Non bastava Bruce Willis monoespressivo che insegue il segnale di Vodafone («Prende anche qui»); non bastava Antonio Banderas con il suo «biscottone inzupposo» che fa gola alle casalinghe; non bastava quel tonno (parlo di recitazione, non di prodotto) vista mare di Kevin Costner. Ora la pubblicità italiana si è bevuta anche un mio mito vero: Andy Garcia, da ieri in onda in tv con lo spot dell'amaro Averna, girato a Palermo da Emanuele Crialese.A capotavola, il barbuto Don Salvatore (Garcia) dà consigli ai suoi ospiti per assaporare «Il gusto pieno della vita». Consigli che non si possono rifiutare, naturalmente. Perché come fai a rifiutare, in Sicilia, i consigli di Don Salvatore? Poi finisce che della vita non senti più il gusto. Si ammicca un po', insomma.
E se la saga degli attori hollywoodiani che vengono da noi per rimpinguare il loro conto corrente continua implacabile, vedere Andy mi fa male. La pubblicità non è il demonio, per carità, ma soffrirei mortalmente anche se lo facesse un Edward Norton, per esempio, perché li metto più o meno allo stesso livello. Per fortuna ancora lontano dalle nostre amate sponde pubblicitarie.
Andy, non so se riuscirò a perdonarti. Quindi ho deciso che un giorno o l'altro ti chiamo e ti rifaccio tutto il monologo di «Ocean's Eleven», quando nei panni di Terry Benedict ricevi la telefonata di Brad Pitt che ha appena rubato 163 milioni di dollari nel tuo casino. E ti sfoghi da par tuo.