giovedì 6 agosto 2020

MATTEO SALVINI E IL CORONAVIRUS: UN DILUVIO DI DISPERATE INCONGRUENZE

Matteo Salvini pubblica sui social la foto della figlia utilizzandola direttamente per farsi propaganda.
Analizziamo l'ondivaga strategia di comunicazione politica dell'astuto statista Matteo Salvini sul fronte Coronavirus. All'inizio, non esisteva. Un'influenza stagionale o poco più. Apriamo tutto! Sottovalutazione del problema che è stata comune (questo va detto in modo chiaro) a tutti gli osservatori e a tutte le forze politiche. Persino ad alcuni virologi, come la Gismondo, che fece una figura barbina. Pari e patta.
Poi il problema è diventato serio, fioccavano i morti, e gran parte della massiccia diffusione dei contagi nel Nord Italia è stata dimostratamente causata dalla scellerata gestione dello spostamento di contagiati e non contagiati all'interno di ospedali e case di riposo della Sanità lombarda (a gestione Gallera e Fontana, un gran bel personaggio, fedelissimo di Matteo). 
Il tutto mentre il leghista Luca Zaia in Veneto si comportava invece bene, e questo va detto in modo altrettanto chiaro. In questa drammatica fase, Salvini è stato insolitamente zitto, a lungo e intelligentemente. Del resto a Bergamo e dintorni stipavano cadeveri a cumuli nei sacchi neri nei ripostigli degli ospedali e poi li portavano via a centinaia con cortei di mezzi militari, era un po' difficile fare gli sbruffoni sempre e comunque, come prima ricetta della casa. L'unico che rimedia una figuraccia epocale è il declinante Vittorio Sgarbi, che nega il virus ed invita la gente ad andare nelle zone rosse.
Passata la buriana, la fase acuta, Vittorio Feltri su Libero scrive pubblicamente a Salvini: "Torna a fare quello che sai fare meglio: cavalcare le paure della gente". Un'ingenuità da anziano signore, ma stupenda nella sua disarmante verità. Salvini aspetta (giustamente) ancora un pochino, attende che il virus (miracolosamente) ci conceda una tregua, mentre nel resto del mondo si continuava (e si continua) a morire senza tregua e inizia una virile ma dissennata campagna pressoché negazionista tornando al punto 1 della sua commedia. Via le mascherine! 
Ma quale distanziamento sociale! E' il Governo che ci sta prendendo in giro! Un atteggiamento di sfida raccolto da molti dei suoi brillanti e ciechi seguaci. Forse dimentichi del fatto che sino a un mese prima o poco più si moriva a mucchi ogni giorno in questo straordinario Paese. Tanti però se ne accorgono, l'opposizione è alla frutta, bisogna tornare a "cavalcare le paure della gente". Come? Con la vecchia ricetta che funziona sempre: i migranti. Mescolati al Covid-19 diventano una bomba. Allora (e siamo ai giorni scorsi) contrordine compagni: la mascherina va portata, almeno nei luoghi chiusi, dice Salvini. Che oggi aggiunge: se salgono i contagi (tracurabili per lui sino a pochi giorni fa e in fase di apparente - momentanea? definitiva?- remissione della carica virale) è colpa dei migranti che il Governo fa entrare e noi no! Ecco che si torna, ma stavolta con la disperazione negli occhi, a "cavalcare le paure della gente". Il virus come coperta di Linus. Il virus usato a fisarmonica per piccionare la gente con le sue astute strategie di comunicazione. Ma questo è Salvini, bellezza. Uno sciacallo. Il resto è un Paese che prova a sopravvivere.

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