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mercoledì 15 novembre 2017

CERCO UNA DONNA CHE MI LASCI IN 15-20 GIORNI

Al tramonto, la fine di un amore.
Riflettevo sul fatto che nella vita ho sempre lasciato io. Non per cattiveria, è andata così: lenta consunzione del rapporto, a volte esasperazione per infondate gelosie e litigi inutili da sopportare, costruzione di storie su basi fragili, varie ed eventuali. Però sono sempre stato io a lasciare.
Intendiamoci, non essendo propriamente Brad Pitt (cosa di cui ancora, credetemi, non mi capacito) ho preso anche clamorosi due di picche. La consolazione è che spesso mi sono dato obiettivi alti, o anche altissimi per qualsiasi umano. Quindi l'autostima ne ha risentito meno. Però non ho mai provato l'esperienza dell'abbandono. Per questo ora sto cercando una tipa (ovviamente deve piacermi) che con una scrittura privata mi garantisca che mi lascerà entro massimo 15-20 giorni. Esamino candidate.
Mandate curriculum e fatevi avanti senza timore.

mercoledì 31 maggio 2017

REPRIMERE LA VERITA', LA PROVA PIU' DIFFICILE CHE MI SIA TOCCATA

Reprimere le proprie emozioni.
Pensate a un povero cristo che ogni giorno - ogni santo giorno che ci viene donato - deve reprimere il desiderio di raccontare tutto. Ma proprio tutto ciò che ha visto e ciò che sa. Che sanno in molti, per non dire quasi tutti. Sarebbe difficile per chiunque, figurarsi per uno che fa il mio mestiere con coscienza e che per indole è abituato a raccontare a chi legge le cose come stanno. È una prova veramente impegnativa che non credevo di dover mai affrontare nella vita e che non auguro a nessuno. Sto cercando da mesi e mesi di provare a resistere. Stamattina era uno di quei giorni (in genere me ne vengono un paio alla settimana) in cui avrei tanto voluto lasciarmi andare. Lo reprimo. Ancora. Faccio una fatica bestiale, mastodontica. Chi mi conosce bene lo sa. Spero di riuscirci. Se sei troppo attaccato alla verità, quando non puoi farla uscire ne soffri. Malamente.

giovedì 27 ottobre 2016

DONNE DAL CUORE IMPEGNATO, O IMPEGNATIVO?

Ecco, guarda Rihanna conciata così. Non passa neanche dalla porta di casa. D'accordo, sarà arrivata sicuramente a bordo di una Limo con autista, ma chissà come ha fatto a scendere dall'auto? Immagino non sia la tenuta per andare a prendere i corn flakes e lo yogurt in un 7 Eleven di Manhattan. Anche se sono aperti «accaventiquattro», come dicono quelli che (da noi) tentano di parlare bene. Peraltro senza riuscirci.
La guardo e non posso fare a meno di pensare che le donne che ci piacciono, se non hanno il cuore già impegnato, spesso ce l'hanno molto impegnativo.


mercoledì 31 dicembre 2014

AMORE & AMICIZIA * BUON ANNO ALLE PRESENZE SILENZIOSE

Mi prendo cinque minuti di serietà per dedicare l'ultimo post dell'anno alle tante persone silenziose che ci stanno accanto. O meglio, alle persone silenziose che vorrebbero starci accanto e per un motivo o per un altro non possono farlo, perché siamo noi a non volerlo. Persone che quotidianamente, con pazienza, tenacia e quasi impercettibili segni, costruiscono un minuscolo ponte, ci fanno sapere di esistere e lasciano una porta aperta, quando siamo noi a tenerla chiusa. Per comodità, paura, ferite pregresse o anche solo per pigrizia. Non parlo di stalker, o cose simili, ovviamente. Parlo di quelle anime anche degne che vorrebbero avere un posto nella nostra vita, ma noi per tanti motivi non possiamo/vogliamo accontentarle. Perché non corrispondono ai nostri canoni estetici; perché il feeling giusto non c'è; perché sentiamo che non sono «la» (sempre che esista, parliamoci chiaro) persona della nostra vita; perché siamo un po' idealisti e non vogliamo stare con qualcuno soltanto per non vivere da soli; perché col passare degli anni la pazienza cala e si fa prima a notare quel che non ti piace di quel che ti piace, in qualcuno. Perché magari ami scherzare ma non prendere in giro la gente. Perché siamo presi da mille distrazioni e impegni quotidiani stipati in qualche cassetto. E tutti sembrano occupare un posto più degno di tutto il resto.
Le persone silenziose, ne sono convinto, lo sanno. Sanno perfettamente che probabilmente non riusciranno mai a entrare davvero nella nostra vita, eppure accendono una fiaccola lì accanto, non si stancano di tenerla viva, lanciano messaggi dentro le bottiglie. Dimostrano nei nostri confronti un genuino attaccamento che potrebbero forse destinare a migliori e più produttive cause. Eppure, con caparbietà, continuano a esserci, convinte che fare qualcosa, anche se una piccola cosa, sia meglio che sedersi ad aspettare. Non pensiate di non essere notate. Chi ha coscienza e sensibilità vi nota, eccome. A voi, alla vostra pulita e ostinata caparbietà dedico questo 2015. Se non sono così presente, è solo per non alimentare aspettative. Non perché non vi voglia bene. Sono reazioni di difesa un po' puerili e a volte immotivate, vecchie come il mondo. Ma sono certo che saprete capire. Buon anno.

lunedì 19 agosto 2013

AMORE * TI LASCIO PER NON METTERTI A DISAGIO

Ieri ho visitato un vecchio, glorioso locale po' fatiscente. Chiacchiero con il gestore, e mi dice (spontaneo, senza precisa domanda a proposito, riporto in modo testuale): "Oddìo, andrebbe messo un po' a posto, ma non lo si fa per non mettere a disagio il cliente...".
Un ribaltamento della prospettiva che ho trovato geniale. Invece di dire: non vogliamo/possiamo spendere, c'è crisi, non è periodo, lo faremo forse più avanti o forse mai, ecco un magnifico: non volevo mettervi a disagio. Andiamo al succo dell'interpretazione, che mi pare corretta: ti faccio stare in un posto un po' fetente perché in fondo non te lo meriti. Con la clientela che c'è, vorrò mica sistemarlo a dovere: rischio perfino di metterla in imbarazzo. C'è una grandezza assoluta, in queste parole, che colgono i classici due piccioni con una fava: ti fanno sentire padrone di una situazione che probabilmente invece stai subendo, e intanto offendono sottilmente l'interlocutore. Suggerisco a tutti, nel lavoro e nel privato, l'introduzione dell'espressione "L'ho fatto perché non volevo metterti a disagio".

- Eh, ma questo water l'ha riparato male...
- Sì, certo: è così abituata agli odori di uno scarico che non funziona bene, che non volevo metterla a disagio col profumo di pulito...

E ancora:

- Ti lascio perché non voglio metterti a disagio con una relazione che forse non puoi permetterti.

Gli esempi sarebbero infiniti. Da oggi, per esempio, quando mi capiterà di scrivere un pezzo un po' infelice, invece di dire che non era giornata, potrò sempre ribattere che l'ho fatto per "non mettere a disagio" i miei lettori. E mi sentirò ancora più buono.

lunedì 6 dicembre 2010

ECCO PERCHE' LA DONNA NON RISPONDE AGLI SMS: PER EDUCAZIONE!

Dall'alto della mia consolidata esperienza in due di picche, volevo fare una piccola riflessione sull'antica, deprecabile abitudine, tutta femminile, di non rispondere agli sms contenenti una qualsiasi forma di invito.
La non risposta viene interpretata dal complicato soggetto - nella stragrande maggioranza dei casi - come una forma di cortesia. Di educazione. Non l'esatto contrario, come sarebbe portato a credere chiunque. Vale a dire: invece di dirti un no, non ti rispondo. Dal mio silenzio, tu dovresti capie. Dovresti intuire tutto. 
Invece ella non sa che nella maggior parte dei casi il normodotato essere umano (si suppone) di sesso maschile dall'altra parte preferirebbe un no secco. Anche un vaffanculo. Anche un no categorico all'ennesima potenza reiterato sino alla settima generazione a venire. 
Ma una risposta, perdio. Ti si chiede solo una risposta.

venerdì 9 luglio 2010

AMORE * NON RIUSCIAMO PIU' A DISTINGUERE TRA INFATUAZIONI E SENTIMENTI VERI

Secondo Massimo Gramellini, uno tra i problemi principali del nostro mal di vivere sentimentale e che "non sappiamo più distinguere tra emozioni e sentimenti". Scambiamo insomma un'infatuazione per amore, e alle prime difficoltà, quando il rapporto si incrina, arriviamo (troppo) facilmente a spezzarlo. Un quadro d'insieme dove domina, a quanto pare, un certo infantilismo.
Il vicedirettore de La Stampa, ospite dei bagni Tropea, nella zona dei Laghi Alimini, a pochi chilometri da Otranto, ha parlato del suo primo romanzo, L'ultima riga delle favole. Un lavoro incentrato sul tema cuore e dintorni. In spiaggia (la stessa che frequenta anche ciò che resta del grande disegnatore Giorgio Forattini), Gramellini ha parlato di coppie che scoppiano troppo in fretta, dopo pochissimi anni di matrimonio, a causa dell'ormai quasi scomparsa attitudine al sacrificio. Accompagnato dalla moglie, una fascinosa doppiatrice che pare gli abbia ispirato buona parte dell'opera, il giornalista spesso ospite di Fabio Fazio a Che tempo che fa, ha annunciato che il suo prossimo libro non sarà più dedicato all'amore spirituale ma a quello fisico. Tradimenti compresi. Un consiglio agli uomini: per conquistare una donna, dice Gramellini, non siate «molli». «Qualunque cosa diciate, ditela con fermezza e convinzione. Potete anche chiedere l'ora o parlare del tempo, ma l'importante è infondere sicurezza nella vostra lei».
Intanto, gli idealisti come chi scrive, che in fondo in fondo credono all'amore e al matrimonio continuano a non sposarsi ma - al limite - a convivere. Sembra un paradosso, ma è così.

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