martedì 5 ottobre 2021

MILANO * SALA AVREBBE VINTO COMUNQUE, MA IL TRACOLLO DELLA LEGA È COLPA DI SALVINI

I risultati delle elezioni comunali dell'ottobre 2021 a Milano.

Parliamoci chiaro: a Milano era scontato che fosse riconfermato Beppe Sala. Ha lavorato bene, ed è stato premiato. Quel che non ci si aspettava (in questi termini) era una sconfitta così pesante di Luca Bernardo, l'uomo fortemente voluto da Matteo Salvini, e il tracollo del Centrodestra. 57,7% contro il 32% non sono parole o analisi politiche, ma numeri che bruciano, soprattutto in Lombardia, tradizionale feudo leghista.
La gente ha capito il bluff vivente e si allontana sempre più dal confuso, ormai molto confuso imbonitore prossimo alla liquidazione da parte di Giorgetti, vista la sempre più marcata spaccatura interna.
Anche nel resto d'Italia Centrosinistra e Pd (che è soprattutto apparato) hanno vinto, come di consueto, facendo paradossalmente ben poco. Sfruttando soprattutto gli errori altrui, che sono parecchi. E non parlo tanto dell'inchiesta di Fanpage, che credo poco abbia impressionato gli elettori di Fratelli d'Italia: sapere che a Milano ci sono loro eletti che inneggiano al fascismo e prendono soldi in nero non penso li preoccupi particolarmente. E del resto Silvio Berlusconi, che forse sogna ancora illusoriamente il Colle, è stato impeccabile. Ormai sembra uno statista vero.
Parlo soprattutto di come la Lega e Salvini hanno gestito la questione vaccini e Green Pass. In modo ondivago, contraddittorio, fra continue retromarce e cambi di rotta insensati e dettati dalla disperazione del capo a picco nei sondaggi. Per accaparrarsi i voti di qualche picchiatello no-vax, sono andati a perdere il consenso della maggior parte dell'elettorato del Carroccio che giustamente nei vaccini credeva e crede, e l'ha dimostrato. Ha pesato più questo aspetto che non la vicenda di Luca Morisi, che pure di certo bene non ha fatto all'immagine di Salvini e della Lega tutta.
Poi ci sono stati il boom del Centrosinistra a Bologna e quello del Centrodestra in Calabria. E Roma, dove la batosta per i 5 stelle è stata letale: perse in pochi anni 550 mila preferenze, Virginia Raggi è riuscita a rimediare un 20%; ma il vero exploit è stato Carlo Calenda (se avessi votato nella Capitale l'avrei premiato anch'io), che è arrivato a numeri notevoli dal niente con una lista civica. Là il Centrodestra chiude il primo giro tre punti sopra il Centrosinistra, ma dovrà soccombere al ballottaggio perché dubito che gli elettori di Raggi e Calenda daranno il loro voto a destra.

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