propria» spiega il professor Enrico Gherlone, primario di Odontoiatria dell’ospedale San Raffaele di Milano «il bruxismo è una parafunzione – spesso associata ad abitudini come succhiarsi le labbra o mangiarsi le unghie - che può provocare problemi è che si manifesta in modo trasversale nella popolazione, sia come fasce sociali che come età. Non si può identificare esattamente una categoria più o meno colpita. Se il 60% delle persone ha un movimento notturno del muscolo masticatore, si può parlare di vero e proprio bruxismo nell’8% dei casi. Può essere associato a disturbi del sonno, cosa che stiamo studiando ultimamamente in modo approfondito, ma a causarlo è fondamentalmente lo stress continuo al quale siamo sottoposti nella nostra vita; è fondamentalmente un modo per scaricare l’aggressività accumulata. Quindi il problema andrebbe risolto a monte, magari con la psicoterapia o una lunga vacanza alle Maldive. La farmacologia tenta di essere di aiuto con miorilassanti ed ansiolitici ma l'effetto ottenuto non è mai molto soddisfacente a meno che non si usino alti dosaggi, il che non rende praticabile questa via; i prodotti naturali non hanno miglior successo, in alcuni casi abbiamo avuto giovamento con trattamenti psicologici (colloqui) volti a ricercare e risolvere le cause di stress».
In assenza di entrambe le opzioni, bisogna arrangiarsi curando i danni che il bruxismo provoca, oppure cercando di limitarli con l’impiego del classico bite. Ovvero di una piccola placca da tenere in bocca nottetempo e modellata sulla nostra dentatura. «I danni da usura per serramento e/o sfregamento» continua Gherlone «hanno tempi di insorgenza che dipendono essenzialmente da due fattori: la forza esercitata durante il sonno e nei momenti di stress dal bruxista e la consistenza dello smalto dentale. Appare ovvio che quanto più sarà alto il primo e basso il secondo, tanto più sarà rapido ed evidente il danno. Nelle bocche con buon allineamento dentale le forze si distribuiscono più facilmente, quindi i tempi di usura possono essere più lenti. I tempi e i costi della ricostruzione dei denti usurati non possono essere che dipendenti dalla gravità del danno ma che si tratti di otturazioni, intarsi o corone ceramiche, e' fondamentale intercettare il pericolo di nuove lesioni fornendo al paziente strumenti, bite notturni, che servano a mo' di scudo per proteggere le ricostruzioni. I bite migliori sono sempre i classici in resina dura, come quelli che usano gli sportivi. Se ne stanno diffondendo anche altri morbidi, in silicone, ma mi sento di sconsigliarli: la cedevolezza della gomma, dopo aver ammortizzato, tende a restituire l’energia ottenendo così il risultato di indurre un rischio dell’aumento dell’attività dei muscoli masticatori durante il sonno. Del tutto inappropriati, invece, i bite da banco, che si comprano in farmacia e che si modellano a qualsiasi dentatura».
Nei casi più gravi, il bruxismo, oltre ad abrasioni alla dentatura che richiedono complicate e costose ricostruzioni, può provocare «danni all’articolazione temporo-mandibolare (le articolazioni temporomandibolari sono quelle che connettono la mandibola al cranio e le due parti ossee sono separate, a bocca chiusa, da uno spazio che è condizionato dalla somma delle altezze dei denti superiori ed inferiori in chiusura delle arcate); e il rischio estremo è quello di non riuscire più ad aprire la bocca» conclude Gherlone. Ora che lo sapete, potete decidere se far leggere quest’articolo al vostro partner, oppure lasciarlo bruxare in pace.

(«SALUTE» di TV SORRISI E CANZONI)

venerdì 27 luglio 2012

FIBRILLAZIONE ATRIALE * COME GUARIRE CON UN INTERVENTO

 Non è noto quanto merita. Eppure l’intervento di «ablazione della fibrillazione atriale con metodica transcatetere» può risultare definitivo nella risoluzione della maggior parte delle aritmie. Leggendo qua e là, anche on-line, c’è chi parla addirittura del 95-98% dei casi.

È così, dottor Bruno Pezzulich, responsabile dell’Unità di Elettrofisiologia Maria Pia Hospital, di Torino?
«Non esageriamo. In base alla mia esperienza, ormai decennale, si va dal 75 al 90% dei casi, a seconda del tipo di problema. È comunque una percentuale altissima».
Perché questo intervento non è così noto e diffuso?
«Probabilmente perché non è facilissimo da fare. Non ci sono molte persone in grado. Bisogna passare dall’atrio destro al sinistro bucando una membranella molto sottile».
Quante persone sono interessate dal problema fibrillazione atriale?
«Passati i 60 anni, riguarda il 4% della popolazione; si sale al 20% oltre gli 80. È responsabile di 1/3 di tutti gli ictus e raddoppia la mortalità totale. A volte si rende necessario il trapianto».
Quali disfunzioni provoca?
«Cala la funzione di pompa del cuore, che normalmente muove sei litri di sangue al minuto. Con la fibrillazione, il 20% in meno. Alcuni pazienti se ne accorgono, altri no. Il battito del cuore è detto “irregolarmente irregolare”. In latino, “delirium cordis”».
Come si individua oltre ogni ragionevole dubbio, per evitare i problemi nei quali è incorso il lettore?
«Basta un elettrocardiogramma, oppure con un Olter che prevede un monitoraggio di 24 ore».

(SALUTE! di TV SORRISI E CANZONI)

martedì 18 gennaio 2011

BALBUZIE * CINQUE TRUCCHI PER CURARLA AL MEGLIO

Quando si parla con una persona balbuziente, non bisogna sentirsi a disagio. Il primo errore da non commettere, è quello di ultimare al suo posto la parola che sta faticosamente cercando di pronunciare. Ciò aumenta il suo senso di frustrazione: se si sta impegnando per riuscire, infatti, vuole riuscirci senza aiuti.
 
 Se si deve parlare in pubblico, per ridurre l’incidenza della balbuzie, in molti casi (ma non in tutti), è utile leggere più e più volte lo stesso testo, sino quasi a impararlo a memoria. Ciò - in linea di massima - aumenta la propria sicurezza.

Uno tra gli scogli maggiori per chi balbetta, è il telefono, considerato oggetto tabù: parlare senza vedere l’interlocutore fa crescere l’ansia per i propri silenzi. Un consiglio è quello di distrarsi facendo un piccolo disegno o scarabocchiando un foglio durante la conversazione. L’attenzione si sposta così leggermente dall’ossessivo problema della difficoltà di comunicare.

Uno tra gli esercizi più semplici consigliati (da approfondire in seconda battuta con un logopedista) è quello di leggere un testo fino in fondo senza curarsi della punteggiatura.

Dimenticate calcio e soprattutto nuoto, forse più popolari ma troppo «solitari». Lo sport migliore da praticare per chi balbetta, caldamente consigliato dagli esperti, è il rugby.

(SORRISI SALUTE! - NOVEMBRE 2010)

giovedì 22 aprile 2010

SALUTE * «MI HANNO DIAGNOSTICATO UN TUMORE PER SBAGLIO»

Ero in vacanza e mi hanno diagnosticato un tumore di quelli che non danno scampo. Non vi dico il sollievo quando ho scoperto che i medici - bontà loro - si erano sbagliati. Riuscite a immaginare quale scossone abbia preso la mia vita passando nel giro di 15 giorni dallo stato di pre-morente a graziato dalla sorte?

Mi chiamo Giacomo Beltramini, 60 anni, milanese, divorziato, una figlia, ex professore di storia e filosofia. Subito dopo la pensione, parto per tre settimane di vacanza in America con la mia nuova fidanzata. Sulla carta (anche quella topografica), una meraviglia: Chicago, New England, cascate del Niagara. A quattro giorni dall’arrivo, di notte, su un pullman, una preoccupante emorragia intestinale mi spaventa e fa scattare l’allarme. Ricoverato d’urgenza al St. Vincent Mercy Medical Center di Toledo (Ohio), i medici provvedono alla colonscopia di rito e mi fanno una diagnosi fulminante: «Probabile tumore intestinale al colon discendente con varie lesioni a danno del tessuto epatico». Quel probabile si trasforma in certezza durante il colloquio con i luminari americani, che mi danno non più di tre mesi di vita. Proponendomi - senza neppure fare una biopsia - un intervento urgente: il taglio di un pezzo dell’intestino. Costo: 200 mila dollari. Mentre mi crolla il mondo addosso, dico che preferisco rientrare di corsa in Italia e farmi operare là. Loro mi avvertono del rischio che corro: potrei morire in aereo, nel caso fossi colpito da un’altra emorragia. Pazienza, decido di sfidare la sorte. Tanto, ormai...
Sul lungo e affannoso volo per rientrare in Italia, che fa scalo a Parigi, mi tormento. Per una decina di giorni non ho fatto altro che pensare a quanto mi rimaneva da vivere, a ciò che mi restava ancora in sospeso. Al tempo buttato via, a ciò che avrei potuto fare altrimenti. Avrei voluto rivoltarla, la mia esistenza. A Milano, mi precipito all’I.E.O., l’Istituto Europeo di Oncologia, e dopo la colonscopia con biopsia i medici mi spiegano che avevo soltanto alcuni polipi benigni che andavano asportati. Un intervento molto comune dopo i 50 anni e per chi è geneticamente predisposto.
Uscito dall’incubo, oltre a rivalutare la sanità italiana, faccio la conta dei danni: una vacanza completamente rovinata, 5000 euro in fumo per spese mediche - e per fortuna la mia fidanzata aveva con sé la Carta oro del padre, altrimenti avrei dovuto farmeli mandare dall’Italia - e il costo del volo urgente di rientro, recuperato al 50% grazie alla Regione Lombardia. Mia figlia, che ha un amico avvocato negli Usa, ha verificato anche l’ipotesi di intentare una causa ai medici americani, scoprendo che avremmo avuto appena il 25% di probabilità di vittoria; ho preferito lasciar perdere.
Il team di sanitari americani voleva operare in tutta fretta solo per poter fare cassa? Non ho prove per dirlo, ma il sospetto è lecito. Fatto sta che me la sono cavata con mezz’ora di polipectomia ambulatoriale invece dell’asportazione di mezzo intestino e la prospettiva di avere la “cagarella” per tutta la vita. Spero che Obama faccia davvero qualcosa per la Sanità americana, perché là sono messi davvero male. Mentre aspettavo in emergenza ho fatto tre ore di attesa e alcuni homeless sono stati mandati via in quanto privi di assicurazione. Io, graziato dalla sorte, ho avuto la psiche scossa per sei mesi e per un anno almeno mi sono comportato meglio. Poi la vita riprende, la memoria è corta e tutto torna come prima. Ma oggi non mi stanco di consigliare a tutti la prevenzione e una colonscopia ogni tanto.
Giacomo Beltramini
 
(SORRISI SALUTE! - SETTEMBRE 2009)

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