giovedì 20 aprile 2017

CARO FACEBOOK, CHIUDI SUBITO LE INSERZIONI-BUFALA SUI MORTI DELLO SPETTACOLO

Al Bano, Milly Carlucci, Adriano Pappalardo e Rita Pavone
La fake inserzione con la morte di Al Bano.
C'è una pratica a mio avviso davvero poco degna (per limitarsi a questa espressione) che va «in scena» ogni giorno sulle pagine Facebook, il social-network più amato e impattante sul pubblico. Una cosa che mina seriamente la credibilità della stessa piattaforma e che purtroppo non fa onore a Mark Zuckerberg e compagnia.


La bufala spot con la morte della Carlucci.
Si tratta delle inserzioni fake (le cosiddette bufale di cui è pieno il web, ma stavolta a fini promozional-pubblicitari) che speculano su finti morti celebri dello spettacolo. Posto qui alcuni inequivocabili screenshot nei quali mi sono imbattuto solo nell'ultima settimana di navigazione, ma il principio è semplice: si prende la foto di un vip più o meno stagionato dello showbiz nostrano, abbinandola al titolo di un advertising (compaiono nella timeline sul lato destro dello schermo con la dicitura «Sponsorizzata») che inequivocabilmente ne annuncia la morte o la lascia presagire. Non è vero niente, ma la tentazione di cliccare per
Un altro falso: la morte di Pappalardo
saperne di più è forte. Sotto, il link di qualcosa che potrebbe sembrare un sito di news o non si comprende bene cosa. Una volta cliccato, si viene reindirizzati su una pagina pubblicitaria con inserzioni e informazioni di prodotti in vendita che ovviamente nulla hanno a che vedere con l'annunciata morte della celebrity in questione, usata come specchietto per le allodole. Ma ormai il gioco è fatto, e il click viene portato a casa dall'inserzionista.



Si ammicca alla scomparsa di Rita Pavone.
Con questo discutibilissimo metodo, negli ultimi tempi ho visto «morire» Al Bano Carrisi (che di recente ha avuto, com'è noto, diversi problemi di salute ma non è affatto passato a miglior vita), Adriano Pappalardo (da un po' di tempo lontano dai clamori della tv ma in salute), la non più giovanissima ma gagliarda Rita Pavone (per lei la fake inserzione sta un po' più sul vago, si fa per dire) e persino Milly Carlucci, che si conserva assai bene e che ogni sabato sera su Raiuno conduce «Ballando con le stelle».
Un altro addio per Al Bano Carrisi.
Personaggi la cui immagine e la cui finta, presunta morte, viene utilizzata (immagino a loro totale insaputa) di fatto a fini pubblicitari. In un contesto sgradevole.

Chiedo - ma dovremmo essere in tanti a farlo - a Facebook di far cessare quanto prima questa pratica, vagliando con estrema attenzione le campagne di
La pag. che si apre cliccando sulla morte della Carlucci

advertising create da questi sprovveduti inserzionisti. Avallandole, il social network, che pure di riflesso guadagna sui click, si rende di fatto complice di questa pratica. Che non può continuare, per etica, legge, e per l'immagine stessa dell'azienda. Qui ci sono le prove di quel che dico: attendo (attendiamo) spiegazioni e la rimozione delle ADV incriminate. Sarebbe comunque bene che anche programmi come «Le iene» o «Report» andassero più a fondo nella questione.

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