venerdì 14 agosto 2020

MIRNA CASADEI: I MIEI 10 CONSIGLI PER SISTEMARE CASA RISPARMIANDO

In questo periodo di permanenza forzata in casa, le persone hanno scoperto quanto sia importante il luogo in cui viviamo. Per molti la casa prima era solo un posto in cui si andava per dormire e per mangiare, ma la vita era fuori: lavoro, amici, ristoranti, concerti, cinema…
Oggi le persone hanno riscoperto la casa, il focolare domestico, il nido. Inoltre in questo periodo di emergenza sanitaria la nostra casa è il luogo che più di ogni altro ci ha accolti e protetti ed oggi la guardiamo con occhi diversi e anche un po’ con il cuore.

Io mi occupo di valorizzare gli immobili in vendita perché siano presentati sul mercato in maniera più efficace e quindi si vendano molto velocemente (si chiama Home Staging). In questo periodo però sto dedicando il mio tempo e la mia creatività al benessere in casa: Home Wellness.
Mi scrivono moltissime persone che mi seguivano nei miei tutorial a Detto Fatto dicendomi che hanno voglia di rinnovare gli ambienti di casa ma non si possono permettere di cambiare l’arredamento, che sognano le case che vedono su Instagram o Pinterest ma pensano che ci vogliano troppi soldi per realizzarle. Non è così!

La mia specialità è trasformare gli ambienti di casa con poca spesa applicando agli spazi domestici le regole dell’Home Staging. E nelle mie consulenze a distanza faccio proprio questo: aiuto le persone ad avere case più accoglienti ed eleganti, che trasmettano benessere ed energia. Il tutto con piccoli budget. Bello vero?

Qui voglio darti le mie 10 regole per creare benessere nella tua casa: 

FAI DECLUTTERING
Letteralmente significa “eliminare il superfluo”. Liberarsi di tutte quelle cose che in realtà non usiamo ma che non buttiamo mai perché pensiamo che un giorno ci possano servire, oppure perché le abbiamo pagate molto, oppure perché sono dei ricordi. L’accumulo di oggetti pressoché inutili ha una radice profonda a livello psicologico. Qui mi limiterò a dirti che più si libera spazio in casa e più si libera spazio in testa e lo spazio in testa serve ad essere predisposti ad accogliere eventi nuovi e cambiamenti positivi nella nostra vita: indispensabile per avere un atteggiamento ottimista verso il futuro.
Quindi metti in uno scatolone (destinato magari ad organizzazioni benefiche): abiti che non ti piacciono più, attrezzi doppi, oggetti che ti sono piaciuti ma che non corrispondono più alla tua personalità o stile di vita e così via… Il risultato a livello di benessere psicologico ti sorprenderà. Hai presente quando sistemiamo un cassetto o una credenza ed è semivuota e perfettamente organizzata? A lavoro ultimato ogni tanto andiamo a riaprirla per riguardarla perché questo ci trasmette calma e benessere. Ecco, pensa se tutta la tua casa fosse così: ti sentiresti sempre benissimo!
Inoltre, se il lavoro di decluttering è fatto in modo profondo e ben organizzato, la confusione non torna più. 

ORGANIZZA
Quando una casa è ben organizzata e sai dove trovare ogni cosa, risparmi tempo e vivi più serena. Una casa organizzata fa guadagnare fiducia in sé stessi.

UNIFORMA I COLORI
La mia teoria è: pochi oggetti in giro per casa e colori uniformi. Questo non significa “tutto bianco” che oltre ad essere noioso risulta anche freddo. È importante però scegliere una serie di tonalità neutre: bianco, beige, corda… per poter aggiungere tocchi del tuo colore preferito senza creare confusione visiva. Per me la casa deve essere come “un foglio bianco sul quale poter disegnare”. I protagonisti della nostra casa siamo noi e dobbiamo avere spazio per poterci esprimere. Ti faccio un esempio pratico: se acquisti in tempi diversi scatole per il soggiorno per contenere ad esempio i giochi dei bimbi, sceglile sempre di uno stesso colore. Se ne compri una bianca, una rossa a quadretti, una a fiori, una con gli orsetti e così via, semplicemente perché in quel momento ti piaceva quella scatola, senza pensare ad abbinarla alle altre che già hai in casa, otterrai una serie di scatole “anti confusione” che saranno loro stesse fonte di confusione! Meglio invece uniformare i colori. Ci sarà più ordine visivo e sarà molto più facile mantenere ordinata la casa. 

SCEGLI LUCI CALDE
Per luci calde intendo quelle che tendono più al giallo piuttosto che al blu. Quando si acquista una lampadina si può scegliere la “temperatura colore” e ci sono di solito 3 opzioni: luce fredda, luce naturale, luce calda. Eviterei la prima e sceglierei o luce naturale o luce calda. Si può scegliere anche l’intensità (cioè la potenza) della lampadina. Ti consiglio un’intensità bassa per le abat jour o le luci d’atmosfera (da lasciare accese mentre ci si rilassa in salotto o si guarda la Tv) e intensità più alta, cioè luci più potenti, nelle zone di servizio come il bagno o il piano di lavoro della cucina.

AGGIUNGI FORME MORBIDE
Le forme morbide sono più piacevoli. Se avete uno spazio piccolo meglio un tavolo rotondo che permette movimenti più fluidi o un tappeto rotondo che ha un aspetto più accogliente. Gli spigoli invece respingono e trasmettono una sensazione di pericolo. 

CONCEDITI UN LUSSO DA TOCCARE
Toccare un tessuto morbido e satinato regala piccoli momenti di benessere, come avvolgersi in una coperta di cashmere o indossare un vestito di seta. Sicuramente un divano in velluto non è alla portata di tutti, ma un cuscino sì! E quando ti siederai sul divano ti verrà spontaneo accarezzarlo o tenerlo fra le mani. Questo ti trasmetterà una sensazione di benessere.

LA CAMERA DA LETTO
È il luogo del riposo, quindi consiglio di scegliere colori tenui e rilassanti. Qui è vietata la confusione! Inoltre, una regola fondamentale per riposare bene è non avere oggetti pesanti appesi alla parete dietro al letto. Per oggetti pesanti intendo quadri oppure mensole con oggetti e libri, o ancora le così dette “camere a ponte” (cioè con il mobile che gira intorno al letto sulla parete). Sono oggetti pesanti potenzialmente pericolosi perché potrebbero caderci in testa mentre dormiamo, quindi il nostro corpo dorme ma non riesce mai a riposarsi profondamente. Questo succede perché noi esseri umani, in quanto mammiferi, abbiamo un istinto primordiale che ci fa stare in allerta quando percepiamo un possibile pericolo, anche se fosse solo a livello inconscio. Per questo quando abbiamo un oggetto pesante che incombe sulla nostra testa, inconsciamente ci poniamo in uno stato di allerta, pronti a reagire in caso di pericolo. Per questo dormiamo ma ci svegliamo già stanchi e non riusciamo ad avere un sonno ristoratore e rigenerante. 

LO SPAZIO VERDE
Ricava in casa il tuo angolo verde! Stare a contatto con la natura trasmette benessere. Se hai la fortuna di avere un balcone, anche piccolissimo, puoi allestirlo con piante alte, una sedia e un tavolino per prendere un caffè nella tua piccola oasi verde. Sarà un momento rigenerante! Per renderlo un angolo davvero rilassante puoi aggiungere un paio di lanterne a terra e un filo di luci natalizie (a luce bianca, calda e non intermittente) avvolto ai rami di una pianta oppure appeso alla parete. Creerai un’atmosfera magica!

IL TUO PICCOLO CENTRO BENESSERE
Perché considerare il bagno solo come una stanza di servizio? In fondo è la prima stanza che viviamo la mattina e l’ultima prima di andare a dormire. Ed è lì che ci dedichiamo alla cura del nostro corpo. Non va quindi trascurata! Ti suggerisco di allestire il tuo bagno come un piccolo centro benessere aggiungendo una pianta, un profumatore per ambienti a bastoncini e perché no, dei bei quadri oppure una parete rivestita in carta da parati: ne esiste un tipo specifico per il bagno che non teme acqua o umidità! 

IL TUO SPAZIO DEL CUORE
Hai già in casa un tuo angolo del cuore? Dove ti accoccoli a leggere la tua rivista preferita? Dove ti senti bene? Dovresti averlo! Per crearlo è sufficiente un angolo di un metro quadro, magari con una poltroncina, un plaid morbido e un bel cuscino, una lampada da terra a luce calda e un mini tavolino creato anche solo con una pila di libri, dove appoggiare una tazza di the. Sarà il tuo spazio del cuore.

Prova a trasformare gli ambienti della tua casa seguendo questo piccolo vademecum e mandami le foto del “prima” e del “dopo”, sarò felice di scriverti un mio pensiero e magari un piccolo suggerimento personalizzato.

Mirna Casadei
Invia le tue foto a: info@mirnacasadei.it

 

domenica 9 agosto 2020

CRISTINA D'AVENA: "SAREBBE ORA CHE MEDIASET MI DEDICASSE UNO SHOW IN PRIMA SERATA"

Se dici Cristina D’Avena senti subito il profumo di pane e Nutella; e il suono ovattato di ingenui pomeriggi quando l’unica tua preoccupazione era cambiare canale. Tanto le sigle dei cartoon erano comunque tutte sue. In questi tempi balordi, dunque, aggrappiamoci alle certezze.
Cristina, come sta passando questo periodo in pandemia, nella sua casa milanese? Ha sviluppato nuovi hobbies o manualità, tipo maglia e cucito?
«Non ci ho pensato, ma avrei potuto fare uncinetto, che amo molto. Temo la fase 2 più della prima. All’inizio lo stop totale mi ha pesato, perché sono molto attiva, sempre in giro, faccio una marea di concerti e non passo un weekend a casa. Accettata la cosa, ho iniziato a creare con fanciullesca fantasia». 

E il percorso, dove l’ha portata?
«In cucina. Mi piace fare da mangiare ma non ho occasioni, anche perché finisco sempre al ristorante. Cucino la gramigna, una pasta arrotololata a virgola, tipica bolognese, con panna e salsiccia. Un “mattone” che mi ha fatto prendere due chili tutti da smaltire. Anche perché non mancavano poi tortelloni spinaci e ricotta e ravioli alla zucca».
Guardando alla prova costume della Fase 3?
«Anche alla quattro, volendo! La prova costume mi tranquillizza perché sarà un bel po’ avanti». 

Ma in casa è truccata, o pigiamone e «ciavatta», come dicono a Roma?
«Faccio anche molte dirette sul web, così mi trucco. Diciamo che è un mix tra tutone e magliettine, ma mai stile orso: cerco sempre di preservare la femminilità. Le ciabatte vanno e vengono, con questi virus non si sa mai…».
È anche lei tra coloro che lasciano le scarpe sul pianetottolo?
«No, però vicino alla porta, con la ciabatta, e disinfetto tutto. Sono anche un po’ maniacale. Quando esco per la spesa, nei negozi mi chiamano “Igienizzatrice mito”, perché oltre a mascherina e guanti porto anche l’alcol da spruzzare. Pulisco persino la sbarra del carrello dove appoggio i guanti, neanche le mani nude. Poi passo al resto del carrello, e quando lo lascio è ambitissimo: tutti lo vogliono». 

Per forza, è il più sanificato del mondo! È ossessionata, in pratica…
«Sì, ma non fate come me, perché faccio paura. Però mi dà sicurezza psicologica. Se ne sentono di tutti i colori…».
Lei non ha mai amato molto parlare del suo privato. Perché?
«Sono discreta e riservata. Ci sono persone che appena succede qualcosa, sbandierano tutto a chiunque. Io preferisco che le cose mie e della mia famiglia restino nostre, mi tengo tutto dentro. Al limite parlo alla mia più cara amica. Nel momento in cui dico per esempio che sono felicemente fidanzata, basta così».
Cosa che oggi noi confermiamo.
«Sì, è così. Sto molto bene. Ma lui chi sia, cosa faccia, dove sia, non mi piace dirlo. Questione di carattere». 

Immagino che viva con lei a Milano e venga disinfettato ogni giorno.
«Assolutamente, ci si disinfetta a vicenda!».
Essendo una leggendaria beniamina dei bambini, come si diceva anche dei grandi comici, non è che voi dovete essere, per definizione, un po’ “asessuati” agli occhi del pubblico?
«È vero. Diversi bimbi negli anni mi hanno detto: “Io ti amo e ti vorrei sposare, per cui tu non sei fidanzata vero?”. Io i primi tempi negavo sempre perché dirlo li avrebbe fatti piangere. Ora il problema è passato perché sono magari i ragazzi che mi dicono: vorrei sposarti. Ma i bimbi mi hanno sempre considerata la loro fidanzatina, e non potevo mandarli in crisi totale». 

Qual è la cosa più strana o folle che ha fatto per amore?
«A 22-23 anni, per fare una sorpresa a un mio fidanzatino di Napoli che amavo alla follia, convinsi un amico a partire di notte da Bologna per andare a portargli la colazione al risveglio».
È rimasta così romantica, o adesso i vassoi con la colazione, ai fidanzati, li tira sulle gengive?
«Purtroppo sono un’inguaribile romantica: cancro ascendente capricorno. E meno male, perché mi tiene un po’ più ancorata a terra. Il cancro ha la testa per aria». 

Il desiderio di avere un figlio, l’ha mai avuto?
«L’ho avuto. Per tantissimi anni sono stata totalmente assorbita dal lavoro dicendo: ho tempo, lo farò. Poi l’orologio biologico ti dice: che cosa vuoi fare? Qui chiudiamo tutto! Ho pensato e penso tantissimo alla maternità. Non sono ancora nella fase psicologica: mioddìo, che cavolata ho fatto, non ho fatto un figlio. Oppure: non l’ho fatto, pazienza. Sono in un limbo di grande riflessione, una fase di mezzo. Presto o piangerò tutti i giorni o me ne farò una ragione».
Un figlio potrebbe sempre adottarlo.
«Certo, assolutamente». 

È vero che è devota a Sant’Antonio da Padova?
«Molto, sin da bambina, come papà. L’ho pregato tanto anche in questo disastro di pandemia, perché aiutasse tutti. L’Antoniano di Bologna deve il nome a lui. È un santo che mi ha dato tanto, aiuto e segnali in momenti difficili».
Quale, per esempio?
«Ebbi un incidente anni fa con un amico, mia sorella e due sue amiche. Pioveva, dalle parti di Otranto, in una zona isolata e andammo fuori strada di notte e finimmo in un burrone. L’auto a tutta velocità evitò un palo e un grosso tronco, passò proprio in mezzo. Fu un impatto violentissimo. Io e il ragazzo eravamo completamente insanguinati. Metà macchina, dov’ero io, era intatta. L’altra semi distrutta. Mia sorella volò  sul cristallo posteriore. Non ci siamo fatti nulla, e salendo alla disperata per cercare aiuto si fermò un auto con un medico. Era un posto dove, ci disse la Polizia, avvenivano quasi solo incidenti mortali. Si potrà dire: questa è pazza. Eppure io so che è merito di Sant’Antonio, che mi protegge».  

Il prossimo anno festeggerà 40 anni di carriera. Credo che lei abbia fatto un percorso artistico intelligente e coerente. Non ha voglia però di un disco completamente diverso, di cover di brani altrui?
«Sì. Soprattutto dopo aver inciso “Duets” e “Duets Forever”, con tanti artisti che hanno cantato le mie sigle, mi è venuta voglia di un cd con pezzi che amo e che hanno fatto parte della mia vita; ne cito solo due: “E tu” e “Questo piccolo grande amore” di Baglioni. Credo che se le cantassi oggi, con l’esperienza di oggi e la mia vocalità attuale, sarebbe una bella cosa».
Dopo sette milioni di dischi venduti, non sarebbe ora che Mediaset, con la quale ha sempre lavorato, o la Rai, le facesse condurre uno show-tributo di prima serata, qualche puntata con ospiti?
«Magari, ben venga la televisione. Lo dico apertamente, e appoggio la sua idea girandola a chi di dovere. In fondo sono un personaggio trasversale, come pubblico. Sarebbe fattibilissimo. Basta solo la buona volontà di chi decide».

Se invece, con la sua immagine da eterna fatina e col placet dei genitori, una rete le chiedesse di fare una candid camera fatta di scherzi politicamente scorretti ai bambini, accetterebbe?
«No, non potrei mai farcela. Non è proprio nel mio mood portare via il gelato ai bambini. Farei invece molto volentieri una candid dialogando con loro e facendo con loro le cose più strane. Sarebbe divertentissima».

(DAL SETTIMANALE OGGI - MAGGIO 2020) 

 

giovedì 6 agosto 2020

MATTEO SALVINI E IL CORONAVIRUS: UN DILUVIO DI DISPERATE INCONGRUENZE

Matteo Salvini pubblica sui social la foto della figlia utilizzandola direttamente per farsi propaganda.
Analizziamo l'ondivaga strategia di comunicazione politica dell'astuto statista Matteo Salvini sul fronte Coronavirus. All'inizio, non esisteva. Un'influenza stagionale o poco più. Apriamo tutto! Sottovalutazione del problema che è stata comune (questo va detto in modo chiaro) a tutti gli osservatori e a tutte le forze politiche. Persino ad alcuni virologi, come la Gismondo, che fece una figura barbina. Pari e patta.
Poi il problema è diventato serio, fioccavano i morti, e gran parte della massiccia diffusione dei contagi nel Nord Italia è stata dimostratamente causata dalla scellerata gestione dello spostamento di contagiati e non contagiati all'interno di ospedali e case di riposo della Sanità lombarda (a gestione Gallera e Fontana, un gran bel personaggio, fedelissimo di Matteo). 
Il tutto mentre il leghista Luca Zaia in Veneto si comportava invece bene, e questo va detto in modo altrettanto chiaro. In questa drammatica fase, Salvini è stato insolitamente zitto, a lungo e intelligentemente. Del resto a Bergamo e dintorni stipavano cadeveri a cumuli nei sacchi neri nei ripostigli degli ospedali e poi li portavano via a centinaia con cortei di mezzi militari, era un po' difficile fare gli sbruffoni sempre e comunque, come prima ricetta della casa. L'unico che rimedia una figuraccia epocale è il declinante Vittorio Sgarbi, che nega il virus ed invita la gente ad andare nelle zone rosse.
Passata la buriana, la fase acuta, Vittorio Feltri su Libero scrive pubblicamente a Salvini: "Torna a fare quello che sai fare meglio: cavalcare le paure della gente". Un'ingenuità da anziano signore, ma stupenda nella sua disarmante verità. Salvini aspetta (giustamente) ancora un pochino, attende che il virus (miracolosamente) ci conceda una tregua, mentre nel resto del mondo si continuava (e si continua) a morire senza tregua e inizia una virile ma dissennata campagna pressoché negazionista tornando al punto 1 della sua commedia. Via le mascherine! 
Ma quale distanziamento sociale! E' il Governo che ci sta prendendo in giro! Un atteggiamento di sfida raccolto da molti dei suoi brillanti e ciechi seguaci. Forse dimentichi del fatto che sino a un mese prima o poco più si moriva a mucchi ogni giorno in questo straordinario Paese. Tanti però se ne accorgono, l'opposizione è alla frutta, bisogna tornare a "cavalcare le paure della gente". Come? Con la vecchia ricetta che funziona sempre: i migranti. Mescolati al Covid-19 diventano una bomba. Allora (e siamo ai giorni scorsi) contrordine compagni: la mascherina va portata, almeno nei luoghi chiusi, dice Salvini. Che oggi aggiunge: se salgono i contagi (tracurabili per lui sino a pochi giorni fa e in fase di apparente - momentanea? definitiva?- remissione della carica virale) è colpa dei migranti che il Governo fa entrare e noi no! Ecco che si torna, ma stavolta con la disperazione negli occhi, a "cavalcare le paure della gente". Il virus come coperta di Linus. Il virus usato a fisarmonica per piccionare la gente con le sue astute strategie di comunicazione. Ma questo è Salvini, bellezza. Uno sciacallo. Il resto è un Paese che prova a sopravvivere.

domenica 2 agosto 2020

SE SEI POCO NOTO, EVITA LE FAN PAGE DI FACEBOOK: SONO UNA FREGATURA

Il logo di Facebook.
"Giovanni Ciurretto ti ha invitato a mettere like a Giovanni Ciurretto". "Marcella Stragnelli ti ha invitato a mettere like a Marcella Stragnelli". "Ottavio Ragnazzi ti ha invitato a mettere like a Ottavio Ragnazzi".
Ma io mi domando: che cosa ve ne fate di tutte queste Fan Pages che non sono altro che un duplicato del vostro profilo Facebook? Manco foste un'azienda, cantanti in classifica o notissimi divi hollywoodiani. 

E' vero, le Fan Pages hanno alcune funzionalità di controllo del traffico maggiori e alcune feature attraenti per la vendita on line, ma sono anche solitamente una fregatura perché per posizionarle meglio nelle visualizzazioni, FB chiede soldi. E lo fa a volte in modo abbastanza insistente. Senza quelli, resti al palo. Quindi, se la tua popolarità è a livello poco più che condominiale, tieniti la tua bella pagina normale lasciandola magari aperta, in modo che ai contatti (le "amicizie") si possano aggiungere spontaneamente ed eventualmente anche i followers. Dà retta a un pirla.

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