domenica 11 gennaio 2015

2014-2015 * UN'ECATOMBE NELLO SPETTACOLO (RESTERANNO SOLO GLI EX DEL «GRANDE FRATELLO»?)

Il 2013 diede un macabro antipasto con Enzo Jannacci e Franca Rame. Il 2014 partì male, con Arnoldo Foà, proseguendo (in rigoroso ordine cronologico) con la mattanza: Claudio Abbado, il regista Carlo Mazzacurati, Philip Seymour Hoffman, Shirley Temple, Roberto "Freak" Antoni, Francesco Di Giacomo del Banco del mutuo soccorso, Harold Ramis («Ghostbusters»), il chitarrista Paco De Lucia, Mickey Rooney, (se si tralascia Gabriel Garcia Marquez perché non strettamente legato allo showbiz, ma figura di caratura internazionale) Bob Hoskins, Eli Wallach, Giorgio Faletti, Yommy Ramone, Robin Williams, Richard Kiel (lo squalo in 007), Lilli Carati, Mango, che ha fatto la morte più classica e (si dice) più ambita da chi si esibisce in pubblico: sul palcoscenico. Peccato non potergli più domandare se sia vero, ma mi permetto di dubitarlo. Il 18 dicembre, in chiusura dell'annus horribilis, ecco anche Virna Lisi.
Sembrava chiuso un doloroso capitolo, e invece anche il 2015 è iniziato sotto i peggiori auspici, con una raffica di cadaveri eccellenti: in pochi giorni il grande Pino Daniele, il regista Francesco Rosi e, oggi, Anita Ekberg, il consunto mito felliniano del bagno nella Fontana di Trevi. Il tutto mentre anche Carlo Delle Piane si sentiva poco bene. Ormai chi lavora davanti e dietro le quinte deve avere un completo scuro sempre pronto nell'armadio per andare a salutare i colleghi.
Ci sarà, alla base di tutto, anche una normale questione biologico/anagrafica, non lo nego, ma è evidente ormai che siamo di fronte all'ecatombe dei lavoratori dello spettacolo internazionale. Lavorando per Tv sorrisi e canzoni, inizio anche a preoccuparmi per il mio posto. Questo stesso blog si chiama in modo ammiccante «Lo spettacolo deve continuare», ma fra non molto mancheranno le condizioni oggettive per farlo.
Quel che fa riflettere - al di là degli aspetti grotteschi - è che, stante la situazione attuale, i grandi artisti non vengono più rimpiazzati, se non da fenomeni da talent-show che in genere spariscono nell'arco di manco una stagione.
Fateci caso: quest'anno manco Paolo Villaggio, che per anni ha ribadito che sarebbe morto la notte del 31 dicembre successivo, si è lasciato andare al triste accenno. Forse perché il rischio si correva davvero. Ormai chi calca un palcoscenico, lavora in tv o su un set, deve sfogliare i copioni con una mano sola. Se resteranno solo gli ex del «Grande Fratello» o di «Amici», ditelo subito, che ci prepariamo al peggio.

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