mercoledì 28 settembre 2022

SCOOTER ELETTRICO NIU * LA BATTERIA ESTESA DURA (QUASI) LA META' DI QUANTO DICHIARATO

Lo scooter NIU - UQi GT 4842. Problemi vistosi con la durata della batteria. E poi, chi l'ha prodotta?

Ho preso l'UQi GT 4842 al Niu Store sui Navigli in Corso San Gottardo, a Milano. Il giocattolo funziona, i suoi 48 all'ora li tira. 

Il problema è la batteria estesa, che estesa non è. LA DURATA NON RISPECCHIA ASSOLUTAMENTE QUANTO PROSPETTATO SUL SITO (MINIMO 70-MASSIMO 95 CHILOMETRI) NE' IN SEDE DI VENDITA. In realtà lo scooter non fa più di 50 chilometri, usato peraltro in condizioni irreali, perché per fare 50 chilometri andrebbero percorsi tutti in due giorni. Cosa impossibile in natura. Già al terzo-quarto giorno col freddo può esserci nella notte un calo del 15% e altri poco più avanti. All'acquisto, a voce, la ragazza aveva detto «Reali fa 65 chilometri, ma quelli li fa davvero». Invece manco quelli. 

Ho chiesto conto di questa differenza e attaccano con la solfa «la durata della batteria dipende da tanti fattori», tipo (cosa piuttosto sgravevole) alludere al fatto che non non sono un fuscello. Ma neanche una balena. In realtà se tu vendi un prodotto che dovrebbe fare MINIMO 70 (cioè comprendendo tutti i fattori sfavolevoli) e MASSIMO 95 (cioè in presenza di tutti quelli favorevoli), dovresti avere coperto tutto. Me l'hanno preso un paio di volte in officina per controlli, chiaramente solo una tattica per sfinire e prendere tempo, ma sempre i soliti 50 km al massimo faceva. Poi non hanno più risposto alle e-mail. Pessimo servizio. Avevo chiesto di propormi qualcosa che compensasse la notevole difformità tra quanto promesso e quanto avevo avuto. Chessò, ridarmi parte di quanto speso, o darmi una batteria in più. Mai più sentiti. 

Inoltre (e qui vado più nel dettaglio) la batteria normale viene definita come prodotta da NIU. Mentre quella estesa viene dichiarata da loro come un prodotto PANASONIC. Peccato che ti debba fidare di quel che dicono a voce, visto che la scritta Panasonic non compare in nessun punto sulla batteria. Ricordiamo che per vendere un prodotto in Italia dovrebbe essere scritto per legge da qualche parte chiaramente «Prodotto per NIU da Panasonic». Cosa che non è. Morale: ti devi fidare. Di chi? Di chi ti promette 70-95 chilometri (ho le prove scritte di tutto ciò che dico) e poi ne fa se va bene 50 in uso continuativo per due giorni? Peccato non si siano più fatti vivi per propormi qualcosa. Ora mi rivolgerò anche ad associazioni di consumatori per questo comportamento vistosamente scorretto, e per ora non aggiungo altro. Inoltre, come la mettiamo con la batteria presunta PANASONIC sulla fiducia? 

martedì 20 settembre 2022

CARO BERLUSCONI, APRIAMO UN OSSERVATORIO CONTRO GLI ABUSI NELLE REDAZIONI?

Da sinistra, Franco Bagnasco, giornalista. E Silvio Berlusconi, leader di Forza Italia.

Caro Silvio Berlusconi

Lei rappresenta la forza più moderata e libertaria della compagine di quel Centrodestra, che (stando ai sondaggi) si appresta a vincere con ampio consenso popolare le elezioni del 25 settembre. Mi rivolgo a lei non a caso. Confidando di trovare un interlocutore che si dimostri sensibile ai problemi che vado a esporre.

Come le è noto, tra le tante difficoltà che l'Italia già affronta e andrà ad affrontare in futuro, ce n'è una che, per il bene di tutti, non può più essere trascurata: la crisi senza precedenti dell'editoria, che vede in sofferenza primariamente la carta stampata. I lettori hanno sempre fame di news (che cercano gratis sul web o in video) ma comprano sempre meno giornali. I quali però spesso sono ancora i principali produttori di informazione, non di rado poi scopiazzata e commentata dalla Rete. Una stortura evidente.

A questo scenario desolante legato puramente alla situazione di mercato (a cui poco si può opporre, bisogna adeguarsi), si aggiungono condizioni di lavoro sempre più precarie e difficili per chi pascola nelle redazioni. In questi ultimi anni ho raccolto sfoghi e confidenze di colleghi di varie realtà che si trovano a sopportare vessazioni di ogni tipo sotto la bandiera delle loro testate e di editori che si pretendono rispettabili. Colleghi che spesso non hanno una voce o viene loro negata, a causa dell'ormai infinita debolezza delle componenti sindacali. Hanno paura, e li comprendo benissimo.

Cito brevemente in modo non esaustivo da un lungo elenco che si commenta da solo: ingiurie ai danni di chiunque, calunnie su documenti e in sedi ufficiali, intimidazioni, violazioni costituzionali, utilizzo a fini strumentali e diffamatori di informazioni sensibili vistosamente alterate rispetto alla realtà e dimostrabilmente false. Carte alla mano. Giochi sporchi, insomma. Fatti per giunta in sedi ben poco adatte a queste furberie.

Comportamenti squallidi, da qualsiasi parte li si osservi. In qualche caso denunciati anche cento e più volte dai giornalisti ai Comitati di Redazione e ai loro editori, che da un lato magari condannano privatamente in modo severo, dall'altro poi fanno spallucce. Sempre con nell'aria lo spauracchio che venga utilizzato l'espediente della lite temeraria; degli avvocati che servono a intimidire, diffidare, soffocare la verità. Siamo al paradosso che in alcune piccole realtà editoriali ci sono colleghi che vorrebbero andarsene, esasperati dalla situazione, ma non possono farlo perché le loro aziende in crisi o in malafede si rifiuterebbero di corrispondere loro il normale TFR. Conviene ingollare il boccone amaro e aspettare che il giornale fallisca, per percepire almeno l'indennità di disoccupazione e finire in qualche lista creditoria.

In una situazione come questa, fatta di lavoro precario, di indegnità diffusa e di gente incattivita (anche) dal crepuscolo di una certa editoria, le forze sindacali ormai possono ben poco. Sono una voce nel deserto o al limite timidi confessori-consolatori. Niente di più. È comprensibile: i sindacati sono parte dello stesso mondo editoriale che è un circolo chiuso; vivono e si muovono nello stesso brodo redazionale e non hanno più peso. Rischierebbero in prima persona. Alle vittime non resta che urlare nel deserto oppure optare per il silenzio (degli innocenti).

In una situazione come questa è la politica che non solo può ma deve intervenire, se pensa e agisce in modo sano. Anche per tutelare con il suo indispensabile paracadute (anche legale) chi ha il coraggio di esporsi in questi tempi bui. Berlusconi, perché non apriamo un Osservatorio permanente contro gli abusi nelle redazioni? Un organismo esterno che tuteli la qualità del lavoro (dovrebbe esistere ormai in ogni campo, a mio avviso), agendo in sinergia con i sindacati ma in modo totalmente autonomo e protetto da ingerenze e attacchi pretestuosi che mettano a repentaglio chi denuncia i fatti. Da qui in avanti, se possibile, darò il mio contributo. Non possiamo tornare indietro: i giornalisti non possono vivere alla stregua degli schiavi nelle piantagioni di cotone nell'Alabama di metà Ottocento. Mi metterò a disposizione (la mia e-mail è ilbagnasco@gmail.com) per raccogliere con discrezione le segnalazioni dei colleghi che hanno storie da raccontare.

Però serve la sua collaborazione, Cavalier Berlusconi. Seguiterò a chiedergliela, costantemente, anche in futuro. Confrontiamoci. Darò conto in questo spazio dei progressi o dei mancati progressi fatti sulla via di questo progetto che è impegno civile non differibile. Serve il suo apporto o quello di coloro che in politica (anche all'opposizione, in subordine, ciò che conta è il risultato) vorranno farsi carico di portare pulizia in un mondo che oggi ne ha estremo bisogno. E porteremo se occorre tutto anche all'attenzione dell'opinione pubblica. L'informazione è fondamentale, spesso ce ne dimentichiamo. Bene, lo è anche la qualità della vita di chi la fa. Facciamo che le parole libertà, democrazia, etica del lavoro non siano soltanto ammiccamenti da campagna elettorale. Non si può davvero più fare finta di niente.

mercoledì 14 settembre 2022

LAURA PAUSINI * MA CE L'HA UN UFFICIO STAMPA, O FA TUTTO DA SOLA?

Laura Pausini. Marco se n'è andato e forse aveva i suoi motivi.

Ma ce l'ha un ufficio stampa, la "simpatica" Laura Pausini, o fa tutto da sola? 

Ospite di un game-show spagnolo - tipo "Furore" per capirsi -, si è rifiutata di cantare "Bella ciao" perché canzone "troppo politica". Ora, d'accordo che da noi siamo sotto elezioni, e siamo abituati a un Paese dove ogni volta vengono sventolati a fini propagandistici spauracchi ideologici fascio-comunisti (quando non esistono: al massimo c'è la Russia di Vladimir Putin che dà soldi a forze politiche a noi note per fomentare il caos in Europa), ma non funziona così. Per prima cosa, il grande rifiuto porta un effetto: la questione (che qui e altrove nel mondo sarebbe passata totalmente inosservata) diventa calda e ti rende personaggio divisivo potenzialmente inviso a una grossa fetta del pubblico. In pratica, ti crei da sola un problema che non avevi né avresti avuto. In secondo luogo, neppure l'astuzia di capire che "Bella ciao", scelta come perno della colonna sonora di una tra le serie tv di maggior successo degli ultimi anni, la spagnola La Casa de Papel, ovvero La Casa Di Carta, è diventata un pezzo così trasversale da superare totalmente le ideologie. Ed è amatissima da una grossa fetta del tuo stesso pubblico. Cantarla (come ha ben intuito il conduttore e/o gli autori) sarebbe stata solo un'operazione simpatia. 

Insomma, Laura Pausini si è martellata almeno due volte sugli zebedei in modo ostinatamente tafazziano. Ogni tanto le capita. Se ha fatto tutto da sola, massima solidarietà a chi le cura la comunicazione.


sabato 10 settembre 2022

ELEZIONI POLITICHE * LA VOLTA IN CUI CI PROVO' ANCHE RED RONNIE (COL PSI)

Un documento cult. La locandina del 1992, quando Red Ronnie si candidò nelle liste del Partito Socialista Italiano.

Quando si parla di elezioni politiche (il prossimo appuntamento è per il 25 settembre, con ancora un 42% di indecisi, dicono i sondaggi) e di volti più o meno noti che tentano la sorte affidandosi alle urne, non si può non ricordare che nel 1992 ci provò anche lui. Il leggendario Gabriele AnsaloniRed Ronnie si accasò sotto l'insegna del rampantissimo Psi di Bettino Craxi. L'uomo di "Una rotonda sul mare" e "Roxy Bar", forte dell'allora rilevante successo televisivo che voleva capitalizzare, aveva uno slogan che più vago non si può: "Non hanno più rispetto per nessuno. Impariamo a stare insieme". Seguito da un laconico: "Se ci credi, votami". Che ricorda un po' l'attuale "Credo" della Lega di Matteo Salvini. Un atto di fede, in sostanza. Non Emilio. Nessuna promessa precisa, di fatto; solo disarmante qualunquismo. Che se vuoi è una cosa persino onesta. Tra i personaggi di spettacolo che sono stavolta nell'agone c'è Rita Dalla Chiesa, candidata in Liguria per Forza Italia. L'ex conduttrice di Forum riuscirà a essere più convincente del giornalista musicale bolognese?

martedì 6 settembre 2022

"GRAZIA" RILANCIA SUL WEB IL DEBUTTO TIK TOK DI BERLUSCONI, MA LE LETTRICI SI RIBELLANO

Il debutto su Tik Tok di Silvio Berlusconi rilanciato con poca fortuna dalla pagina Instagram del settimanale Grazia, di Mondadori.

La seguitissima pagina Instagram del settimanale Grazia (421 mila followers, mica bruscolini), cinque giorni fa ha rilanciato sul web il debutto Tik Tok di un Silvio Berlusconi in piena campagna elettorale. L'approccio alla piattaforma dei giovani è stato un colpo di genio del Cavaliere e di chi gli gestisce la comunicazione, perché tutti nel Paese (in un modo o nell'altro) ne hanno parlato.

La condivisione fatta da "Grazia", però, non a tutti è andata a genio, dal momento che i contenuti del femminile mondadoriano in genere differiscono moltissimo da questi, e quasi mai hanno a che fare con la politica. Del resto però Silvia Grilli, la direttrice della testata, pochi giorni prima si era già lasciata andare a un curioso, equilibristico mezzo endorsement nei confronti di Giorgia Meloni. La chiosa dell'editoriale di Grilli, diventata in breve virale, era: "...Io starò sempre con Giorgia Meloni anche se non la voterò". Ne ho parlato più diffusamente in questo pezzo.

Ma torniamo alla condivisione della clip di Berlusconi, che alla data di oggi (ore 11) ha scatenato 1.045 likes (non pochi, quasi in linea con alcuni contributi legati alle star del cinema di Venezia) e 230 commenti. Questi ultimi però in stragrande maggioranza negativi. Ne riportiamo una ricca selezione qui sotto, ma per poterli leggere in modo esaustivo basta cliccare qui, andando direttamente alla fonte.

Il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi (che stando agli analisti politici punterebbe alla carica di Presidente del Senato) intanto ha iniziato un tour promozionale televisivo giocando soprattutto in casa. Dopo una lunghissima intervista da Giuseppe Bridisi a Zona Bianca, su Retequattro, ieri ne ha fatta un'altra, altrettanto lunga e sempre molto amichevole, con Francesco Vecchi al debutto della nuova stagione di Mattino 5. Dopo il 25 settembre e in attesa di altre epifanie sapremo se i suoi sforzi saranno premiati. Nell'ultimo sondaggio di SWG, realizzato ieri 5 settembre per il TgLa7 di Enrico Mentana, Forza Italia era in calo dello 0,3% rispetto alla settimana precedente, passando dal 7% al 6,7%.




















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