sabato 11 aprile 2020

CONTE CONTRO SALVINI E MELONI * UN ERRORE DI FORMA (DOPO UNA PIOGGIA DI FALSITA')

Da sinistra, Matteo Salvini, Giuseppe Conte e Giorgia Meloni.
Sicuramente Giuseppe Conte (che pure ha parlato in modo molto chiaro) ha sbagliato il contesto: contrattaccare politicamente Matteo Salvini e Giorgia Meloni nell'ambito di una conferenza stampa indetta per parlare al Paese del prolungamento del DPCM sul Coronavirus, rientra fra gli errori gravi di forma. E la forma, si sa, spesso è sostanza.
Ci sono però alcune considerazioni che vorrei fare:

1) Pur essendo sbagliato il contesto, c'era stretta pertinenza sul tema (gli aiuti europei), che è il nodo cruciale in questo momento. Non è una scusante, ma una nota di cronaca.

2) Conte era visibilmente stanco, provato, affannato. S'è anche mangiato qualche parola, di tanto in tanto. Non credo sia facile cercare di tenere la barra a dritta in un mare più che mai in tempesta, con la barca sfondata, di fronte a una crisi epocale, quando personaggi come Salvini ti soffiano sul collo cacciando balle ogni santo giorno con ogni mezzo su tutti i media a loro disposizione per puri interessi di bottega. Provateci voi a cercare di portare a casa il risultato (in un momento simile, per giunta!) quando attorno c'è gente che sistematicamente avvelena i pozzi a danno del lavoro che stai cercando di fare. E Conte sul no al MES e il sì agli Eurobond ha parlato sempre e da sempre in modo molto chiaro. Che poi riesca a farcela, è un altro paio di maniche: Germania e Olanda comandano in Europa, è cosa piuttosto nota. E dei soldi dell'Europa abbiamo drammaticamente bisogno.
Ma almeno un po' di correttezza persino da parte degli avversari in un momento come questo te la aspetteresti. Peccato che Salvini non conosca il significato del termine. Meloni è un tipo già diverso: asciutta, quadrata, quando prova a furbeggiare lo fa con stile, confidando sulla scarsa memoria degli italiani. Che è di 5-10 minuti a stare larghi.

3) La politica oggi, non so se ve ne siate accorti (soprattutto grazie a personaggi come il signore di cui sopra: uno che ad agosto si suicida politicamente lasciando un Governo che ha in pugno, e che nei mesi successivi cerca disperatamente di tornare in sella con trovate mediatiche da Circo Orfei) non è più quella dei tempi di Giolitti. Ma neanche (ci accontenteremmo) di Craxi, Andreotti e Forlani. Gente che se non altro un decoro istituzionale l'aveva. Quindi non ci si deve stupire se il pur misurato Conte, esasperato, un giorno un calcetto te lo tira. Nella sede sbagliata, d'accordo, ma te lo tira. Tu fai il pagliaccio ovunque a 360° per 365 giorni l'anno, quindi...

E non sto dicendo che l'opposizione non debba fare opposizione, ci mancherebbe. Basterebbe muoversi in modo da non fare potenziale danno in un momento molto delicato. Spiace notare come invece di stare "schiscio", come aveva fatto per un mese (molto intelligentemente) agli inizi della crisi del Covid-19, Salvini abbia seguito subito il miope consiglio del fido Vittorio Feltri di «Tornare a fare ciò che sa fare meglio: cavalcare la paura della gente». Con le usuali balle che sono il piatto forte della casa.
Non so se Conte alla fine ce la farà oppure no. Ovviamente me lo auguro per tutti e credo sia durissima. Ma forse quelle due parole giuste in un contesto assolutamente sbagliato, al suo posto le avrei dette anch'io.

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