martedì 2 dicembre 2025

UN REMAKE DI "SANDOKAN" COSI' BRUTTO ERA DIFFICILE DA IMMAGINARE

La locandina di Sandokan nel remake datato 2025.

Che profonda delusione questo Sandokan noioso, abborracciato, bidimensionale. Talmente inutile, precario e fuori fuoco da dare una nuova dimensione all'idea di inutilità. Mi ero ripromesso di non fare paragoni con il passato, ma purtroppo non è possibile. Credetemi. Non lo è. Se la sono andata a cercare, e non me lo spiego.

1) Can Yaman. Monoespressivo, recita come un termosifone in ghisa, ma con meno calore. Kabir Bedi aveva un'agilità e soprattutto quel formidabile lampo negli occhi che lo rendeva irresistibile. Questo sembra sempre un elettrodomestico in stand by. A voler essere generosi. L'avessero fatto tondo, ci si poteva pulire il soggiorno. Peccato non passi sotto i mobili.

2) Alessandro Preziosi. Più che in zona Yanez, si muove dalle parti di Roberto Da Crema, il baffo delle televendite, ma sotto gli effetti di un rosso sincero. Non gli si chiede di avere la profondità, lo spessore e il carisma di Philippe Leroy, per carità. Ma nelle recite serali dei villaggi turistici si trova di meglio.

3) Alanah Bloor. Marianna, la Perla di Labuan, è talmente inconsistente che sembra generata con l'AI. Bella, per carità, è il minimo sindacale. Ma Carole Andrè, con quei fremiti, quegli sguardi a quadruplo strato e lettura, era magia e sensualità allo stato puro. Anche da muta regalava più emozioni di questa quando va al massimo dei giri. Andrebbe bene come influencer per promuovere prodotti dell'agricoltura biologica.
4) Ed Westwick. L'interprete di Lord James Brooke è l'unico che si salvi di tutta la combriccola. Un attore vero. Un cattivo coi fiocchi. E anche sfortunato. Perché nella memoria dei più vintage deve scontrarsi con Adolfo Celi, che era un paio di gradini sotto Dio.

5) La produzione. E qui chiudo. Non c'è una sola scena che regali pathos. Sono riusciti a banalizzare tutto il banalizzabile, tirando via alla svelta e semplicisticamente qualsiasi situazione. Come se avessero altro da fare. E' persino post prodotto male sul piano musicale e nella scelta dei temi e degli effetti d'ambiente. Peccato, perché si tratta di un lavoro a grosso budget. Pompato con una promozione strepitosa per poi partorire la Tigre della Magnesia, visti gli effetti collaterali alla visione.

E per favore non si dica: dimenticati il passato e guarda solo il presente. Dai, mi sforzo. Mi metto lì e guardo solo il presente. La prima riflessione che mi viene è: spero che gli inquirenti di Garlasco stiano già torchiando coloro che hanno fatto i casting.

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