mercoledì 28 marzo 2012

VIRGINIA RAFFAELE * «SONO OSSESSIONATA DALLA PERFEZIONE»

«Le mie più che imitazioni, sono parodie; invece, nel caso di Belen, c’è stata la magia: la mia voce ha un timbro simile, gioca su toni bassi, come la sua, quindi tutto è stato più facile. Insomma, vuole la verità? Se la Rodriguez mi viene così bene, è soprattutto un fatto di c...». 
Smessi i succinti panni della showgirl argentina, che veste ogni domenica a «Quelli che il calcio...», Virginia Raffaele sorride e si rilassa nel suo appartamento a Nord di Roma. «Sono una che ama stare a casa. Oggi più che mai: poco fa ho rischiato l’infarto in palestra. Non mi allenavo da un po’. Ma anche quando sono a Milano per lavoro, dal giovedì alla domenica, raramente mi si vede in giro a fare vita mondana».
Se invece vi capita di incontrarla e volete cambiare faccia alla vostra giornata, costringetela a proporre la sua performance meglio riuscita, e sconosciuta ai più: «Goccia che cade da rubinetto che perde». Un capolavoro.

Virginia, a furia di gocce, è traboccato il vaso del suo successo.
«Sì, ma guardi che posso anche essere goccia cinese: una tortura»
Si aspettava che questa Belen le esplodesse tra le mani?
«Pensavo andasse bene, ma non così tanto. L’avevo covata a “Radio2 Social Club”, che è il mio laboratorio sperimentale, e poi proposta da Chiambretti».
Perché piace soprattutto alle donne?
«Non lo so. Forse perché strumentalizza i media, e non il contrario. Ma penso sia soprattutto il suo lato finto ingenuo, a far ridere».
La Rodriguez ha già risposto al fuoco, ammiccando all’imitazione?
«No. Non la conosco, ma credo l’abbia presa sul ridere. E poi nelle mie cose non c’è mai la volontà di offendere. In genere voglio raccontare un mondo».
Quale, nella fattispecie?
«Non c’è solo lei, svagata, con l’oggetto da raccogliere per sfoggiare una posa sexy, ma il sottobosco dei numeri da “Corrida” estrema che è “Italia’s Got Talent”».
Per esempio?
«Beh, lì si parte con la fantasia: come il cuoco che prepara il flambé e poi si dà fuoco. Cose non vere, ma verosimili».
È questo il segreto, la verosimiglianza?
«Parodisticamente, sì. Come quando faccio la Vanoni, che dice: “Eravamo io e Giorgio Strehler e stavamo per fare l’amore, poi ci siamo alzati e siamo andati via: lo stadio era pieno”. Ornella non l’ha mai detto, ma avrebbe potuto».
Il suo annuncio preferito in versione Belen a «IGT», qual è?
«Fra poco, un grande talento: ricordate “Sister Act”? Bene, sei suore petomani ci proporranno ora le più belle canzoni di questo musical. Codice 12».
Confessi: lei sul lavoro è pignolissima.
«Assolutamente. E con “Pignolissima” mi fa un favore: le assicuro che ci sono persone che hanno a che fare con me che usano espressioni molto meno eleganti e più colorite».
Ossessione del controllo?
«Sì, la tranquillità in scena mi viene dall’avere imparato bene tutto. Per sembrare ottimamente improvvisate, le cose devono essere perfettamente provate».
Ma esiste in lei un margine per la vera improvvisazione?
«Certo, quando sono a mio agio nella pelle di un personaggio, può succedere, rispondendo a quache stimolo a sorpresa, in studio. Mi escono cose che solo quel personaggio potrebbe dire».
Chi si rammarica di non riuscire a imitare?
«Se una cosa non mi viene d’istinto, non la faccio. Questo rientra nella mia cialtroneria. Ma della voce non mi preccupo, come ho fatto per la Polverini, che in realtà è completamente diversa: l’ho trasformata in una romana folkloristica, che “magna la pajata”».
In veste di Belen, non posso non chiederglielo: chi è il suo Fabrizio Corona?
«Ma secondo lei, io... Metta solo una faccina sorridente, come negli sms».

(TV SORRISI E CANZONI - MARZO 2012)

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