giovedì 20 dicembre 2018

ANDREA G. PINKETTS E QUEL SERVIZIO CHE NON GLI MANDARONO MAI IN ONDA

È morto lo scrittore Andrea G. Pinketts
Ho due ricordi di Andrea G. Pinketts, il beffardo, ironico giallista milanese che un cancro si è portato via oggi ad appena 57 anni.
Il primo fu un blitz in un locale notturno della Milano già non più tanto da bere (ma lui beveva, eccome se beveva, gli spiriti erano il suo carburante), e me lo ritrovai seduto a un tavolo già vistosamente brillo insieme con Franco Califano. Vi rendete conto? L'accoppiata delle accoppiate: satana e il demonio. Il tempo di una foto con loro (impossibile da non fare, l'occasione era troppo ghiotta), e me ne andai.

L'altro è un momento amaro, legato a un programma di Canale 5 al quale collaborai parecchi anni fa: «Sali e tabacchi». Pochi se ne rammentano: andava il sabato notte, dopo «Ciao Darwin». Confezionavo servizi con personaggi di costume e spettacolo coprendo, come si dice in gergo, la metropoli. Il tema della puntata mi parve congeniale, così proposi alla redazione un'intervista a quell'istrione di Pinketts. Poteva sembrare scorbutico, sulle prime, ma in fondo era un pezzo di pane. Quando lo incontravi ti prendeva al volo le misure, ti fiutava, e se intuiva di potersi fidare, ci andavi d'amore e d'accordo.

La proposta fu approvata (non dico da chi, preferisco lasciarlo nell'oblio), e io mi presentai con una troupe al seguito al Trottoir, ancora in zona Garibaldi, il locale che il reuccio del noir aveva eletto a sua "sede" naturale, il suo guscio protettivo. 
Mi accolse festante nel primo pomeriggio, già adeguatamente imbenzinato, per garantire la prestazione, e cercò di capire: «Ma sei sicuro che proprio lui, quello là, ti abbia approvato il servizio con l'intervista a me?», fece lui diffidente. «Te lo garantisco, lui», gli risposi. 
«Mah, mi pare molto strano: gli sto parecchio sul cazzo, però se lo dici tu...». 
Registrammo per almeno due ore (era un programma strano), Pinketts si prestò a fare, rifare, inventare. Con generosità. 
Alla fine si scoprì che aveva ragione lui, perché quel sudatissimo servizio non andò mai in onda. Colui che aveva accettato la mia proposta, aveva sadicamente deciso di mandare me (e una troupe) a fare il pezzo, impegnare Pinketts nella registrazione, illuderlo, e imporgli poi l'umiliazione dell'oblio, del servizio cassato. Credo una tra le più grosse carognate che si possano fare a una persona. Ma se ti imbatti in uno stronzo caramellato, c'è poco da fare.

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