mercoledì 29 febbraio 2012

LA FIGLIA DI RENZO VILLA CONTRO LA FICTION SU WALTER CHIARI: «SNATURA LA REALTA'»

Non solo il peccato di vanità della stucchevole autocitazione fatta dal produttore, Luca Barbareschi, che ha trovato il modo di incensare se stesso facendo leggere a una delle protagoniste una vecchia recensione di "Romance" scritta da Repubblica. Ora contro la fiction di Raiuno "Walter Chiari - Fino all'ultima risata" scendono in campo anche familiari e collaboratori di Renzo Villa, proprietario, direttore e storico volto di Antenna 3 Lombardia, con la quale il grande attore comico collaborò per qualche tempo. "A differenza di questo rappresentato, mio padre non licenziò mai Walter Chiari. Ci furono anche vivaci momenti di confronto, ma gli manifestò sempre la sua stima, sia in pubblico che in privato" dice la figlia Roberta. Renzo Villa non può più difendersi da solo, essendo morto di cancro a Varese il 16 dicembre 2010. Forse non fu un conduttore eccellente, ma è stato senza dubbio un ottimo coordinatore e direttore di rete, e ha dato vita a quella che fu probabilmente la più entusiasmante avventura delle tv private italiane nel Nord Italia.
"Esprimiamo il nostro parere negativo - dicono Roberta Villa e Wally Giambelli, stretta collaboratrice del direttore-presentatore - circa lo spezzone della fiction riguardante il rapporto di Walter Chiari con Antenna3 e con Renzo Villa. L’immagine di Villa e dell’emittente sono state completamente snaturate dagli sceneggiatori.
Villa è stato presentato come una macchietta e si è ricorso allo sfruttato stereotipo dell’industrialotto brianzolo un po’ rozzo e arrogante. Antenna3, invece che nella sua grandiosità (all’epoca possedeva lo studio televisivo più grande d’Europa, che poteva accogliere più di 1000 persone) è stata rappresentata come una piccolissima emittente locale. Veri errori. Il rapporto tra Chiari e Villa (a Telealtomilanese prima e ad Antenna3 poi) è stato caratterizzato sempre da grande stima e simpatia reciproca. Le assenze ingiustificate di Walter certo non erano gradite né dall’emittente né dagli sponsor, ma ogni volta Renzo restava affascinato dalle parole che Walter trovava per farsi perdonare e dalle promesse tipo “… manderò fasci di rose a tua moglie!”. Il loro è stato un incontro tra persone sensibili e con un grande senso dello spettacolo: questo avrebbe dovuto, a nostro parere, trasparire dallo spezzone della fiction che riguarda Antenna3. E’ logico che, per Walter Chiari, lavorare in una Tv privata, dopo i fasti della Rai, abbia rappresentato un “arretramento”, ma la libertà ed il rispetto che ha potuto sperimentare chiunque abbia lavorato là in quegli anni non gli sono mai stati negati né da Villa né da alcun altro suo collaboratore".

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