Beppe Grillo, il Garante del M5S, che si definisce "elevato". |
Non che ci si potesse aspettare di meglio da questo Paese, che di sorprese in questo senso ne ha riservate sempre pochissime, ma il disfacimento del Movimento 5 Stelle (sotto gli occhi di tutti) è di una tristezza devastante: Casaleggio Junior che litiga con gli altri e vuole mantenere il data base degli iscritti in capo all'associazione Rousseau; si va per avvocati. Luigi Di Maio in ruggine (sottotraccia) con Alessandro Di Battista, che è sempre lì un po' alla finestra e un po' no in attesa di capire che cosa fare per non bruciarsi; e intanto si brucia, facendo il vecchio saggio che commenta i lavori nei cantieri; Giuseppe Conte e Beppe Grillo che si mandano reciprocamente a ranare in uno scenario livido di ricattini, esternazioni, sparate mediatiche.
Per tenere ostinatamente la palla su qualcosa che stava già faticosamente insieme prima, e che ora sta diventando difficile da gestire. La figura di Grillo, il Garante che perde colpi e ironia impazzendo nel tentativo di non perdere potere (quando sembrava sino a poco tempo fa sul punto di lasciare), è quella che ne esce peggio. D'accordo, c'è la grana del figlio da gestire, ma non l'ho mai visto in queste condizioni. Un brutto spettacolo, per uno che sapeva regalare show non stupendi, indimenticabili. Ma la politica è un'altra partita. E, come in tutte le cose nella vita, bisognerebbe avere la forza di fermarsi qualche attimo prima e uscirne; qualche attimo prima di fare pena.