domenica 6 maggio 2018

50 ANNI DI BAGNASCO (E CHI L'AVREBBE MAI DETTO?)

Franco Bagnasco
50 anni di Bagnasco. Non fa un po' impressione? A me sì.
Ieri siete stati quasi mille a spendere un minuto della vostra vita (la mia deriva Fabio Volo degli ultimi tempi non mi piace per niente, ma prendetela come viene) per il mezzo secolo di questo vecchiaccio un po' spelacchiato e provato ma sempre sul pezzo. Telefonate, Whatsapp, Twitter, soprattutto Facebook (la bacheca è bloccata alla visione dei contributi esterni, quindi purtroppo non potete gustarne la varietà) mi hanno tenuto in prontezza operativa tutta la giornata. E vi ringrazio di cuore per la vicinanza e gli incoraggiamenti.

Dal punto di vista psicologico mi ha segnato di più il passaggio dai 30 ai 40 di quello fra i 40 e i 50. Scarrellare fra 3 e 4 mi destabilizzò di più. Decisamente. Ora la vedo più come un prolungamento dell'età di mezzo. Quella in cui hai più coscienza di te stesso e aneli al minor numero possibile di rotture di zebedei. Poi i 50 sono i nuovi 30, non lo sapete?

Non faccio bilanci (ma soprattutto bilance) perché c'è ancora del lavoro da fare. Lungi dal credermi perfetto o un santo, credo però di avere sempre dato, empaticamente, il più possibile a chi mi stava attorno. E molto mi è stato restituito. Ho fatto - e sempre farò - ciò che dovevo per difendere la mia serenità, la mia dignità, la mia libertà e il mio lavoro quando venivano minacciati. Il resto sono coriandoli, attese sotto la pensilina, assestamenti dell'ego, freccette avvelenate, code al Carrefour e Sanitrit che si rompono.
Sì, chi mi segue da un po' sa che ogni 3-4 anni a casa mia in bagno si rompe il Sanitrit. Puntuale come una cartella esattoriale, si è fermato anche quest'anno. In occasione dei miei 50. La ciliegina sulla torta. Ma per fortuna non è stato il delizioso Niagara brown dell'ultima volta. L'avrei presa male. Mezzo secolo in fondo ci sta. Mezzo secolo di merda non lo potevo accettare.
Franco

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