martedì 16 dicembre 2014

AGON CHANNEL * CARO BECCHETTI, DOPO CAPRARICA PRENDI JIMMY IL FENOMENO

Antonio Caprarica, che si è appena dimesso - a sorpresa - dalla carica di direttore responsabile del Tg dell'albanese Agon Channel, è uno che mi fa impazzire.

Sentite qui la dichiarazione ufficiale appena fatta all'AdnKronos: «Mi sono dimesso per giusta causa, per la mancanza assoluta delle strutture e del personale minimi per mandare in onda e confezionare un tg. Se questa è la tv del futuro, io non intendo starci. Mi hanno promesso sul contratto una struttura rispondente agli standard internazionali e mi sono ritrovato a montare i servizi nei container, con una redazione di nove persone che doveva realizzare tutti i tg, due ore di programma del mattino e un'ora di approfondimento serale. Più che la tv del futuro è la tv delle repliche ... Ho fatto l'impossibile per assicurare la messa in onda del telegiornale Agon News - ben 10 edizioni al giorno -, del programma mattutino I Primi (8,00-10,25 ogni giorno) e degli approfondimenti quotidiani di Times Square (cinque appuntamenti settimanali in seconda serata, tre condotti da me): il tutto con nove redattori. E basta. Non un producer, un autore, nemmeno una segretaria di redazione. E un solo apparecchio telefonico per tutti ma non una stampante ... Tanta fatica risulta comunque sprecata in mezzo a una programmazione di canale che, in mancanza di magazzino, offre solo repliche dopo repliche - perfino della festa di lancio del 25 novembre... - come i rari spettatori di Agon Channel Italia hanno potuto tristemente verificare».

Al di là dell'uscita di scena da gran signore (e prendendo per buone le tue affermazioni), sant'uomo d'un Caprarica, la domanda nasce spontanea: non ti sei sincerato prima di dove stavi andando a lavorare? Un giornalista d'esperienza come te, prima di accettare un incarico così prestigioso (peraltro appena rifiutato da Alessio Vinci), non ha verificato che ci fosse la struttura adeguata per supportare la messa in onda di un Tg? 
A me risultava che solo pochi giorni prima della partenza ci fossero problemi (forse un contratto discusso e non ancora in essere) con un'agenzia che doveva fornire i contenuti giornalistici più datati, il cosiddetto materiale d'archivio. Questo tu lo sapevi, Antonio santo. Non potevi non saperlo. Perché di quel tg eri il direttore.
La verità, forse, è che sei andato allo sbaraglio sperando che ti andasse bene, e ora sbatti la porta facendo la scena madre.
Fonzie ti avrebbe dato quantomeno del pivello. A Milano si chiama in un altro modo.
Ora lasci Simona Ventura al suo calcistico destino albanese e Sabrina Ferilli a intervistare, dopo Veltroni («Frost Vs. Nixon», ha detto qualcuno) la figlia di Wanna Marchi e Ali Agca. A modo suo artigggiano della qualità. Fossi nei panni di Becchetti, per sostituirti prenderei Jimmy il Fenomeno.

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