domenica 29 maggio 2011

MA RED RONNIE (GABRIELE ANSALONI) E' MAI STATO QUALCUNO?

Credo che Red Ronnie (all'anagrafe Gabriele Ansaloni) non sia mai stato nessuno anche quand'era qualcuno. Cioè quando l'essere in video gli dava qualche chances in più di poterlo credere. Un piazzista di tele-corsi di chitarra dall'aria furbetta che ha brillato per un po' di luce riflessa sui cascami delle canzoncine Anni 60, aprendo un "Roxy Bar" che ha via via perso clienti, fra improbabili rotonde sul mare e la ricerca di band emergenti che servivano forse a far emergere più lui, che le suddette band.
Colpito oggi da improvvisa e ritengo meritata impopolarità - basta dare un'occhiata ai commenti sulla sua pagina Fecebook - per il sostegno, da molti ritenuto opportunistico, a Letizia Moratti, mi piace ricordare un aneddoto di tanti anni fa.
All'epoca scrivevo per un quotidiano locale, La Provincia Pavese, e mi dilettavo canticchiando con alcuni vecchi amici nei Beagles, gloriosa band dialettale pavese che riproponeva in dialetto oltrepadano le cover di alcuni cult della musica. Una goliardata, non certo un business, come è facile intuire. Presenziando a molte conferenze stampa per motivi di lavoro, mi capitava di incontrare quasi tutti i personaggi dello star system italiano, ai quali spesso chiedevo una cortesia: 15 secondi (cronometrati) del loro tempo per registrare al volo su cassettina un "saluto" ai Beagles. Saluto che avremmo poi piazzato in apertura dei bigoleschi dischi. Un piccolo vezzo che però ci galvanizzava. Hanno accettato tutti - ripeto, tutti - coloro ai quali l'ho chiesto. Alcuni con grande entusiasmo. Personaggi veri, del calibro di Eros Ramazzotti, Teo Teocoli, Antonio Ricci, Gene Gnocchi, Gerry Scotti, Raf, Marco Masini, la Gialappa's Band. Persino l'immenso Raimondo Vianello. E ne dimentico molti altri. L'unico - ripeto, l'unico - che si rifiutò con una punta di snobismo fu Red Ronnie (alias Gabriele Ansaloni). Già, ma all'epoca scrivevo per La Provincia Pavese.
E vedendo muoversi il nostro diplomaticamente dietro le quinte, ebbi la netta sensazione che se la stessa richiesta gli fosse arrivata da un collega, chessò, del Corriere della sera o di Repubblica, cioè di una grande testata, avrebbe acconsentito senza fare una piega.
Gabriele Ansaloni per me è morto quel giorno. Mi piace constatare come molti oggi stiano iniziando a conoscerlo ed apprezzarlo.

LAS VEGAS * DALL'ADRENALINA DELLE FLIGHTLINES AL GRAND CANYON

Ci sono essenzialmente due modi per affrontare Las Vegas: da giocatore più o meno d'azzardo, e da turista. Nel primo caso, se sei un impallinato di bet e gambling sai già come muoverti e non hai bisogno di queste dritte. Se invece vai per curiosare, e pensi di utilizzare la terra sconsacrata delle scommesse come base per fare un po' di turismo, forse vale la pena di continuare a leggere queste righe. Da Vegas si arriva comodamente sia alla Death Valley, passando per il mitico e cinematografico Zabriskie Point, sino all'incredibile lago di sale di Badwater, sia allo stupefacente Grand Canyon, che richiede qualche ora di viaggio in più. Noleggiando un'auto (qui costano pochissimo, come la maggior parte degli alberghi), in poco più di tre ore si arriva a rosolare tra le rocce e le dune irreali della valle morta. Per il Grand Canyon le ore d'auto salgono almeno a 4/5, quindi conviene fare una riflessione. Meglio il bus gran turismo? Il costo per raggiungere il South Rim, più apprezzato del West Rim, che è però più vicino, è di circa 80 dollari. E richiede 15 ore di impegno, dal pick up in hotel sino al ritorno. Il rischio è di fare 6 ore e mezza di viaggio, fermarsi due ore nei punti di osservazione, e farne altrettante per rientrare. La cosa migliore sarebbe puntare sull'elicottero o un piccolo aereo. Costa decisamente di più, ma si riesce a ottimizzare dal momento che non si è mai soli. Da evitare - se possibile - il noleggio tramite gli alberghi, che applicano ulteriori ricarichi. Io mi sono trovato più che bene con la compagnia Vision Air: 260 dollari a testa per lo stesso viaggio al South Rim, ma senza i tempi infiniti del pullman. Certo, in volo si balla un po' a causa delle turbolenze del vento del deserto, ma lo spettacolo è impagabile.

Per ciò che riguarda gli alloggi a Las Vegas, si possono percorrere due strade: o i mega alberghi della famosa Strip (dal Bellagio al Venetian - kitsch ma imperdibile -, dal Caesar palace al Trump, passando per il Wynn, attualmente il più costoso e modaiolo, e lo Stratosphere, con cena d'obbligo nel ristorante che ruota a 360 gradi a 820 piedi d'altezza), oppure una soluzione più informale e decisamente più economica nelle strutture di Downtown, come il vecchio ma ancora godibilissimo Golden Nugget. Questo hotel casinò (quasi tutti gli hotel di Vegas ne hanno uno incorporato) si affaccia sulla divertente Fremont Street, che nella parte finale diventa Fremont Street Experience (nella foto). Non una strada, ma un'attrazione nell'attrazione. Coperta da una "gabbia" di metallo punteggiata di milioni di led, di sera consente di proiettare video a intervalli predefiniti. Tutte le luci si spengono, e il cielo diventa colori e musica: dal meglio dei Queen, ai Kiss, in un'esperienza totalizzante da condividere con centinaia di persone.
L'ultimissima moda della Fremont Experience si chiama Flightlines. Lanciarsi a gruppi di quattro-cinque sospesi nel vuoto lungo cavi tesi da un'impalcatura all'altra, da un capo all'altro della strada, sopra le teste dei passanti. Niente di pericoloso, c'è tanto di imbragatura e qualcuno che ti recupera all'arrivo, giusto per aiutarti a frenare, ma qualche emozione il giochetto la può regalare.

venerdì 27 maggio 2011

IL VENTO FREDDO DI SAN FRANCISCO

A San Francisco fa freddo, molto freddo. Lo diceva anche Mark Twain, con parole certo più appropriate. Ma soprattutto, in qualsiasi stagione, c'è un vento ghiacciato e balordo che spesso ti porta via. E ti coglie di sopresa, appena girato l'angolo. A San Francisco fa così freddo che la gente non sa mai come vestirsi (anche se c'è qualche temerario che gira in maglietta, ma sono quelli usciti la mattina senza nient'altro addosso. A Frisco il tempo è così volubile che i meteorologi sulle previsioni preferiscono non mettere la faccia.  A San Francisco fa così freddo che i turisti intirizziti e perennemente raffreddati non sanno mai come vestirsi. La sera entrano nei locali e si confondono: una Tachipirinha, por favor.

domenica 22 maggio 2011

PILAR COME SAN TOMMASO: SE VOTI AI REFERENDUM (E LO DIMOSTRI) TI REGALA LA MUSICA

“San Tommaso is back”: da Enna a Padova, da Milano a Napoli, fino a New York, artisti e privati cittadini si stanno mobilitando per promuovere il referendum del 12 e 13 giugno, offrendo la propria performance gratuitamente a chi si presenterà munito di tessera elettorale timbrata, prova dell’avvenuta votazione al referendum.
 E’ questa l’iniziativa ideata e promossa da Pilar, cantautrice romana, con l'aiuto di Giovanna Mirabella, producer. Pilar il 13 giugno, nello studio del fotografo Paolo Soriani, si esibirà gratuitamente in concerto, accompagnata da Federico Ferrandina. L’idea è nata dal desiderio dell’artista di poter fare qualcosa di concreto per sostenere la causa referendaria: e ovviamente, ha deciso di offrire in dono, per una sera, la sua voce a chi come lei  avesse deciso di votare il referendum, “un referendum troppo importante per essere ignorato”. Come San Tommaso la sera del 13 giugno sarà alla porta per verificare con i propri occhi che i suoi ospiti abbiano compiuto il loro diritto, e dovere, di votare il referendum su acqua, energia nucleare, legittimo impedimento.
Da qui l’ironico nome della serata evento, che in pochi giorni ha visto aderire numerosi artisti e performers (ma anche privati cittadini e società civile): accomunati dal desiderio di promuovere la causa referendaria, ma in alcuni casi impossibilitati dalle distanze, tanti colleghi ed amici di Pilar hanno deciso di organizzare un “San Tommaso is back” dove potevano, replicando lo stesso format. Il risultato è una catena di eventi, che Pilar e Giovanna stanno coordinando come un “flash mob” : hanno già aderito Enna, Napoli, Milano, Treviso, Palermo con i Second Grace, Genova con gli Gnu Quartet, perfino New York. E tanti altri si stanno mobilitando, con un virale effetto domino. “Le adesioni sono ancora apertissime; chiunque voglia e possa promuovere un evento, un aperitivo, una festa privata, chiedendo però ai propri ospiti di portare come “biglietto” la tessera elettorale timbrata, farà parte di un macro evento per “boicottare il boicottaggio” di questo referendum.”
Lei, Pilar (al secolo Ilaria Patassini), vincitrice già di Musicultura, finalista al Premio Tenco e Migliore interprete 2010 al Festival Europeo della canzone Mediterranea, è per il sì, ma invita tutti, «signore e signori, gente di destra/sinistra/su e giù, opossum, cattolici, metodisti e/o sconsiderati seguaci di Hello Kitty» ad andare alle urne. «Perché la Bellezza dell’Italia finisca di essere bestemmiata, offesa, violentata».

venerdì 20 maggio 2011

GEORGE CLOONEY E L'ENTRA ED ESCI DALLA CANALIS

George Clooney avrebbe confidato agli amici di essere stanco della relazione con Elisabetta Canalis ma di non sapere come uscirne. Certo, sarà stato più divertente "entrarne", sempre ammesso che sia vera. Il massimo - a occhio e croce - dovrebbe essere entrarne, uscirne, entrarne, uscirne, entrarne, uscirne...

giovedì 19 maggio 2011

IL PROGRAMMA DI SGARBI POTEVA ESSERE SOLTANTO UN FLOP

Su ragazzi, però, una volta tanto siamo seri: c'è davvero qualcuno (parlo dei televisionari in buona fede) che pensava che il programma del buon Vittorio, "Ci tocca anche Sgarbi", non sarebbe stato un flop di proporzioni cosmiche? Forse era difficile immaginare che lo chiudessero - giustamente - alla prima puntata, ma sul tracollo dell'audience qualsiasi addetto ai lavori avrebbe scommesso anche la madre. Sicuro di vincere.

mercoledì 18 maggio 2011

GLI HARD ROCK CAFE' DIVENTANO TOUCH SCREEN (PER NON PARLARE DI HOTEL & CASINO)

La catena degli Hard Rock Cafè è la quintessenza mondiale del turismo mordi e fuggi (nel senso anche letterale del termine). Un business dal valore incalcolabile tra big burgers da 10 once, patatine, magliette, spille, memorabilia che toccano il cuore e quant'altro. Ogni capitale del mondo Occidentale ha un suo HRC point dove mangiare, ascoltare buona musica, talvolta farsi spillare qualche euro o dollaro di troppo. Uno dei punti di forza degli Hard Rock Cafè sono i memorabilia, appunto. Chitarre, stivali, vestiti di scena, strumenti musicali dei più grandi artisti della storia della musica - se pensi a qualche nome, puntualmente c'è - sono custoditi in questi spazi, appesi al muro o in apposite teche.
Il curioso con tendenza maniacale può visitare tutti gli Hard Rock Cafè del pianeta (ma non è semplicissimo), oppure si può affidare alla nuova meraviglia touch screen. Una sorta di "armadio dei ricordi" dotato di maxi-schermo e piazzato all'interno di ogni ristorante della catena. Su di esso compaiono e scompaiono, in modo fluttuante, le immagini di tutti i memorabilia degli hard Rock Cafè del mondo, contenute in uno sterminato database costantemente aggiornato. Toccandole si ingrandiscono anche di 30 volte e si evidenziano per alcune decine di secondi, con tanto di didascalia per capire a chi sia appartenuto l'oggetto e una mini storia del medesimo. Una follia per i bambini, e un grande patrimonio di kitsch, trash e informazioni preziose per gli appassionati di ricordi musicali.
L'altra novità del mondo HRC sono le strutture Hard Rock Cafè Hotel & Casino. In pratica, un'astuta apertura imprenditoriale al mondo alberghiero e a quello delle scommesse, delle slot, del gioco più o meno d'azzardo, che possono ben abbinarsi allo stile del marchio, informale ma non troppo. Con quella voglia tutta americana (ma non solo) di All In.

lunedì 16 maggio 2011

CERCHI LAVORO? FARE L'UOMO CESPUGLIO DI CERTO E' REDDITIZIO

Il suo vero nome non lo sa nessuno, o quasi, ma a San Francisco, nei dintorni del mitico Pier 39 (ma lo trovi più spesso verso il molo 47), è famosissimo come "The Bush Man", ovvero "L'uomo cespuglio". Si piazza ben nascosto tra improvvisate frasche ai bordi del passaggio pedonale, quello dello shopping più frenetico e distratto dei negozietti da turista fai da te, e all'improvviso, allungando la mano - e quindi le foglie - verso il malcapitato o la sfortunata di passaggio, crea una frazione di secondo di autentico spavento in modalità candid camera. In pochissimo tempo si crea un capanello di curiosi che non vede l'ora di gustarsi lo scherzo ai successivi passanti, e le banconote da un dollaro o più fioccano nella lattina di The Bush Man. L'uomo in se è anche anquanto incazzoso, perché mal sopporta fotografie e riprese video, che devono comunque essere ben compensate: scordatevi gli spiccioli. Altrimenti partono gli "ass hole", i ""fuck you e altre amenità. Su questo aspetto l'uomo cespuglio scherza poco.
L'ho visto lavorare per mezz'ora buona, e posso assicurare che con l'impegno di un giorno guadagna più me. Immaginate la stessa attività agreste trasportata a Rimini, Riccione o in qualche nostra località di villeggiatura. Un modo divertente di combattere la disoccupazione. Molto meglio delle ormai abusate statue viventi.

venerdì 13 maggio 2011

OSAMA BIN LADEN E LA SUA PASSIONE PER I FILM PORNO

Trovati anche film pornografici nel rifugio di Osama Bin Laden.
Ma non si era detto che le sue erano solo seghe mentali?

SAN FRANCISCO * SE CENI AL "CAFE' DE LA PRESSE", TI MANGIO IL CUORE

Stasera cena al "Cafè de la presse", forse il ristorante francese più noto di San Francisco. Gli spazi per mangiare sono due: tavolini piccoli e tondi da bar, all'ingresso, e normali tavoli con tovaglia nell'elegante salone adiacente. Appena entriamo il mio collega e io veniamo piazzati al micro tavolo lillipuziano. Chiediamo un upgrade a un tavolo più grande (abbiamo ordinato un po' di piatti sfiziosi che lì non ci starebbero fisicamente) e il titolare ci sposta non nel salone assieme agli altri, dove c'erano in bella vista molti tavoli da due totalmente liberi e mai occupati, ma in un tavolo piazzato - da solo - in una sfigatissima zona intermedia. Una sorta di "ghetto". Cosa estremamente ineducata. Resta da indagare il motivo: perché italiani? Perché mal vestiti? Il nostro abbagliamento era assolutamente normale, né meglio né peggio di quello di quello degli altri ospiti del salone, forse appena più informale ma niente di che. Detesto queste cose. Profondamente. Se qualcuno va a San Francisco e cena al "Cafè de la Presse", gli mangio il cuore.

martedì 10 maggio 2011

IN AMERICA C'E' IL FAST FOOD "ALTO" DOVE SI PAGA A PESO

Scordatevi McDonald o Jack in the Box. L'America ai tempi della crisi sperimenta nuove strade: dai bagels di fascia alta al fast food di qualità dove paghi a peso. Inimmaginabile a Milano. Da Julie's Kitchen (nel cuore di San Francisco) ti riempi il piatto di carne, frutta, verdura, salmone, e paghi a seconda di quanto compri. Si pesa il piatto alla cassa, e mai uno scontrino risulta uguale all'altro. Anzi, se indovini prima il peso del tuo pranzo, con un minimo scarto, mangi gratis. Anche i manager in doppiopetto di downtown si piegano - non tutti, ovviamente - all'austerity. I furbi non mancano anche qui. C'è chi prende solo il pesce sul sushi lasciando il riso, che fa zavorra. Perentorio il cartello sopra il vassoio: "Plase Take Sushi with Rice".

sabato 7 maggio 2011

CRISTINA E MIRKO DI NUOVO INSIEME (SOGNANDO UNA TALENT-FICTION)

Chérie, viène accà!», le dice sussurandole all’orecchio in un misto franco-partenopeo che già dice molto sul personaggio. Carràmba, che sorpresa! Dopo più di 20 anni, grazie a «Sorrisi», Pasquale Finicelli, il Mirko di «Kiss Me Licia», ritrova l’amica (già fidanzatina per la fiction) Cristina D’Avena, coprotagonista di una tra le più leggendarie sit-com adolescenziali di casa nostra. Lei è sempre la regina delle canzoni per l’infanzia; lui oggi lavora in una concessionaria di pubblicità milanese. Non sono più ragazzini, ma il feeling è ancora quello di quando sul set si batteva un ciak dietro l’altro. E guai a essere troppo maliziosi, sennò Alessandra Valeri Manera, colei che li ha creati, bacchettava.
Stavolta fanno da soli, ma i Bee Hive, la fantomatica band di Mirko, front man dal ciuffo multi-color, aspettano dietro l’angolo. C’è chi è sposato e vive in America, chi fa il parrucchiere a Milano, chi ha un’azienda di telefonia. «Ma l’idea di una vera, grande reunion si è concretizzata: faremo cinque concerti tra maggio e giugno. E magari riusciremo a coinvolgere in qualche modo anche Cristina» dice Pasquale. Lei vedrebbe meglio, invece, «una sorta di fiction-reality, un po’ sitcom, un po’ “X-Factor”: Mirko e Licia vent’anni dopo, sposati, con figli, che hanno la loro vita, i loro bisticci e una sala di registrazione nella quale provinano talenti da mandare in onda in un vero programma. Un incrocio all’americana, sarebbe carino: butto lì l’idea. Ma non so se in questi tempi di crisi…». Diavolo d’una D’Avena: forse non ha tutti i torti. Ultimamente fra l’altro capita di sentirla dal vivo persino in tandem con i bolognesi Gem Boy, impegnati a rileggere fra rispetto e dissacrazione quelle canzoncine che hanno visto crescere generazioni di (ex) ragazzi. La5 nel frattempo ha ritrasmesso tutte le sue serie degli anni d’oro, ed è approdata nei negozi con due cofanetti: «Natale con Cristina», zeppo di sigle di Italia 1, e «Licia e i Bee Hive Story». Roba per collezionisti.
«Perché sono ancora l’unica interprete di spicco a cantare per i bambini, sulla breccia da così tanti anni? È semplice, perché non deludo» spiega la D’Avena. «Nasco come voce che i bimbi ascoltavano in tv. Una volta fatto il passo successivo, cioè quello di mostrarmi, di far vedere il mio volto e quindi di farmi conoscere, la gente ha capito che ero esattamente come mi immaginava. Così si è realizzata una grande magia che forse capita raramente nello spettacolo».
Felice per la rimpatriata, ma ancora un po’ con le pive nel sacco, il buon Pasquale/Mirko racconta: «Iniziai a fare il modello a 18 anni  a Roma, e a 21 arrivai a Milano all’agenzia Caremoli. Mi proposero “Kiss me Licia” e fu subito boom. Fui io a decidere di lasciare dopo la quarta serie. Non ne potevo più di alcune cose, tra le quali quella capigliatura assurda che mi imponevano: un misto di giallo e rosso con lacca spray che si toglieva di sera. La prima volta che mi vidi, fu uno choc. Fossi stato saggio, avei potuto accettare ancora un paio di stagioni. Invece, convinto di avere il mondo in mano e di trovare subito altro da fare, me ne andai. Poi sono venute alcune particine, una figlia di 19 anni, Raffaella, che purtroppo vedo meno di quanto vorrei, e altri lavori al di fuori dello spettacolo. Ora su questi live (il calendario completo è in via di definizione) punto molto: non era facile riunire i Bee Hive. Ma ce l’abbiamo fatta».

(TV SORRISI E CANZONI - MAGGIO 2011)

FICARRA, PICONE E IL LORO NUOVO FILM DAL TITOLO FANTASMA

Salvo Ficarra e Valentino Picone hanno fatto un comunicato per per dire che titolo «non» avrà il loro nuovo film; primo ciak il 6 giugno a Torino. Colpa di un equivoco, nato il giorno della presentazione di «Striscia». Lì, qualcuno ha domandato loro: «Come si intitolerà?». Risposta: «Ancora non c’è, il titolo». Intendendo: non esiste ancora. C’è chi non capisce (ma loro ci avranno giocato su?), e riporta sul taccuino: «Ancora non c’è». Morale: in pochi giorni il titolo-non titolo rimbalza sui media. Tanto che l’addetta stampa dei due è costretta a fare un paradossale comunicato intitolato: «Ficarra e Picone: ancora nessun titolo per il nuovo film». Sarà anche colpa del solito giornalista, ma se fossimo in Staffelli, un Tapiro (che «Ancora non c’è») ai due - nel dubbio - noi lo consegneremmo.

(TV SORRISI E CANZONI - APRILE 2011)

mercoledì 4 maggio 2011

UMAN TAKE CONTROL * ECCO COME SALVARE GLI EX CONCORRENTI DEI REALITY

Riportare alla normalità la vita di un ex del «Grande Fratello»? Si può. Con «Uman - Take control!», nuovo game-reality al via il 29 aprile su Italia 1 per la conduzione di Rossella Brescia e del Mago Forest. Una sorta di «Tamagioki» (come l’hanno ribattezzato facendo il verso a quello vero) in sette puntate per spettatori passivi in cerca di rivalsa. Già al debutto, il pubblico sarà chiamato a scegliere fra 11 «avanzi» di reality: Elena Morali, Nora Amile, Veronica Ciardi, Siria De Fazio, Bambola Ramona, Veridiana Mallmann, Maicol Berti, George Leonard, Sergio Volpini, Luca Tassinari e Antonio Zequila. Alcuni saranno eliminati alla prima puntata, per arrivare a una rosa di otto reclusi nel «Laboratorio» del programma. Una volta resi anonimi (indosseranno tutine monocolori), dormiranno in apposite celle per disintossicarsi dalla tv. E gli spettatori potranno ordinare loro che cosa fare, attraverso prove e comandi che si ispirano ai videogiochi in console o a quelli on-line. Facendo appello al libero arbitrio, i concorrenti potranno anche rifiutarsi di obbedire, ma guadagneranno meno punti e più lento sarà il loro cammino di redenzione. Come opinionista unica è stata ingaggiata Selvaggia Lucarelli. Già concorrente de «La fattoria».

(TV SORRISI E CANZONI - APRILE 2011)

lunedì 2 maggio 2011

ISOLA DEI FAMOSI 2011 * L'ALBUM DI TUTTI GLI ORRORI KITSCH & TRASH

Quando si arriva al capolinea, i pochi splendori e le tante miserie di chi è costretto a vivere la non facile (eppure privilegiata) condizione di tele-naufrago, diventano un album dei ricordi a tinte forti. Uno stucchevole collage di istantanee da mettere in fila.Così, mentre su Raidue Simona Ventura fa calare il sipario sull’ottava edizione de «L’isola dei famosi», il reality più magicamente trash della televisione italiana, noi di «Sorrisi» andiamo a eternare le pagine cult di quest’anno.
Il programma targato Magnolia ha vissuto il suo ciclo più difficile e tormentato, anche a causa dell’ormai oggettiva difficoltà a reperire Vip di un certo spessore disposti a farsi spedire per settimane a digiunare in Honduras.
Gli ascolti ne hanno risentito, la collocazione in palinsesto è diventata «ballerina», e alla coraggiosa conduttrice, ligia al motto «Crederci sempre, arrendersi mai!», non è rimasto altro da fare che prendere il toro per le corna. Metterci faccia e appropriato costume da bagno, e fare quel benedetto tuffo dove l’acqua è più blu: dagli studi di via Mecenate (Milano) all’elicottero che l’ha sganciata davanti alla spiaggia di Playa Uva. Ha funzionato, eccome. Un solo giorno tra i cocchi e le palme, ma quanto bastava per risollevare gli ascolti e annunciare in diretta a una spaventata Nina Moric il blitz dell’ex marito Fabrizio Corona, «reo» di aver portato il loro bambino in gita a Disneyland Paris insieme con Belen Rodriguez. Storie tese.
Le incontrollabili esternazioni spiritual-new age di Eleonora Brigliadori (personaggio cardine di questa edizione), che è riuscita nella difficile impresa di litigare con tutti, tra un’intossicazione alimentare e uno svenimento, non bastavano a tenere desta l’attenzione sul programma. Neppure quando Luca Dirisio la accusava di essere una donna senza freni – e senza eguali - anche sul turbolento piano del meteorismo. Così gli autori, visto il successo della spedizione Ventura, hanno puntato tutto sull’«eventizzazione» delle ultime puntate. Ovvero: far accadere ogni settimana qualcosa di speciale. Dalla toccata e fuga di Emanuele Filiberto di Savoia, che è riuscito a rimediare un «Principe dei miei stivali!» dalla signora Gianna Orrù, vigorosa madre di Valeria Marini, allo sgancio in Honduras delle bombe (dialettiche) di Miss Alba Parietti, l’opinionista che si fece cronista in costume intero.
L’isola di quest’anno ha regalato anche momenti struggenti, come quando Daniel McVicar, che ha perso un figlio di recente, si è ritrovato fra le mani un orsacchiotto di peluche portato dalla risacca, soffermandosi a ricordare di quando il suo bambino lo chiamava «Papà Bear».
Fra il goliardico e il prosaico, invece, l’approccio tra Raffaella Fico e la non famosa salumiera Roberta Allegretti, che si sono scambiate un pugno di riso tramite una sorta di malizioso bacio soft. Tra le premure della produzione, quella di spedire sull’Isola come pacco dono, all’indirizzo dell’innamoratissimo Killian Gastineau (il figlio di Brigitte Nielsen), la lontana fidanzatina Anna Adoniu. Risultato? La ragazza aveva una voce talmente stridula da far saltare i nervi a buona parte dei naufraghi ed è stata rispedita al mittente dopo appena una settimana.

(TV SORRISI E CANZONI - APRILE 2011)

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