lunedì 30 dicembre 2019

ORA LE SARDINE HANNO UN INNO

L'Inno per le Sardine "6000 (siamo una voce)" di MaLaVoglia prodotto dal MEI di Giordano Sangiorgi in poche ore diventa un successo virale

"In piazza abbiamo riscoperto la voglia di cantare tutti insieme. Perché la musica ci fa stringere, ci fa emozionare, ci offre la certezza che l'unione pacifica dei corpi e delle voci potrà davvero cambiare la storia"

La canzone è stata accolta con entusiasmo dalle Sardine di tutta Italia e verrà cantata in Piazza VIII Agosto il 19 gennaio a Bologna insieme a tanti nomi importanti della musica italiana.

L'Inno sulla pagina Facebook di 6000 sardine: https://bit.ly/2SzLEtb
Su Youtube: https://youtu.be/QbdnGUOzMHk

Un estratto del testo: "In questi giorni di politici né carne né pesce tutti cambiano partiti come cambiano scarpe. Papà Mameli ci voleva desti, un po' in ritardo, ma adesso siamo svegli! Siamo Sardine e siamo tante. Siamo formiche col passo d'elefante. Siamo l'Italia che si sta svegliando. Guarda le piazze: stiamo arrivando!"

Il brano "6000 (siamo una voce)" è stato realizzato da Malavoglia con il musicista Francesco Tripi e con Marco Mori su idea di Giordano Sangiorgi e prodotto da MEI – Meeting delle Etichette Indipendenti

lunedì 23 dicembre 2019

«MONDADORI», CHIUDE IL BAR DI SEGRATE: «ABBIAMO DOVUTO SCEGLIERE DI ABBANDONARE»

La toccante lettera dei gestori del bar Mondadori di Segrate, che sta per chiudere.
Dal 2020 chiuderà i battenti lo storico bar della casa editrice «Mondadori», a Segrate. Lo hanno annunciato i gestori con una toccante lettera ai dipendenti rimasti (la potete leggere qui sopra) affissa in azienda.
«Questi sono gli ultimi giorni che passeremo insieme, abbiamo dovuto scegliere di abbandonare la gestione di questo bar», scrivono. Il riferimento sembra essere quello relativo alla cessione di altre cinque testate, dopo «Panorama», all'editore de «La Verità» Maurizio Belpietro. Si tratta, com'è noto, di Confidenze, Sale&Pepe, Tu Style, Cucina moderna e Starbene, che dal nuovo anno non saranno più lì. Altri pezzi di storia editoriale mondadoriana che cambiano strada e sempre meno potenziali clienti per il bar interno, in piazzetta, che, vista l'uscita di scena di tanta forza lavoro, deve arrendersi all'idea di abbassare la saracinesca.
Dopo il leggendario spaccio, che aveva già chiuso tempo fa, viene a mancare un altro tassello del puzzle "sociale" di Segrate. E dalle parole dei gestori del bar prossimi all'uscita, come il mitico Michele, si legge l'amarezza per qualcosa di finito: «La vita fuori dalla Mondadori ricomincerà sicuramente, ma qui con voi lasceremo un pezzetto del nostro cuore».
Il caffè al bar in piazzetta la mattina o post mensa (preferibilmente utilizzando il carnet di buoni che vedete nella foto qui sopra) è sempre stato un rito per i dipendenti Mondadori. Un momento di aggregazione importante, di scambio di idee, di battute, di esperienze utili anche a migliorare il prodotto che si portava ai lettori. Ora, come in tante altre aziende vittime del difficile momento che sta vivendo il settore editoriale, non restano che le classiche macchinette. Che lavorano senz'altro peggio e con meno anima e calore della macchina da espresso di Michele e della sua simpatica combriccola di amici. È un Natale triste, a Segrate.

AGGIORNAMENTO del 24/12, ore 9.37: 
Mi giunge voce che lo storico bar di Mondadori a Segrate forse non chiuderà. I precedenti gestori avrebbero ricevuto un'offerta per restare, ci sarebbero state trattative, ma non si sarebbe trovato un accordo con l'azienda. Sarebbero però in corso trattative per ripartire dal primo gennaio con una nuova gestione. Cosa che non riesce a salvare di certo lo stupendo rapporto amicale creatosi fra i dipendenti e Michele e il suo gruppo di lavoro, visto che ormai hanno annunciato (come si legge sopra) l'uscita di scena, ma almeno l'essenza stessa del bar, del luogo di aggregazione fondamentale per i dipendenti della casa editrice di Segrate. È una decisione intelligente, quella di non chiudere il bar, che fa onore a Mondadori.

venerdì 20 dicembre 2019

SALLUSTI METTE IL DITO FRA D'URSO E LUCARELLI: FINIRÀ IN TRIBUNALE

Da sinistra, Barbara D'Urso, Alessandro Sallusti e Selvaggia Lucarelli.
A volte uno si domanda: ma chi te lo fa fare? Già, chi l'ha fatto fare ad Alessandro Sallusti, dalle colonne de il Giornale, di infilarsi in una querelle tra Barbara D'Urso e Selvaggia Lucarelli? Con tanti problemi che ha questo Paese, e con il dovuto rispetto per le due signore, ci sono forse temi un filino più importanti da trattare. Giusto un filo. Ma magari sbaglio.

Eppure il direttore del Giornale di Via Negri ieri ha dedicato un intero editoriale di prima pagina all'attacco a testa bassa alla firma di un'altra testata (Lucarelli scrive per il Fatto quotidiano) non per un articolo da lei vergato, ma per un tweet ironico che l'opinionista ha dedicato alla D'Urso. Fra le due da tempo non corre buon sangue, e questo è risaputo.
La domanda iniziale me la pongo non tanto perché pensi che ci sia un mandante (lungi da me, figurati se il direttore del Giornale di proprietà della famiglia Berlusconi si presta a un'operazione del genere), ma proprio per un fatto di opportunità. In quanto ora la questione finirà in Tribunale, con una querela preannunciata da Lucarelli oggi sul Fatto quotidiano.

Si parlava di Vessicchio. Non il sanremese maestro Beppe, ma Sergio, il giornalista radiato dall'Ordine per aver stigmatizzato la presenza di una guardalinee femmina in una partita di calcio locale. Il non proprio femminista Vessicchio viene chiamato in trasmissione dalla D'Urso (che quindi gli dà voce), ma la patata bollente le sfugge di mano: Vessicchio s'infiamma, muove critiche al programma, e viene silenziato dalla conduttrice, che gli fa chiudere l'audio, e tanti saluti. Lucarelli su Twitter commenta: «C’è il giornalista radiato dall’Ordine dei giornalisti che ha appena detto alla D’Urso, in diretta, che la sua televisione è becera. Ridategli il tesserino da giornalista!». Una battuta che gioca sul paradosso e ammicca al genere televisivo trash fieramente cavalcato da zia Carmelita.

Sallusti brandisce la penna, e in un editoriale intitolato «Donne che odiano le donne di successo» fa una ricostruzione del programma nella quale afferma che Vessicchio «l'altra sera ha sfogato il suo odio contro il gentil sesso dando di fatto e in diretta delle zoccole a Barbara D'Urso e alle sue ospiti» e aggiunge: «Nella contesa che ne è seguita un'altra donna, Selvaggia Lucarelli, ha preso le parti di Vessicchio: "Sante parole - riassumo il suo post - a Vessicchio va ridata la tessera da giornalista”. Non so se la Lucarelli ... parli in quanto esperta di zoccolaggine o di giornalismo».

Una frase che non va di certo per il sottile, sempre in materia di femminismo e dintorni. Alla quale Lucarelli risponde oggi sul Fatto quotidiano preannunciando querele e contestando la prima asserzione («Mi attribuisce un fatto mai avvenuto (e lo attribuisce pure a Vessicchio): polpetta avvelenata della Santanché? Il direttore inventa una notizia e dalla sua notizia deduce che io odi le donne, come se poi tutte fossimo la D'Urso. Spero nessuno si offenda se dico che ho molte amiche che piuttosto che essere identificate con Barbara D'Urso preferirebbero sminare l'Afghanistan») e facendo pelo e contropelo al collega. Sallusti viene definito «suffragetto della D'Urso», si fa un richiamo alla compagna del giornalista «Patrizia, spesso ospite nei suoi salotti tv», e c'è spazio anche per un altro rilievo. Nel suo articolo il direttore rinfaccia alla Lucarelli di essere giornalista iscritta «nel sottoelenco dei pubblicisti»
Disgraziatamente nel suo pezzo Sallusti fa un errore d'ortografia: utilizza un GLI al posto del LE, e la rivale lo incarta chiosando così: «Suvvia, lo sappiamo perfino noi pubblicisti».

PANARIELLO RACCONTA «LA FAVOLA MIA»

Il 2020 sarà un anno speciale per Giorgio Panariello che compie 60 anni e festeggia i 20 anni di carriera dal grandissimo successo di "Torno sabato"! ...E non poteva che scegliere il palco per celebrare questi importanti traguardi con un nuovo imperdibile tour che da marzo lo vedrà protagonista nei teatri italiani.
Dopo aver conquistato le platee di tutta Italia accanto agli amici di sempre Carlo Conti e Leonardo Pieraccioni, il comico toscano si prepara infatti a tornare con "LA FAVOLA MIA", un one man show unico in pieno stile "Panariello".
Tante risate, un pizzico di irriverenza, attualità e grandi classici del suo repertorio: saranno questi gli ingredienti di questo nuovo spettacolo in cui Panariello racconta e si racconta ripercorrendo in una veste inedita e attuale i 20 anni che lo hanno visto protagonista tra teatro, cinema e televisione.

Queste le date al momento confermate: 16 marzo al Teatro Massimo di Pescara, 18 marzo al Teatro Rossini di Civitanova Marche (Macerata), 19 marzo al Teatro Dei Marsi di Avezzano (L'Aquila), 20 marzo al Teatro Pala Montepaschi di Chianciano Terme (Siena), 21 marzo al Teatro Pala Bassano Due di Bassano del Grappa (Vicenza), 23 marzo all'Auditorium Santa Chiara di Trento, 24 marzo al Teatro Corso di Mestre (Venezia), 25 marzo Pala Congressi di Lugano, 27 marzo al Grana Padano Theatre di Mantova, 2 aprile al Teatro Lyrick di Assisi, 5 aprile al Teatro Moderno di Grosseto, 7 aprile al Teatro Galli di Rimini, 14 aprile al Teatro Nuovo Giovanni da Udine di Udine, 15 aprile al Teatro Openjob Metis di Varese, 21 aprile al Teatro Dis_Play di Brescia, 28 aprile al Teatro Creberg di Bergamo, 2 maggio al Teatro La Fenice di Senigallia (Ancona), 9 maggio al Politeama Greco di Lecce, 10 maggio al Teatro Team di Bari, 15 maggio al Teatro Golden di Palermo, 16 maggio al Teatro Metropolitan di Catania, 18 maggio al Teatro Mandanici di Barcellona Pozzo di Gotto (Messina). 

I biglietti per lo spettacolo (prodotto e organizzato da Friends & Partners) saranno disponibili in prevendita dalle ore 16.00 di oggi venerdì 20 dicembre, su www.ticketone.it e dalle ore 11.00 di lunedì 30 dicembre nei punti vendita abituali.

giovedì 19 dicembre 2019

«IL MOLO ROSSO 2» PRIMA IN ITALIA CHE IN SPAGNA

 Si aprirà con la seconda stagione de "Il molo rosso" il nuovo anno di Rai2 dedicato al mondo della serialità di qualità.
La creatura di Alex Pina, ideatore della serie "La casa di carta", tornerà in onda con i nuovi episodi, in prima visione assoluta, a partire da martedì 7 gennaio in prima serata, dieci giorni prima dell'uscita in Spagna, paese di produzione.
"La casa de papel" non era ancora diventata un successo planetario e già Alex Pina stava scrivendo questa nuova serie destinata ad aggiungere un altro capitolo alla "complex tv" di matrice europea. Al suo fianco, la sceneggiatrice Esther Martinez Lobato e il regista Jesus Colmenar, entrambi già al lavoro su La casa di carta, ma soprattutto di Alvaro Morte, anche conosciuto come il Professore
In questa seconda e ultima stagione de IL MOLO ROSSO proseguono le indagini sulla morte di Oscar e verrà finalmente svelato il mistero. Quando Alejandra  (interpretata da Verónica Sánchez)  rivela a Veronica (interpretata dal volto di Irene Arcos) di essere la vedova di Oscar (Álvaro Morte), la sua confessione minaccia di spezzare per sempre la loro amicizia e la loro nuova relazione. Ma entrambe sono troppo coinvolte  per tornare indietro: devono scoprire quale parte hanno avuto i loschi affari di Oscar nella sua morte e anche come la vita può andare avanti da sola. Alejandra decide di intraprendere una sorta di viaggio di auto-liberazione. Allo stesso tempo, Verónica deve chiedersi dolorosamente quanto abbia contribuito alla crisi di Oscar. Insieme, le due donne raggiungono un nuovo equilibrio e senso della famiglia e con l'aiuto del tenente  Conrado  scoprono cosa si cela dietro la morte di Oscar.

PEZZALI CANTA CON KETAMA126 E RADDOPPIA A SAN SIRO

Max Pezzali a Milano sui Navigli con Ketama126.
Un artista lombardo che parla di Roma e uno romano che parla di Milano. Il risultato è il nuovo singolo di Max Pezzali "In questa citta" (Roma Milano Remix) che si impreziosisce della strofa di un personaggio unico nel panorama musicale italiano come Ketama126.
Il singolo, in uscita, insieme al video, domani venerdì 20 dicembre, è un'unione perfetta di pregi e difetti delle due città italiane che stupiscono sempre per le proprie bellezze e di due artisti capaci di fondere insieme realtà generazionali e mondi musicali completamente diversi.

Anche per questa versione la copertina del singolo è disegnata da Zerocalcare, il più trasversale autore di fumetti e graphic novel europei, che per questo progetto ha aggiunto l'immagine di Ketama126.
Il video è diretto da Giorgio Testi, regista tra i più importanti nell'ambito dei film live e i docufilm a tema musicale e candidato ai Grammy per il suo lavoro con i Blur in "Blur: No distance left to run", oltre ad aver collaborato con gli Oasis, Adele, Amy Winehouse, Elton John e tanti altri. Nel video è stato documentato l'incontro tra Max e Ketama a Milano integrando al video originale, totalmente dedicato a Roma, la loro chiacchierata in Darsena e immagini del capoluogo lombardo, dai Navigli fino alla circonvallazione.
 Questo singolo anticipa l'uscita del nuovo album di inediti previsto per il 2020 e l'attesissimo concerto "SANSIRO CANTA MAX" che forte della grande richiesta di biglietti (sold out in tre settimane) ha duplicato la data. Gli appuntamenti saranno il 10 e 11 luglio allo Stadio di San Siro di Milano.

PUNKREAS * ‘O ZULÙ E MODENA CITY RAMBLERS AL LIVE DI MILANO

Sono 'O Zulù e i Modena City Ramblers i primi ospiti annunciati sul palco dell'Alcatraz di Milano per lo speciale concerto dei Punkreas in programma il 25 gennaio per celebrare i 30 anni di carriera della band.

Il rapper napoletano, frontman dei 99 Posse, e lo storico gruppo combat folk emiliano sono solo alcuni degli amici che si esibiranno con Cippa (voce), Paletta (basso), Noyse (chitarra), Endriù (chitarra) e Gagno (batteria) per festeggiare alla grande questo eccezionale anniversario.

In scaletta non mancheranno i brani più amati che hanno reso i Punkreas un baluardo della scena punk-rock italiana, come "Aca' Toro", "La canzone del bosco", "Canapa", "Tutti in pista", "Il vicino" e molti altri, insieme a imperdibili sorprese e partecipazioni straordinarie.

Il live si snoderà su due momenti, scenografici e musicali, per ripercorrere le tappe fondamentali della storia della formazione di Parabiago: "Paranoia Domestica", ovvero la parte pre 2000 (dei primi dischi tra gli anni '90 e '93, Paranoia e Potere, Elettrodomestico) e, dopo un vero e proprio count down che sancisce l'inizio del nuovo millennio, quella post 2000 "Pelle Ruvida" (con Pelle, Falso, Quello che Sei, Futuro Imperfetto, Noblesse Oblige, il Lato Ruvido, Inequilibrio Instabile).

10 album in studio all'attivo, 3 decenni di infaticabile attività live con migliaia di concerti in tutta Italia, il 29 novembre i Punkreas hanno pubblicato per Universal Music "XXX – 1989-2019: The Best", che raccoglie i loro brani più significativi, dagli esordi di United Rumors Of Punkreas alle più recenti prove di Inequilibrio Instabile, attraverso 33 tracce e due brani inediti: una versione di "Aca' Toro" feat. Ska-P e un nuovo singolo, "Sono Vivo", prodotto da Tommaso Colliva (più volte nominato e vincitore di Grammy Award). XXX è disponibile in 2CD, 3LP, digital downolad e streaming.

Il nuovo singolo "Sono Vivo" è una gemma punk-rock che incarna perfettamente lo spirito della band, lo stesso animo 'selvatico' che si ritrova nel racconto di Noyse: "Quando abbiamo iniziato nessuno di noi avrebbe mai pensato di arrivare fino a qui. Ai tempi pochi suonavano punk-rock. La bomba "Dookie" dei Green Day non era ancora esplosa in Italia, tra i giovani i più "regolari" sognavano Tracy Spencer e le tette di Samantha Fox, noi invece, più selvatici, gli Iron Maiden e... Le tette di Samantha Fox. Il punk non era di moda, ma i Punkreas lo erano già. Per lo meno a San Lorenzo di Parabiago, la frazione che ha visto nascere la band, poi anche a Rescaldina per il primo concerto, poi al Leoncavallo, poi all'Heineken Jammin' festival.

Questo disco, "XXX", non è un vero e proprio "Best Of", ma la colonna sonora che ci ha accompagnato sui palchi di tutta Italia, dai centri sociali, sui carri nelle manifestazioni, fino ai grandi festival internazionali.

È la nostra colonna sonora, ma forse di più la vostra; di quelli che hanno alimentato e sostenuto il sogno Punkreas, nutrendosene e nutrendolo allo stesso tempo. "XXX" è il nostro regalo per questo 30° compleanno e un enorme grazie a tutti voi; quelli che c'erano, che ci sono e che ci saranno. Perché noi lo sappiamo bene che "Finché ci sarete il sogno non muore".

EMMA * ON-LINE IL VIDEO DI «STUPIDA ALLEGRIA»

È online da oggi, giovedì 19 dicembre, il video di "STUPIDA ALLEGRIA", il nuovo singolo di EMMA estratto dal suo ultimo disco di inediti "FORTUNA".
Girato a Marrakech da Attilio Cusani il video di "STUPIDA ALLEGRIA" è online al seguente link http://www.youtube.com/watch?v=e92yJ7d3MT4. I colori, l'atmosfera e l'architettura della città della Medina si alternano a ritratti  di uomini, donne e bambini, dagli sguardi intensi e profondi , incrociati per le strade di Marrakech.
«Dovremmo renderci conto di quante volte diamo per scontate tante cose, la bellezza, i sentimenti, le persone – dichiara EMMA – Forse ci accorgiamo della loro importanza quando ci allontaniamo o quando inevitabilmente vanno via da noi. Non è mai tardi per tornare indietro sopratutto se si ha la possibilità di guardarsi negli occhi o di vedere la realtà attraverso lo sguardo degli altri. Stupida allegria è passionale e scanzonata e la malinconia è poesia». 
"Stupida Allegria" ha un testo nostalgico accompagnato da un sound mediterraneo e coinvolgente. Con questo brano, caratterizzato anche da alcune sfumature rap, Emma tira fuori il suo lato più ruvido e malinconico grazie all'aiuto di Franco 126, autore del testo, e Dario Faini.
 Con "Fortuna" (etichetta Polydor/Universal Music) EMMA, nel suo decimo anniversario di carriera musicale, torna più matura e consapevole con un disco positivo, colorato, dal sound moderno e un nuovo linguaggio vocale. Un album uptempo composto da 14 brani che vanta la produzione di Dardust insieme a Luca Mattioni (in "Manifesto", "Corri", "Basti solo tu" e "A mano disarmata"), Elisa (in "Mascara") e Frenetik & Orang3 (in "Dimmelo Veramente").
Questa la tracklist di "Fortuna": "Fortuna", "Io sono bella", "Stupida Allegria", "Luci blu", "Quando l'amore finisce", "Alibi", "Mascara", "I grandi progetti", "Manifesto", "Succede che", "Dimmelo veramente", "Corri", "Basti solo tu", "A mano disarmata"

Autrice di 3 brani del disco, "Fortuna", "Alibi" e "Dimmelo Veramente", Emma, per la composizione di questo nuovo album, è stata affiancata da musicisti autorevoli, importanti, nuove firme del panorama musicale italiano e autori che da sempre l'hanno accompagnata in questi anni: Vasco Rossi, Gaetano Curreri, Elisa, Dario Faini, Federico Bertollini (Franco 126), Maurizio Carucci (frontman degli Ex-Otago), Davide Petrella, Alex Andrea Germanò, Gerardo Pulli, Piero Romitelli, Vanni Casagrande, Davide Simonetta, Diego Mancino, Amara, Simone Cremonini, Giulia Anania, Marta Venturini, Daniele Magro, Francesco Catitti (Katoo), Giovanni De Cataldo, Antonio Di Martino, Gianclaudia Franchini, Giovanni Caccamo, Daniele Dezi, Daniele Mungai, Antonio Maggio, Lorenzo Vizzini e Placido Salamone.
Gran parte delle canzoni sono state registrate a Los Angeles presso lo Speakeasy Studios.
Emma presenterà live "FORTUNA" al suo pubblico il 25 maggio all'Arena di Verona (biglietti esauriti), una grande occasione per festeggiare insieme al pubblico il suo compleanno e i 10 anni di carriera! Ma non finisce qui… per celebrare questi primi 10 anni saranno "9+1" i concerti di EMMA nel 2020: dopo l'Arena di Verona, infatti, da ottobre EMMA sarà impegnata con "FORTUNA LIVE PALASPORT 2020", 9 concerti nei principali palasport d'Italia.
Queste tutte le date di "FORTUNA LIVE PALASPORT 2020" (prodotto e organizzato da Friends&Partners):
3 ottobre JESOLO – Pala Invent (data zero)
5 ottobreMILANO – Mediolanum Forum Di Assago
10 ottobreROMA – Palazzo Dello Sport 
13 ottobreFIRENZE – Nelson Mandela Forum   
16 ottobreNAPOLI – Pala Partenope
17 ottobreBARI – Pala Florio
20 ottobre CATANIA – Pala Catania
23 ottobreBOLOGNA – Unipol Arena
24 ottobreTORINO – Pala Alpitour

ARISA MADRINA DEL PREMIO BIANCA D'APONTE 2020

 Arisa


È Arisa la madrina dell'edizione 2020 del Premio Bianca d'Aponte di Aversa, il contest italiano per cantautrici ormai diventato un appuntamento di grande prestigio nel panorama musicale italiano. L'annuncio è stato dato in una serata speciale del Premio, tenutasi a Roma mercoledì sera al Teatro Eduardo De Filippo dell'Officina delle Arti Pier Paolo Pasolini, serata in cui è stato anche presentato il nuovo bando di concorso.
Ad Arisa spetterà il compito di presiedere la giuria nella prossima edizione del concorso, prevista al teatro Cimarosa di Aversa il 23 e 24 ottobre 2020, e di cantare e incidere un brano di Bianca d'Aponte, la cantautrice a cui è dedicato il Premio.
Il Premio Bianca d'Aponte, che si avvale della direzione artistica di Ferruccio Spinetti, arriverà nel 2020 alla sua 16a edizione. Il bando di concorso e la scheda di iscrizione sono disponibili su www.premiobiancadaponte.it . La partecipazione è come sempre gratuita, mentre la scadenza è fissata al 28 aprile.
Arisa segue altre esponenti di rilievo della musica in Italia che hanno svolto il ruolo di madrine nelle precedenti edizioni: Rachele Bastreghi dei Baustelle, Rossana Casale, Ginevra di Marco, Cristina Donà, Irene Grandi, Elena Ledda, Petra Magoni, Andrea Mirò, Simona Molinari, Nada, Mariella Nava, Brunella Selo, Tosca, Paola Turci e Fausta Vetere.
Ferruccio Spinetti, Tosca, Carlotta Scarlatto, Gaetano d'Aponte a Officina Pasolinione 2018
Nella serata di Roma si sono alternati sul palco la vincitrice assoluta del 2019 Cristiana Verardo, quella del premio della critica "Fausto Mesolella", Lamine, e le altre finaliste di quest'anno Chiara Bruno, Eleonora Betti, La Tarma, Martina Jozwiak, Rebecca Fornelli, Giulia Ventisette e ChiaraBlue. In veste di ospiti, si sono invece esibiti Tosca, Musica Nuda, Giuseppe Anastasi, Alessio Bonomo, Giuseppe Barbera e Luigi Salerno. A condurre è stata Carlotta Scarlatto.
Intanto, su Sardegna 1 TV ogni sabato alle ore 21.15 fino al 28 dicembre stanno andando in onda quattro speciali dedicati all'ultima edizione del Premio, curati da Ottavio Nieddu, con la realizzazione televisiva e la regia di Nino Gravino. Le trasmissioni sono fruibili in Sardegna sul canale 19 del digitale terrestre e ovunque in streaming sul sito www.sardegna1.it

CRISULA STAFIDA CAMERIERA IN «DIN DON - IL RITORNO», CON SALVI E MARESCOTTI

Crisula Stafida è nel cast del film tv "Din Don – Il Ritorno", diretto da Paolo Geremei (e prodotto da Bruno Frustaci e Alessandro Carpigo), che andrà in onda il 29 dicembre su Italia 1 (in prima serata). L'attrice veste i panni de "La Gina", la simpatica cameriera personale della ricca Esmeralda (interpretata da Laura Torrisi), di origine trentina.
"Mi diverto da impazzire a interpretare ruoli in cui posso tirare fuori i miei lati ironici, arrivare alle persone irradiando buon umore mi fa stare bene" - dice Crisula - "E poi 'Din Don il Ritorno' è stata un'esperienza che non si dimentica, ci siamo divertiti lavorando, ed è la cosa più bella che può succedere su un set".
Nel cast, tra gli altri, Enzo Salvi, Ivano Marescotti e Maurizio Mattioli. Con quest'ultimo Crisula ha condiviso anche il set di "Ricci e Capricci", la sit com andata in onda con successo su La 5 di Mediaset, in cui si diverte nei panni della parrucchiera "Lola", un altro ruolo divertente e in perfetto stile "commedia all'italiana" che rivedremo presto nella seconda stagione.

L'ADDETTA STAMPA E LA NUOVA SINDROME DEL «COME MI HAI RAGGIUNTO»

Riflessioni sparse sul lavoro da ufficio stampa.
Comprendo il travaglio delle addette e degli addetti stampa. Fanno un lavoro spesso ingrato, si fanno carico delle paturnie dell'artista, delle rotture di balle che provengono dai giornalisti e non di rado (secondo una recente moda autolesionistica molto in voga) si trasformano in carabinieri. Non ti traghettano alla notizia o al pezzo in una forma di virtuosa collaborazione, ma cercano di allontanartici. Con una certa pervicacia. Il motivo? L'ossessione del controllo, che viene loro inculcata da capi, cape e capette che un po' sono frustrate, un po' ossessionate, un po' approfittano della drammatica crisi dei giornali. Anche i più grossi stanno collassando, loro non vedevano l'ora (perché Tafazzi in fondo non muore mai) e volano nel cielo come avvoltoi cercando di imporre i loro più o meno strambi diktat. A volte ci riescono, spesso (per fortuna) ancora no. Il braccio di ferro sono convinto che non paghi mai, ma ognuno faccia un po' come crede. Quel che non capisco è l'addetta stampa purista del «come mi hai raggiunto»

Moda recentissima e ridicola. Mi spiego meglio. Se devo comunicarti qualcosa o chiederti un'informazione, di norma ti mando un'e-mail, ma può capitare che per velocità o brevità ti mandi un messaggio su Messenger di Facebook in posta privata. È veloce, comodo, mi dà persino il feedback della lettura. Tutti vantaggi. Di norma uso le mail o il telefono, ma può capitare che utilizzi quello, oppure whatsapp, persino l'sms, molto demodé ma ancora in funzione. Se mi contatti tu, a me va bene anche il piccione viaggiatore. Basta che ci si raggiunga in qualche modo.
Ebbene, negli ultimi anni un paio di addette stampa (non faccio nomi), in assenza di un riscontro a una domanda che avevo posto, mi hanno risposto: «Eh, ma mi hai scritto su Messenger, non era un'e-mail. Non è professionale».

A me dici non è professionale? È meraviglioso. Ma che ti importa di come ti abbia raggiunto? Viviamo nel 2019, vagamente connessi in ogni modo. Appena appena. Comunque ti raggiunga, va bene. Se contattano me, da sempre, va bene anche il telefono senza fili. Forse è per tutelare i tuoi rigidi orari di lavoro? Della serie: l'e-mail la leggo solo in ufficio e in quelle ore lavoro. Non barare. L'e-mail la leggi ovunque e in qualsiasi ora del giorno e della notte sullo smartphone. Se non è urgente, rispondimi quando puoi. Ci mancherebbe. Ma non mi contestare il «come» ti ho raggiunto. La forma è sostanza, lo dico da sempre. Ma mi sembra che qui si esageri. Altrimenti s'andava tutti insieme a lavorare al catasto e non nell'allegro mondo dello showbiz.

mercoledì 18 dicembre 2019

MANGO E ALBERTO FORTIS * PER NATALE IL BEST VINTAGE NON PASSA MAI DI MODA

Da sinistra, Mango e Alberto Fortis.
Natale è alle porte, e il vintage discografico va sempre di moda. Oltre al già segnalato cofanetto di Mango, «Tutto l'amore che conta davvero», una collezione completa e definitiva (anche perché va a caccia di perle rare) in 3 cd del cantante di Lagonegro curata dalla moglie Laura Valente, c'è un'altra tripletta che vale la pena di segnalare.
Si tratta ancora una volta di un triplo album, contenuto in un libretto riccamente illustrato. Il titolo è «OfficiALive», e raggruppa il meglio di Alberto Fortis. Che è ancora vivo e lotta insieme a noi.
Il primo e il secondo cd ospitano 18 brani noti e apprezzati della carriera di Fortis, mentre il terzo è un live al Castello Sforzesco con «Milano e Vincenzo», «La sedia di lillà» e altri successi.
Ma anche le fotografie del libro sono tanta roba, per dirla coi pischelli.

lunedì 16 dicembre 2019

FLOP CHE FANNO SCUOLA * DOPO «EUROGAMES» LA FRANCIA POTREBBE RINUNCIARE AI GIOCHI

Ilary Blasi e Alvin.
Il flop senza appello di «Eurogames», succedaneo di «Giochi senza frontiere» trasmesso a inizio stagione da Canale 5, per la conduzione di Ilary Blasi e Alvin, rischia di condizionare indirettamente anche le sorti della televisione francese.
Takis Kandilis.
Per farla breve, il 7 luglio 2020 scadranno i diritti (attualmente ancora detenuti dalla Rai) del marchio di «Giochi senza frontiere», che France Televisiòn (l'equivalente della nostra tv di Stato) aveva già opzionato con l'intenzione di rifare in grande stile il vecchio «Jeux Sans Frontières».
Ma la fallimentare esperienza italiana, che rischia di fare scuola, ha aperto inevitabilmente un fronte caldo: mentre il direttore generale Takis Candilis conferma l'intenzione di farne «un punto di forza del primo semestre 2020», colui che dovrebbe essere il conduttore del
Il conduttore Nagui.
programma, ovvero il leggendario Nagui, popolare presentatore e attore d'oltralpe che ha un certo peso anche sul prodotto, nicchia. In un'intervista, con un commento molto generoso, ha definito Eurogames «Non proprio un evento in Italia», manifestando in modo evidente il desiderio di restarne fuori. Della serie: non sarebbe carino affondare con tutta la baracca, visto che abbiamo visto com'è andata a finire di là. Sarebbe più propenso a un ritorno di «Non dimenticate lo spazzolino da denti», altra nostra vecchia conoscenza.
I giochi sono ancora aperti, naturalmente, ma non siamo più così sicuri che avranno frontiere. E soprattutto un futuro.

sabato 14 dicembre 2019

«IMMIGRATO» * GIÙ LE MANI DA CHECCO ZALONE, COSÌ BRAVO (E SVEGLIO) DA ACCHIAPPARE TUTTI

Checco Zalone in «Immigrato», il brano che lancia il film «Tolo tolo».
La polemica su «Immigrato», il pezzo che lancia «Tolo Tolo», il film di Natale di Checco Zalone, è molto stupida. Checco fa satira trasversale e la fa in modo molto intelligente e «furbo». È talmente bravo nell'interpretazione (e scaltro nell'ideazione) che le sue maschere riescono ad acchiappare sia le fasce culturalmente più alte o avvertite, che si divertono alle sue sferzanti prese in giro dell'Italia e degli italiani, che quelle più basse o meno avvertite, che non colgono l'ironia e si identificano personalmente in quelle caricature e non le leggono come tali. Arrivando al punto di idolatrarle come voce di una protesta. È lo stesso meccanismo dell'esaltazione (molto diffusa) dei cattivi di «Gomorra», come Ciro «L'immortale», ma sul versante opposto: comicità e cabaret.
Invece di imbastire tempestine in un bicchiere su uno che fa soltanto (bene) il suo mestiere, che in fondo è quello di far ridere, converrebbe a volte tacere. Perché è Zalone che ride di noi. E fa bene.

venerdì 13 dicembre 2019

SOFIA VINCE «X-FACTOR» (DI CUI ORMAI DA TEMPO SI PUÒ FARE A MENO)

Sofia, vincitrice di «X-Factor» 2019.
Con la vittoria di Sofia Tornambene e la guest-star Robbie Williams come super ospite si è chiusa la più dimenticabile delle edizioni di «X-Factor». Come avevo già segnalato lo scorso anno, da almeno due tornate il talent di Sky è diventato poco più di un'inutile musica di sottofondo domestica. Un programma bollito che vive solo di antichi splendori. E gli ascolti di questa edizione, mai così bassi, l'hanno ampiamente dimostrato.
Non ha funzionato il mix in giuria, composta da Samuel, Mara Maionchi, Malika Ayane e Sfera Ebbasta, e lo show è zavorrato da una media di buone voci tra le quali non spicca nessun vero numero uno. Che è un po' un limite per chi statutariamente cerca numeri uno, come fu per Marco Mengoni. Insomma, una volta era un evento. Oggi passa in cavalleria tra gli sbadigli. Peccato. E per contratto ce ne toccheranno almeno ancora tre edizioni. È la tv, bellezza.

Nei rumors dal dietro le quinte dei corridoi della rete di Murdoch si segnalano un po' di malumori per il mistero dell'ottenimento dei biglietti omaggio in platea. Riguarderebbero non solo la finale, ma ogni settimana di messa in onda.
Premetto subito: la cosa non mi riguarda perché l'ultimo che ho chiesto forse risale al '32, ma pare che ne vengano assegnati d'ufficio alcuni ai dirigenti della rete, poi anche ad altri dipendenti, ma con il vincolo di un uso esclusivo. Non sarebbero autorizzati in sostanza a regalarli ad altri amici. Salvo poi dispensarne a pioggia ai giornalisti delle maggiori testate, appena ne fanno richiesta. Polemichette di casta più o meno fondate? Può essere. Resta però il problema del prodotto, diventato ormai debolissimo. Come dicevo lo scorso anno, andrebbe seriamente ripensato.

giovedì 12 dicembre 2019

SCRIVERE E CUCIRE * GARIBOLDI E PICCALUGA RACCONTANO IL MITO DELLA NECCHI

Maria Grazia Piccaluga e Carlo Gariboldi, autori di «Necchi - La storia».
Quando due macchine per scrivere scrivono di macchine per cucire, è sempre un bel leggere. Si nota subito tra le pagine di «Necchi - La storia», il libro che narra le epiche e centenarie vicende della mitica fabbrica made in Pavia appena dato alle stampe per PiMe editrice.
Le macchine per scrivere sono due colleghi e amici, navigati cronisti de La Provincia Pavese: Maria Grazia Piccaluga e Carlo Gariboldi. Ogni anno sfornano centinaia di pezzi sul quotidiano locale consumando la suola delle scarpe (soprattutto Maria Grazia, quelle di Carlo sono nuovissime) e qui giocano in casa.

Nel loro volume riccamente illustrato (reperibile in tutte le librerie pavesi a 18 euro, e ne parlo bene disinteressatamente perché persino io l'ho pagato) si parla a 360° di «una delle più importanti dinastie industriali del '900. Una famiglia di cui si è persa la memoria. Eppure i fratelli Vittorio, Gigina e Nedda hanno lasciato un'eredità importante: materiale (la casa-museo gestita dal Fai a Milano) e ideale. Vittorio, 100 anni fa, ha intrapreso un'avventura personale e imprenditoriale irripetibile». Che ha portato il marchio Necchi a raggiungere tutto il mondo con fatturati principeschi. Fra i suoi testimonial ebbe persino il pugile Primo Carnera.

mercoledì 11 dicembre 2019

IL «JOVA BEACH PARTY» IN UNO SPECIALE DI «NESSUN DORMA»

Massimo Bernardini, in una puntata speciale di “Nessun Dorma” in onda sabato 28 dicembre alle 22.15 su Rai5, l'appuntamento di Rai5 che da qualche anno si occupa di approfondire la musica in tutte le sue sfumatura dalla classica alla Trap, ci racconta il concerto di Jovanotti del 21 settembre 2019 a Linate. Ultima tappa questa, dell'esplosivo e innovativo Tour Jova Beach Party, che ha calcato spiagge, montagne e, appunto, la pista di uno degli aeroporti più importanti del nostro paese.  Un concerto più simile ad un Festival o, come ci racconta Bernardini, un happening, in cui si incrocia un'Italia inattesa, che risuona di sorrisi e gioia, così come è il messaggio di Lorenzo, da sempre.  Il racconto di Bernardini è speciale e personale: ha vissuto l'evento in tutte le sue sfaccettature, dall'inizio della giornata nelle prime ore del pomeriggio, sino all'ultima nota a notte fonda, mescolandosi alla moltitudine dei 100.000 spettatori e incontrando il Sindaco Sala, Don Giro Rigoldi e vari personaggi che hanno contribuito alla realizzazione di questo lungo evento.

martedì 10 dicembre 2019

«LE FIABE VERE» (12) * LA PRODUTTRICE CHE FACEVA LA CRESTA



Dodicesimo appuntamento con le mie Fiabe Vere, che raccontano in modo favolistico il dietro le quinte dello spettacolo e dei media. Quella di oggi, che potete ascoltare cliccando sul link qui sopra e che rimanda al mio canale YouTube, si intitola «La produttrice che faceva la cresta». È la storia di una produttrice televisiva che si ingegnava a inventare mille, strani espedienti per guadagnare altri soldi rispetto a quelli che le venivano corrisposti dalle reti per le quali lavorava.

Sotto, la Fiaba Vera della scorsa settimana, ovvero «La direttora che speculava sul dolore». Una storia davvero incredibile e imbarazzante legata al mondo dell'editoria.

Grazie per l'attenzione e per gli apprezzamenti che mi arrivano dal pubblico e dagli addetti ai lavori per questa rubrica che apre squarci di luce su mondi spesso sommersi.

lunedì 9 dicembre 2019

FRANCESCA PASCALE CON LE SARDINE E MATTEO SALVINI «MOJITOMANE»

Francesca Pascale e Matteo Salvini.
Mentre Francesca Pascale si schiera a sorpresa con le Sardine, generando una simpatica e coraggiosa opposizione interna a casa di Silvio Berlusconi (ma è vero che il Cavaliere sta progettando la fusione con la Lega in un partito che dovrebbe chiamarsi Lega Italia?) vi segnalo una stupenda definizione di Matteo Salvini letta sul profilo di Roberto Pisani, un leghista della prima ora rimasto fedele agli ideali federalisti del Carroccio traditi dal Cazzaro Verde, che ogni giorno fa una figura di palta (l'ultima è sulla Nutella, ma mentre scrivo potrebbe esserne in corso un'altra, l'aggiornamento è in tempo reale): «Mojitomane».
Beh, mojitomane secondo me è tanta roba, come direbbero i pischelli oggi.

VIOLA VALENTINO E FRANCESCO SERRA: «QUESTO PENSIERO D’AMORE»

Da venerdì 6 dicembre disponibile in radio, in tutti gli store e piattaforme digitali "Questo pensiero d'amore", il nuovo singolo che vede il ritorno di Viola Valentino con Francesco Serra.

Viola Valentino quando ha sentito la canzone, si è innamorata della voce di Francesco e ha commentato: "Cantare questo brano con un giovane cantautore talentuoso come Francesco Serra mi ha dato una carica importante ed emozionato tanto". Prodotto da Luca Venturi, per la On the set, il brano è stato registrato e mixato da Alessandro Marcantoni al Metropolis Studio di Milano.

Il brano, scritto da Francesco Serra con Barbara Monte, parla di un rapporto d'amore intenso, dove a volte può succedere di litigare ma dopo che ciò è accaduto, proprio l'amore può tornare più forte di prima, al di là delle paure e dei limiti, facendo capire alla persona che si ama che lei è un punto fermo nella nostra vita e che vogliamo la sua felicità.
"Sono onorato e felice che una grande artista e icona della musica italiana come Viola Valentino, della quale sono grande fan fin da piccolo - dice Francesco Serra - abbia accettato con entusiasmo di fare questo duetto con me, aggiungendo a questa canzone, grazie alla sua bellissima e speciale interpretazione, nuove, uniche e fantastiche emozioni! Questa canzona sarà sia nel mio prossimo album che in quello di Viola".

Nel video (visibile al seguente link: https://youtu.be/LCnWMPXeFKQ) protagonista femminile è l'attrice Mia Anjeta Sengla e maschile è l'attore Alberto Baraghini, la regia di Serena Corvaglia.

Viola Valentino inizia giovanissima la carriera di cantante e modella. Dopo alcune esperienze nel campo della musica, raggiunge la notorietà nel 1979 con il 45 giri "Comprami", disco che in pochi mesi vende mezzo milione di copie. Il successo prosegue con i singoli "Sei una bomba""Sera coi fiocchi" (1980) e "Giorno popolare" (1981), e raggiunge il culmine con il lancio del brano "Sola", tratto dal film Delitto sull'autostrada, a cui partecipò in qualità di attrice al fianco di Tomas Milian.  Nello stesso anno partecipa anche al Festival di Sanremo con "Romantici", altro brano di grande successo che raggiunge le 400.000 copie vendute. Per lei hanno scritto: Gianni Bella, Alberto Camerini, Grazia Di Michele, Maurizio Fabrizio, Dario Gay, Bruno Lauzi, Mario Lavezzi, Mogol, Oscar Prudente, Scialpi, Vincenzo Spampinato, Cristiano Malgioglio, Paolo Limiti, Giovanna Nocetti e lo stesso Riccardo Fogli, col quale è stata sposata dagli anni 70 sino alla separazione avvenuta nei primi anni 90. Nel 2004 è uscita la doppia raccolta Made in Virginia vol. 1 e vol. 2 con cui la cantante festeggia i venticinque anni di carriera, raccogliendo il meglio della sua produzione, unitamente a tre inediti (Dea, F.a.T.a e La schiava). Viola Valentino da sempre attenta alle tematiche sociali come la violenza sulle donne con l'album del 2010 "Alleati non ovvi" e la lotta all'omofobia con il singolo "Domani è un altro giorno" inciso in quattro lingue: italiano, francese, inglese e spagnolo. Nella sua carriera ha pubblicato undici album, l'ultimo nel 2017 Eterogenea Live 2016, su etichetta Latlantide, che oltre ai suoi maggiori successi contiene due brani inediti: "Ti amo troppo" e "Il suono dell'abbandono". Nel febbraio 2019 esce la raccolta "Le perle di Viola" con nuove versioni dei suoi storici successi.

Francesco Serra cantautore webstar e influencer nasce ad Agropoli in provincia di Salerno. Inizia come batterista (allievo scelto di Lele Melotti), ruolo che lo porta a calcare i palchi di Castrocaro, Sanremo Rock, Area Sanremo, il M.E.I. di Faenza, a collaborare con artisti di X Factor e ad affiancare in tour Lena Biolcati. Si dedica poi alla composizione, iniziando a scrivere i suoi primi brani inediti, in collaborazione con l'autore Andrea Gallo.  Il suo particolare timbro graffiante attira l'attenzione di Luca Venturi, già noto al grande pubblico per aver prodotto gli Sugarfree. Da quell'incontro, Francesco inizia ufficialmente la carriera di cantautore. Le tematiche affrontate nelle canzoni spaziano dall'amore a temi sociali caratterizzati da un sound pop/rock moderno ed internazionale, nato dalle sue esperienze all'estero. I videoclip delle sue canzoni ottengono milioni di visualizzazioni. Apprezzato dal popolo dei social con oltre 800.000 followers viene soprannominato "Campione del web". Il cantautore con il singolo "Sei quella giusta", viene inserito insieme ad altri artisti tra i quali, Tiromancino, Mario Venuti, Tazenda, Cristina Donà e Levante nella compilation di San Valentino 2016 pubblicata da Believe. Sempre nel 2016, il videoclip del singolo "Il mio sole sei te" che ha raggiunto le 500.000 visualizzazioni, viene scelto per essere la sigla di chiusura di tutte le puntate della quarta edizione del talent "A VOICE FOR MUSIC" in onda sul canale Nuvolari. Il 5 Gennaio 2017 vince il "Premio Paolo Serra" per la categoria Spettacolo. Nella stessa manifestazione il Premio per la categoria Cultura viene consegnato al famoso critico d'arte Vittorio Sgarbi. L 'uscita del nuovo disco è prevista per il 2020.

domenica 8 dicembre 2019

MASSIMO BERTARELLI * ADDIO MAESTRO, COME TE (SICURAMENTE) NON NE FANNO PIÙ

Massimo Bertarelli.
La faccio breve (e spero con il minor tasso di retorica possibile: lui non avrebbe gradito) perché oggi per me è una giornata molto triste. Ho avuto tre padri: Gigi, il mio, quello biologico. Che quando voleva e quando stava bene era un bel numero. Poi Giorgio Calabrese, autore musicale e televisivo, giocoliere della parola, che mi ha trasmesso una passione vera per lo spettacolo e la sua aneddotica; Giorgio ci lasciato nel 2016. Infine, giornalisticamente parlando, svettava questo signore ridanciano pressoché sconosciuto ai non addetti ai lavori. Massimo Bertarelli - questo il suo nome - se n'è andato ieri, e quel che mi spiace è che non lo vedevo da un po', da troppo tempo (anch'io ho avuto le mie traversie) e non sapevo della sua malattia. 

Da ragazzo leggevo Massimo e le sue recensioni cinematografiche scoppiettanti e al fulmicotone sul Il Giornale di Indro Montanelli almeno con la stessa voracità con cui mi cibavo di Indro. Ma la fame era maggiore, proprio per quell'amore per lo spettacolo che abbiamo sempre condiviso. E per il suo cinismo che sfociava puntualmente in battuta folgorante, definitiva. Con una penna di una classe raffinatissima che maneggiava con padronanza totale, a volte andava di badile (gli piaceva il badile), ma spesso sapeva costruire il periodo in modo tale da distruggere chiunque con otto parole, anche meno, senza che neppure se ne accorgesse. Il veleno di solito lo metteva in coda, naturalmente. Troppo sbrigativo, secondo alcuni critici con la puzza sotto il naso. Del resto detestava Fellini e Bertolucci e questo pochi glielo perdonavano. Un Maestro vero, dico io. Come Massimo non ne fanno più. E vi prego di credermi. D'altra parte se devi imparare conviene farlo dai migliori.
Non vi dico la gioia quando iniziai a collaborare proprio con #IlGiornale (diretto dal Vittorio Feltri dell'epoca con Maurizio Belpietro come solido uomo-macchina; Montanelli se n'era appena andato a La Voce) ed ebbi la fortuna di conoscerlo personalmente. Arrivavo dall'Oltrepò Pavese con la mia metaforica valigia di cartone e ogni volta che mi affacciavo nell'acquario della redazione spettacoli di Via Negri lui a voce altissima, creandomi reale imbarazzo, urlava: «Uèèè, alòra, sei arrivato? Mettiti lì, con-ta-di-no!». Quel «contadino» che ammiccava alle mie origini significava che Massimo mi aveva accettato. A modo suo, naturalmente. Non potete immaginare quanto per me fosse importante. E col tempo mi aveva preso anche in grande simpatia. Per me era un gradino sotto Dio. Anzi, pari merito. Ma col vantaggio di essere infinitamente più divertente.

Non amava fare il capo. È stato quasi sempre un vice (al massimo sopperiva alle assenze di qualche capetto): aveva meno responsabilità, poteva dedicarsi ai pezzi, ai film e ai suoi cazzeggi. Era un omone burbero che mascherava con fare ispido tanta timidezza e alcune fragilità che ho conosciuto più tardi. Non si contano le mie telefonate, da collaboratore, per proporgli pezzi e interviste a qualche personaggetto televisivo. La risposta era, invariabilmente: «Eh, e alòra? È morto?». Io: «No Massimo, non è morto». Tradotto dal giornalistese da quotidiano significava: questo fa notizia solo se muore. «Non è morto, Massimo! Mi spiace. Ma ascoltami un secondo».
«E alòra niente, dai che non ho tempo che mi comincia Paolo Limiti!». Un piacere proibito: credo non ne perdesse una puntata, sempre per via dell'aneddotica da showbiz che spesso proponeva o propinava. Poi chiudeva la telefonata dicendo: «Vabbé, quando arriva ... (il o la caposervizio) glielo dico e vediamo». In genere il pezzo passava, ma quando comandava lui avevo praticamente carta bianca. «È morto/a?» me lo domandava comunque, ma poi aggiungeva: «Va beh, fammi quattromila battute al massimo. Non sbrodolare». Quando sul Giornale varai la rubrica di indiscrezioni televisive «Bassa frequenza», che nell'ambiente ebbe anche il suo buon seguito, non ne perdeva una puntata. Anche perché spesso era costretto a passarla. Salvo poi dirmi in privato, ridendo: «Massì, ma non gliene frega un cazzo alla gente di quella roba lì». Non ho mai saputo dargli completamente torto.
Per lui fondai il «Massimo Bertarelli Fun & Fan Club», con tanto di tesserine che conservo da qualche parte. Il primo raduno fu per una cena a Barbianello (nel mio Oltrepò «Con-ta-di-no!»), alla Confraternita del cotechino caldo, dove con alcuni amici lo mettemmo a capotavola e lo sezionammo di domande. Alla fine lo costringemmo al grottesco supplizio di sorbirsi un elenco di titoli di film storici storpiati in parodie porno. Abbozzò, ma era felice: la festa era tutta per lui. Un po' vanitoso ma con timidezza. Tipo molto particolare, Massimo. Qualche anno dopo fui felice di poterlo intervistare per il televisivo «Sali & Tabacchi», su Canale 5, facendolo parlare del suo punto debole: il vizio del gioco, che aveva faticosamente perso. Assieme a molti soldi. Pur senza negarsi ogni tanto ancora qualche scommessina. Come il prefissino del Mascetti in Amici miei. Aveva voglia di liberarsi di un vecchio peso.

Ti ho voluto molto bene, «Massimino». Come ti chiamava una collega per sminuire i tuoi modi fintamente sbrigativi. L'hai sempre saputo, lo so. Però non te l'ho mai detto, e ne approfitto ora.

venerdì 6 dicembre 2019

IL FLOP DI CELENTANO * MA COME HA POTUTO MEDIASET ACCOLLARSI QUESTA SÒLA?

«Polvere di stelle» sul fallimentare show di Adriano Celentano (nella foto).
Si è conclusa la fallimentare esperienza di «Adrian», il depresso e depressivo show (con uso di cartoon, peggio che andar di notte) di e con Adriano Celentano, in onda su Canale 5Una drammatica esperienza per Mediaset, finita con indici di ascolto pari al mega flop di «Eurogames», piazzato a inizio stagione, con Ilary Blasi e Alvin. Ieri sera il salvagente si chiamava Marco Mengoni (colonna del suo management è Marta Donà, nipote dell'uomo di Galbiate) ma ha potuto fare ben poco: 11,8% di share per la parte spettacolo, con 2.909.000 spettatori, e 8,9% per il cartone animato, con 1.517.000 teste. Vediamo, punto per punto, che cosa secondo me è andato storto in tutta l'operazione.

1) Il primo errore sta nel manicoCome ha potuto un'azienda come Mediaset accollarsi un prodotto del genere, per giunta a quanto sembra a scatola chiusa, visto che (come d'uso) ha sempre deciso tutto Claudia Mori con il «Clan Celentano»? Indagando nei corridoi del Biscione si respira aria di rassegnata accettazione. Della serie: «Vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole, e più non dimandare» (cit.). C'è chi dice che lo show lo volesse assolutamente Piersilvio Berlusconi, quindi tutti zitti, muti e pedalare. Altre suggestive teorie le lascio ai corridoi.

2) Già la prima tranche di spettacolo, andata in onda lo scorso anno da Verona e poi interrotta fra la disperazione generale, con la fuga preventiva di mezzo cast e Celentano desaparecido che pretendeva di fare grandi ascolti con la vecchia formula del silenzio-assenza (un copione che poteva andare bene 20-30 anni fa), doveva far presentire il tracollo. Da una botta così ci si riprende solo (forse) rimettendo mano completamente al progetto. Cosa che non è stata fatta: è tornato in onda pressoché identico, con un Celentano giusto un filo più presente e canterino. Troppo poco e troppo tardi.

3) Il cartoon zoppicante e autocelebrativo (la gestazione è durata anni), con Celentano e la Mori che tenevano tanto a mostrarsi ancora giovani e belli, senza rinunciare ovviamente ai predicozzi e ai sermoni del vate canzonettaro, si è rivelato subito una mappazza indigesta. Tanto che si favoleggia che ricevuto il pacchetto finito, a Cologno Monzese abbiano capito subito a che cosa si andava incontro. Quindi come gestirlo? Spezzarlo? Metterlo in coda zavorrando il resto? Un impiccio non da poco. In quest'ultima fase si è deciso di alternarlo a parti di show, con i risultati che sono stati sotto gli occhi di tutti.

4) L'atmosfera in studio è fondamentale. E anche se scenografia e luci erano tecnicamente perfette per un racconto livido e cupo (molta, troppa penombra, si può andare in onda con una cosa del genere?), è evidente come il pubblico preferisca colore, canzoni a raffica e divertimento. Già c'era Celentano che (visibilmente e comprensibilmente, visti gli ascolti) dava l'impressione di non credere più al progetto che stava portando avanti; almeno aiutatelo rendendo la veste un po' più accattivante. Invece no. «The Walking Dead» metteva più allegria.

5) Non ha funzionato (ed è una sentenza purtroppo definitiva) il processo di eventizzazione della prima fase, lo scorso anno, con gli spot martellanti a volume altissimo che sono riusciti più a indispettire lo spettatore che ad attrarlo. Celentano, intercettato nei giorni scorsi da Valerio Staffelli di «Striscia la notizia» per la consegna di un immancabile Tapiro d'oro per il sontuoso flop, si è salvato con l'autoironia: «Ma io lo capisco». Tutte le cose nuove hanno un impatto difficile all'inizio. Poi è pure peggio». Rilevando poi come il pubblico non avesse capito il programma. E anche questo, Adriano caro, è un macroscopico errore. Se il pubblico non ti guarda, non è mai il pubblico a non aver capito. Sono comunque l'artista e l'editore ad aver sbagliato. A meno che non volessero uno show da 11% e rotti. In quel caso, missione compiuta.

Nota di colore a margine. Ieri Celentano ha tentato di correre ai ripari cantando la natalizia «Tu scendi dalle stelle» con uno stupendo coro femminile. Per essere sceso, è sceso. Però con qualche accortezza poteva farsi meno male.

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