| L'imprenditore John Elkann in una caricatura. |
In questo scenario editoriale nel quale i giornali (i quotidiani soprattutto) sono diventati ormai da anni prevalentemente megafono battagliero di parti politiche avverse, mi fa sorridere tutta questa indignata preoccupazione da parte di alcuni colleghi per la vendita di Gedi all'editore greco, che magari porterà anche buoni yogurt in redazione. Mi fa sorridere soprattutto perché:
1) Se John Elkann con Exor non ti vuole più te ne devi fare una ragione: è un imprenditore, e gli editori puri sono purtroppo un retaggio del passato. Lui non lo è mai stato, a mio avviso, fra parentesi. Ormai poco gli importa dell'editoria e delle sue perdite.
2) Se stravolgi la decennale linea politica di un giornale lo paghi in termini di copie perse. Puoi decidere di farlo, naturalmente, ma ti conviene? Pensaci bene. Soprattutto ragionando su quanto dicevo sopra: la gente non ti compra più per informarsi, ma per leggere quello che vuole sentirsi dire politicamente. E tu glielo dai. Ci sono testate che campano solo di quello. La vellicazione del lettore e dei suoi istinti più o meno belluini. È, come tutto in questo Paese, sempre e solo tifo da stadio.
3) Si perdono già talmente tante copie con la crisi della carta che fai lo schizzinoso e ti stai a preoccupare di questi dettagli? Ringrazia di avere trovato ancora uno interessato. Dice: ma questo vuole fare speculazioni? Ha dei secondi fini? Ha alle spalle anche i sauditi? È l'economia, bellezza. Staremo a vedere. E di santi in giro non ne vedo. Del resto vivi di copie vendute (o abbonamenti), residua pubblicità. E sovvenzioni all'editoria, naturalmente. Tranne alcune rare eccezioni. Ringrazia dell'interessamento, pigliati il greco senza fare troppe lagne, mangia 'sto yogurt, prendi questa mano zingara, e poi chi vivrà vedrà.
