È difficile spiegare ai non iniziati del mondo dei media chi sia Raspelli, milanese, classe 1949. Un garbato signore extralarge ridimensionato dal bendaggio gastrico e dannatamente bravo (ma soprattutto ostinato) nell'arte di autopromuoversi. Martellante ufficio stampa di se stesso, con un ego che fa capoluogo di regione. Capace di inviarti e-mail a nastro durante il giorno e lunghi sms alle due di notte con i dati d'ascolto dell'ultima puntata del suo programma. Uno che non si sottrae neanche sotto tortura, insomma.
Sotto questo tendone, Raspelli è il domatore. Un costume che - ora che ci penso - non gli ho mai visto indossare. E mi piacerebbe lo facesse, prima o poi. Perché sarebbe il suo.