martedì 19 marzo 2013

M5S * GRILLO, GRASSO (E L'ASSURDO ACCERCHIAMENTO DEI MEDIA)

Due riflessioni post cassoeula (poi non dite che era pesante) su grilleide e dintorni, contraddizioni comprese. Scagliarsi contro la scarsa democraticità del M5S è un assurdo. Il tasso di democraticità è pressoché assente in ogni partito, dove da sempre dopo l'insediamento in Parlamento si obbedisce compattamente a precisi ordini di scuderia, pena l'eliminazione (o l'ostracizzazione, di fatto) del singolo. Così è nel Pd, pur con le sue mille anime più o meno candide, così è - alla massima potenza - nel Pdl. Se non obbedisci agli ordini, sei fuori. Chi fa finta di non accorgersene, o è in malafede, oppure ha un paraocchi geneticamente installato nella retina. Detto questo, il M5S non è immune da difetti. Di forma, più che di sostanza: se porti a Montecitorio un movimento strutturato come una riunione di condominio (con tutte le demagogie grilline del caso sulla politica low cost, che sono però una grande trovata di comunicazione), ti scontri con una vecchia macchina rodata e complessa che invece ha regole precise alle quali ti devi in qualche modo attenere. Forzare parte di quelle regole e introdurre gente nuova in politica era un compito di Grillo e dei suoi. Compito che mi pare al momento ben svolto. Sarà più dura, invece, ma questo si sapeva, tenere insieme l'Armata brancaleone. Che a mio avviso sarebbe bene tenesse 20-30 punti sui quali restare ultra-compatti, e lasciasse il resto alle libere decisioni del singolo. Il voto a Grasso da parte dei cosiddetti dissidenti, mi è parso una cosa molto intelligente, per esempio. E infatti ci ha portato due persone (sono solo le singole persone che contano) rispettabili alla presidenza di Camera e Senato. Quindi, dove sta il problema?
Per il resto, noto sui media tradizionali e sul web, da parte di attivisti di sinistra più attivi e realisti del re, un tale, quotidiano e (spesso) pretestuoso/patetico accanimento contro i parlamentari del M5S, che non ho mai visto - udite udite - neppure nei confronti di Berlusconi. Un attaccarsi alle minuzie pur di gettare fango che fa un po' tenerezza: all'asilo diverte ancora. Quando si è un po' più anzianotti, ti guardano strano. Intendiamoci, quest'odio cieco in parte lo comprendo (hanno perso elezioni vinte, come ha ammesso lo stesso Bersani) ma che sa più di tifo da derby allo stadio che d'altro. E il tifo da stadio non dovrebbe avere niente a che fare con la politica. Già, ma siamo in Italia. Scusate, è colpa della cassoeula.

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