martedì 5 luglio 2011

ALESSANDRO CECCHI PAONE * «PIERO E ALBERTO ANGELA? DUE MAESTRI PERFETTINI»

MILANO - Alessandro Cecchi Paone torna a scuola ma senza grembiulino. Da settembre, le videocassette della Macchina del tempo saranno messe a disposizione gratuitamente delle classi che ne faranno richiesta. E il conduttore inizierà un breve viaggio nelle aule italiane per parlare di scienza, natura e progresso. Intanto a partire da oggi, lunedì 29 giugno e sino al 12 settembre, dal lunedì al venerdì, alle 14, sempre su Rete 4, partono I viaggi della Macchina del tempo, pillole di approfondimento da 30 minuti ciascuna.

Allora Cecchi Paone, promosso a settembre?
«Sì, torneremo con la Macchina del tempo e con la gratificazione ("buona validità didattica") che il ministero ha dato al nostro lavoro. Fra la Tv e la scuola non è mai corso buon sangue. Noi andiamo controtendenza».
Sono stati loro a cercarvi o voi a proporvi? 
«Abbiamo sottoposto noi il materiale al giudizio del ministero, ma in passato ci erano pervenute richieste da singole scuole, e persino dall'ufficio del ministro Berlinguer».
Andrà nelle scuole a fare il maestro perfettino? 
«No, per quello bastano Piero Angela e il figlio. Non andrò dai ragazzi a dire: io so cose che voi non sapete e ve le insegno. Dirò semmai: scopriamo assieme i misteri della natura».
Piero Angela è preoccupato per i vostri successi o non vi vede neppure?
«Be', lui è tranquillo: in quella collocazione da 15 anni fa numeri alti. Trovo sia sconveniente metterci in contrapposizione per non penalizzare il pubblico. Però ho l'impressione che non abbia saputo rinnovarsi».
Però comperate quasi tutto dall'estero... 
«Perché, Angela che cosa crede che faccia? Io, quando posso, mi muovo per realizzare servizi e il materiale che acquistiamo è sempre rimontato e riscritto da cima a fondo. Invece ho l'impressione che altri traducano solo e mandino in onda. La colpa è della Rai, che da 15-20 anni ha smantellato tutte le strutture produttive documentaristiche. Aveva il dovere di tenerle e avrebbero anche reso come investimento».

(IL GIORNALE - GIUGNO 1998)

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