venerdì 3 gennaio 2020

POLITICA * «CINQUE STELLE», L'ANTIMATERIA SI STA SFALDANDO

Beppe Grillo e Luigi Di Maio.
Fatti di antimateria (politica), divisi al loro interno (i rampanti Paragone e Di Battista che preparano la fronda a Luigi Di Maio sono solo l'ultimo segnale di un malessere diffuso), i Cinque Stelle si stanno pian piano sgretolando, dopo aver dimezzato in pochi anni i consensi. Che a colpi di demagogia e balle spaziali (da sempre l'unica forza della nostra classe dirigente) il surreale Matteo Salvini è riuscito invece a raddoppiare. E anche se la popolarità personale del Capitone - dicono gli ultimi sondaggi imparziali - si è praticamente dimezzata da quando ha commesso il grave errore politico di lasciare il Governo, la Lega resta al momento sopra il 30%. Invece di dedicarsi ai consueti numeri da circo, il traditore del federalismo, quello che il giorno prima vorrebbe bruciare i meridionali e il giorno dopo (quando gli fanno comodo) finge di farseli amici salvo rifriggerli dopodomani sul suo barbecue in giardino, dovrebbe preoccuparsi piuttosto di Giorgia Meloni, la desperate fascio housewife della destra, che continua pian piano a guadagnare posizioni a suo discapito; e che comunque con le piazze ci sa fare senza coprirsi di ridicolo ogni giorno come il suo alleato-rivale.
Pur avendo portato a casa alcuni risultati, il partito-azienda di Beppe Grillo e Casaleggio junior (il padre a occhio era più convinto ma anche più sveglio) dimostra ora tutti i suoi limiti. Ed è riuscito a essere persino più azienda della Forza Italia del Silvio Berlusconi delle origini. Là comandava solo Silvio (e lo fa tuttora, di un drappello sempre più sparuto di aspiranti mini-leader in pectore ma anche in fuga), qui c'è formalmente un capo politico e uno strano direttorio a più teste che si rifà alla Casaleggio Associati dove Grillo entra e esce dalla scena mediatica a seconda di come tiri il vento. Il tutto col paravento di un'assurda Piattaforma Rousseau che, oltre a essere un'incongruenza ai limiti dell'incostituzionale, non garantisce (pare) neppure tecnicamente la blindatura dei voti. E che comunque presta il fianco a mille sospetti, visto che fa capo a una società privata che persegue soltanto (legittimamente) il proprio interesse. Ma i voti di un club non possono condizionare, neppure indirettamente, la democrazia diretta. Che sarà anche sopravvalutata, ne sono totalmente convinto, ma almeno non mandiamola completamente a puttane.

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