Soriasco di Santa Maria della Versa, in Oltrepò Pavese. |
Questa foto del fazzoletto di terra di mio nonno, che si chiama «La Stanga», me l'ha mandata l'altro giorno un amico, Cristiano Mangiarotti, che ringrazio per il pensiero.
A destra, coperta da un telo giallo, vedete la mia piscinona in PVC. Noi non ricchi (neanche poveri, non voglio lagnarmi) abbiamo la piscinona di plastica che portiamo con grande dignità. In questo caso ho fatto le cose veramente in grande, perché è 14.5 metri per 4. Una bestia di inaudite proporzioni. Non se n'è mai vista in natura una così grande. Probabilmente un prolungamento del pene. Del resto non ho costosi macchinoni, non me n'è mai fregato niente. Più che ai soldi ho guardato sempre soprattutto alle gratificazioni, nella vita. Sia lavorative che personali. Tipo i viaggi, quando possibile. E il piscinone mi gratifica. Oltre a essere defatigante.
In questo posto, ogni anno, per qualche mese, scattano memorabili grigliate con gli amici a base di minchiate che volano radenti, musica non indecente in sottofondo, e vino rosso. Stavolta sarà un po' diverso dal solito, ma mi auguro che si possa riprendere a mettere le gambe quanto prima sotto il set birreria. Con la mascherina, il distanziamento sociale, e quant'altro. Vedrai stavolta con la brutta pandemia che tira quanta gente che sino all'anno scorso diceva («Guarda, vado a Milano ai Bagni misteriosi») troverà molto à la page il piscinone di Soriasco dove si sta in quattro gatti e parecchio distanziati. In un'acqua dove ho curato personalmente clorazione e sanificazione, e quindi la migliore d'ò munno. E un po' già me la rido, naturalmente.