giovedì 12 ottobre 2023

HAPPY DAYS * È IN ITALIA (A CODOGNO) LA PIU' GRANDE COLLEZIONE AL MONDO DI MEMORABILIA

Dalla tuta da lavoro di Fonzie ai giubbotti dei protagonisti. E l'introvabile flipper. La collezione di Happy Days da Guinness dei primati è a Codogno, in provincia di Lodi, e la custodisce il radiologo Giuseppe Ganelli.

Il quartier generale del Fonzie italiano è una bella villa borghese nel cuore di Codogno (Lodi), col prato all'inglese e una tavernetta che custodisce i tesori di Giuseppe Ganelli, 55 anni, radiologo col pallino di "Happy Days". A quattro mani con il giornalista Emilio Targia ha pubblicato per Minerva il libro "La nostra storia", guida definitiva alle chicche del telefilm (allora non si chiamavano ancora serie tv) entrato nella leggenda del video. Trasmesso in Italia a partire dall'8 dicembre 1977 sulla "Rete 1", divenne fenomeno di costume e visse 11 intense stagioni di successi. Raccontava un rassicurante mondo familiare calato nella placida provincia americana, ed è oggi solido conforto nella memoria di noi "Boomer", inglesismo che sta per diversamente giovani.


Ganelli, quanti pezzi ha nella sua collezione, nel Guinness dei primati come la più vasta al mondo?

"Più di 2.000. Fra riviste, merchandising, oggettistica varia d'arredamento, capi d'abbigliamento, foto e vestiti di scena, copioni originali. Ne ho 230 su 255 episodi girati".

Il primo oggetto e l'ultimo.

"Il primo fu un pupazzetto di Fonzie altezza Barbie comprato nel '78. L'ultimo una mini-bicicletta da prima infanzia scovata a Londra e speditami smontata da un amico irlandese". 

Quali sono le perle?

"Il flipper di Happy Days. Non dirò mai quanto mi è costato. Poi la tuta da meccanico di Fonzie datami da Henry Winkler; il giubbotto della Jefferson High che mi ha regalato Potsie, l'attore Anson Williams. Ma anche la camicetta che indossò la signora Cunningham (Marion Ross), in due episodi nei quali col marito giocava a bowling con quelli della Loggia del Leopardo".

E il giubbotto di Fonzie?

"Purtroppo no. Di originali ne esistono solo due, battuti all'asta per 40 e 80 mila dollari".

Che cos'ha fatto per omologare il record?

"Fu un incubo vero. Con mio fratello, che mi riprendeva con un iPad, ho dovuto contare e mostrare - uno a uno - tutti i pezzi a favore di camera. Girammo tre filmati pesantissimi, di ore, che dovemmo poi spezzare ulteriormente e caricare sul server del Guinness. Una caterva di giga".

Se qualcuno dovesse batterla?

"Non credo che avrei la forza di rimandare ancora tutto daccapo aggiungendo le novità".

Per avere parte di tutto questo lei è diventato bonario stalker di tutto il cast?

"Ho iniziato scrivendo loro alcune lettere, e rispondevano! Poi pian piano li ho conosciuti tutti,  tranne l'attore Al Molinaro, già anziano. Fu il secondo titolare del bar di Arnold's".

Con Winkler ormai è intimo.

"Sì, con Fonzie c'è un filo diretto, l'ho incontrato più di tutti, anche a Londra quando si fermò quattro anni per un musical: andavo due volte l'anno. Ricordo una giornata memorabile in occasione di "Bronz The Fonz", a Milwaukee, con l'inaugurazione di una statua dedicata a lui. A tenere un discorso furono il Governatore del Wisconsin, il sindaco della città, lo stesso Winkler, il produttore Garry Marshall e il sottoscritto. Mi focalizzai sul personaggio Fonzarelli, di origine italiana. Se guardo i depliant ancora non ci credo".

Ma anche Marshall era mezzo italiano.

"Noto soprattutto come regista di Pretty Woman. Il cognome vero era Masciarelli; venivano da un paesino abruzzese. Un giorno mi mandò da tradurre una lettera dei suoi parenti italiani".

E il più imprendibile? Immagino Ron Howard, diventato pluri celebrato regista hollywoodiano.

"Richie rimase in Happy Days sino alla settima stagione, poi scappò per fare il regista. Salvo tornare l'ultimo anno. L'ho incontrato due volte: in America alla reunion per i 30 anni della serie, e a Roma, quando sul set del suo film "Angeli e demoni" gli portai in regalo la locandina della versione italiana del suo primo film".

Che tipo è?

"Cortese e professionale, mi ricevette in pausa pranzo. Sta assieme alla moglie Cheryl da quando aveva 14 anni, hanno quattro figli, e gira ancora con una vecchia due cavalli, che adora. Alcuni anni fa ha venduto tutta la sua enorme proprietà per una cifra che ignoro".

E gli altri, che fine hanno fatto?

"La bella Jonie, Erin Moran, è morta nel 2017 per un carcinoma alla gola. Il suo fidanzato nella serie, Chachi, ovvero Scott Baio, ha venduto la sua villa per sei milioni di dollari e segue ovunque la figlia campionessa di golf. E Potsie (Anson Williams) nel novembre scorso ha provato a farsi eleggere sindaco del suo paese, Ojai, in California, ma non ce l'ha fatta".

Lei è single. Fonzie le ha mai dato consigli per conquistare le donne?

"No, anche perché Winkler dice di essere caratterialmente l'opposto del suo personaggio spaccone".

E per l'uscita del libro?

"Mi ha consigliato di tenerlo nelle foto sempre vicino alla faccia, cosicché sui giornali non possano tagliarlo, e di rispondere a ogni domanda della stampa - fosse anche: "Che ore sono?" - partendo con la frase: "Com'è scritto anche nel mio libro..."".

Una lenza. Le vuole bene, insomma.

"Ha scritto la prefazione (e Max Pezzali la postfazione) regalandomi una gratificazione enorme, definendomi oggi uno tra i principali collanti del mondo di Happy Days".

Ha mai pensato di vendere tutto e monetizzare?

"Non lo farei mai! E poi chi la comprerebbe, questa roba? Forse ha ragione un amico, che di recente mi ha detto: "Bravo, raduna le cose per bene, che un giorno il tuo nipotino porterà tutto in discarica".


(DAL SETTIMANALE GENTE - APRILE 2023)



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