lunedì 1 ottobre 2012

SI POSSONO RIMPIANGERE CRAXI, ANDREOTTI E FORLANI?

Anche nella cosiddetta "Prima Repubblica", politici e amministratori pubblici rubavano e intrallazzavano. Ma lo facevano in silenzio, oserei dire con stile. Ti prendevano per i fondelli, in fondo, ma non c'era sfacciataggine (se non in rarissimi casi). Venivano chi dal Pci, chi dalla Dc, chi dal Psi, chi da correnti minori liberal-repubblicane. E nuotavano nel loro brodo primordiale. Che era magari immondo, ma restava sottotraccia. E se venivano beccati, sparivano per sempre, coperti di vergogna, di disdoro. Via dalla scena del crimine. Chi a casa, chi in qualche esilio più o meno dorato, come il cinghialone di Hammameth, per evitare la cattura. Al massimo scrivevano le loro prigioni, ma se ne restavano buoni buoni.
Oggi, Seconda-Terza (poco tersa) Repubblica, il politico-faccendiere preso con le mani nella marmellata, non solo non sparisce di scena, ma moltiplica i propri passaggi televisivi. In genere di rara volgarità. Proclamandosi innocente, getta fango su altri, urla al complotto della Magistratura, e fa tutto tranne che andarsene o dimettersi. Nella migliore delle ipotesi è stato frainteso; nella peggiore "esiste un complotto" contro di lui, per delegittimarlo. In un crescendo di arroganza e strafottenza nei confronti di chi l'ha votato, che tocca il sublime.
Lo dico piano perché non vorrei essere sentito (questo file si autodistruggerà in 10 secondi), ma da tempo ho iniziato a rimpiangere Craxi, Andreotti e Forlani.

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