giovedì 23 aprile 2015

VIVA GIANNI MORANDI, CHE SI TRASFORMA IN DEMAGOGO IMPOPOLARE

La valanga di insulti che l’ha travolto sulla sua Fan Page di Facebook sul tema difesa dei migranti, oltreché triste e arida, non tiene conto dei trascorsi di Gianni Morandi. Sia quelli politici, nella rossa e ubertosa Emilia, che quelli canzonettari. 
Senza contare il fatto che, essendo in pratica monumento nazionale, per me «il Gianni» può dire ciò che vuole (e dovrebbe godere persino di quell'immunità parlamentare di cui molti parlamentari abusano). 
Analizziamo la questione: il ragazzo non ha fatto altro che essere coerente con la storica e sanremese «Si può dare di più», che ha condiviso con Umberto Tozzi ed Enrico Ruggeri. Negli anni in cui a essere buoni in Italia non si rischiava il cappio.

Ha detto, con il consueto buonsenso, cose degne, giuste e soprattutto umane. In linea con la sua immagine familiare da Mulino bianco senza uso di Banderas. Sarebbe il testimonial ideale delle Macine, fra l'altro, essendosi a suo tempo fatto mandare dalla mamma a prendere il latte. Al massimo gli si può imputare un po' di sana incoscienza (vivaddìo) nel mettersi contro una fetta considerevole dell'opinione pubblica. Non riesco a capire se l'abbia fatto consciamente o se la cosa gli sia sfuggita di mano, ma viva il Gianni Morandi un po' meno cauto del solito. Demagogo impopolare. Un ossimoro vivente che mi piace assai.

Certo, sulla questione immigrazione i problemi a livello politico, sia nazionale che comunitario, esistono, sono gravi e vanno affrontati dall'Europa intera. Ma in sede politica. Il coerente Morandi non ha potuto fare altro che andare contro una certa xenofobia di massa per dire qualcosa di umano. Di fieramente popolare nella sua impopolarità.

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