domenica 9 agosto 2020

CRISTINA D'AVENA: "SAREBBE ORA CHE MEDIASET MI DEDICASSE UNO SHOW IN PRIMA SERATA"

Se dici Cristina D’Avena senti subito il profumo di pane e Nutella; e il suono ovattato di ingenui pomeriggi quando l’unica tua preoccupazione era cambiare canale. Tanto le sigle dei cartoon erano comunque tutte sue. In questi tempi balordi, dunque, aggrappiamoci alle certezze.
Cristina, come sta passando questo periodo in pandemia, nella sua casa milanese? Ha sviluppato nuovi hobbies o manualità, tipo maglia e cucito?
«Non ci ho pensato, ma avrei potuto fare uncinetto, che amo molto. Temo la fase 2 più della prima. All’inizio lo stop totale mi ha pesato, perché sono molto attiva, sempre in giro, faccio una marea di concerti e non passo un weekend a casa. Accettata la cosa, ho iniziato a creare con fanciullesca fantasia». 

E il percorso, dove l’ha portata?
«In cucina. Mi piace fare da mangiare ma non ho occasioni, anche perché finisco sempre al ristorante. Cucino la gramigna, una pasta arrotololata a virgola, tipica bolognese, con panna e salsiccia. Un “mattone” che mi ha fatto prendere due chili tutti da smaltire. Anche perché non mancavano poi tortelloni spinaci e ricotta e ravioli alla zucca».
Guardando alla prova costume della Fase 3?
«Anche alla quattro, volendo! La prova costume mi tranquillizza perché sarà un bel po’ avanti». 

Ma in casa è truccata, o pigiamone e «ciavatta», come dicono a Roma?
«Faccio anche molte dirette sul web, così mi trucco. Diciamo che è un mix tra tutone e magliettine, ma mai stile orso: cerco sempre di preservare la femminilità. Le ciabatte vanno e vengono, con questi virus non si sa mai…».
È anche lei tra coloro che lasciano le scarpe sul pianetottolo?
«No, però vicino alla porta, con la ciabatta, e disinfetto tutto. Sono anche un po’ maniacale. Quando esco per la spesa, nei negozi mi chiamano “Igienizzatrice mito”, perché oltre a mascherina e guanti porto anche l’alcol da spruzzare. Pulisco persino la sbarra del carrello dove appoggio i guanti, neanche le mani nude. Poi passo al resto del carrello, e quando lo lascio è ambitissimo: tutti lo vogliono». 

Per forza, è il più sanificato del mondo! È ossessionata, in pratica…
«Sì, ma non fate come me, perché faccio paura. Però mi dà sicurezza psicologica. Se ne sentono di tutti i colori…».
Lei non ha mai amato molto parlare del suo privato. Perché?
«Sono discreta e riservata. Ci sono persone che appena succede qualcosa, sbandierano tutto a chiunque. Io preferisco che le cose mie e della mia famiglia restino nostre, mi tengo tutto dentro. Al limite parlo alla mia più cara amica. Nel momento in cui dico per esempio che sono felicemente fidanzata, basta così».
Cosa che oggi noi confermiamo.
«Sì, è così. Sto molto bene. Ma lui chi sia, cosa faccia, dove sia, non mi piace dirlo. Questione di carattere». 

Immagino che viva con lei a Milano e venga disinfettato ogni giorno.
«Assolutamente, ci si disinfetta a vicenda!».
Essendo una leggendaria beniamina dei bambini, come si diceva anche dei grandi comici, non è che voi dovete essere, per definizione, un po’ “asessuati” agli occhi del pubblico?
«È vero. Diversi bimbi negli anni mi hanno detto: “Io ti amo e ti vorrei sposare, per cui tu non sei fidanzata vero?”. Io i primi tempi negavo sempre perché dirlo li avrebbe fatti piangere. Ora il problema è passato perché sono magari i ragazzi che mi dicono: vorrei sposarti. Ma i bimbi mi hanno sempre considerata la loro fidanzatina, e non potevo mandarli in crisi totale». 

Qual è la cosa più strana o folle che ha fatto per amore?
«A 22-23 anni, per fare una sorpresa a un mio fidanzatino di Napoli che amavo alla follia, convinsi un amico a partire di notte da Bologna per andare a portargli la colazione al risveglio».
È rimasta così romantica, o adesso i vassoi con la colazione, ai fidanzati, li tira sulle gengive?
«Purtroppo sono un’inguaribile romantica: cancro ascendente capricorno. E meno male, perché mi tiene un po’ più ancorata a terra. Il cancro ha la testa per aria». 

Il desiderio di avere un figlio, l’ha mai avuto?
«L’ho avuto. Per tantissimi anni sono stata totalmente assorbita dal lavoro dicendo: ho tempo, lo farò. Poi l’orologio biologico ti dice: che cosa vuoi fare? Qui chiudiamo tutto! Ho pensato e penso tantissimo alla maternità. Non sono ancora nella fase psicologica: mioddìo, che cavolata ho fatto, non ho fatto un figlio. Oppure: non l’ho fatto, pazienza. Sono in un limbo di grande riflessione, una fase di mezzo. Presto o piangerò tutti i giorni o me ne farò una ragione».
Un figlio potrebbe sempre adottarlo.
«Certo, assolutamente». 

È vero che è devota a Sant’Antonio da Padova?
«Molto, sin da bambina, come papà. L’ho pregato tanto anche in questo disastro di pandemia, perché aiutasse tutti. L’Antoniano di Bologna deve il nome a lui. È un santo che mi ha dato tanto, aiuto e segnali in momenti difficili».
Quale, per esempio?
«Ebbi un incidente anni fa con un amico, mia sorella e due sue amiche. Pioveva, dalle parti di Otranto, in una zona isolata e andammo fuori strada di notte e finimmo in un burrone. L’auto a tutta velocità evitò un palo e un grosso tronco, passò proprio in mezzo. Fu un impatto violentissimo. Io e il ragazzo eravamo completamente insanguinati. Metà macchina, dov’ero io, era intatta. L’altra semi distrutta. Mia sorella volò  sul cristallo posteriore. Non ci siamo fatti nulla, e salendo alla disperata per cercare aiuto si fermò un auto con un medico. Era un posto dove, ci disse la Polizia, avvenivano quasi solo incidenti mortali. Si potrà dire: questa è pazza. Eppure io so che è merito di Sant’Antonio, che mi protegge».  

Il prossimo anno festeggerà 40 anni di carriera. Credo che lei abbia fatto un percorso artistico intelligente e coerente. Non ha voglia però di un disco completamente diverso, di cover di brani altrui?
«Sì. Soprattutto dopo aver inciso “Duets” e “Duets Forever”, con tanti artisti che hanno cantato le mie sigle, mi è venuta voglia di un cd con pezzi che amo e che hanno fatto parte della mia vita; ne cito solo due: “E tu” e “Questo piccolo grande amore” di Baglioni. Credo che se le cantassi oggi, con l’esperienza di oggi e la mia vocalità attuale, sarebbe una bella cosa».
Dopo sette milioni di dischi venduti, non sarebbe ora che Mediaset, con la quale ha sempre lavorato, o la Rai, le facesse condurre uno show-tributo di prima serata, qualche puntata con ospiti?
«Magari, ben venga la televisione. Lo dico apertamente, e appoggio la sua idea girandola a chi di dovere. In fondo sono un personaggio trasversale, come pubblico. Sarebbe fattibilissimo. Basta solo la buona volontà di chi decide».

Se invece, con la sua immagine da eterna fatina e col placet dei genitori, una rete le chiedesse di fare una candid camera fatta di scherzi politicamente scorretti ai bambini, accetterebbe?
«No, non potrei mai farcela. Non è proprio nel mio mood portare via il gelato ai bambini. Farei invece molto volentieri una candid dialogando con loro e facendo con loro le cose più strane. Sarebbe divertentissima».

(DAL SETTIMANALE OGGI - MAGGIO 2020) 

 

Post più popolari

Lettori