giovedì 20 gennaio 2011

«CHE BELLA GIORNATA» * CHECCO ZALONE, ANTIDOTO LOW COST PER QUESTA ITALIA

Quel buon diavolo di Checco (Checco Zalone) sogna di fare il carabiniere, ma viene bocciato a ogni selezione. Un cardinale (Tullio Solenghi) amico di famiglia lo piazza a fare la security in cima al Duomo di Milano. Purtroppo l'obiettivo sensibile Madonnina viene tenuto d'occhio dalla graziosa musulmana Farah (Nabiha Akkari) e dal di lei fratello, decisi a farla saltare in aria. L'unico modo per riuscirci è concupire Checco, che ci casca come un pollo. Segue pellegrinaggio in Puglia, per presentare la bella pulzella ai parenti. Per la festa in piazza viene sequestrato Caparezza.

Trama esilissima e packaging sottocosto (era meglio il precedente «Cado dalle nubi») per la divertente commediola campione d'incassi che ha già battuto «La vita è bella» di Roberto Benigni. La fortuna del moderno terrunciello Zalone è che non promette niente più di quel che dà: risate, sogghigni e sorrisi che provano a farti dimenticare per 97 minuti l'Italia in cui stiamo vivendo. 
Facebook, ossessioni alqueadiane, sentimentalismo spicciolo, la difficoltà di trovare lavoro. Si ironizza, con estrema semplicità, su tutto. Zalone - strategicamente - offre una doppia lettura di sé: quella per il popolino, che può persino riconoscersi in lui, e quella per chi è più colto e coglie ironie e sfumature. «L'amore è quando ti diventa grosso», «L'amore è quando lei ti dà la...», canticchia Checco nella colonna sonora. Giocando su quella lieve, esaltante volgarità in rima baciata che sta fra Renzo Arbore e Amando De Razza.

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