La frastrazione dei medici di base di fronte ai no-vax. |
Ricevo lo sfogo qui sotto scritto da un'amica veronese delusa, moglie di un medico di base, e volentieri condivido con voi.
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C’è una cosa che proprio non sopporto nella narrazione dei vari no vax: anche il fumo fa morti eppure le sigarette non sono vietate. Ecco, chi fa paragoni così sa perfettamente di insultare l’intelligenza altrui perché sa benissimo che un tumore da fumo non è contagioso, un oncologico non intasa gli ospedali e soprattutto può stare vicino agli altri (semmai ha il problema delle sue difese immunitarie abbassate ma non arreca alcun rischio all’altro). E sa anche benissimo che per un paziente covid si intasa un reparto dal momento che vanno messe in atto tutte le precauzioni anticontagio.
Caro Franco, te lo scrivo qui. Volevo fare un post ma poi ho lasciato perdere… qualche giorno fa sotto casa nostra è passato un corteo no-vax. Ognuno la pensi come vuole, ok, ma sentir urlare “medici vergognatevi”, ecco, mi ha fatto salire una rabbia. Mio marito ascoltava e ha continuato a mangiare. Con amarezza. Di cosa dovrebbe vergognarsi, lui, medico di base, che nella prima ondata non è stato un giorno a casa, andava a svolgere la sua professione praticamente senza dispositivi di sicurezza, andava a casa dei suoi malati oncologici perché non poteva abbandonarli? Si deve vergognare di quando ha preso il virus in maniera seria, quasi da finire in ospedale, e, nei momenti di lucidità, rispondeva ai messaggi dei pazienti? Si deve vergognare ogni giorno che va a lavorare e sente gente che gli dice che il virus non esiste, che è tutta una montatura, e nonostante questo cura e ascolta anche chi fa questi sproloqui? Scusa lo sfogo. Mio marito non è un eroe. Fa il suo lavoro. Se l’è scelto. Ma non ha proprio nulla da doversi vergognare.