mercoledì 30 maggio 2012

NINA ZILLI * «CHIAMATEMI NONA, DOPO UN EUROFESTIVAL 2012 TROPPO DANCE»

«Ma quale Nina? «Da oggi mi chiamo Nona, Nona Zilli». Il giocoso riferimento al suo piazzamento nella classifica dell’«Eurovision Song Contest» (meglio noto come Eurofestival), non poteva essere più puntuale.
Nina Zilli, piacentina di Gossolengo proiettata sabato scorso nella magia di Baku, in Azerbaijan, per la finale della kermesse che vedeva in gara i cantanti di 42 Paesi europei, gioca – come sempre – la carta dell’ironia. Era partita come super favorita, invece si è dovuta accontentare.
«Ma va benissimo così, anche se alla vigilia dicendo che non avrei vinto senz’altro ho fatto un po’ di sana scaramanzia. Invece è andata davvero così. L’importante però è che le cose siano andate bene, che sia riuscita a fare conoscere la mia musica in tanti, tanti Paesi. Ho giocato per molti anni a basket, e se c’è una cosa che lo sport mi ha insegnato è non abbattermi per le sconfitte. Si vince, si perde, basta relativizzare le cose».

Ma com’era, questa Baku? «Incredible Baku, mi viene da dire» continua Nina. «Dalla finestra del mio albergo vedevo la parte moderna, con le tre lingue di fuoco e le boutique delle griffe più note, insomma l’occidentalità; e appena dietro c’era la parte antica, androni del VI secolo Dopo Cristo, echi musulmani, e gente che ama l’Italia, e che applica per noi il detto: “Stessa faccia, stessa razza”. Ha presente nel film “Mediterraneo”? Ecco, così. Gente che è abituata alla condivisione, come solitamente fa chi ha meno. Ovviamente preferivo questa parte della città, ma per lavoro purtroppo sono rimasta più nell’altra, scintillante, nella Chrystal Hall, che fra l’altro ha un’architettura stroardinaria».
Più complesso il discorso per gli altri brani in gara. «Li ho sentiti tutti, tranne tre o quattro mentre ero in camerino. Il pezzo svedese che ha vinto, quello di Loreen, non mi piaceva, d’altra parte là c’era quasi tutta roba dance, che loro amano molto e che a me non entusiasma, ma l’ho conosciuta, è simpatica, brava e anche molto bella, nonostante si nascondesse spesso la faccia con i capelli. Tra gli altri, se devo sceglierne alcuni, ho apprezzato abbastanza quello di Roman Lob dalla Germania, del crooner inglese Engelbert Humperdinck, che è un’istituzione, e la canzone di Soluna Samay, della Danimarca».

(TV SORRISI E CANZONI - MAGGIO 2012)

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