mercoledì 25 giugno 2014

CAPITAN VENTOSA, ALIAS LUCA CASSOL * 10 ANNI CON UNO STURALAVANDINO IN TESTA

Ormai sembra normale, ci abbiamo quasi fatto il callo, ma da 10 anni (urgono candeline sulla torta) c’è qualcuno che scorrazza per gli italici palinsesti con uno sturalavandini in testa. L’idea non poteva non essere che di quella sagoma di Antonio Ricci, il quale per «Striscia la notizia», un paio di lustri fa, ha reclutato l’anonimo inviato milanese Luca Cassol per poi trasformarlo in un supereroe in lattice giallo: Capitan Ventosa.
Cassol, ci racconta come ha fatto il Clark Kent che è in lei a diventare Superman?
«Iniziai a lavorare per “Striscia” 12 anni fa, e alla terza stagione Ricci mi chiamò nel suo ufficio: aveva alcuni bozzetti in mano, con i disegni del futuro Ventosa. “Per te avevo pensato a questo personaggio… Ti va bene?”».
E lei?
«Sbiancai, mi volevo ammazzare. Ma come facevo a dirgli di no? Mia madre aveva persino buttato il televisore dalla vergogna. Morale: prima, passavo quasi inosservato. Da lì in poi, diciamo che mi si notava».
Era diventato Mister sturalavandino.
 «Già, perché è uno sturalavandino, non serve per il water. Chiariamo. Qualcuno ancora equivoca».
Qual è il servizio che non può dimenticare?
«Uno tra i primi. Intervistavo un serissimo capitano dei Nas di Parma, su un truffa alimentare. Alla fine gli ho chiesto: “Ma come ha fatto a restare serio?”. “Non lo so”, mi ha risposto».
E quello più seguito?
«49,5% di share: la consegna del Tapiro ad Al Bano lasciato dalla Lecciso in diretta all’“Isola dei famosi”. A Santo Domingo noleggiai un paio di elicotteri, e glielo lanciammo la domenica mentre su Raidue era in onda la Ventura con “Quelli che… il calcio”. Impresa epica».
Dove si cambia?
«Sono tre pezzi e non serve trucco. Mi vesto ormai ovunque: cabine telefoniche, bauli di automobili… Una volta Ricci mi ha tenuto in giro 14 giorni per seguire una pista».
Quanti servizi fa all’anno?
«Una settantina, da solo o con il Ventosa Radio Team, a caccia di intereferenze elettromagnetiche. Intervisto potenti e pendolari, chiunque».
Però qualuno le avrà dato buca…
«Marcello Lippi, all’epoca allenatore della Nazionale, ma è l’unico in dieci anni».
Il lavoro più pesante, a «Striscia», lo fa Valerio Staffelli, consegnatore ufficiale di Tapiri?
«Mannò, siamo tutti alla pari, mi creda».
È fidanzato?
«Sono molto felicemente single».
In Italia, ovunque, in ambito lavorativo con la crisi ormai non si fa altro che parlare di Piano B. Lei il suo lavoro lo consiglierebbe?
«Perché no?! Serve naturalmente grande disponibilità e un po’ di autoironia».
Lo sa che non potrà fare Capitan Ventosa tutta la vita, vero?
«Lo so. Per ora continua a piacermi, ma un domani non sarebbe male un programma sui motori, visto che per hobby sono pilota e navigatore di rallye».
E poi, a tempo perso, canta con una band…
«Cover di pezzi Anni 80, di tutto. Ad agosto, partendo da Catania il 2, saremo in giro per l’Italia. Del resto “Striscia” si ferma tre mesi, e io non riesco a stare fermo».
Ma sua madre l’ha poi ricomprato il televisore?
«Certo».

(15 LUGLIO 2013) 

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