lunedì 13 aprile 2015

SHOW FILES * JOVANOTTI IN QUOTA DC * 1992, LA DELUSIONE * LITTIZZETTO CACCA PUPU'

LA LEGA DI JOVANOTTI

Lorenzo Cherubini in arte Jovanotti è un bravo ragazzo, molto attento al marketing e con una grande, comprensibile voglia di democristianità. È politicamente schierato a sinistra, ma da sempre (per non deludere fans di ogni schieramento politico) ricerca il consenso totale, trasversale. Fiutando l'aria. Nella foga di piacere a tutti, ogni tanto commette qualche leggerezza. Come quella di infilarsi nella recente polemica su Twitter con Fedez e Matteo SalviniDiego «Zoro» Bianchi l'ha ben sottolineata ieri sera a «Gazebo», sfruculiando a dovere il cantautore di Cortona. Che ha spiegato le sue ragioni in una divertente intervista ben poco formale. La morale è che, anche se ti «hanno regalato un sogno», ogni tanto conviene stare zitti. VOTO: 6.


UNDERWOOD SOTTO TONO

Lungi da me l'idea di spoilerare lo spiazzante finale di «The House of Cards», ma va detto che questa terza è stata una stagione un po' sofferente, rispetto ai primi due capolavori. Fra le crisi di coscienza di Claire, i problemi di Frank (che non ha quasi mai flirtato col pubblico guardando dritto in camera) nella lotta per la rielezione e un Doug malconcio sullo sfondo, tutto è filato via in modo più lento, affannoso e problematico. Persino «The Walking Dead» si è rifatto sotto finale, ma nella seconda parte della stagione purtroppo si sono visti spesso troppi episodi-riempitivo. C'è poco da fare. Sino a oggi l'unico capolavoro, teso e perfetto dal primo all'ultimo capitolo, è stato il mai troppo celebrato «Breaking Bad». Ma ora si attende con ansia «Il trono di spade». VOTO: 7+.



RANIERI, IN RADIO PER SPOT

Di lui finora si ricordavano soltanto uno spot (allora si chiamava réclame) del 1972 per Barilla, e un altro del 1992 a bordo di una Y10 Selectronic. Ma da qualche tempo, in sordina, lo schivo Massimo Ranieri va in onda con alcuni commercial solo radiofonici per una catena di supermercati. Per uno come lui, così avveduto e lontano dalle lusinghe della pubblicità, deve essere stata una scelta sofferta. VOTO: 6,5.


LUCIANA, SESSO E CACCA

Ieri sera Luciana Littizzetto a «Che tempo che fa», spalleggiata da Fabio Fazio, ha fatto registrare 22 fra parolacce e allusioni sessuali o scatologiche in 18 minuti di intervento. Più di una al minuto. Sarà omologabile come record? Sarà il caso di puntare più sui testi e meno sulle paroline facili a effetto? Chi può dirlo... VOTO: 5.


1992, LA DELUSIONE

Era partita con un battage pubblicitario che manco per la missione spaziale della Cristoforetti, invece «1992 - La serie», dopo il botto iniziale, si è sgonfiata come ascolti e attenzione sui social. Il tentativo di metterla sul piano di capolavori Sky come «Romanzo criminale» o «Gomorra» è fallito. Colpa di un prodotto lento, disarticolato, sfilacciato. Con contributi recitativi come quello di Tea Falco, attrice per mancanza di prove. Insomma, dalla storia di Mani pulite ai dirigenti della rete di Murdoch che se ne lavano le mani, il passo è breve. VOTO: 5/6.

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