giovedì 31 gennaio 2019

SERIE TV * I GIOIELLI DI SKY PER IL 2019: DALL'ULTIMO TRONO A «CATCH 22»

Salvatore Esposito nei panni di Genny Savastano in «Gomorra».
«GOMORRA» – Quarta stagione
A marzo 2019 su Sky Atlantic
Torna la produzione originale Sky, Cattleya e Fandango in collaborazione con Beta Film che è stata venduta in oltre 190 territori. Dopo l’inaspettata morte di Ciro (Marco D’Amore) che ha chiuso la terza stagione, Genny (Salvatore Esposito) e Patrizia (Cristiana Dell’Anna) devono stabilire un nuovo equilibrio nel sistema, mentre Enzo (Arturo Muselli) e Valerio (Loris De Luna) hanno confermato la posizione del loro clan nel centro di Napoli.  Nuove minacce e nemici spietati attendono i protagonisti, Genny dovrà prendere decisioni difficili per proteggere la sua famiglia. Confermati alla regia Francesca Comencini, a cui è affidata anche la supervisione artistica della quarta stagione, e Claudio Cupellini. Esordio alla regia per Marco D’Amore, già protagonista della serie. Con lui Enrico Rosati, aiuto-regista delle prime tre stagioni e regista di Gomorrah VR - We own the streets, in concorso al Festival di Venezia 2017 nella sezione VR, e Ciro Visco, aiuto regia nelle prime tre stagioni.

Game of Throne.
«IL TRONO DI SPADE» – ottava e ultima stagione
Ad aprile 2019 su Sky Atlantic, in contemporanea con gli Stati Uniti
L’inverno è arrivato e anche la stagione conclusiva della serie più attesa del 2019 a livello globale. L’ottava stagione de “Il Trono di Spade”, in arrivo nel 2019 su Sky Atlantic (in contemporanea assoluta con gli Stati Uniti), è composta da soli sei episodi. Si concluderanno così le storie che l'autore George R. R. Martin ha cominciato a narrare nei suoi romanzi di successo dal lontano 1996. Sui contenuti della stagione, invece, c’è sempre l'assoluto riserbo.

George Clooney (a sinistra) in «Catch 22».
«CATCH-22»
Nella primavera 2019 su Sky Atlantic
Sky Italia co-produce una delle serie internazionali più attese del 2019, che vede George Clooney tra i produttori esecutivi (con il suo partner Grant Heslov), ma anche regista e interprete della serie. Nel cast anche Hugh Laurie, Christopher Abbott, Kyle Chandler e Giancarlo Giannini. La serie – girata anche in Italia, tra Roma e la Sardegna – è tratta dall’omonimo romanzo antimilitarista del 1961 scritto da Joseph Heller. È ambientata nel nostro paese durante la seconda guerra mondiale e racconta la storia del giovane soldato americano John Yossarian, un bombardiere dell'aviazione. Il suo vero problema, in realtà, più ancora che i nemici, sono i suoi stessi superiori, che continuano ad aumentare il numero di missioni da completare prima di poter ottenere il congedo e tornare a casa. Un modo per evitare di dover combattere ancora ci sarebbe e Yossarian vorrebbe provarci. Per riuscirci, però, il giovane finirebbe per incappare nel paradossale Comma-22, che stabilisce che chi è pazzo può chiedere di essere esentato dalle missioni di volo, ma nel momento stesso in cui fa tale richiesta, dimostra automaticamente di non essere pazzo, perché solo un pazzo vorrebbe continuare a volare quelle missioni.

Big Little Lies 2.
«BIG LITTLE LIES» – seconda stagione
Nel 2019 su Sky Atlantic, in contemporanea con gli Stati Uniti
Torna la serie HBO che ha sbancato l’edizione 2018 degli Emmy Awards con ben 8 premi e lo fa con un ingresso del cast non da poco: alle protagoniste della prima stagione (Reese Witherspoon, Zoe Kravitz e Nicole Kidman) si aggiunge infatti anche Meryl Streep che interpreterà Mary Louise Wright, la madre di Perry, giunta a Monterey dopo la morte del figlio per stare vicina ai nipoti e alla nuora, Celeste. I nuovi episodi sono firmati nuovamente da David E. Kelly, che scriverà la sceneggiatura partendo da del materiale inedito firmato ovviamente da Liane Moriarty.

Roberto Saviano.
«ZEROZEROZERO»
Nel 2019 su Sky in Italia, Regno Unito, Irlanda, Germania e Austria
Stefano Sollima dirige la nuova produzione originale Sky tratta dal best seller di Roberto Saviano. ZeroZeroZero racconterà sistemi criminali e familiari diversi tra loro, ma ugualmente violenti e assetati di potere, e come i cartelli messicani, la ‘ndrangheta e uomini d’affari corrotti si contendano la supremazia delle rotte della merce più distribuita al mondo: la cocaina. La serie, in otto episodi, vanta un cast di interpreti internazionali, con protagonisti Andrea Riseborough, Dane DeHaan, Gabryel Byrne, Harold Torres, Giuseppe De Domenico, Francesco Colella e Tcheky Karyo. La serie è sviluppata dallo stesso team creativo di Gomorra - La Serie: Leonardo Fasoli, Stefano Bises, Roberto Saviano e Stefano Sollima e scritta dallo stesso Fasoli con Mauricio Katz. La serie è una produzione Cattleya per Sky, CANAL+ e Amazon.

Stefano Accorsi in «1994».
«1994»
Nel 2019 su Sky Atlantic
Si conclude la trilogia prodotta da Sky e Wildside, nata da un’idea di Stefano Accorsi sugli anni che hanno cambiato l’Italia. Ritroveremo dunque Stefano Accorsi (che interpreta Leonardo Notte), Miriam Leone (Veronica Castello), Guido Caprino (Pietro Bosco), e Antonio Gerardi (Antonio Di Pietro) alle prese con nuove vicende e intrecci.

«CHERNOBYL»
Nel 2019 su Sky Atlantic
È in arrivo nel nuovo anno anche la serie targata Sky ed HBO ispirata ad una delle peggiori catastrofi della storia mai provocate dall’uomo. Un cast internazionale composto da Jared Harris, Stellan Skarsgård, Emily Watson, Paul Ritter, Jessie Buckley, Adrian Rawlins e Con O'Neill. Le miniserie in cinque episodi verrà trasmessa su Sky Atlantic in Italia, ma anche nel Regno Unito, Irlanda, Germania e Austria. La serie porterà sugli schermi la vera storia di una delle più terribili catastrofi mai provocate dall’uomo e il coraggio di quegli uomini e quelle donne che hanno fatto sacrifici incredibili per salvare l'Europa da un disastro inimmaginabile.

Catherine The Great.
«CATHERINE THE GREAT»
Nel 2019 su Sky Atlantic
La storia di una delle figure femminili più potenti di tutti i tempi è al centro della produzione originale Sky e HBO con protagonista Helen Mirren, ambientata nella sfarzosa ma politicamente spietata corte russa del 18° secolo. In una corte scintillante e assetata di potere, accanto alla vincitrice del  premio Oscar®, vedremo Jason Clark nel ruolo di Potemkin, lo statista preferito di Caterina oltreché comandante militare e amante, Gina McKee, che interpreta la Contessa Bruce, amica e confidente di tutta una vita, e Rory Kinnear nei panni del ministro Panin, abile uomo politico, consigliere del figlio ed erede di Caterina, Paolo I.
Anche Richard Roxburgh si unisce al cast nella parte di Grigory Orlov, uno degli ex amanti di Caterina che, con suo fratello Alexei Orlov (Kevin R McNally), ha orchestrato il colpo di stato che ha portato Caterina al potere.

mercoledì 30 gennaio 2019

MARIKA CISLAGHI, LA DONNA DEI CASTING: A RADIO2 E IN EDICOLA SU «VERO TV»

Marika Cislaghi, titolare dell'agenzia di casting «Parterre».
Si chiama Marika Cislaghi, ha 40 anni, ed è il nume tutelare dell'agenzia di casting milanese «Parterre», da tempo ai vertici a livello nazionale.
Ha mosso i primi passi nei corridoi Mediaset occupandosi del pubblico per una marea di programmi di successo (non a caso di recente il settimanale «Oggi» le ha dedicato un ampio servizio ribattezzandola con l'appellativo di «Lady Pubblico») sino ad ampliare la propria sfera d'influenza dedicandosi ai provini.
Una realtà complessa, variegata e sempre in divenire. Perché la ricerca di talenti e la loro collocazione sul mercato è un lavoro difficile e che non conosce sosta. Lavora per le principali aziende televisive italiane ed è un po' la nuova Gianna Tani


Da questa settimana la Cislaghi (che domenica attorno alle 16 sarà ospite in diretta di Tamarà Donà e Andrea Santonastaso a Rai Radio2 a «Quelli che a Radio2») tiene una sua rubrica sul settimanale «Vero Tv», in edicola ogni martedì.
Lo spazio si intitola «Saranno famosi» e propone tutte le settimane un talento dell'agenzia di Marika, da lei scelto e raccontato come possibile/probabile Vip del futuro. Una scommessa, ma anche il pronostico di una professionista che, spesso, ci azzecca.

martedì 29 gennaio 2019

GRILLO SURGELATO È DEBOLE, E CELENTANO CONTINUA A SPROFONDARE

La sfidda tv di ieri sera: Beppe Grillo contro Adriano Celentano.
Non è stata una gran trovata (almeno sul piano degli ascolti) quella di Carlo Freccero, che ieri sera, complici le teche Rai, ha scodellato in prima serata sulla seconda rete un mix grillesco di materiale un po' frollo intitolato «C'è Grillo»
La strana macedonia tra passato e presente s'è fermata al 4,3% di share. Davvero pochino, anche perché il direttore puntava molto su questa strana minestra riscaldata.

Beppe Grillo è stato il miglior comedian che questo Paese abbia avuto, lo dico da sempre e mi permetto persino di non temere smentite, ma la dimensione delle tele-frattaglie più o meno d'epoca non è la sua. E la lunga politica del «vaffa» l'ha, in un certo senso, logorato. Ha preso il sopravvento sullo sfottò del comico, che dev'essere soprattutto derisione, non partigianeria. Insomma, se fai troppo il guru alla lunga corri il rischio di prenderlo nel medesimo.
Un esempio della satira web su Adriano Celentano , Claudia Mori e «Adrian».
Se Beppe piange, «Adrian» non ride. 
A Canale 5, sul fronte Adriano Celentano, oltre a un monologo di Ilenia Pastorelli sulle molestie: («Te la sei cercata») e alla tassa del mappazzone «Adrian», che il nostro non vedeva l'ora di sbolognare a qualche rete, il «molle agiato» si è concesso ancora il lusso di sfottere (sempre dal confessionale) Mediaset, l'azienda che molto signorilmente lo ospita e alla quale ha rifilato questa colossale sòla di programma. Il risultato è che gli ascolti sono scesi ancora, al limite del baratro: 11,9% lo show, 10,6% il cartoon.
Però stavolta «Il re degli ignoranti» ha cantanto almeno due pezzi. Di questo passo, in un bagno di sangue d'ascolti, si arriverà alla conclusione con un totale di una dozzina di brani gentilmente concessi al pubblico dall'ugola d'oro di Galbiate. Suppergiù quelli contenuti in un vecchio cd o vinile. Di questi tempi, signora mia, facciamoceli bastare.

lunedì 28 gennaio 2019

SALVA NELL'INCIDENTE CON RUGGERI: LA SUA ADDETTA STAMPA SI FA RAPARE A ZERO

Enrico Ruggeri mentre sacrifica la capigliatura della sua collaboratrice Valentina Spada.
Ci sono debiti (col destino) che vanno pagati. Soprattutto quando c'è di mezzo la vita. E Valentina Spada, da anni promoter e addetta stampa di Enrico Ruggeri, ha pagato il suo prezzo: la capigliatura.
È uscita su tutti i giornali e sul web, nei giorni scorsi, la notizia del brutto incidente nel quale sono incorsi sulla A10 il cantautore milanese e il suo gruppo di lavoro. L'auto ha sbandato per 400 metri sull'asfalto bagnato, ed è andata a schiantarsi contro il guard rail, che però fortunatamente ha retto. Poteva finire tutto in tragedia, ma non è stato così.

Oggi, la sorpresa. Come rivela il Rouge sui suoi social: 
«La mia promoter Valentina Spada ha commesso l’imprudenza di confessarmi che, quando la macchina sbandava sul cavalcavia, ha pensato “se mi salvo mi rapo a zero” (un attimo prima stavamo parlando di tagli di capelli). Non avevo scelta: Le promesse si mantengono!!!».
E così, a spavento passato, con qualche colpo di forbice e macchinetta ben assestati dallo stesso Ruggeri (severo ma giusto e con un futuro come parrucchiere per signora), Valentina ha perso la sua chioma.

Un finale stupendo, che tanto sarebbe piaciuto anche a Sandro Mayer, re del giornalismo popolare. E comunque sia, anche una geniale trovata promozionale della stoica Spada, che per gli artisti che segue (come si può notare) fa decisamente tutto. In particolare a ridosso del Festival di Sanremo.

MARIA SALVA MEDIASET * MAGRI INSIDIA BRACHINO * SCINTILLE A «ORA O MAI PIU'»

«Polvere di stelle» - De Filippi sempre più dominus a Mediaset.
Maria De Filippi è sempre più il perno attorno al quale ruota Canale 5. Dopo i flop di Adriano Celentano con «Adrian», de «La dottoressa Giò» (già ribattezzata da alcuni sul web «La dottoressa Giù», per via del crollo degli ascolti), e l'accoglienza tiepida rivolta dal pubblico sia ad Al Bano che al debutto de «L'isola dei famosi», la conduttrice-produttrice pavese, con il suo massiccio 28% di share il sabato sera contro il pur gradevole «Ora o mai più» di Raiuno aumenta il suo potere personale e consolida una leadership indiscutibile a Mediaset. Insomma, Maria ausiliatrice a tutti gli effetti.

Edoardo Vianello.
Intervistato da Libero, Edoardo Vianello (quello de «I Watussi») spiega perché è l'unico in Italia a poter ancora utilizzare la parola «negro»: «Innanzitutto perché, quando è nata quella canzone, il termine era ancora molto usato. E poi perché cambiarla sarebbe stato più offensivo, quasi a sottolineare che quella parola era proibita. Pensi che sono state le stesse persone di colore a dirmi di continuare a usare “negro”, dato che loro non si sentono minimamente offese. Censurarla sarebbe una forma stupida di politicamente corretto».

Siria Magri.
Il nuovo serale della convincente Barbara D'Urso, quello che da marzo dovrebbe essere il Cavallo di Troia di Silvio Berlusconi per guadagnare voti popolari in vista delle prossime Elezioni Europee, andrà in onda dagli studi Mediapason di via Colico, a Milano, dove si è appena concluso «Mai dire talk». 
Il programma di Paolo Del Debbio, invece, sarà spalmato su otto settimane e come curatrice si parla di Siria Magri, la quale, dicono nei corridoi Mediaset, pare abbia una gran voglia di spodestare Claudio Brachino dal trono di direttore di Videonews.

Al Bano.
Al Bano racconta a Libero di un nuovo, singolare progetto di fiction che gli è stato proposto: «Una produzione italo-turca, si dovrebbe intitolare "Le mie vacanze romane": è la storia di una coppia di turchi che arriva in Italia; io interpreto un grande mafioso che col tempo diventa il più umano degli umani. La parte doveva essere di Gerard Depardieu, ma poi lui ha avuto dei problemi e l’hanno offerta a me».

Ornella Vanoni.
Botte da orbi (metaforiche) l'altra sera a «Ora o mai più», su Raiuno. Ornella Vanoni (e non solo lei) prima critica con forza «Vattene amore» (il famoso «Trottolino amoroso du-du da-da-da») di Amedeo Minghi, presente in studio l'autore paonazzo che per un po' riesce a trattenersi, poi, attribuendo il suo voto a Donatella Milani, che duettava con Scialpi, ormai molto simile alla Donna Gatto, sentenzia: «Ti do 6 perché sei vittima di quel signore lì, vestito così». Infine, il maestro Toto Cutugno contro la collega Rettore, che aveva attribuito un voto troppo basso a Barbara Cola: «Ma tu sei scema! Devi farti vedere da uno bravo»Mai più senza.

sabato 26 gennaio 2019

OROSCOPI SU TELEVIDEO RAI * IL CONSIGLIO NAZIONALE DEGLI UTENTI VUOLE STOPPARLI

I segni zodiacali dell'Oroscopo.
La concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo ha rinnovato alcune pagine di Televideo, definendole di “Pubblica Utilità”, ricomprendendo in esse anche quelle dedicate agli oroscopi.

Il Consiglio Nazionale degli Utenti presso l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, da tempo chiede che vengano eliminate dai palinsesti Rai tutte quelle trasmissioni che sfruttano la superstizione, la credulità o la paura, in particolare delle categorie di utenti psicologicamente più vulnerabili.

Il CNU-AGCOM ritiene pertanto inopportuno, se non dannoso, che anziché evitare di diffondere ulteriormente gli oroscopi, la Rai li riproponga, anche sulle pagine di Televideo, in una nuova e potenziata veste, ammantata di “utilità”.


venerdì 25 gennaio 2019

«L'ISOLA DEI FAMOSI» * ASCOLTI DEBOLI AL DEBUTTO MA CAST TRASH CHE PROMETTE BENE

Da sinistra, Alba Parietti, Alessia Marcuzzi e Alda D'Eusanio.
La quattordicesima edizione de «L'isola dei famosi» è partita ieri sera su Canale 5 con 3.062.000 spettatori e il 18,27% di share, nonostante si sia protratta sino all'una e mezza di notte. 
Nulla ha potuto contro il moloch di Raiuno, la fiction «Che Dio ci aiuti», con Elena Sofia Ricci, arrivato nel secondo episodio a quasi 5 milioni con il 22,64% di share.
Stando alle mie fonti, le previsioni d'ascolto della rete del Biscione per i recenti show di questa settimana erano il 30% per Celentano, il 22% per Al Bano e il 24% per L'isola. Sull'audience di Celentano meglio stendere un pietoso velo; Al Bano si è fermato al 18% e così pure la pattuglia in Honduras. Un momento, a quanto pare, piuttosto complicato per l'intrattenimento Mediaset.

Se parliamo di prodotto, invece, «L'isola dei famosi» sembra essere tornata parzialmente sulla retta via. Non siamo certo ai fasti trash degli esordi (ormai irripetibili), ma il cast di quest'anno potrebbe dare alla lunga un po' di soddisfazioni, facendo dimenticare alcune passate edizioni molto sbiadite.
C'è Paolo Brosio, in eterna sospensione tra fede e gnocca, una Demetra Hampton che sembra aver tirato gli occhi sino a ottenere la vista a 360° da ferma (implementando anche alcune funzioni di Google Maps), c'è l'ochetta sciroccata, un'ancora intrigante Marina La Rosa, protagonista del primo «Grande Fratello»; l'innocuo (ma se non altro noto) Riccardo Fogli, e tale Taylor Mega, nome d'arte di una biondina superstar di Instagram che pesta subito una deiezione dicendo, prima di partire, che si fermerà «appena tre settimane».

La brava e sempre fresca Alessia Marcuzzi, per dovere d'ufficio, la processa in diretta, perché non ci dev'essere sospetto alcuno sulle dinamiche personal-contrattuali. Soprattutto con «Striscia la notizia» che è sempre lì in agguato a vigilare. Però il pubblico è scafato e su Twitter i commenti sono contrastanti. Per esempio, Carlotta Miceli: «Ahhh, quindi non avete mai fatto firmare contratti con un minimo e un massimo di permanenza?! Vabbé, dai, ci crediamo!».
E se si tralasciano le incolori figlie di Mihajlovic, c'è ancora una Jo Squillo trattenuta da problemi familiari ma pronta a sbarcare.
Filippo Nardi passa il testimone come inviato ad Alvin, non mancano i soliti giochini scemi, però lo studio promette bene.
Le opinioniste sono la sempre agguerrita Alba Parietti (una vita sulle difensive, dev'essere complicato) e Alda D'Eusanio, pregevoli reperti della prima repubblica televisiva che tanto possono dare in termini di spettacolo. Reclutati come folklore anche l'ormai onnipresente Francesca Cipriani, che si presenta con l'aglio piazzato fra le tette (forse per allontanare i vampiri amanti del latte), e il Mago Otelma, che sarà anche un'anticaglia ma un sorriso con le sue scemate te lo strappa sempre. Meglio dell'onnipresente e insopportabile Cristiano Malgioglio che ci siamo sorbiti in dosi massicce ovunque negli ultimi anni. Ottimi, infine, anche i Gialappa's, che confezionano presentazioni dei concorrenti velocissime e sfottenti, perfette. Mai kick off di reality fu meglio concepito.

«OTTOEMEZZO» * LILLI GRUBER E QUELLO SPIRITELLO CHE PROVA A DOMARE

La conduttrice di «Ottoemezzo», su La7, Lilli Gruber.
Adoro Lilli Gruber perché vorrebbe simulare di essere sempre super partes, ma - palesemente - nun je la fa. Inizia la puntata tutta in tensione da giornalismo anglosassone perfettino, ma già dopo pochi minuti le parte la frecciatina alla parte avversa, la domanda messa lì con malizia, l'ammiccamento con precisi fini. Ne ha tutto il diritto, ma noto in lei, persa fra le grandi labbra, la sofferenza per questo sdoppiamento della personalità che fa apparire evidente il suo schieramento di appartenenza.
È brava, naturalmente, ma quella donna secondo me soffre per questo spiritello che non riesce a domare.
Ogni Lilli Gruber che incontri sta combattendo una battaglia di cui non sai niente. Sii gentile. Sempre.

giovedì 24 gennaio 2019

TESTA CODA SULLA A10 * ENRICO RUGGERI SE LA VEDE BRUTTA MA SALVA LA PELLE

«Il mare d'inverno» a volte porta sfiga.
Ne sa qualcosa Enrico Ruggeri, che è rimasto illeso ma se l'è vista davvero brutta ieri sera sull'autostrada A10, nel savonese, direzione Sanremo.
Il cantautore era accanto al conducente a bordo di una Maserati guidata da Riccardo Nocera. Sui sedili posteriori due sue storiche collaboratrici: Stefania Alati e Valentina Spada.
A causa del maltempo, il mezzo ha iniziato a sbandare, ha fatto un testacoda di circa quattrocento metri, come ha riferito Ruggeri stesso sui suoi social, e si è salvato grazie ai robusti guard-rail.
Per fortuna nessuno si è fatto male, ma l'avventura è stata senza dubbio tremenda. «Evidentemente non era il momento», ha chiosato il Rouge. Che ha poi potuto proseguire in direzione Teatro Ariston, per le prove del Festival.

mercoledì 23 gennaio 2019

«ADRIAN» * ALLA SECONDA PUNTATA È FLOP (MA MEDIASET PUO' FARE QUALCOSA?)

Adriano Celentano. Per il suo «Adrian» è flop.
Sarà un colpo durissimo oggi per Adriano Celentano la lettura dei dati Auditel della seconda puntata di «Adrian», l'evento (come è stato definito da chi lo manda in onda) milionario che coinvolge Canale 5 e il Clan Celentano.
Dopo un debutto molto tiepido ma non ancora una dêbacle, ieri la fuga di un'altra enorme fetta di pubblico. 
Ecco i numeri: 3.965.000 spettatori con il 15,01% di share per la parte dal vivo al Teatro Camploy di Verona, e 2.887.000 e il 13,3% per il cartoon vero e proprio. La media è di 3.426.000 teste con il 14,15% di share. Un dato davvero molto basso e preoccupante per il futuro del programma. Ha vinto su Raiuno il film tv «Liberi di scegliere», con 4,1 milioni di spettatori e il 17,68% di share.

Durante il live Celentano si è palesato per un minuto prima in voce, da un confessionale, con quella che è parsa una sorta di ironica presa in giro della rete che lo ospitava. Poi per un paio di minuti solo di persona, in totale scena muta, accolto dal pubblico plaudente, mentre Natalino Balasso e Giovanni Storti cercavano di salvare la situazione con qualche battuta, anche azzeccata.
Subito dopo, l'inizio della graphic novel e un'altra fuga di massa degli spettatori a casa. 
E se Celentano se la ride perché con Mediaset ha un contratto blindato firmato dal Clan, ovvero da Claudia Mori, restano i problemi di una rete che probabilmente ora dovrà restare ancora per molte settimane in ostaggio del «molle agiato», come è stato ribattezzato.

martedì 22 gennaio 2019

FUGA DA CELENTANO: L'IMBARAZZANTE «ADRIAN» È IL MAPPAZZONE CHE LO ZAVORRA

Un'immagine della graphic novel «Adrian».
Le file al pronto soccorso quando hai il codice verde sono più appassionanti di «Adrian», il noioso, pretenzioso, demagogico cartoon porno soft di Adriano Celentano, che ha debuttato ieri sera su Canale 5. Un misto tra i fumetti del Lando e Corna vissute intrecciati con un po' di suspense e la predica di un mormone. Mix pericolosissimo per le gonadi. Restava da capire se il legittimo desiderio di Celentano e signora di eternarsi ancora giovani e trombanti in una rumorosa graphic novel andasse incontro alle esigenze di intrattenimento dello spettatore.

Ecco la sentenza dei numeri: la prima parte dello spettacolo dal vivo al Teatro Camploy di Verona è stata vista da 5.997.000 spettatori con una share del 21,9%. Il cartone ha invece registrato 4.544.000 con il 19,1%. Subito dopo c'è stato il formidabile crollo che ha portato il segmento finale a 2.351.000 teste e 12,12%. 
Insomma, la media di spettatori e share è di 4.297.000 con il 17,70%Vince su Raiuno «La compagnia del cigno», con 5.219.000 e il 21,36% di share. Consideriamo inoltre che il programma è finito tre quarti d'ora prima del previsto e che costa, stando a qualche versione 20, stando ad altri 26 milioni di euro. La montagna partorisce il topolino, insomma. 

Per ciò che riguarda lo show, Celentano, il mago delle scaltre attese per fare ascolto, è il non pervenuto della prima puntata. Si è visto di sfuggita un paio di minuti; per ora ha mandato avanti il surreale Nino Frassica e l'impegnato, sferzante Natalino Balasso, l'unico col quale si è brevemente interfacciato, per poterne assorbire di riflesso lo spessore. Un trucco vecchio come il mondo. Anche perché il Maestro dei trucchi, quando fa i suoi sermoni invece di cantare (l'unico motivo per il quale lo si ama) in realtà non dice niente. Farfuglia un po' di banalità e cosette di buon senso, ma le attendi con la stessa predisposizione d'animo con cui attendi un calcio negli zebedei la mattina prima del caffè. 

A occhio credo che la strategia di contenimento della rete e del Clan Celentano (leggi Claudia Mori), non sia del tutto stupida, se ci si pensa. Tenere il vero Adriano nelle retrovie nelle prime due puntate e sbarazzarsi così in due serate ravvicinate del terrificante «Adrian». Tolto di mezzo il mappazzone, il nostro sarà libero di cantare nelle successive. Con benefici sullo share. In pratica: si rischia al debutto, dove comunque c'è il grande beneficio dell'effetto curiosità, e poi ci si rifà nelle settimane successive. Se nel frattempo non sono scappati tutti.

A proposito di «Adrian» mi piace comunque notare come nel cartoon, ambientato in un 2068 dittatoriale, l'orologiaio Celentano, che non riesce a staccarsi dalla propria mitologia, canti per caso durante uno show una canzone dal testo così forte da poter cambiare i destini del mondo e far tremare i cattivi di turno.
Ancora una volta ci prende per il «Prisencolinensinainciusol».

lunedì 21 gennaio 2019

ELENA, IL GOL DELLO SPOT «TIM» * FUGA DA «ADRIAN» * 10 MILA EURO ALLA PARODI

«Polvere di stelle» - Elena Piacenti di «X-Factor» nello spot Tim.
Bisogna fare i complimenti ai creativi di Tim, che hanno centrato uno stupendo spot istituzionale sul brand dell'azienda. Dura un minuto, l'animazione è sognante, e la musica scelta una vera sassata nel cuore: «Io che amo solo te» di Sergio Endrigo, cantata dalla diciottenne Elena Piacenti a «X-Factor». Un vero, emozionante tonico fra i palinsesti. È anche qui sotto, da ascoltare più volte al giorno, consiglia il medico.


Adriano Celentano.
Stasera parte «Adrian», e a Mediaset la paura fa 90. Forse 98. Come hanno rivelato TvBlog e il Corriere della sera, Michelle Hunziker e Teo Teocoli, vista la perenne assenza di Adriano Celentano dal luogo delle prove, hanno abbandonato il campo subodorando forse il possibile flop. Sarebbero rimasti nel progetto soltanto Ambra Angiolini e Nino Frassica, i quali però avrebbero dovuto entrare dalla terza puntata. Insomma, pare che il problema di «Adrian» sia proprio «Adrian».

Paolo Del Debbio.
Il ruvido Paolo Del Debbio è in rampa di lancio per tornare nell'informazione del Biscione dopo essere stato tolto di mezzo (a quanto si dice) su ordine di Silvio Berlusconi perché col suo talk troppo populista avrebbe portato in passato troppi voti a Matteo Salvini. Il problema è che fa ascolti, quindi fa comodo per l'audience. Quindi ritorna, ma in versione meno battagliera, per portare acqua al mulino di Silvio, che ha appena annunciato la propria candidatura alle Elezioni Europee, avallando indirettamente le indiscrezioni delle scorse settimane.

Gerry Scotti.
Giovedì prossimo Gerry Scotti riceverà la cittadinanza onoraria di Canneto Pavese, piccolo comune dell'Oltrepò Pavese dove ha sede l'azienda Giorgi, con la quale il conduttore ha realizzato una selezione di vini che portano il suo nome. 
L'idea non è nuova perché l'estate scorsa il vicino comune di Golferenzo aveva attribuito lo stesso riconoscimento anche a un altro artista, Al Bano, che si era prestato a cantare in dialetto pavese «Mai bei (la tersa gamba)» un celebre brano dei localissimi Beagles.

Paolo Brosio.
Occhio a Paolo Brosio, che dopo le dissolutezze e la conversione religiosa, ora torna sulla via dello spettacolo leggero in versione fifty-fifty partecipando all'«Isola dei famosi», al via il 24 gennaio su Canale 5. Se se la giocherà bene, l'astuto e simpatico giornalista può benissimo vincere. Segnatevelo da qualche parte perché non lo ripeterò. Forse.

Cristina Parodi.
Come racconta La Verità, l'Anas ha ingaggiato Cristina Parodi per condurre la mai abbastanza sottovalutata «Festa del Cantoniere», che ha visto sul palco anche il Ministro Danilo Toninelli
Il cachet della giornalista e moglie di Giorgio Gori sarebbe stato di ben 10.000 euro. «Soldi ben spesi», risponde Anas.

Morgan.
Per far parlare i giornali e stuzzicare il pubblico, Carlo Freccero, appena insediatosi come direttore di Raidue, dice di voler portare l'ex coppia Asia Argento e Morgan (già sacrificati da Sky per motivi diversi) sullo scranno di giudici di «The Voice». Con Morgan avrebbe già chiuso il contratto, con l'altra no. 
In prospettiva saranno più i guai che l'audience, forse, ma Freccy si rivela il solito, vecchio furbacchione.

giovedì 17 gennaio 2019

LELE MORA DERUBATO, I ROM, 40.000 EURO E LO CHAMPAGNE: SUL WEB PARTE LA SATIRA

L'ex agente dei Vip Lele Mora.
La vicenda dell'agente Lele Mora, che nel maggio scorso è stato derubato e minacciato in un campo Rom, a Milano, dove era con alcuni pregiudicati e stava trafficando, per quanto è dato sapere, in una partita di Champagne da 40 mila euro, viene raccontata nel dettaglio in quest'articolo del Corriere della sera on-line.
La notizia, venuta alla luce soltanto oggi, ha scatenato immediatamente gli appassionati di satira. Nel mio piccolo, io ho semplicemente rilevato che a questo punto bisognerebbe telefonare a Raf per fargli sapere (visto che lui se lo domandava in una sua celebre canzone) che cosa sia rimasto degli Anni 80.
Ma c'è anche chi, come Massimliano Uggeri, ha prodotto lo stupendo fotoritocco qui sotto. «Per brindare a un incontro», naturalmente (cit.).
Lo splendido fotoritocco satirico di Massimiliano Uggeri.

mercoledì 16 gennaio 2019

SERIE TV * «TITANS» PROMOSSA, «QUANDO GLI EROI VOLANO» BOCCIATA

I protagonisti di «Titans».
Su Netflix sono appena approdati l'evitabile, guerreggiante eppure noiosa, israeliana «Quando gli eroi volano» e un prodotto Usa che si lascia guardare senza opporre troppa resistenza: «Titans», della DC Comics. Non un capolavoro, ma se ami fantasy e azione, ci sta. Ammiccando al mondo teen.
I protagonisti di «Quando gli eroi volano».
Tre supereroi guidati dal Robin di Batman in versione bipolare combattono contro i cattivi e soprattutto contro chi li vorrebbe trasformare in cavie da laboratorio: c'è la ragazzina dai capelli blu con un alito che se le gira male uccide e se le gira bene guarisce da tutti i mali (però imponendo le mani, non con l'alito); c'è il ragazzino dai capelli verdi che se lo fai incazzare si trasforma in tigre, e soprattutto una panterona di colore dai capelli rossi che ha il potere di incenerire a palme aperte tipo lanciafiamme. Insomma, manca solo Wanna Marchi.
Ma non è finita: accanto a loro di volta in volta appaiono altri bizzarri superdotati (non nel senso Rocco Siffredi) in una girandola di scene da accettare come sono staccando il cervello. Puro intrattenimento fine a se stesso.

martedì 15 gennaio 2019

«ADRIAN», VOLUME DEGLI SPOT TROPPO ALTO (E IL WEB INSORGE CONTRO CELENTANO)

«Adrian», la graphic novel di Adriano Celentano.
È bufera, al momento solo sul web (ma non è cosa da poco), per il volume dei promo del nuovo show di Adriano Celentano, «Adrian», abbinato a una graphic novel che giace da alcuni anni in attesa di essere mandata in onda e che vedrà la luce il 21-22 gennaio su Canale 5, per nove settimane.

Il caso è scoppiato domenica sera, durante la messa in onda del primo episodio della sfortunata fiction «La dottoressa Giò», con Barbara D'Urso, non premiata dagli ascolti. Inframmezzati ai normali spot c'erano i promo del cartone animato (per semplificare) «Adrian», mandati in onda con un volume decisamente più alto rispetto alla normale programmazione. Su Twitter è iniziata una vera e propria sollevazione popolare da parte del pubblico. Critiche a pioggia, gente spaventata, insomma un apparente boomerang per chi voleva a tutti i costi attirare l'attenzione sul prodotto. O meglio, ci è riuscito ma con quali effetti? Le polemiche sono state fisse al secondo posto nelle tendenze del social network anche per buona parte della giornata di ieri. Qui sotto ne posto alcune, omettendo per carità di patria quelle più offensive. 

Il cantante, che non è nuovo alla tradizione dei promo a volume alterato (si pensi a «Rock economy», nel 2014) è solito affidarsi per la comunicazione e la gestione dei propri prodotti alla moglie Claudia Mori, che in genere fissa minuziosamente, nel dettaglio, tutte le condizioni. Quindi è possibile che sia stata lei a imporre a Mediaset di aumentare decisamente i decibel.

La legge, che considera molesta questa pratica, tollera un aumento di volume degli spot non superiore al 15% rispetto a quello della normale programmazione, come sottolinea in questa pagina anche il Movimento Consumatori. L'AGCOM, qualora rilevasse che questo limite è stato superato, potrebbe sanzionare applicando «l'art. 51 del Testo Unico della radiotelevisione in materia di pubblicità». Staremo a vedere se ci saranno esposti o altre prese di posizione.
D'accordo che pur di far parlare e destare attenzione, nel mondo dello spettacolo, va bene (quasi) tutto. Ma sarà questo il modo giusto?











lunedì 14 gennaio 2019

D'URSO, MANOVRE POLITICHE PER IL SERALE * SANREMO, LE INUTILI POLEMICHE SU BAGLIONI

«Polvere di stelle» - Barbara D'Urso chiave di volta del serale di canale 5.
La più grande preoccupazione a Mediaset, in questo periodo, è la messa su strada, da marzo su Canale 5, del nuovo serale di Barbara D'Urso. Che ha debuttato ieri sera con «La dottoressa Giò», accolto da poco più di tre milioni di spettatori e un assai tiepido 12,6% di share. Suppergiù lo stesso dato (in percentuale) di «Domenica Live» in versione corta tardo-pomeridiana, dopo la parziale fuga dalla vincente «Domenica in» di Mara Venier.
Silvio Berlusconi.
Da indiscrezioni che mi arrivano direttamente dai corridoi del Biscione, il nuovo serale della convincente D'Urso sarebbe la chiave di volta di Silvio Berlusconi per approcciarsi alle fondamentali Elezioni europee. Insoddisfatto dei talk populisti (ora depotenziati) di Retequattro, che avrebbero portato in passato troppi voti al rivale Matteo Salvini, il Cavaliere vorrebbe puntare sul volto amico della sua conduttrice pop per antonomasia per arrivare al pubblico semplice di monna Barbara, ottimo serbatoio di voti. Un elettorato prevalentemente femminile più pacato, e quindi più vicino a «Forza Italia». Berlusconi questa volta si gioca tutto.
Quindi il programma dovrà essere soprattutto un talk, che fra un vippetto e l'altro consentirebbe di inserire (con un occhio obbligato a non violare troppo la par condicio) personaggi in grado di portare acqua al mulino elettorale degli azzurri. L'apparizione di Silvio sarebbe già prevista soltanto l'ultima settimana prima del voto, per l'appello decisivo.
Da sinistra, Mauro Crippa e Alessandro Salem.
Sullo sfondo della nuova prima serata dursiana si consumerebbe anche la guerra per non perdere spazi fra due manager di punta della casa: Alessandro Salem, che guida l'intrattenimento, e Mauro Crippa, che veglia su comunicazione, news e talk. Quando un contenuto tv passa da un settore all'altro, come in questo caso, dallo spettacolo al para-giornalistico, e viceversa, si entra nelle rigide sfere di competenza di uno o dell'altro. Confini che vengono saldamenti difesi.

Claudio Baglioni.
Il Sanremo bis di Claudio Baglioni per ora incassa un no da Checco Zalone, che smentisce la sua presenza all'Ariston. 
E nella coda di polemiche (inutili almeno quanto la conferenza stampa, priva di notizie) che hanno investito il direttore artistico del Festival per avere espresso solo la sua opinione sui migranti (a fronte di una domanda che gli era stata posta, fra l'altro), finisce anche una sorta di “scoop” del quotidiano La Verità. Che scova una canzone dei New Trolls dall'impronta sovranista la quale sarebbe stata presentata per la gara e scartata da Baglioni. Una dietrologia spicciola che non convince, anche perché il pezzo, testo e musica letti e ascoltati ieri, è a mio avviso di rara bruttezza. Ma per alzare strumentalmente l'asticella della bagarre, ormai vale tutto.

Filippo Nardi.
In grande spolvero Filippo Nardi, ex rissoso del «Grande Fratello», che dal 24 gennaio sarà in Honduras come inviato per «L'isola dei famosi» di Alessia Marcuzzi, portando via il posto che avrebbe dovuto essere di Stefano De Martino. L'irrequieto «Conte» vuole tornare in pista, e sarebbe intenzionato a rilanciarsi a tutti i costi, anche con brevi ospitate dal vivo sul territorio (in Italia, non in Honduras) che gli consentano di alzare un po' di palanche senza sforzarsi troppo. E dopo l'Isola le quotazioni si rialzeranno. 

Claudio Bisio.
Sul suo sito Tremenza, Alessandra Menzani getta inquietanti ombre sulla simpatia (vera? Presunta?) di Claudio Bisio, scelto da Claudio Baglioni come co-conduttore, insieme con Virginia Raffaele, del Festival di Sanremo. Evidenzia una battuta di cattivo gusto fatta dal suddetto in una conferenza stampa a TV8 a proposito di Federica Pellegrini e sottolinea (non riesco a darle torto) quanto il talento della sua compagna sul palco dell'Ariston sia superiore al suo.

Christian Bale in «Vice».
Al cinema da non perdere c'è «Vice - L'uomo nell'ombra». Un film strano nell'"impaginazione", interessante, un po' lento ma ironico, documentato, sull'ascesa al potere (anzi, sull'intera vita) di Dick Cheney, vicepresidente di George W. Bush. L'uomo che governò l'America per anni facendo di tutto e senza che (quasi) nessuno se ne accorgesse. Si parla di politica e intrighi spruzzando il tutto di ironia, con un cast dove svetta Christian Bale nei panni del cinicissimo Dick.

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