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sabato 2 gennaio 2016

CAPODANNO DI RAIUNO * VA IN ONDA LA BESTEMMIA MA TOLGONO IL «VAFFANCULO»

Tutta Italia sta parlando del countdown sbagliato e del bestemmione finito erroneamente tra gli sms scorrevoli dei festanti spettatori del capodanno di Raiuno, «L'anno che verrà», con Amadeus e Rocco Papaleo. Il responsabile del mancato filtraggio è stato sospeso, la gente scatenata nei commenti su Twitter e sui social network, ecc. ecc.

Pochi hanno notato invece un'altra chicca. Dopo mezzanotte, tra gli ospiti sul palco di Matera, c'era anche Marco Masini, che ha cantato la sua leggendaria «Vaffanculo». Più che una canzone, un urlo liberatorio. Invece di «Disco samba», la prima rete ha scelto una formula singolare per augurare un buon 2016 agli italiani, avrà pensato qualcuno. Del resto oggi un vaffa non si nega a nessuno, è comunque una forma d'arte (in questo caso), e va bene così. Io non mi scandalizzo certamente. Meglio degli Inti Illimani o della seimilionesima riproposizione di «Sei diventata nera».

Il fatto è che durante tutta la serata, ogni canzone è stata valorizzata con il relativo testo fra i sottotitoli modello karaoke, per far cantare il pubblico in piazza e a casa. Tutte, compreso il pezzo di Masini. Tutto il testo, tranne la parola del titolo. Non si capisce per quale forma di pruderie post-democristiana, dal momento che si era deciso di mandare in onda quella canzone. 
Quindi, perché cancellarne il titolo durante il coro, che già perforava l'aere?


Benedetti ragazzi, dopo aver lanciato un vaffa masiniano nascondete la mano per fare moralismo, e poi vi scappa in sottopancia la bestemmia di uno di Taranto? Non si fa così, dai...
In tutto questo comunque il San Silvestro di Raiuno ha fatto quasi il doppio dell'ascolto di quello di Gigi D'Alessio da Bari su Canale 5. Dove c'era un Gianluca Grignani «alticcio» tutto da gustare. Anzi, da sorseggiare. Non c'è più religione.

mercoledì 31 dicembre 2014

AMORE & AMICIZIA * BUON ANNO ALLE PRESENZE SILENZIOSE

Mi prendo cinque minuti di serietà per dedicare l'ultimo post dell'anno alle tante persone silenziose che ci stanno accanto. O meglio, alle persone silenziose che vorrebbero starci accanto e per un motivo o per un altro non possono farlo, perché siamo noi a non volerlo. Persone che quotidianamente, con pazienza, tenacia e quasi impercettibili segni, costruiscono un minuscolo ponte, ci fanno sapere di esistere e lasciano una porta aperta, quando siamo noi a tenerla chiusa. Per comodità, paura, ferite pregresse o anche solo per pigrizia. Non parlo di stalker, o cose simili, ovviamente. Parlo di quelle anime anche degne che vorrebbero avere un posto nella nostra vita, ma noi per tanti motivi non possiamo/vogliamo accontentarle. Perché non corrispondono ai nostri canoni estetici; perché il feeling giusto non c'è; perché sentiamo che non sono «la» (sempre che esista, parliamoci chiaro) persona della nostra vita; perché siamo un po' idealisti e non vogliamo stare con qualcuno soltanto per non vivere da soli; perché col passare degli anni la pazienza cala e si fa prima a notare quel che non ti piace di quel che ti piace, in qualcuno. Perché magari ami scherzare ma non prendere in giro la gente. Perché siamo presi da mille distrazioni e impegni quotidiani stipati in qualche cassetto. E tutti sembrano occupare un posto più degno di tutto il resto.
Le persone silenziose, ne sono convinto, lo sanno. Sanno perfettamente che probabilmente non riusciranno mai a entrare davvero nella nostra vita, eppure accendono una fiaccola lì accanto, non si stancano di tenerla viva, lanciano messaggi dentro le bottiglie. Dimostrano nei nostri confronti un genuino attaccamento che potrebbero forse destinare a migliori e più produttive cause. Eppure, con caparbietà, continuano a esserci, convinte che fare qualcosa, anche se una piccola cosa, sia meglio che sedersi ad aspettare. Non pensiate di non essere notate. Chi ha coscienza e sensibilità vi nota, eccome. A voi, alla vostra pulita e ostinata caparbietà dedico questo 2015. Se non sono così presente, è solo per non alimentare aspettative. Non perché non vi voglia bene. Sono reazioni di difesa un po' puerili e a volte immotivate, vecchie come il mondo. Ma sono certo che saprete capire. Buon anno.

lunedì 29 dicembre 2014

IL CAZZARO DI CAPODANNO * COME RICONOSCERLO E COME DIFENDERSI DA LUI

Siamo nel bel mezzo della settimana dedicata al Cazzaro di Capodanno. Il Cazzaro di Capodanno è una specie straordinaria a pelo fulvo che non rischia mai l'estinzione, oggetto di lunghi approfonditi studi. Vediamo le sue abitudini. Mentre tu ti spendi per organizzare qualcosa per il cosiddetto Veglione di San Silvestro (non vorrai mica finire in uno squallido locale con un'ostia di pandoro stantìo e il prosecchino in mano?), il CdC ti avvisa che sarà presente alla festa, e continua
a ripetertelo incessantemente sino all'ultimo, se necessario. Non si fa il minimo scrupolo. Ovviamente, così come l'ha detto a te, ha "prenotato" anche altre sei-otto cene, occupando posti a tavola che potrebbero andare ad altri. Ma il CdC è astuto, li vuole tutti per sé, con l'obiettivo di scegliere solo alla fine la soluzione che considera migliore. E rigorosamente, la mattina del 31, ti pacca. I CdC più professionali, confermando decisi, buttano lì a bassa voce una mezza parola che potrebbe, dopo un'attenta analisi semantica successiva, lasciar pensare a vaghezza decisionale. Che in realtà non c'è. Ma la strategia è utile per salvare le natiche al momento del fattaccio.
Non bisogna essere particolarmente severi con il CdC, perché un po' tutti lo siamo o lo siamo stati, soprattutto durante il periodo dell'adolescenza. E il Capodanno, ammettiamolo, è una brutta bestia. Se però le caratteristiche del CdC continuano a manifestarsi nel soggetto anche in età che si ritiene matura, sarà opportuno tentare un correttivo somministrandogli qualcosa per bocca. Per esempio un pratico flaconcino di Guttalax (ricordiamolo, è inodore e insapore) nel bicchiere di vino alla prima occasione di reincontro. Al terzo-quarto anno di disdetta il 31 mattina seguita da cena riparatoria lassativa, il soggetto probabilmente inizierà a legare il volto dell'organizzatore al travaglio intestinale subito, smettendo le abitudini da CdC o rivolgendo ad altri le proprie attenzioni.

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