mercoledì 19 gennaio 2011

GIOVANNI BAGLIONI * «SCRIVENDO 'AVRAI' PAPA' CLAUDIO CI HA AZZECCATO ALL'80%»

Papà Claudio s’era seduto al pianoforte per comporre  «Avrai». Nel cuore, un’incontenibile esplosione di gioia e l’immodesta ambizione di prevedere la vita di suo figlio. Già, ma poi com’è andata veramente?
Era il 19 maggio 1982, e a Roma da Claudio Baglioni e Paola Massari nasceva Giovanni Baglioni, oggi apprezzato chitarrista acustico. Claudio, che del cantautorato è uno degli imperatori, decise di immaginare la vita di suo figlio eternandola nel brano che trovate girando pagina. Ora che Giovanni, a 28 anni, ha fatto pace con l’immagine un po’ ingombrante del padre («Per un bel po’ è stata una condanna: pativo il fatto che tutti si interessassero a me solo di riflesso»), siamo andati a chiedergli se le cose siano andate veramente così. A partire da quell’«avrai sorrisi sul tuo viso» che è stata la prima profezia paterna. «Sono un tipo un po’ malinconico» racconta «ma l’approccio gioioso alle cose belle e interessanti – centellinate - non mi manca. Basta avere stimoli. Cresce però in me la consapevolezza che non abbiamo molto tempo a disposizione…».

«Avrai un telefono vicino che vuol dire già aspettare».
«Il telefono lo tengo invece molto lontano, sono un po’ eremitico. Lo squillo lo vivo come un’intrusione».
«...e un treno per l’America senza fermate».
«Negli Usa sono stato due volte, e mi è piaciuta: la prima a 25 anni per lavoro, a Chicago e nel Wisconsin; più tardi a New York. I grattacieli hanno sempre il loro fascino».
«Avrai una donna acerba e un giovane dolore».
«La mia prima storia di un certo rilievo è stata a 21 anni. E i piccoli dolori non sono mancati: colpi incassati e rifilati. Magari proprio a causa di una donna, di quelle attrazioni fatali che non fanno guardare in faccia a nessuno».
«Ed un amico che ti avrà deluso, tradito, ingannato».
«Sì, può succedere di perdere amici per strada, e mi è spiaciuto di più, perché consideravo l’amicizia meno esposta dell’amore alla fragilità del tempo».
«La stessa mia triste sperenza». 
«Non so bene a che cosa si riferisse papà. Io sono perserverante e idealista, in conflitto con realtà e pragmatismo. In questo forse ho una speranza triste. Sono più insoddisfatto che ottimista, da essere pensante, forse troppo. E colleziono paranoie».
«Se amore amore avrai».
«Non sono né sposato né fidanzato, purtroppo o per fortuna. È tipica degli esseri umani l’insoddisfazione per la condizione che si vive. Se si è single, ci si rammarica di essere da soli; da fidanzati, si pensa con nostalgia alla libertà. Non faccio eccezione».
«La prima sigaretta che ti fuma in bocca…».
«L’ho provata, come tutti. Ma non fumo. Niente nicotina. Senza per questo essere talebano nei confronti di chi fuma».
«Giochi elettronici e sassi per la strada».
«I videogames sono la mia condanna. Un divertimento fine a se stesso, anche senza imbastire sfide con altri. A volte penso che dovrei disintossicarmi».
«Avrai ricordi, ombrelli, e chiavi da scordare».
«Vero. Anche se devo dire che sono abbastanza distratto per ciò che riguarda gli oggetti. Sui concetti, ho buona memoria».

In definitiva, quindi, papà Claudio ci ha azzeccato?
«Direi di sì, all’80%. A parte alcune poetiche frasi generiche che possono adattarsi a tutti. La mia passione per la musica non l’aveva prevista. Ed è cosa abbastanza recente. Dopo il Liceo scientifico, quando ho abbandonai Giurisprudenza per la chitarra, temevo che non potesse diventare un lavoro. Invece è andata bene. E ora che ho una mia personalità definita, sono orgoglioso di somigliargli».

(TV SORRISI E CANZONI - GENNAIO 2011)

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